salute-radiosa-11-20



      Avvertenza


      Affinché la gente possa scoprire questo scomodo ma validissimo ed economico metodo di cura, ho trascritto in apposite pagine di questo blog la mia traduzione di quattro della ventina di libri scritti dell’eminente igienista francese Albert Mosséri, il quale non era solo un teorico, ma metteva in pratica nella sua casa di cura il risultato dei suoi studi restituendo la salute a migliaia di malati, magari considerati incurabili dalla fanfarona medicina ufficiale.


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      SALUTE RADIOSA CON IL DIGIUNO dell'eminente igienista francese Albert Mosséri
      seconda parte



      CAPITOLO 11
      QUANTO TEMPO DIGIUNARE, DOVE E QUANDO?
      QUANTO TEMPO DIGIUNARE?
      DOVE BISOGNA DIGIUNARE?
      PER LE PERSONE SANE.
      QUANDO DIGIUNARE?
      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      CAPITOLO 12
      L’INCREDIBILE DIGIUNO DI OSHAWA
      COME NON DIGIUNARE
      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      CAPITOLO 13
      LA SORVEGLIANZA MEDICA
      I MEDICI SONO SOPPRESSORI DI SINTOMI.
      I TEST DURANTE IL DIGIUNO
      BISOGNA SENTIRE IL PARERE DEL MEDICO CURANTE PRIMA DI DIGIUNARE?
      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      CAPITOLO 14
      LE CURE DI FRUTTA, LE DIETE E GLI STADI
      GLI ALIMENTI NON HANNO PROPRIETA’ DI ELIMINAZIONE
      LE CARENZE
      SI PUO’ DIGIUNARE PER STADI?
      UN’ESPERIENZA COMPARATIVA CON LA FEBBRE: COL DIGIUNO E IL SEMI - DIGIUNO.
      UTILITA’ DELLE DIETE E DEL SEMI - DIGIUNO
      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      CAPITOLO 15
      IL DIGIUNO MATTUTINO SECONDO IL DOTTOR DEWEY
      PRESSO LE NAZIONI DELL’ANTICHITA’
      L’ELIMINAZIONE AVVIENE SOPRATTUTTO LA NOTTE
      COME IL DOTTOR DEWEY FECE QUESTA SCOPERTA
      LA STORIA DEI TRE CONTADINI
      LA LUCIDITA’
      LA STORIA DEL PADRE RAMBO
      BISOGNEREBBE SOPPRIMERE ANCHE LA CENA
      CHI HA VERAMENTE FAME LA MATTINA PUÒ MANGIARE
      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      CAPITOLO 16
      LA CHIAREZZA MENTALE QUANDO SI SALTA UN PASTO
      LA LUCIDITÀ DI MENTE
      LO PSICHICO
      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      CAPITOLO 17
      IL DIGIUNO SETTIMANALE
      IL DIGIUNO ANNUALE COSTITUISCE LE MIGLIORI VACANZE.
      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      CAPITOLO 18
      RINGIOVANIRE, DIMAGRIRE, INGRASSARE COL DIGIUNO
      OBESITÀ
      INGRASSARE
      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      CAPITOLO 19
      LA DIPENDENZA DAI TRANQUILLANTI, DAL CAFFÈ, DALL’ALCOL. DAL TABACCO E DALLA DROGA
      C’È DROGA E DROGA
      COME ROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO?
      LA CAUSA
      LA STORIA DI DOMENICA
      LO SVEZZAMENTO DAI DEPRESSIVI
      LA STORIA DI GIACOMINA
      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      CAPITOLO 20
      LE AFFEZIONI ACUTE
      COME CURARE LA FEBBRE
      IL BAMBINO FEBBRICITANTE
      LA PERDITA DI PESO NEL MALATO CHE MANGIA
      BISOGNA NUTRIRE I FEBBRICITANTI ?
      GLI ANIMALI DIGIUNANO
      COME INTERROMPERE IL DIGIUNO DOPO UNA FEBBRE?
      OCCORRE UNA DIAGNOSI?
      LA STORIA DI UN BAMBINO FEBBRICITANTE
      COME DIGIUNARE?
      LA FEBBRE FORTE
      COME AIUTARE LA NATURA?
      LE ECCEZIONI
      AVVERTENZA



O O O




      CAPITOLO 11


      QUANTO TEMPO DIGIUNARE, DOVE E QUANDO?

      Dietro le sue brillanti facciate, la società attuale intrattiene accuratamente i vizi che mantengono le malattie. – DR PATHAULT.


      QUANTO TEMPO DIGIUNARE?

      Dopo aver consultato tutti gli specialisti, dopo aver seguito tutti i trattamenti medici e naturopatici, dopo aver perso anni ed anni nel voler provare tutto, i malati vengono, in ultima risorsa, vengono a vedermi e mi fissano un ultimatum imperativo? Perentorio?, quello di guarirli in 15 giorni di digiuno!

      Perché non mi si è consultato per primo? Perché si sono provati anzitutto tutti i rimedi chimici e naturali? Perché le persone non sono bestie: esse sanno che per guarire devono abbandonare il caffè e il vino, il pane e il camembert, la carne e il tabacco, e questo essi non lo vogliono.

      Perché mi fissano un termine di 15 giorni, quando hanno impiegato 15 anni per sviluppare le loro malattie? Perché considerano l’abbandono delle loro abitudini malsane come il sacrificio supremo, e che 15 giorni di digiuno bastino per punirli.

      Io non posso dire loro che 15 giorni non bastano per eliminare 15 anni di vita malsana., altrimenti essi partirebbero senza dare seguito. Sono obbligato ad edulcorare il loro regime e la loro dieta, e perfino la loro cura di digiuno, di addolcirne i rigori e la monotonia, nella speranza che essi cambieranno, col tempo, di mentalità. Il miglioramento spettacolare li indurrà a fare nuovi sacrifici.

      Inoltre talvolta, mi si scrive per domandarmi quanto tempo durerà la cura. Rispondo invariabilmente che ciò dipenderà dalla tossiemia, che io non applico 7 giorni o 21 giorni per tutti. Più si è intossicati e più si avrà bisogno di eliminare. Come si può fissare in anticipo la durata di una cura? Gli organismi sono differenti gli uni dagli altri, lo stato di salute o di malattia talmente variabile da una persona all’altra, le loro reazioni spesso opposte.

      La lunghezza della cura dipende invariabilmente dall’eliminazione, cioè dal gusto della bocca, dell’alito, del colore delle urine, quello della lingua soprattutto. Finché la lingua rimane colorata, finché il sapore della bocca rimane infetto al risveglio, la cura deve essere proseguita, a condizione di disporre del tempo necessario.

      Non si può eliminare in due settimane una tossiemia che ha impiegato 20 anni ad accumularsi.

      Se se ne ha tutto il tempo, sarebbe stupido accorciare la cura prima della disintossicazione totale del organismo, la quale si manifesta con una lingua divenuta rosa, un sapore gradevole al risveglio, ecc.

      I naturopati senza esperienza raccomandano un digiuno corto e si oppongono ad una cura lunga. È sicuro che alcune persone non raggiungeranno mai una buona salute, né la guarigione dai loro mali per mezzo di un digiuno corto, fosse pure ripetuto. Una cura lunga, sorvegliata da una persona sperimentata, darà loro i risultati desiderati.

      Un giovanotto di 25 anni soffriva di artrosi cervicale tenace, con dei dolori permanenti alla nuca e altrove nel corpo. Fece parecchi digiuni corti durante un anno, totalizzando 56 giorni, ma senza risultato. Venne da me a fare una cura di 60 giorni, 30 giorni di digiuno all’acqua e 30 giorni di semi - digiuno.

      La sua artrosi fu totalmente eliminata, come pure tutti i dolori.

      “L’organismo ha bisogno di tempo per svolgere il suo lavoro. Quando si limita arbitrariamente tale tempo si impedisce il ristabilimento. Qualsiasi persona che vuole digiunare per trarre il massimo profitto da questo periodo di riposo, dovrebbe esitare a rimettersi alla sorveglianza di un professionista che rifiuti, per ignoranza o inesperienza, di proseguire la cura abbastanza a lungo per ottenere i risultati desiderati”. – Shelton.

      Infatti, all’inizio della mia carriera, quando la mia esperienza era limitata, un industriale sofferente di artrosi venne per digiunare. Pesava 90 chili (per 1,70 m). e in capo a 45 giorni di digiuno, non pesava che 70 chili. La sua cura fu interrotta prematuramente e fu uno scacco totale. Avrei dovuto far seguire il suo digiuno da un semi - digiuno.

      “Io dico raramente a un digiunatore che egli ha bisogno di un digiuno lungo. Invece di ciò, gli dico che sarò guidato dagli sviluppi giorno per giorno. Chi sa quanto tempo richiede un’ulcera di stomaco per cicatrizzarsi in un caso particolare? Inoltre, non è raccomandato di interrompere il digiuno prima della cicatrizzazione totale.

      Chi può dire ad un asmatico quanto tempo gli occorre digiunare per rimettersi totalmente? Vedo degli asmatici provare il programma dei digiuni corti e intermittenti, ma senza risultati. Infatti, essi mangiano troppo tra un digiuno e l’altro. E anche quando arrivano a limitarsi, il digiuno lungo dà dei risultati più concludenti che i digiuni corti e ripetuti.”

      Si può fissare il giorno in cui si può rompere il digiuno? Non sempre. Se il giorno deciso, il corpo fa una forte crisi, non bisogna interrompere il digiuno, e in tutti i modi non lo si potrebbe, neanche se lo si volesse.

      Un professore aveva deciso di interrompere il digiuno il decimo giorno, poiché il suo tempo era limitato, era in piena eliminazione e la crisi aveva preso la forma di una depressione nervosa. Insisté per interrompere il digiuno, ma ciò non accorciò la crisi. Partì scontento. A quel tempo io seguivo Shelton che non dà alcuna preparazione. Se questo digiunatore avesse eseguito una preparazione non avrebbe avuto una crisi così violenta.


      DOVE BISOGNA DIGIUNARE?

      L’animale che digiuna si ritira in un angolo tranquillo, lontano da qualsiasi agitazione. I ritiri religiosi servono spesso uno scopo identico, ma su un altro piano.

      Per l’uomo (ciò che comprende la femmina) il luogo migliore è una stanza tranquilla, tra altri digiunatori, lontano dalle tentazioni e sotto una sorveglianza qualificata.

      “Io ho digiunato decine di volte – mi diceva un dottor B., ma non voglio digiunare solo, voglio essere in compagnia di altri digiunatori.”

      Infatti, una compagnia adeguata è necessaria, ma non quella di persone che mangiano. L’uomo è un animale gregario. Questa compagnia gli apporta l’esperienza degli altri e lo arricchisce.

      A casa propria vi sono le tentazioni, l’ostilità dell’ambiente, il rischio di finire all’ospedale, proprio il luogo che si vuole evitare, o anche più in alto! L’esperienza del digiuno non viene dalla lettura di un libro, soprattutto quando si è malandati. Essa è acquisita dal professionista in parecchi anni, quando sorveglia centinaia di digiunatori, di qualsiasi età e di salute differente. Il digiuno non è un self -service. Per condurre bene una cura di digiuno, occorre l’assistenza di uno specialista.

      Notiamo che è nell’ordine delle cose che perfino uno specialista possa ingannarsi. Ma che dire allora del profano che, non ha in materia, che delle conoscenze libresche?

      Un autore francese A. S. che ha scritto un piccolo libro senza interesse sul digiuno, riceve dei digiunatori. Permette loro di fumare e non accetta che pazienti che possono camminare tutti i giorni 10/15 chilometri. Alla minima crisi, li invia all’ospedale. Per lui, il digiuno è una prodezza come quella di scalare le montagne o di traversare con un’imbarcazione a vela l’Atlantico.


      PER LE PERSONE SANE.

      Le persone in buona salute possono digiunare da sole, a casa propria, senza sorveglianza particolare. Ma chi è in buona salute? Ci si immagina di essere in buona salute, ma si dimenticano volentieri gli antecedenti, i vaccini che si sono presi, le tossine accumulate, ecc. quando si mangia come tutti, pane, carne, camembert, quando si beve vino, non si può essere in buona salute, anche se le apparenze lo attestano e la cera è radiosa.

      Per sapere se si è in buona salute, si digiunerà alcuni giorni:

      1)             se non si sente niente di particolare, niente nausee, niente palpitazioni, niente lingua carica, niente cattivo gusto al risveglio, niente vertigini, niente sete intensa, niente nervosismo, niente mal di testa, niente rutti, ecc. È perché si è sani,

      2)             ma se si prova l’uno o l’altro di tali sintomi è perché si è intossicati e malandati.

      Ecco lo specchio della vera salute. Il digiuno svela il vero stato della salute. È un test più valido degli esami di laboratorio, delle analisi.

      Nella vita corrente si nasconde il vero stato della propria salute prendendo il caffè la mattina quando la mente è confusa, il tabacco per calmare il proprio nervosismo, gli stimolanti per forzarsi ad andare avanti, i tranquillanti per calmarsi, i sonniferi per dormire.

      L’atleta in perfetta salute può digiunare 25 giorni come se raschiasse un solo pasto, senza essere minimamente indisposto.


      QUANDO DIGIUNARE?

      Non c’è stagione speciale per digiunare. Col tempo la tossiemia si accumula ed è preferibile digiunare non appena è possibile, senza attendere.

      Il miglior momento è quando se ne ha bisogno. Attendere è spesso intossicarsi di più. A meno di seguire una dieta stretta di legumi e ortaggi senza nient’altro in aggiunta.


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      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

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      Nella cerimonia di ricevimento del nuovo dottore si domanda al candidato Juras:

      -          di mai servirsi

      -          di alcun rimedio

      -          tranne di quelli soltanto

      -          della Dotta Facoltà.

      -          dovesse il malato crepare! – Molière.


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      È ingannare deliberatamente il pubblico fargli credere che la salute può essere inoculata, mentre essa deve essere costruita, istante per istante, con lo stile di vita dalla persona concreta. – Dr. Jacques KALMAR.




      CAPITOLO 12


      L’INCREDIBILE DIGIUNO DI OSHAWA

      C’è una moda per le operazioni come c’è una moda per le maniche e le gonne. – GEORGE BERNARD SHAW.


      COME NON DIGIUNARE

      Quelli che digiunano senza una sorveglianza qualificata, possono commettere un numero di errori incredibili. Ne ho visti di errori commessi che devo mettere in guardia qualsiasi persona che abbia l’intenzione di intraprendere un digiuno. faccio eccezione per quelli che sono in buona salute, che non hanno bisogno di essere guidati giorno per giorno, se hanno assimilato un libro serio sulla faccenda.

      Per un malandato, ancora più per un malato grave, digiunare senza una sorveglianza qualificata rivela dell’incoscienza e del dilettantismo. Ce se ne rende conto subito quando l’esperienza fallisce, come avviene il più spesso. Bisogna che la guida abbia un’esperienza che copra parecchie centinaia di digiunatori, ben rodato nelle tecniche igieniste.

      Infine bisogna essere un superuomo per non cedere alle tentazioni dopo il digiuno. In quel momento non si riflette che con lo stomaco!

      Ecco un esempio che mi è appena capitato tra le mani. Si tratta di un “digiuno” di 60 giorni, intrapreso dal celebre G. Oshawa, iniziatore della macrobiotica. Fu nel 1953 che G. Oshawa lasciò il Giappone con la moglie Lima per un viaggio senza fine intorno al mondo. Aveva insegnato la macrobiotica in Giappone per 40 anni, poi avendo deciso di partire, fu per un viaggio intorno al mondo, fino alla fine della sua vita…

      “All’età di 60 anni non poté resistere più all’appello dei Paesi stranieri per diffondere la macrobiotica universalmente.

      Nel corso di questo lungo viaggio, mancò poco che morisse due volte, in occasione del suo soggiorno in Africa: la prima a causa di una malattia misteriosa, durante la traversata dell’Africa centrale, la seconda volta a causa delle ulcere”.

      Un’ulcera non si produce dall’oggi al domani. È piuttosto il risultato di un cattivo regime, seguito a lungo, e che finisce per ledere la mucosa stomacale. Che cos’è che irrita talmente lo stomaco al punto di provocare un’ulcera? I condimenti come il pepe, la mostarda, il sale in eccesso, gli alimenti azotati acidificanti (carne, pesce, uova, noci). Si può così giudicare sul vivo il valore del regime macrobiotico dopo 40 anni di esperienza, quando lo si segue alla lettera, come faceva il suo principale istigatore. Ma non è tutto. C’era anche questa malattia qualificata “misteriosa”.

      “Ciò che ho deciso di tradurre, scrive uno dei suoi fedeli, è il racconto del suo digiuno di 54 giorno mentre proseguiva il suo viaggio da Mombasa a Nairobi, Kampalia, Stanleyville”.

      “Il 5 agosto io ebbi una forte febbre, scrive Oshawa. Per 60 giorni io andai soffrendo terribilmente. E ancora oggi, il 3 ottobre, io non sono affatto ristabilito. Malgrado questa sofferenza mortale, ho traversato 2.500 km nella giungla in vettura, ho istruito molti malati e dato conferenze.”

      Ciò mi ricorda il caso del dottor Shanna, in India, che ebbe una forte febbre, ma continuò a viaggiare, a dare conferenze…finché ne morì. Non soltanto il riposo è fondamentale durante la febbre ma anche durante il digiuno. Ecco dunque un errore che tanti digiunatori commettono.

      In breve, ecco, ancora degli estratti presi dal giornale di sua moglie.

      “Il 5 agosto Oshawa ebbe una forte febbre e non potette mangiare nulla. In seguito, cambio casa. La febbre continua e malgrado ciò egli accetta un invito a 50 km, presso M.K. presso il quale egli si reca. Ritornato in serata è in uno stato mortalmente stanco. L’indomani rende visita a un francese nella jungla, ma soffre al punto di svenire o quasi. Gli faccio inghiottire una cucchiaiata di gomasio, una di loto, a forza.”

      Che follia dare qualcosa a forza a un febbricitante, invece di tenerlo a letto! Il gomasio è salatissimo perché un malato possa sopportarlo. In breve, proseguiamo.

      “Ritorniamo a Dar es Salam, a dispetto della sofferenza di Oshawa. Una marcia forzata di 120 miglia (più di 150 chilometri). È il 13° giorno di digiuno. Poi rendiamo visita a M.X. Siamo di nuovo invitati da M.X., ma sulla strada dovemmo tornare indietro poiché il dolore e il tremore non cessavano… alle 14 si manifesta una crisi violenta. Oshawa beve un bicchiere di whisky. È allora che appare un dolore al cuore. Tutta la notte sono delle convulsioni. Poi Oshawa prende una tazza di kouzou, ma la sua bocca è spaventosamente disseccata.”

      Avete letto bene: Oshawa ha interrotto il suo digiuno con del whisky!!! Bisogna essere veramente incoscienti o ignoranti per mantenere una tale attività durante una febbre, per bere inoltre del whisky e infine per mangiare una tazza molto salata, che dissecca la sua bocca.

      “Noi usciamo in città, prosegue sua moglie, prende una tazza di caffè e una torta… la sera egli soffre enormemente e il suo polso sale a 125.”

      Voi avete letto ? Una torta dopo un digiuno di 54 giorni!!

      Notate che ogni volta che egli fa una stupidaggine, i sintomi si aggravano: il cuore, il polso, la febbre, i dolori, ecc.

      Non si rendono conto che un digiunatore deve rompere il digiuno con degli alimenti più sani? più naturali?

      “Il dolore al cuore ritorna nella notte, come i tremori, i piedi si gonfiano, il suo stato si aggrava…ma egli continua le sue attività. Compaiono delle nausee, vomita spesso. È il 45° giorno del suo digiuno… al 52° giorno andiamo al cinema…”

      Si vede che questo “digiuno” di 54 giorni non fu veramente un digiuno, poiché egli prende una tazza di questo, una tazza di quello, whisky, caffè, ecc. e poi il cinema! C’è di che sognare. L’igiene più elementare è assente. Un bambino lo saprebbe.

      “Improvvisamente, prosegue la moglie, Oshawa ha cominciato ad avere di nuovo l’appetito. Mangiò un buon piattino di pesce che egli consuma spesso. Era il 54° giorno, ricomincia a soffrire un poco…”

      Certo che deve soffrire di nuovo. Non è col pesce che si interrompe un digiuno! l’individuo più semplice e meno intelligente lo saprebbe. È verso il 30° giorno di digiuno che io ho deciso di non prendere più che del tè e del riso integrale per estinguere la sete.” Non era dunque un digiuno totale. La nocività dell’acqua del riso integrale è manifestata da “urine rosse come il sangue, giorno dopo giorno.”

      Io non ho mai udito a proposito di un digiuno intrapreso con tanti errori e sciocchezze.

      Egli morì dopo questo “digiuno”, evidentemente.


      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

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      Nella regione sud del gulag l’abuso di concime chimico aveva trasformato la terra in un arido deserto. Più nulla vi cresceva. Allora si pensò di mettere a profitto i morti e si installò una fabbrica di salsicce. L’inventore del metodo, fu d’altronde onorato e una medaglia gli fu conferita, come si è visto nel film SOLE VERDE. – L’UOMO, LA SCIMMIA E IL PARADISO.

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      I medicinali che intossicano e corrodono l’organismo sono le reliquie di un’era di barbarie ancora recentissima, indegna del secolo in cui viviamo. Dottor E. H. Dewey.



      CAPITOLO 13


      LA SORVEGLIANZA MEDICA

      La diagnosi medica è una truffa ingegnosa per prendere all’amo anche i vegetariani recalcitranti. Consiste anzitutto nell’aguzzare la curiosità naturale del paziente per provocarlo, poi nell’ammazzarlo con la paura e infine nel sottoporlo al trattamento medico.


      Quando un digiunatore reclama una sorveglianza medica classica, fa mostra di un’ingenuità e di una stupidità senza limiti.

      Infatti, il digiuno non è insegnato in facoltà di medicina. Io avevo un medico di copertura al quale avevo prestato uno dei miei libri sul digiuno, un giovane medico di Nogent sur Seine. Egli mi ringraziò dicendo:

      -         Non ci si insegna il digiuno, alla facoltà di medicina.

      Cosa si insegna dunque in medicina? Durante i primi 3 anni si insegnano le scienze di base, molto valide: biologia, anatomia, fisiologia. In seguito si insegna la terapeutica, cioè come sopprimere i sintomi. Così i medici diventano soppressori dei sintomi. Come volete che un medico che non ha mai appreso che cos’è un digiuno, possa sorvegliare un paziente? Non è qualificato per questo, neanche se si qualifica naturopata. Nella pratica non ha nulla esperienza in questa materia.

      Sarebbe assai stupido chiedere a un idraulico di fare un lavoro di falegnameria, o ancora a un fornaio di fare il curato. Con ciò si manifesta solo la propria fiducia nella medicina. Si arriva solo a un bel pasticcio, a un’insalata russa! Con le peggiori conseguenze per la salute del digiunatore.

      Salvo eccezioni, i medici che studiano il digiuno, sono sempre tentati di mescolare medicina chimica e medicina naturale. È così che in Svizzera il dottor Bartholet dava ai suoi pazienti una violenta purga ogni 3 giorni.

      A Ginevra il dottor S. fa bere loro la loro urina! E ad Arosa, vicino alla frontiera tedesca, il dottor X somministra loro delle auto -trasfusioni di sangue!

      Prendiamo alcuni esempi concreti. È del tutto normale che la pressione arteriosa si abbassi considerevolmente durante un digiuno lungo. Ora se un medico classico prende questa pressione in un digiunatore al 25° giorno di digiuno, se ne inquieterà e trasmetterà la sua inquietudine al paziente. Le conseguenze non saranno buone.


      I MEDICI SONO SOPPRESSORI DI SINTOMI.

      Un medico vorrà sopprimere tutti i sintomi che sopraggiungono durante un digiuno. Ma questi sintomi non sono che dei sintomi d’eliminazione! Il digiunatore che ha un violento mal di testa elimina in forza delle tossine nel sangue, che i reni in seguito espellono.

      Il medico sarà tentato di combattere questi mal di testa con dei rimedi chimici, altrimenti naturali. L’igienista dirà al digiunatore, va bene, bevete un poco più di acqua per attenuare queste emicranie.

      Il digiunatore che urina sangue elimina, attraverso i reni, delle tossine molto acidificanti, che irritano la vescica. È un’eliminazione che il medico avrà tendenza a combattere con dei rimedi chimici, altrimenti naturali. Viceversa l’igienista dirà al digiunatore, bevete molta acqua per lavare i reni.

      Il digiunatore che ha una cistite e che sente dei bruciori urinando, produce un’urina molto acidificante e bruciante. È un’eccellente eliminazione ma che il medico avrà tendenza a combattere con l’aiuto di medicinali o di rimedi naturali, se è un naturopata. Viceversa, l’igienista gli dirà di bere molta acqua e niente di più.

      Il digiunatore che prova una grande debolezza durante il digiuno, ritira tutta la sua energia che si concentra verso l’eliminazione. Ma il medico che vede ciò sarà tentato di stimolare il soggetto con dei rimedi chimici o altri. Un tale medico svizzero non ha trovato di meglio che di dare ai digiunatori delle autotrasfusioni di sangue per ricaricarli. Tutte le funzioni sono stimolate, il che ritarda l’eliminazione. Questo metodo è utilizzato per drogare gli atleti di alte competizioni. Bisogna drogare il digiunatore?

      I digiunatori che hanno una febbre eliminano scarti che il corpo brucia ad alta temperatura. il medico sarà tentato di combattere la febbre con rimedi chimici o naturali antibiotici, ecc. il che arresterà l’eliminazione.

      Il digiunatore che prova nervosismo, insonnia, elimina degli scarti che disturbano il sistema nervoso. Il medico avrà tendenza a combattere questi sintomi con tranquillanti e calmanti, il che arresta l’eliminazione.

      Il digiunatore che vomita o ha delle vertigini, elimina. Il medico avrà tendenza ad interrompere il digiuno, proprio nel momento in cui esso è più proficuo.

      Il digiunatore che ha delle palpitazioni, chi respira con difficoltà, chi ha una violenta crisi di calcoli, elimina in modi differenti. Bisogna lasciare che la natura segua il suo corso, senza ingerenza. Il medico sarà tentato di calmare i dolori con rimedi chimici, di combattere le palpitazioni coi medicinali e di sopprimere le difficoltà di respirazione chimicamente. Ora tutto ciò frena l’eliminazione e annulla i benefici del digiuno.

      Il digiunatore che ha, molto raramente, una violenta crisi mentale di follia, o una paralisi provvisoria, o anche una confusione mentale provvisoria, o qualsiasi altra crisi preoccupante, tale digiunatore fa un’eliminazione. Le tossine disturbano il suo sistema nervoso per un certo tempo. Il medico sarà allora tentato di arrestare queste crisi con medicinali potenti, se non di inviare il digiunatore all’ospedale, con tutti i rischi che ciò comporta.

      Io non posso enumerare tutti i casi possibili in cui la presenza di un medico classico può portare ad una catastrofe. Essi sono troppo numerosi. Quando si chiede ad un soppressore di sintomi di cambiare mestiere, egli è perduto.

      In Germania parecchi medici omeopatici dirigono delle case di digiuno. Utilizzano il digiuno come mezzo per combattere i sintomi di eliminazione. Essi non lasciano che i processi naturali seguano il loro corso. Utilizzano di volta in volta i massaggi, l’omeopatia, l’argilla, l’idroterapia, l’ozono, gli oligo - elementi, le tisane, le punture e i cachet. La loro mentalità medica impedisce loro di avere un’altra ottica.

      Tutti questi mezzi innaturali esauriscono l’energia del digiunatore e ritardano l’eliminazione (poiché l’eliminazione necessita di energia).

      Un organismo in buona salute non ha bisogno di massaggi, né di tisane, né di pillole omeopatiche. E neanche il malato ne ha bisogno. Infatti i medesimi fattori necessari a una perfetta salute e indispensabili alla vita, sono altrettanto necessari alle persone sane che ai malati. I fattori che non sono necessari alla salute e alla vita, non sono utili né per le persone sane né per i malati.


      I TEST DURANTE IL DIGIUNO

      Durante il digiuno, questi medici riformisti ricorrono ad un gran numero di test di laboratorio: sangue, urina, ecc. Ciò impressiona i pazienti. Questi test sono ripetuti a intervalli regolari. Ci si crederebbe all’ospedale!

      Ma tutti questi test non sono necessari.

      Un medico scrive: ”L’equilibrio minerale è importante. Dal momento in cui c’è carenza o squilibrio, bisogna correggerlo subito.”

      “Lasciate gli scienziati ai loro laboratori, diceva Shelton. Essi vorranno trasformare il digiuno in un affare complicato. Ora, è un processo del tutto naturale. Tutte queste analisi e la paura dello squilibrio minerale sono realmente stupide”.


      BISOGNA SENTIRE IL PARERE DEL MEDICO CURANTE PRIMA DI DIGIUNARE?

      Ella non aveva 30 anni e soffriva di numerosi noduli. Diagnosi medica: cancro della linfa.

      Per un certo tempo, ella seguì un trattamento medico, malgrado il fatto che non le si dava alcuna speranza. Io non comprendo perché l’aveva seguito visto che non le si lasciava speranza?

      Poi decise di interrompere per provare il digiuno, ma prima di venire a digiunare sotto la mia sorveglianza, ella stimò corretto di avvisare il suo medico della sua decisione e gli domandò per l’occasione un bilancio del suo stato di salute.

      È valido un bilancio medico? Che cosa può svelare? Forse l’estensione dei guasti. Ma esso non può svelare la degenerazione ai suoi inizi, solo quando essa diviene in qualche modo irreversibile.

      Il medico si oppose e le consigliò di non digiunare, sotto pena di gravi rischi, affermandole che il suo stato non permetteva una tale privazione. Insomma il digiuno non può essere sopportato che dalle persone sane! I malati devono nutrirsi e nutrirsi ancora di più.

      Ma questo medico di cui ella sollecitava incoscientemente il parere, ha mai visto un digiunatore? Ha mai condotto un digiuno? Come si permette di dare un parere su una cosa che ignora completamente? è lo stesso che chiedere a un idraulico il suo parere sul meccanismo del vostro orologio guasto. Niente di più insensato che di chiedere al medico il suo parere. Alla facoltà di medicina non gli si è insegnato il digiuno. non gli si è insegnata che l’arte di sopprimere i sintomi: il medico è un soppressore di sintomi. Niente di più.


      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

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      Quantunque avessero delle loro facoltà e delle loro intelligenze una disistima reciproca, i due medici non temevano di scambiare tra loro opinioni, sapendo che non vi rischiavano nulla e che non perderebbero né guadagnerebbero nello scambio trattandosi di opinioni mediche. – ANATOLE FRANCE.

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      Delle abitudini e dei comportamenti talora ridicoli sono talora inculcati agli studenti di medicina che terminano i loro studi con la testa così piena di stupidaggini istituzionalizzate, che non vi resta più spazio per il buon senso e la logica. – DR. R. S. MENDELSOHN.



      CAPITOLO 14


      LE CURE DI FRUTTA, LE DIETE E GLI STADI

      Sii tu stesso il tuo medico




      Le cure di frutti e le diete sono molto utili per le persone che mangiano come tutti. Ciò allevia il loro stomaco, permette di eliminare un poco della loro tossiemia e fa loro molto bene.

      L’utilità di queste cure risiede nella diminuzione della quantità di cibo assorbito durante la giornata. Non è l’alimento particolare che è benefico ma la riduzione alimentare effettuata per mezzo di questa scappatoia. Questa riduzione riposa tutti gli organi, e più la cura è severa, più è utile.

      Chi fa la cura uvale durante la stagione dell’uva, consuma 1 o 2 chili il giorno e nient’altro.

      Altri preferiscono la cura di ciliegie o di arance, sono raccomandate anche le cure di banane per dimagrire. Le feci diventano voluminose, poiché le banane, fossero anche molto mature, sono indigeste. Ecco perché si dimagrisce. Io non raccomando mai questa cura, poiché un alimento che non è digerito finisce con l’ingombrare il corpo e stancarlo.

      Infine per chi segue un regime igienista queste diete e queste cure non sono necessarie. In caso di bisogno niente vale quanto il digiuno. facesse saltare un solo pasto.


      GLI ALIMENTI NON HANNO PROPRIETA’ DI ELIMINAZIONE

      Nessun alimento ha, in sé, proprietà di eliminazione. Gli alimenti non aiutano ad eliminare, non più del succo o dell’acqua.

      Così per esempio non sono le prugne secche che hanno un effetto lassativo o di eliminazione, sono gli intestini che le espellono, poiché essi contengono un veleno che il fegato non arriva a neutralizzare. Le prugne secche non aiutano ad eliminare, sono esse stesse eliminate. Non è la stessa cosa. Notare che le persone che hanno un buon potere digestivo possono digerire perfettamente le prugne e le prugne secche.

      D’altra parte questa eliminazione, che avviene a livello delle cellule, l’ho appena detto, ha bisogno, per svolgersi, di energia nervosa. Ora, questa energia nervosa è fornita dal sistema nervoso. Ne consegue che l’assorbimento di qualsiasi alimento usa l’energia per la sua digestione, per non darne che in seguito, l’indomani.

      “Non c’è nulla che possa sostituire il digiuno, scrive Shelton. Molti tentativi sono stati fatti per trovare dei sostituti soddisfacenti di questo processo normale e naturale, ma nessuno ha dato i risultati voluti, nessuno ha dato risultati altrettanto efficaci come il digiuno.

      Infatti, introdurre delle sostanze nutritive nel corpo, anche se non sono che dei succhi di frutta o di ortaggi, non è digiunare. È piuttosto ritardare il lavoro che il corpo compie in maniera così efficace, quando non è appesantito dalle sostanze nutritive.

      “L’idea secondo la quale i succhi contengono le vitamine e i sali minerali alcalini che servono ad alcalinizzare il corpo, che essi possono essere impiegati come rimedi, rappresenta un’altra intrusione del sistema medicamentario nel campo della nutrizione.

      “In un secolo in cui tutti reclamano un regime per guarire tale o tal altra malattia, si potrebbe credere che è folle raccomandare il digiuno, il riposo a letto e la cessazione delle abitudini malsane, come misura sufficiente per permettere al corpo di ristabilirsi da se stesso.

      “Molti pratici raccomandano e prescrivono “cure d’eliminazione” e regimi curativi, e molte persone li seguono, con risultati abbastanza soddisfacenti, ma raramente pienamente soddisfacenti. Perché’? Perché gli alimenti non sono dei rimedi e la prescrizione di alimenti particolari, per guarire tale o tal altra malattia, sono un errore alla base.

      “è sicurissimo che è importante sapere quali sono i migliori alimenti, come combinarli, prepararli, ma non è meno importante sapere in quale momento non occorre mangiare!

      “È solo quando il corpo ha escreto le tossine accumulate, ristabilito l’energia nervosa normale e si sono corrette le abitudini di vita del paziente, che si può dichiararlo ristabilito.

      “Gli alimenti non possiedono proprietà medicinali, curative o di eliminazione. Essi non conservano l’energia nervosa e non la ristabiliscono.

      “Non correggono le abitudini malsane della vita. Il corpo espelle e possiede degli organi concepiti a questo scopo. Questi organi svolgono bene il loro compito quando sono ben provvisti di energia nervosa.

      “Ora, gli elementi nutritivi non possono espellere la tossiemia, né restaurare l’energia nervosa, né infine correggere le abitudini mentali e fisiche malsane del soggetto.” – Shelton.

      Nella cura uvale, le uve non hanno virtù in se stesse. Esse riposano semplicemente la digestione, poiché richiedono meno sforzi digestivi dei pasti correnti.

      Qualsiasi frutto od ortaggio, consumato in piccole quantità, riposa la digestione e permette all’eliminazione di accentuarsi. E se non si mangia affatto, è ancora meglio, poiché è il riposo totale di tutta la digestione.


      LE CARENZE

      Non avendo studiato la questione delle carenze a fondo, i naturopati temono che il digiuno le accentui. È così che essi sono arrivati a raccomandare il digiuno, ma prendendo dei succhi, delle vitamine e degli oligoelementi.

      Ora, il digiuno non provoca le carenze durante la prima fase del digiuno. Questa fase può durare in generale 3 settimane. Poi, la stagnazione del peso indica l’inizio delle carenze. È in questo momento che bisogna dare al paziente frutta e crudità, progressivamente. Allora, si può vedere in alcuni giorni la lingua colorarsi: nero, marrone, mostarda, giallo, o verde, ecc. Ciò prova bene che l’eliminazione è stata rilanciata, mentre si era quasi totalmente fermata.

      Una cura di digiuno, giudiziosamente controllata, rimedia all’anemia. Il numero dei globuli rossi ridiventa normale, mentre nessun medicinale o alimento ricco in ferro, nessun estratto di piante naturali avevano potuto guarirla. Che è successo?

      Il potere di assimilazione si è talmente migliorato, che il malato riesce a trarre beneficio dalle riserve di ferro che egli possiede in stock, come da quelle che trova in ciò che mangia. È una questione di assimilazione. La tossiemia impedisce una buona assimilazione, come l’avvelenamento impedisce la digestione. Il digiuno elimina la tossiemia. Un organismo purificato assimila bene. Un organismo incrostato, intossicato e avvelenato, non assimila niente. L’anemia non proviene da una carenza in ferro del regime, ma da un cattivo potere di assimilazione.

      “Sicurissimo, scrive Shelton, studi e numerose esperienze mediche hanno mostrato senza ombra di dubbio l’esistenza di malattie causate dalle carenze, carenze alimentari, carenze di vitamine, di minerali, di aminoacidi, ecc. Questi studi hanno mostrato che esistono due cause fondamentali nell’evoluzione delle malattie da carenza:

      1) un regime carente di certi elementi essenziali della nutrizione,

      2) lo scacco dell’organismo che non arriva ad assimilare gli elementi nutritivi presenti nel regime consumato.

      Il primo caso è una carenza primaria. Il secondo una carenza secondaria.

      Ora, sono soprattutto le carenze secondarie che si incontrano nei nostri paesi. Ma si è perso di vista tutto ciò e si cerca vanamente di rimediare a questo stato rimpinzando i malati di vitamine, di sali minerali e di proteine.

      È così che si prescrive l’olio di fegato di merluzzo, lievito alimentare, pillole di vitamine, di concentrati di minerali e di alimenti proteici concentrati e un mucchio di altre sostanze a uomini e donne che soffrono non di un regime carente ma di un’assimilazione difettosa che non permette loro di trarre beneficio dagli elementi presenti nella loro alimentazione.

      Ma se essi non arrivano ad assimilare gli alimenti consumati, come li aiuterà a farlo la superalimentazione?

      Ciò di cui hanno bisogno, non è di più cibo, ma di un più grande potere di assimilazione. La sovralimentazione non procura un miglior potere di assimilazione. Il riposo dell’apparato digerente, quello di tutto il meccanismo della nutrizione, permetteranno al corpo di utilizzare gli alimenti ingeriti.

      Ma se a causa di un imbottigliamento nutritivo o di un’assimilazione paralizzata, il corpo non può appropriarsi degli alimenti portatori di vitamine, il digiuno gli permetterà di trarne profitto pienamente.

      Procurate al corpo, col riposo, la forza di lavorare e il lavoro si farà agevolmente.” – Shelton.


      SI PUO’ DIGIUNARE PER STADI?

      Le cure di frutta e le diete hanno un grande svantaggio sul digiuno. È che essi mantengono la fame, mentre col digiuno la fame scompare fin dall’inizio. Ecco la mia risposta a quelli che hanno immaginato degli “stadi alimentari” che precedono il digiuno. questi stadi mantengono la fame, il che rende molto difficile seguirli, mentre col digiuno la fame scompare e facilita la cura.

      Certo, occorre una preparazione al digiuno da seguire a casa propria: interrompere i veleni chimici, il caffè, il vino e gli alimenti malsani. Ma una dieta troppo restrittiva non è utile e manterrebbe la fame, mentre farebbe perdere del tempo prezioso se la si facesse nella casa di cura.

      Shelton, sempre radicale nei suoi ragionamenti e nelle sue esperienze, non ha alcuna simpatia per queste diete e questi stadi. Sicurissimo che bisogna, prima di digiunare, un periodo in cui si smettono i veleni, gli alimenti malsani, ma nessun bisogno di seguire una dieta troppo severa. Una preparazione che consiste nel consumare un menù igienista basta, soprattutto che questo menù tronchi abbastanza col menù di tutti e farà perdere parecchi chili.

      A tutti quelli che utilizzano i succhi di frutta al posto del digiuno, il dottor Tilden consiglia, dal 1927, di abbandonare questa pratica.

      “È provato, dice lui, che durante il digiuno, qualsiasi cibo solido o liquido ostacola l’eliminazione e il funzionamento efficace degli organi di escrezione.”

      Infatti, l’escrezione aumenta quando l’alimentazione è ridotta, ma essa aumenta al massimo quando non si prende alcun alimento.

      “Io sono d’accordo col dottor Tilden, scrive Shelton, quando dice che non crede nei succhi di frutta presi ogni due ore, né in qualsiasi altro alimento. Perché rimpinzarsi di succhi?

      Le diete sono erronee quanto i medicinali.”

      E giusto prima della sua morte lo riaffermò in questi termini: “né succo di limone, né succo di frutta. Niente. Solo acqua”

      Il dottor Tilden morì nel 1939.

      “I frutti, fa notare Shelton, sono alimenti molto nutritivi. E quando si dice che si fa un “digiuno fruttariano” si dimentica volentieri che si ingurgita una grande quantità di elementi nutritivi. È dunque sicuro che un tale regime non può essere chiamato “digiuno”. Infatti un succo d’arancia contiene circa 100 grammi di zucchero in 800 grammi di succo. E alcune arance sono talmente zuccherine che si crederebbe che sia stato aggiunto loro dello zucchero.

      I frutti sono ricchi di vitamine e sali minerali e alcuni contengono molte proteine, come l’avocado, la banana e i datteri. Un succo di frutta o un frutto non è un digiuno. È una dieta che può essere molto nutriente. Conosco molte persone che guadagnano facilmente peso con una dieta di frutta, e non specialmente dolce.

      Di fatto, conclude Shelton, niente sostituisce il digiuno.”


      UN’ESPERIENZA COMPARATIVA CON LA FEBBRE: COL DIGIUNO E IL SEMI - DIGIUNO.

      “Dall’inizio dell’esperienza americana nel campo del digiuno, si è scoperto che i pasti minuscoli, secondo l’espressione del dottor Page, non procurano i medesimi risultati del digiuno totale.

      In un articolo pubblicato nel 1850, il dottor Kittredge di Boston, U.S.A., che aveva abbandonato la pratica medica per abbracciare la pratica igienista, ci riferisce le sue esperienze col digiuno. In tale articolo, dice così:

      “Anche il regime più ristretto e meno stimolante è nocivo. Lo so per esperienza. Infatti, a due riprese io ero malato ed ebbi così l’occasione di confrontare i due metodi. Un giorno io consumavo una leggera pappa passata e il giorno successivo digiunavo. Invariabilmente mi sentivo meglio quando digiunavo e ciononostante avevo appetito tutto il tempo.” – Shelton.

      È evidente che con una febbre anche leggera la minima particella di cibo o di liquido diverso dall’acqua, aggrava lo stato del malato. Solo il digiuno totale può far cadere rapidamente la febbre.

      Dal momento in cui essa cade non bisogna soprattutto interrompere il digiuno subito, ma attendere ancora due giorni! Altrimenti la febbre ritorna. È il consiglio di Shelton. Infatti, quando la febbre cade, significa che il corpo è parzialmente disintossicato al livello della tolleranza e non di più. Bisogna purificarlo e pulirlo ancora meglio, per non scatenare di nuovo il meccanismo della febbre.

      È per questo che io consiglio di rompere il digiuno dal momento in cui la febbre cade a 36,5°, con un brodo caldo di verdure per un giorno. E non con succhi di frutta o con frutta. Il brodo non farà tornare la febbre nemmeno se lo si prende dal momento in cui la febbre cade. Infatti, pochi hanno la volontà di attendere ancora due giorni per rompere il digiuno.

      In breve, ritorniamo al dottor Page:

      “Parecchi anni dopo il dottor Page aveva abbandonato anche lui la pratica della medicina per quella dell’igienismo. egli ha sottolineato che i pasti minuscoli e le diete non sono digiuno. L’esperienza di questi due medici è stata confermata da un gran numero di persone molto competenti.

      Il dottor Kittredge sottolinea che un’alimentazione, anche leggera, aumenta le sofferenze del malato.

      Prendete un caso di erisipela. Dal momento in cui gli date il minimo pasto solido o liquido, i suoi sintomi si aggravano: mal di testa, rossori, ecc.

      Ho digiunato una volta dieci giorni in una condizione simile, non consumando che acqua malgrado un appetito feroce. Il mio stato è subito migliorato, ma da quando prendevo la minima particella di cibo, i sintomi si aggravavano.

      Sono 20 anni che io sono convinto della nocività di dare una qualsiasi cosa nei casi di febbre e di infiammazione. Io trovo che il malato migliora man mano che è rigoroso nell’applicare le nostre raccomandazioni di non mangiare.

      Io riconosco, sicurissimo, che delle persone molto malate, in gran numero, possono rimettersi con dei brodo e perfino con dei medicinali. Ma io sono del parere che essi si rimettono malgrado ciò e non a causa di ciò.”

      è evidente che nei casi di malattie acute, febbri, infiammazioni, dolori violenti, ecc. il digiuno totale è il solo rimedio degno di questo nome. Macfadden raccomanda il digiuno nei casi acuti e il semi - digiuno nei casi cronici.

      Il dottor Nichols sconsiglia fortemente il semi - digiuno nei casi di dispepsia cronica:

      “Neanche un atomo di cibo deve essere preso, dice, fino alla guarigione totale. Digiunate e bevete acqua. Ecco tutto ciò di cui si ha bisogno per ristabilire l’apparato digerente.”

      Dal lato suo, Densmore considerava la pratica di dare dei pasti minuscoli ai febbricitanti come molto imprudente, come quella di dare loro dei succhi di frutta. Infatti, i succhi di frutta contengono zuccheri e acidi che aggraveranno il loro stato.

      “Non bisogna assolutamente dare niente al malato, scrive Densmore, che si riferisce ai dottori Trall, Shew, Nichols e Page. Bisogna concedere fiducia alla natura, e nella maggior parte dei casi l’appetito manca totalmente nei casi acuti.”


      UTILITA’ DELLE DIETE E DEL SEMI - DIGIUNO

      Ecco tutti i casi in cui le diete e il semi - digiuno sono utili:

      1)    tutti i principianti che mangiano come tutti possono fare una cura di frutti, una dieta o un semi - digiuno con profitto,

      2)    quando si è terminata la prima fase del digiuno e l’eliminazione e il peso ristagnano per 3 - 4 giorni, a due o tre riprese, allora il semi - digiuno rilancia l’eliminazione e previene le carenze. La lingua si colore di nero, di giallo, di marrone, o verde, ecc.

      3)             i digiunatori che hanno difficoltà a bere l’acqua, mentre durante le crisi devono bere molto, sotto pena di aggravamento, questi digiunatori possono prendere acqua tinta con un poco di succo.

      4)             il semi - digiuno è indicato ai cardiaci, ai tubercolotici, ecc.

      5)             ai vecchi

      6)             quelli che temono di digiunare possono cominciare col semi - digiuno, aspettando che l’esempio degli altri li induca al digiuno completo.

      Il semi - digiuno consiste nel consumare ogni giorno 500 gr. di frutta e 500 grammi di crudità, scaglionate, pelate, a partire dal mezzogiorno. Le quantità, più o meno, secondo l’altezza.


      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

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      Difendi la tua pelle dal tuo medico. AUTORE SCONOSCIUTO.

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      Dio se la ride degli uomini che deplorano gli effetti di cui continuano a prediligere le cause. – BOSSUET.



      CAPITOLO 15


      IL DIGIUNO MATTUTINO SECONDO IL DOTTOR DEWEY


      Utilizzare un rimedio è creare una seconda malattia, artificiale per guarire la prima. – Dr. HUFELAND.


      Si tratta di non mangiare nulla la mattina, al risveglio. Infatti non si ha fame al risveglio, salvo può darsi dopo un poco.

      Al risveglio nella maggioranza, la bocca è secca, talvolta cattiva, pastosa. Non occorre lavarla, né spazzolarsi i denti con una pasta dentifricia. Bisogna attendere che la bocca ridiventi dolce e piena di saliva da se stessa. Pulire la bocca e i denti alzandosi è un inganno poiché ci si immaginerebbe di essere pronti a mangiare.

      Una bocca cattiva al risveglio è una barriera naturale, per ricordarvi che non bisogna mangiare.

      Una cattiva abitudine alzandosi consiste nell’assumere un liquido caldo, il cui obiettivo evidente è di lavarsi la bocca e di dilatare la gola. Ora la gola contratta al risveglio significa “stop” a tutto.

      L’abitudine di mangiare tre volte il giorno è moderna, quantunque non sia osservata da tutti. I bambini lasciati al loro istinto non mangerebbero nulla la mattina.

      Numerose persone non mangiano nulla la mattina e stanno meglio.


      PRESSO LE NAZIONI DELL’ANTICHITA’

      Le nazioni dell’antichità non mangiavano il mattino. Per esempio, i Greci e i Romani mangiavano una volta il giorno, la sera. Ora, essi avevano dei corpi da atleti e una salute robusta. Le loro armate erano le più forti. Essi potevano marciare per settimane, portando dei fardelli molto pesanti e rompendo il digiuno con uno o due fichi.

      La loro decadenza fu in buona parte causata dalle loro orge alimentari, alle quali si erano dati dopo aver soggiogato altri popoli. Non avevano forse l’abitudine di costringersi a vomitare dopo un pasto pantagruelico, per cominciare di nuovo a mangiare?

      D’altra parte Erodoto segnala che i Persiani, sotto il generale Serse, non consumavano che un solo pasto al giorno.

      Dopo di Mosè e di Gesù, i Giudei non mangiavano che una volta il giorno. Le Sacre Scritture Ebraiche mettevano in guardia le nazioni che mangiavano il mattino.

      Infine, secondo K. Antony, gli Inglesi non hanno adottato i tre pasti il giorno che sotto il regno della regina Elisabetta. E secondo il maggiore Austin il loro primo pasto cominciava a mezzogiorno.


      L’ELIMINAZIONE AVVIENE SOPRATTUTTO LA NOTTE

      L’eliminazione avviene soprattutto la notte. Al risveglio, essa non è ancora terminata. La mente è confusa, torbida in alcune persone.

      Ecco perché si beve del caffè per interrompere questa eliminazione. Ecco perché anche non si ha fame la mattina.

      Per contro, questa eliminazione si rallenta considerevolmente il giorno e permette al sangue di dedicarsi ad altri scopi, come la digestione, il lavoro.

      Se si mangia alzandosi un buon pasto, questo accaparra tanta energia per la sua digestione, che non si sarà in forma per il lavoro della giornata, sia esso fisico o mentale.

      Ci si immagina che il pasto del mattino darà energia per la giornata. È il contrario che avviene. Infatti, la digestione usa energia, prima di darne. E questa digestione stomacale e soprattutto intestinale dura una quindicina di ore, sottraendo al corpo molta energia. Non è che il giorno dopo che il corpo trae beneficio dai pasti del giorno prima.


      COME IL DOTTOR DEWEY FECE QUESTA SCOPERTA

      “La mia salute, scrive il dottor Dewey, era così alterata che un crollo imminente sembrava venire. Man mano che gli anni passavano io soffrivo sempre più. I miei amici, non senza ansietà, cominciarono a intrattenermi sulla mia salute.

      Un giorno, per fortuna, io incontrai un mio vecchio amico, che come per caso, rifletteva sulle abitudini alimentari dei paesi europei, nei quali aveva appena fatto un viaggio. Si mise a parlare, non della mia cattiva cera, delle colazioni estremamente leggere, che sono in uso, in tutti i grandi centri che aveva visitato.

      L’impressione che mi fece la sua osservazione fu sufficiente per ché questo fatto restasse nella mia memoria.

      Poi un mattino io mi ricordai per la prima volta che, anche quando la mia salute era normale, non provavo alcun desiderio di fare la colazione. Ma quel mattino io provavo una spossatezza generale, risultato del consumo di forze causata da una quantità di cibo consumato il giorno prima, nel pasto serale, senza un reale bisogno.

      Mi astenni dal mangiare quel mattino, e questo mi procurò, per quella mattinata, un tale benessere corporale, un buon umore e un’energia mentale e fisica, che non ero più stato ad una simile festa, dal tempo felice della mia giovinezza – epoca benedetta in cui ignoravo di avere uno stomaco.

      Mangiai la mia colazione quel giorno con un piacere straordinario. Fu una deliziosa esperienza che mi parve a tal punto concludente, che io rinunciai immediatamente a qualsiasi pasto il mattino. Gli effetti furono così benefici su tutte le mie facoltà che i miei amici non tardarono ad accorgersene.

      Tale è l’origine del mio sistema di digiuno mattutino. Il miglioramento nel mio caso fu così istantaneo e pronunciato che io mi misi a consigliare la medesima cosa alle altre persone del mio ambiente. E siccome ciascuno si affrettò a far conoscere ai suoi amici sofferenti quest’opera di redenzione, l’idea di amico in amico, si sparse lontano.

      L’impressione generalmente ammessa è che se si cammina all’aria aperta, o facendo qualsiasi cosa a stomaco vuoto, si rischia di venir meno per strada. Che sciocchezza!

      Per un certo tempo, io non vidi nell’applicazione del mio metodo che la guarigione dei disordini digestivi, e il miglioramento generale che ne risulta. Nella mia concezione iniziale, io non prevedevo che si potessero guarire, con un mezzo così semplice, malattie diverse da quelle che hanno la loro sede nello stomaco. Ma il fatto che la soppressione del pasto del mattino producesse un miglioramento in tutte le mie facoltà, mi diede da riflettere. Molti dei miei malati dimagrirono con questo regime, ma essi videro aumentare le loro forze.

      Per un certo tempo io non avevo pensato a cercare oltre i risultati ottenuti nella guarigione delle malattie di stomaco. Ma un giorno, novità sorprendenti mi giunsero da differenti fonti. Delle persone vennero da me e mi affermarono di avere acquistato una vista più chiara, un udito più sottile, un odorato più delicato, mentre esse non avevano mai sospettato di avere sensi affetti ed indeboliti.

      D’altra parte mi si informò che delle malattie croniche o locali, quali i catarri bronchiali o nasali, malattie cutanee, emorroidi o altre affezioni ribelli, erano in via di miglioramento, per un effetto misterioso del nuovo regime.

      La soppressione della colazione, nel mio caso personale, mi dotò di una vita nuova. Disponevo così, nelle mie mattinate, di un’energia fisica straordinaria. Avevo la mente rimarchevolmente lucida e godevo con intensità delle migliaia di sensazioni gradevoli che la vita riserva all’uomo sano.

      Per contrasto io passavo sempre i pomeriggi in uno stato di pesantezza dovuti a una digestione più o meno penosa.


      LA STORIA DEI TRE CONTADINI

      Questo sistema dei due pasti è valido anche per i lavoratori manuali, che dispongono così di una più grande forza nella mattinata, e di un aumento della loro capacità di lavoro.

      Molto recentemente, in una calda mattinata, tre contadini se ne andarono ai campi, per vagliare l’avena, che è il più faticoso dei lavori agricoli. Due di loro avevano lo stomaco ben ripieno di alimenti nutrienti.

      Per lunghe ore, essi lavorarono penosamente, traspiravano a profusione e bevendo acqua a litri, a causa del riscaldamento risultante dalla digestione e dalla decomposizione dei loro alimenti.

      Ma il terzo, che aveva lo stomaco vuoto, disponeva di tutte le sue forze per maneggiare il crivello e non dovette bere neanche un solo bicchiere d’acqua. Fu con la più grande facilità che egli tenne testa ai suoi due compagni di lavoro, e quando venne mezzogiorno, egli era lontano dall’essere altrettanto stanco come loro.

      Un altro contadino, riferisce ancora il dottor Dewey, aveva sofferto molto di dispepsia. Dopo la soppressione del pasto del mattino,constatò un tale miglioramento della sua salute e delle sue forze, che gli fu possibile crivellare della segale, grano ben più pesante dell’avena, mentre tutta una mattinata aveva lo stomaco vuoto.

      E in seguito, dal mese di dicembre fino al mese di aprile, non fece più che un pasto al giorno, da cui trasse un benessere, ma anche un aumento di peso! Per tutti questi mesi, badò a tutti i lavori ordinari della fattoria, pur conducendo tutte le mattine una carretta di latte.

      Dopo cinque anni, prosegue il dottor Dewey, un carpentiere di questa città, che non era soggetto precedentemente a frequenti malattie, si reca giornalmente alla sua bottega , situata presso la sua abitazione, senza aver bevuto una sola goccia d’acqua e senza mangiare niente la mattina. Non solamente si sbarazzò dei suoi mali, ma in più il suo peso aumentò di otto chili!

      è evidente che in quei casi, il cibo non procurava beneficio a quelli che lo mangiavano. È l’abuso e l’ingorgo dello stomaco che ne è la causa. Dopo la soppressione del pasto del mattino la digestione migliora.


      LA LUCIDITA’

      “Parecchi anni fa, prosegue il dottor Dewey, un contadino che non era specialmente malato, aveva preso l’abitudine di mangiare tre volte il giorno, ad una tavola ben guarnita con in più, una piccola colazione nel mezzo della giornata. Soppresse la prima colazione e la colazione. Ne fu largamente ricompensato e dichiarò di essere sfuggito a dei grossi raffreddori e a dei disordini minori, affermando che la sua mattinata è la migliore parte della sua giornata, tanto per il duro lavoro che per la lucidità mentale. Guadagnò dieci chili, il che non comprendono gli altri contadini suoi amici che avevano predetto che sarebbe morto di fame. Essi non comprendono che egli ha semplicemente realizzato un’economia di forze, liberando il suo cervello e il suo stomaco da un lavoro improduttivo.

      Quantunque non avessi studiato medicina, scrive il dottor Haskell citato dal dottor Dewey, io trovai molto ragionevole la teoria alla base di questo nuovo modo di vivere. Ho ricevuto la testimonianza di uomini e di donne, gli uni di costituzione delicata, gli altri di struttura solida e di temperamento bilioso, testimonianze di operai, di mercanti, di dottori, di predicatori, di dame delicate che erano stati malati per parecchi anni e il cui organismo sembrava rovinato, e infine altri che non erano mai stati malati veramente, tutti attestavano che la loro salute era migliorata del cento per cento dopo la soppressione della colazione.

      Fu allora che io decisi di sopprimere la prima colazione anche per me. Dissi addio alla sala da pranzo la mattina. Per un giorno o due soffrii di leggeri mal di testa, che in un primo momento attribuii a bisogno di cibo, ma constatai rapidamente che non erano che le ultime sofferenze di una cattiva abitudine agonizzante.

      Dopo una settimana io non sentii più il bisogno di mangiare la mattina. Succedeva che io mi trovassi presso degli amici, assistendo alla loro prima colazione, vedendo disteso davanti a me tutto il lusso tentatore della loro tavola. Malgrado ciò, io non sono mai stato tentato di mangiare, non provando la minima sensazione di fame. Attualmente, dopo alcuni mesi di questo regime, non penso di mangiare il mattino. Non mangio che a mezzogiorno, non avendo fame prima.

      Per ciò che concerne i risultati che questo regime apporta in generale, ecco quelli che io ho notato nella mia esperienza personale:

      1) non sento più la più piccola emicrania dopo la soppressione della prima colazione;

      Tuttavia, e ciò fin dalla mia infanzia io non avevo mai passato un mese messo a terra da questa emicrania. E durante i trenta anni più attivi della mia vita, ne ho sofferto a volte tutti i giorni, senza eccezione per un mese o anche di più. E, inoltre, ogni 15 giorni, si verificava una crisi acuta che mi inchiodava al letto, se non era una crisi che faceva passare delle sofferenze fisiche crudeli, un abbattimento morale totale.

      2) ho gradualmente perso una parte della mia obesità, ho così perso dieci chili e la mia taglia si è ridotta di 10 centimetri nel punto in cui la mia corpulenza era più appariscente. Io continuo d’altronde a dimagrire ancora.

      3) la struttura della mia pelle è migliorata, è più dolce, più fine e più serrata. Il mio colorito e i miei occhi sono più chiari. Il gonfiore facciale e le tendenze apoplettiche sono scomparse.

      4) non ho più provato flatulenza e gonfiori dopo i pasti. E quantunque io gusti di più i miei pasti, io non mangio più di prima. Per contro, sento che digerisco meglio e i miei alimenti non soggiornano più così a lungo nel mio stomaco. Infine quest’organo prezioso non svolge più il ruolo di un’officina a gas.

      5) ho il passo più leggero e le mie braccia sono più elastiche. Una passeggiata a passo svelto mi è diventata un piacere che io ricerco mentre prima la marcia, prescritta come esercizio, mi era orribilmente sgradevole.

      6) io mi metto a studiare o tengo un sermone a stomaco vuoto. Non ne provo alcuna sensazione di debolezza fisica o mentale, al contrario provo una vigoria, un benessere, un vigore dei più piacevoli. Mi sento meglio sotto tutti gli aspetti.

      Il reverendo George Sherman Richards aveva sofferto per più di quindici anni di frequenti e violenti mal di testa, attribuiti dalla medicina alla sua eredità. Ne è stato sbarazzato totalmente dopo cinque anni dalla soppressione del pasto alla mattina.


      LA STORIA DEL PADRE RAMBO

      Il reverendo Padre Rambo, missionario nelle Indie, non era più che l’ombra di quello che era stato, in seguito a ulcerazioni intestinali, dopo una tifoide mal curata. Da sette mesi aveva delle feci sanguinolente tutti i giorni, un appetito vorace e consumava pasti abbondanti senza che lo stomaco si rivoltasse. Davanti ad una tavola ben guarnita la sua voglia di mangiare diventava furiosa ed egli la soddisfaceva senza riguardo alla quantità e alla qualità. Il suo sistema cerebrale era talmente crollato che né la ragione, né il giudizio arrivavano a tenere alla briglia un appetito tirannico.

      Sette medici, di cui parecchi molto titolati, lo curarono in successione. Il primo che egli consultò negli Stati Uniti ridusse i sette pasti a sei solamente. Tutti e sette tentarono di guarire le sue ulcere coi medicinali.

      Come delle piaghe sanguinanti, per esempio alla superficie del corpo, potrebbero cicatrizzarsi se fossero sottoposte all’azione simile a quella che esercitano col loro contatto e il loro strofinio, i detriti contenuti nell’intestino sulle membrane sensibili che li tappezzano?

      Durante la prima settimana, egli perse 5 chili, con quel regime dei 6 pasti. Ma dopo aver letto il mio libro, congedò il suo medico e si sottopose alle mie cure. Io trattai le sue ulcere cercando di accordare loro il medesimo riposo che se ciascuna di esse fosse all’estremità di un osso fratturato.

      In meno di due settimane quest’uomo, che moriva di inanizione con i suoi sei pasti al giorno, e che non aveva più che la pelle sulle ossa, fu sbarazzato di tutti i sintomi di malattia e provò un desiderio moderato di alimenti nutritivi.

      Gli furono sufficienti meno di due settimane perché tutte le parti ulcerate si ricoprissero di una nuova membrana.

      Tuttavia per tre settimane intere io non autorizzai che alimenti liquidi che non contenevano scarti che potessero irritare la nuova tunica delicata che tappezzava l’intestino. Per qualche tempo ancora, dopo la terza settimana, non prese che un solo pasto leggero il giorno. Un secondo pasto gli fu permesso quando parve che potesse prenderlo senza rischi.

      In poco più di tre mesi riguadagnò 21 chili di carne sana, ferma vigorosa. L’ultima volta che ho ricevuto notizie di quest’uomo rigenerato, un anno e mezzo dopo il suo ritorno in India, mi scrisse che lui, sua moglie e i suoi quattro figli seguivano tutti il regime dei due pasti il giorno, come d’altronde una classe di 160 giovani indigeni senza mai cadere malati.”

      Non bisogna che tutti questi casi citati dal dottor Dewey lascino l’impressione al lettore che il digiuno mattutino sia l’unica misura d’igiene alimentare. Non è che un fattore tra tanti altri.

      L’utilità del digiuno mattutino come metodo igienico, conclude il dottor Dewey, è apprezzabile. Inoltre, bisogna riposarsi un poco prima del pasto, per prendere un poco di forza e digerire meglio il pasto.

      Più si è deboli e sofferenti, più ci si dovrebbe riposare e cessare qualsiasi lavoro dal momento in cui la stanchezza si fa sentire in modo marcato prima di mangiare. Mangiare quando si è stanchi è imporre una vana spesa a tutte le energie vitali, poiché un pasto preso in tali condizioni non sarà riparatore.

      Tanto per gli sforzi più sublimi del genio e dell’arte, che per i lavori manuali più semplici, la mattinata costituirà la migliore parte più della giornata, quando lo stomaco vuoto lascia disponibile la totalità dell’energia accumulata nel cervello.

      Inoltre, la mattinata sarà la più propizia allo sviluppo della più fine sensibilità del gusto e delle emozioni rare della vita intellettuale.

      Il riposo è necessario prima del pasto anche per recuperare l’energia necessaria alla digestione. Non è l’ora che l’orologio segna che dovrebbe determinare il momento di prendere questo pasto, ma dopo questo riposo.

      Il desiderio di mangiare la mattina è una questione di abitudine. La fame del mattino non è niente che una malattia che cova e sono quelli che la risentono di più che avrebbero più ragioni per digiunare per migliorare la loro salute.

      Quelli che dicono che la prima colazione è il miglior pasto e che asseriscono di essere incapaci di fare la minima cosa prima di aver mangiato, sono assolutamente simili a quelli che hanno bisogno dello stimolante alcolico prima di poter lavorare.

      Ora, migliaia di persone hanno constatato, per esperienza, che dopo la soppressione del pasto del mattino hanno cessato di desiderarlo in capo ad un certo tempo, il che non sarebbe il caso se questa soppressione fosse una violazione delle leggi fisiologiche. All’abitudine, una volta sradicata, si ritorna raramente.

      Lo stesso, la soppressione brusca dell’abitudine delle bevande alcoliche o del tabacco sotto qualsiasi forma, occasiona le più violente proteste di voci “morbose” assordate fin lì da queste droghe. Nessuno ammetterebbe tuttavia che queste proteste siano l’indice di un reale bisogno fisiologico.

      In molte persone, il sacrificio del pasto del mattino richiede meno forza di volontà di quanta ne occorra per sradicare l’abitudine delle bevande alcoliche o del tabacco. Ma con la persistenza ciascuno può assicurarsi una vittoria concreta e conoscere, tutte le mattine, il lusso di avere un’abbondanza di forze disponibili.

      Qui, devo attirare l’attenzione sul fatto che alcuni malati che hanno adottato il sistema dei due pasti non hanno ottenuto i risultati scontati. Il loro stato era troppo cronico, perché i risultati fossero così rapidi. E la sventura per tutti questi malati, sono i loro amici che si oppongono alla riduzione alimentare, pensando che la debolezza e la debilità richiedano più cibo. In verità questa debolezza e debilità sono lo specchio della loro incapacità di digerire. D’altra parte, quante volte mi si è domandato se questo regime dei due pasti non offrisse pericolo per i vecchi. È lo stesso che domandare se è possibile sopprimere senza pericolo l’alcol quotidiano.

      I malati cronici il cui corpo, la mente, come pure lo stomaco, sono sovraffaticati, faranno progressi molto lenti, scoraggianti, sulla via della salute e pertanto bisogna perseverare per ottenere questo risultato.

      Ancora una volta pensate alle mattinate ideali che potete assicurarvi, senza perdere un minuto per mangiare, né fare alcun esercizio speciale, nell’interesse della vostra salute. Pensate che avrete a disposizione, ragione, giudizio, forza muscolare, tutti i vostri organi, le vostre facoltà e capacità che funzionano meglio. Vi piazzerete così nelle migliori condizioni possibili per permettere alla natura di guarire gradualmente tutti i vostri mali! E che beneficio anche per tutte le madri di famiglia essere esentaste dalla schiavitù della cucina fino al momento di preparare il pasto di mezzogiorno.

      Infine, i bambini, durante la loro crescita rapida, possono fare a meno di mangiare il mattino? Certamente possono, senza il minimo inconveniente e se ne troveranno meglio sotto tutti gli aspetti.” – Dr. Dewey (Il digiuno che guarisce).


      BISOGNEREBBE SOPPRIMERE ANCHE LA CENA

      I Greci e i Romani mangiavano una volta il giorno: la sera. Ora, essi avevano dei corpi da atleti e una salute robusta. Le loro armate erano le più forti. Essi potevano marciare per settimane, portando dei fardelli molto pesanti, e interrompevano il digiuno con uno o due fichi.

      D’altra parte, Erodoto segnala che i Persiani, sotto il generale Serse, non consumavano che un solo pasto il giorno.

      Dopo Mosè e Gesù, i Giudei non mangiavano che una volta il giorno.

      La soppressione della prima colazione deve essere preceduta da quella della cena il giorno prima, affinché la mente sia lucida l’indomani.

      Ho sentito parlare di questo metodo per la prima volta da un adepto belga, Maurtot, che esso aveva alleggerito dalle sue crisi d’asma. Ma Robert Maurtot sopprimeva chiaramente il pasto prima di dormire e la cena. Mangiava solo la mattina e a mezzogiorno.

      Sono obbligato a precisare che il pasto del mattino è chiamato in Francia la prima colazione mentre in Belgio è la colazione, Poi il pasto di mezzogiorno è chiamato in Francia colazione, mentre in Belgio è chiamato pranzo. Infine il pasto della sera è chiamato pranzo in Francia e cena in Belgio. Dunque per riassumere:

      In Francia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . In Belgio e in Svizzera

      Mattina: . . . Prima colazione . . . . . . . . . Colazione

      Mezzogiorno: . Colazione . . . . . . . . . . . . . Pranzo

      Sera: . . . . . . . . . Pranzo . . . . . . . . . . . . . . . Cena

      Notte : . . . . . . . . Cena



      Ho trovato che è più facile saltare gli spuntini della notte prima di dormire se ci si astiene dall’entrare in cucina per rigovernare, riporre o lavare i piatti. Queste corvée saranno rimesse all’indomani.

      Se si mangia prima di dormire, tardi la notte, il corpo è rilassato e le digestioni saranno troppo lente. Al risveglio, esse non saranno finite e si sentiranno dei rotti, la mente confusa e mancanza di brio.


      CHI HA VERAMENTE FAME LA MATTINA PUÒ MANGIARE

      Parecchie persone possono avere veramente fame la mattino dal momento del risveglio, o poco dopo. Possono mangiare? Assolutamente. Esse devono mangiare se sentono la fame con la bocca dolce, non cattiva, né amara, né secca.

      Per sapere se è una vera fame, bisogna attendere una mezz’ora. Se la fame scompare allora non è una vera fame. Ma se aumenta allora è una vera fame e bisogna mangiare.

      Queste persone soffrono di denutrizione. quando esse avranno soppresso le cause della loro denutrizione: caffè, tabacco, vino, spezie, alimenti artificiali, ecc. allora la loro digestione migliorerà e la loro fame del mattino scomparirà.

      Dopo un digiuno, si ha fame il mattino. Allora bisogna mangiare fino alla scomparsa di questa fame.


      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

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      Di tutti gli interessi antisociali, il peggiore di tutti è l’interesse calcolato sulla cattiva salute. – GEORGE BERNARD SHAW.

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      Da quando si inventano rimedi e finché se ne inventeranno, li si lascia cadere senza tardare, ma il potere di autoguarigione, lui sì, è per sempre continuo. DR: H. M. SHELTON.

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      Tutti i trattamenti medici sono degli esperimenti che si praticano sui malati. – GEORGE BERNARD SHAW.




      CAPITOLO 16


      LA CHIAREZZA MENTALE QUANDO SI SALTA UN PASTO


      Gli annunci farmaceutici garantiscono sempre che i nuovi medicinali sono privi degli effetti disastrosi dei loro precursori, i quali pure godevano della medesima garanzia. – GEORGE BERNARD SHAW.



      Nella vita i giorni passano, ma non si rassomigliano sempre. Un giorno si deve subire un esame, un altro si deve sostenere un colloquio col proprio padrone, un altro c’è la visita del controllore fiscale o l’incontro di un avversario, se non una tegola che ci cade sulla testa. La tensione nervosa è allora considerevole. In queste circostanze, nessuna digestione è possibile ed è meglio saltare il pasto.


      Infatti, se si mangia in tali momenti di tensione, il pasto sarà mal digerito e gli alimenti fermenteranno. Ciò renderà la mente confusa. Nessuna lucidità, nessuna chiarezza di mente è possibile con la nausea. La concentrazione diventa impossibile e le idee confuse. Si cerca allora nel caffè o nelle sigarette l’uscita da questa galera. Ma basta seguire l’istinto, quello di saltare il pasto – poiché la fame scompare in quel momento – perché le energie mentali si concentrino totalmente e per trovare le soluzioni ai problemi che si pongono.





      LA LUCIDITÀ DI MENTE

      Se vi cade una tegola sulla testa, una cattiva notizia, quando si è esposti a una contrarietà, come capita di frequente nella nostra vita agitata, i succhi digestivi sono inibiti, la bocca diventa secca, la digestione è impossibile. La minima particella di cibo o di bevanda avvelenano il corpo, soprattutto il caffè, l’alcol, il tabacco.

      Quando vedete una tempesta venire da lontano, quando andate davanti a un turbine, saltate un pasto - ciò vi aiuterà a far fronte alle vostre noie e voi sarete in migliori condizioni per lottare. Tutto ciò che potreste mangiare o bere in quei momenti devierà le energie verso lo stomaco e voi sarete scarichi, incapaci di reagire, perduti, o, a terra!

      Gaston Berthey, corrispondente del Figaro al Cairo, mi ha confidato che lui aveva l’abitudine di digiunare al momento della correzione delle bozze dei suoi articoli giornalistici. Diceva che ciò gli permetteva di avere la mente più chiara e gli occhi più vivi, per scovare i refusi che spesso sgusciano nei testi preparati dal tipografo.

      Se avete una competizione o un grande sforzo fisico da fornire, saltate il pasto e sarete in miglior forma per compierlo. Non fate come quei corridori ciclisti o quei nuotatori che si vede bere del latte o altre bevande, durante la loro corsa, sulla loro bicicletta, o nell’acqua della piscina. Le bevande e gli alimenti presi quando si fa un grande sforzo fisico, non sono digeriti, poiché il sangue si trova altrove, anziché nello stomaco. Allora essi fermentano e avvelenano il corpo e lo sportivo vede diminuire le sue forze. Anche se dovete prendere la vostra automobile per un lungo percorso, ne avrete vantaggio saltando il pasto.

      Perché una bevanda o un pasto possano fornire delle forze, occorre che essi siano assorbiti e assimilati. Ora ciò richiede delle ore e perfino una parte della giornata da 15 a 18 ore in tutto (salvo lo zucchero che entra rapidamente nel sangue).

      Se avete del dispiacere, dei grattacapi, delle preoccupazioni, emozioni forti, odio, gelosia, rancore, o anche un grande amore, la fame scompare e voi avrete vantaggio a rispettare questo istinto per saltare il pasto.

      Se siete in conflitto per prendere una decisione importante, tra diverse situazioni che vi mettono a terra, la fame scompare. Saltate il pasto e la vostra mente sarà più chiara, più serena, più lucida.

      Per mangiare bisogna avere fame, essere sereni, calmi, felici, distesi, tranquilli.

      “La richiesta di cibo può essere capricciosa, cioè oscilla tra una forte richiesta e una richiesta insignificante, tra un appetito feroce e una mancanza totale di voglia di mangiare. In queste condizioni, dobbiamo fornire al corpo il medesimo numero di calorie, quali che siano le circostanze? Si può essere vigorosi o estenuati dalla stanchezza. Dobbiamo mangiare alla stessa maniera in queste due condizioni? Si può essere di buon umore e felici, lo spirito calmo, oppure furiosi, in collera, con dei rimorsi e infelici. Si devono mangiare le medesime quantità di cibo in questi due stati emotivi?

      Quando il corpo è molto stanco e lo spirito è molto disturbato la capacità di digerire è ridotta considerevolmente. Si può essere sicuri che se si mangia molto, in queste condizioni si avranno delle noie.

      Se siete stanchi riposatevi. Non mangiate mai che se potete gustare pienamente il cibo. E se sentite dei morsi nello stomaco, aspettate di sentirvi bene prima di mangiare.” – Shelton.

      Certo, quando si è stanchi non è il momento di mangiare. Bisogna saltare il pasto e se possibile stendersi e rilassarsi. Nessuna digestione è possibile durante i periodi di grande stanchezza fisica o mentale. Ad ogni modo non si ha fame.

      Sarebbe veramente ora di portare la nostra attenzione sui processi con i quali ci si appropria del cibo, che sugli alimenti stessi. È tempo di smettere di concentrarsi sugli alimenti che si ingurgitano, poiché prima di mangiare bisogna essere sicuri di potersene appropriare. Che si guadagna a far passare gli alimenti attraverso il tubo digestivo, se poi non li si assimila?”

      Ancora una volta la fame è là per ricordarci il momento di mangiare. Questo errore è commesso dalle scuole naturopatiche. Infatti, esse insistono troppo sulla qualità degli alimenti biologici e non abbastanza sulle condizioni di una buona digestione. Non basta mangiare alimenti biologici, bisogna assicurarsi della loro digestione.

      Mangiare tutti i giorni un numero teorico di calorie non garantisce che si trarranno tutte quelle calorie dagli alimenti consumati. Infatti, se gli alimenti fermentano nel nostro tubo digestivo, noi non ne trarremo alcuna caloria.

      Mangiare molti alimenti proteici che si putrefanno nel nostro stomaco non ci permette di trarne gli aminoacidi necessari. Mangiare alimenti ricchi di vitamine non ci permette di trarre beneficio da quelle vitamine se quegli alimenti imputridiscono nel nostro apparato digestivo.

      Così, quando si mangia secondo un numero teorico di calorie, invece di tener conto del potere effettivo di digestione e assimilazione, si va incontro alle noie.”

      Tanti fattori possono favorire o ostacolare la nostra digestione. Per esempio, il caffè, il cioccolato, le spezie, l’abuso di sostanze azotate, gli alimenti incompatibili, avvelenano abbastanza il corpo, per diminuire il suo potere digestivo per qualche tempo.

      In quei momenti, gli alimenti migliori sono mal digeriti e mal sopportati. Non bisogna incriminare tali alimenti, ma ciò che si è mangiato il giorno prima o anche più lontano ancora, regolarmente. Così, quando si salta un pasto o parecchi si ristabilisce la situazione.

      Io ricordo, l’inverno passato quando mangiavo ogni giorno un’insalatiera piena di spinaci crudi. La mia digestione era talmente alterata che non potevo più digerire i pasti abituali, anche se ne diminuivo le quantità.

      È solo quando ho abolito gli spinaci che ho ritrovato il mio potere digestivo. Inoltre, quando saltavo un pasto di quando in quando ciò mi aiutava a ristabilire la situazione.

      Ma ciò che mi ha avvelenato per venti anni sono i fattori di sapidità, gli esaltatori del gusto, il glutammato di sodio, così chiamato, che si mette nei pop - corn, nei biscotti - aperitivi, nelle minestre in polvere, che si vendono dovunque. Avevo un bel saltare i pasti, il mio potere digestivo non si è ristabilito che quando ho soppresso queste sostanze. È raro trovare dei prodotti fabbricati per l’aperitivo, che non contengono questo veleno del fegato. Certamente nei negozi di diete si possono trovare dei prodotti senza veleni.

      Mi occorse un anno per sbarazzarmi dei mal di testa occasionati da questi veleni.

      Non potevo digerire più nulla ed avevo tendenza ad incriminare gli alimenti, mentre questi ultimi non erano in causa.

      Appresi infine che nei negozi di diete si vendono delle polveri per fare una minestra, senza prodotti chimici, come pure dei pop - corn o dei biscotti - aperitivi senza glutammato.

      In breve, saltare un pasto non può aiutare che se non ci si avvelena in altri modi.

      Si sono osservati, scrisse Shelton, gli animali digiunare in una grande varietà di stati emotivi, quanto il dolore, le infiammazioni e la febbre. È importante che l’uomo sappia, come avviene per gli animali, che quando si trova in uno stato di tensione emotiva le funzioni digestive si trovano inibite. E che egli può evitare i fastidi e le complicazioni dell’indigestione, saltando uno o più pasti fino al ristabilimento dell’equilibrio mentale.

      Avendo appreso questi fatti, lo studente di fisiologia, farebbe meglio a tenere in mente le reazioni fisiche più semplici che seguono le tensioni emotive del momento. Sarà così meglio preparato a proseguire lo studio delle cause emotive e di comprenderle meglio. Per il seguito un’applicazione appropriata di queste conoscenze lo aiuterà a giungere a delle conclusioni appropriate e concrete.

      Potrebbe, per esempio, comprendere che meno torto risulterebbe dalla digestione ostacolata di un pasto leggero che di un pasto pesante. Sarebbe in grado di comprendere che un pasto non digerito di carne e di farinacei provocherà più avvelenamento di un pasto di frutta. Potrà così apprendere che per evitare certi fastidi, bisogna, in certi momenti, saltare il pasto. Se egli prevede uno shock per il suo sistema nervoso, o se uno shock è inevitabile, scoprirà che è molto più agevole far fronte alla situazione con lo stomaco piuttosto vuoto piuttosto che con lo stomaco pieno.

      Quando si è agitati, quando si attraversa un turbine mentale, quando non si arriva ad adattarsi alle circostanze che si presentano, quando non si possiede il potere di rialzarsi immediatamente da uno shock emotivo, si potrebbe almeno controllare l’ingestione di cibo, con l’esercizio delle proprie conoscenze e della propria volontà.


      LO PSICHICO

      Infatti, inibendo le funzioni della vita – le secrezioni ed escrezioni – i complessi psichici cronici costruiscono la malattia cronica.

      Allora, o noi ci sbarazziamo delle nostre malattie immaginarie o cessiamo di impietosirci su noi stessi e smettiamo i nostri gemiti interiori, o impariamo a controllare la nostra alimentazione.

      Questa semplice prescrizione comporta ben più che a prima vista. Infatti, saltare uno o più pasti, esattamente nel momento in cui occorre - il momento “psicologico” - per evitare l’indigestione e l’avvelenamento che ne deriverebbero fatalmente, contribuirà di più a preservare la salute che quasi qualsiasi altra prescrizione.” – Shelton.

      Quando siamo imbrigliati in una situazione inestricabile, abbiamo bisogno di tutte le nostre facoltà mentali per uscirne. Ora, la chiarezza di mente in una tale situazione non può essere garantita che se il sangue non è tutto concentrato nello stomaco. Infatti, quando lo stomaco è pieno di alimenti pesanti, il sangue vi si concentra per la digestione e nessuna attività mentale seria è possibile. Spesso la mente è confusa, appesantita, manca d’immaginazione e d’iniziativa. Talvolta anche, c’è il pessimismo, la malinconia e l’enervazione. In caso di pericolo la natura vi taglia l’appetito, come per dirigere tutte le energie verso compiti più vitali.

      Se dovete guidare la vostra automobile per una lunga distanza, i vostri riflessi saranno più sicuri se saltate il pasto. Con lo stomaco, c’è un rischio d’incidente, poiché i centri nervosi non sono irrigati convenientemente, poiché il sangue è attratto verso lo stomaco.

      La cosa più sorprendente è che si dà il consiglio contrario, per avere la forza di guidare! Come se il cibo assorbito dovesse subito dare della forza! Evidentemente, se si ha fame uno o due mele possono calmarla, in attesa di poter mangiare di più con calma, senza precipitazione.


      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

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      In Paradiso il leone e la tigre brucavano l’erba in pace con la pecora, come la Bibbia l’aveva predetto in quel romanzo di anticipazione e di premonizione. La Bibbia non è una scienza - finzione – L’UOMO, LA SCIMMIA E IL PARADISO.

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      Nel 1348 la peste nera portò via i due terzi della popolazione francese. Più vicino a noi il colera seminò lo spavento per secoli. Queste due malattie sono scomparse dal nostro Paese senza vaccinazioni. Ora esse persistono, così come altre, in altri Paesi malgrado le vaccinazioni. – Fernand DELARUE.

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      Evidentemente degli incidenti spettacolari immediati, come l’encefalite post -vaccinale, se ne hanno abbastanza pochi. Ma ciò che è molto più grave, vi sono tutti quegli incidenti insidiosi a lungo termine come le sclerosi a placche o le leucemie. – S. DELARUE, presidente della Ligue Nationale pour la liberté des vaccinations.




      CAPITOLO 17


      IL DIGIUNO SETTIMANALE

      È una grazia da amante di vivere di alimenti innocenti poiché la dieta vegetariana non contribuisce poco alla purezza dell’anima – MICHELET.


      Il dottor Herbert M. Shelton, che non era dottore in medicina ma in filosofia, ha scritto delle pagine immortali. Non posso fare di meglio che tradurle testualmente, senza cambiare neanche una virgola. In termini perfettamente fisiologici, mette l’accento sull’idea esatta, come avrò l’occasione di osservare in questo capitolo.

      “Il digiuno può essere qualificato veramente un processo fisiologico, o biologico, col quale gli organismi viventi fanno fronte ai casi urgenti della vita, per aiutarli a risolverli felicemente”.

      Quali sono questi casi urgenti? La malattia, certamente, ma non è tutto. Tra la salute perfetta e la malattia v’è tutta una gamma di situazioni intermedie, né salute né veramente malattia, che richiedono una parata, una soluzione. Ed è qui che il digiuno può essere molto prezioso come misura d’urgenza, come mezzo di azione immediata.

      “Inoltre negli animali inferiori il digiuno è usato molto più frequentemente nella salute che nella malattia – per esempio nella metamorfosi, nell’estivazione, nell’ibernazione, quando gli alimenti mancano, ecc.”

      Ma non è il più importante, come vedremo più avanti.

      “Chi dovrebbe digiunare allora?” domanda Shelton.

      Egli risponde con un’altra domanda:

      “Chi non dovrebbe digiunare?”

      Nessuno, assolutamente nessuno. Il digiuno è un mezzo di esistenza di rara utilità nella salute.

      “Non esiste un momento in cui il digiuno non sia utile. Certamente vi sono situazioni in cui il digiuno non dovrebbe essere intrapreso senza una sorveglianza qualificata, altre in cui esso non deve essere prolungato troppo, ma queste condizioni non impediscono che tutti, nella vita civile, possano trarre beneficio da un digiuno occasionale.”

      “Non c’è alcun bisogno di essere malati per trarre profitto dal digiuno, né di soffrire di un’affezione cronica alla moda per ricorrervi. A meno di avere una salute perfetta, a meno che le condizioni di vita e le abitudini siano tali, da poter mantenere una salute perfetta, si avranno innumerevoli occasioni in cui il digiuno sarà utilissimo.” – Shelton.

      Un’eccellente abitudine, rapidamente adottata senza difficoltà, è di digiunare un giorno fisso per settimana. Non si mangia niente durante la giornata, poi la sera si interrompe con dei frutti.


      Alcuni preferiscono cominciare a mezzogiorno questo digiuno, per interromperlo l’indomani a mezzogiorno, cioè a cavallo di due giorni.

      Si può bere acqua o niente affatto. È preferibile scegliere il giorno in cui si è molto occupati, per non pensare al cibo. Una volta passata l’ora del pasto non ci si pensa più.

      Tutto è nella testa, bisogna controllare le proprie idee. Questa routine è molto facile da adottare, poiché l’uomo è una creatura di regole e di abitudini fisse.

      Questo digiuno settimanale non deve essere considerato come un rimedio alla ghiottoneria, cioè come una misura che vi consente di praticare la ghiottoneria tutto l’anno. Il programma di rimpinzarsi oggi, per digiunare l’indomani è un cattivo programma. Se volete vivere in questo modo disordinato, avrete bisogno di digiunare spesso. Sarete come la donna obesa che digiuna per perdere 10 chili, ma mangia per riprenderne 12!

      La vita non dovrebbe essere una serie interminabile di pasti composti di alimenti artificiali, conditi, speziati, seguiti da digiuni. Coloro che mangiano alimenti naturali, senza condimenti, e che attendono la fame per mangiare, non avranno bisogno di digiunare spesso per purificarsi.


      IL DIGIUNO ANNUALE COSTITUISCE LE MIGLIORI VACANZE.

      Le migliori vacanze non sono quelle che si passano al mare, in montagna o in viaggio organizzato all’estero, da cui si ritorna più stanchi di prima.

      Le migliori vacanze sono quelle che si passa a digiunare, a letto, per recuperare le energie perdute, in un anno di lavoro e fatica. Col digiuno il recupero di energie è totale, sotto certe condizioni, certamente. Inoltre il digiuno è superiore al semplice riposo fisico, poiché non c’è che il digiuno che obblighi a restare a letto per riposarsi. Pascal ha detto che la disgrazia dell’uomo proviene dal fatto che egli non può restare nella sua camera.

      Infatti, la maggior parte delle persone che mangiano sono incapaci di restare a letto per riposarsi adeguatamente. Sono troppo enervate, troppo tese e non possono rilassarsi sufficientemente. Se si vuole trarre beneficio dalle vacanze, restaurare l’energia e ritrovare le forze, non bisogna cercare le vacanze al mare, né in montagna, né in un luogo di villeggiatura ma in un eremo, in un luogo per digiunare, con o senza sorveglianza, secondo lo stato di salute.

      “È così che un digiuno annuale, effettuato nelle condizioni appropriate, senza essere un digiuno lungo, rappresenta una vacanza fisiologica, più benefica all’individuo di una vacanza ordinaria.

      Io conosco infatti una studentessa che si affatica enormemente tutta la settimana con i corsi e che non arriva a ritrovare tutto il suo vigore col riposo settimanale il sabato e la domenica nettamente insufficiente per rimetterla in stato. Ma quando ella digiuna tutto il fine settimana è rimessa in piedi e pronta ad iniziare un’altra settimana di duro lavoro.

      Il digiuno sembra avere più valore per restaurare l’energia del semplice riposo fisico. Ciò sembra confermato anche dagli esperimenti del professor Anton Carlson coi giocatori di calcio.

      A prima vista, il digiuno come mezzo di recupero, sembra un’idea insensata, ma l’esperienza rivela che è molto utile in questo campo. Ciò lo rende, sotto certe condizioni, utile come parte di un programma di preparazione in vista di un’attività nuova.” – Dr. Shelton.

      Io raccomando, ogni anno un digiuno da una a due settimane, per il mantenimento e il recupero delle forze, per eliminare le tossine accumulate in seguito alle deviazioni e ai sovraffaticamenti. Infatti, il migliore degli igiefili, il più rigoroso degli adepti, commette, ogni tanto, degli errori, difficilmente evitabili, sovraffaticamento, tentazione, non rispetto della fame, ecc. La vita civile ci impone delle tensioni troppo numerose perché la nostra salute possa rimanere perfetta tutto l’anno.

      Perché attendere di ammalarsi per prevenire il male?

      Certamente, le vacanze sono necessarie, ma non per affaticarsi, agitarsi, correre, fare veglie e ritornare più stanchi di prima.

      Alcuni si aggiustano dividendo le vacanze in due parti: la prima per digiunare, la seconda per andare lontano da casa, al mare o in montagna.


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      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      La Causa Primaria della Malattia. - Legge n.° 18. È la forza vitale che scatena la malattia. - (Le leggi della Natura Vivente).





      CAPITOLO 18


      RINGIOVANIRE, DIMAGRIRE, INGRASSARE COL DIGIUNO

      I medici prescrivono farmaci di cui sanno poco, per curare malattie di cui non sanno niente. - VOLTAIRE.


      Ella era venuta a riprendere il marito che aveva digiunato da me 44 giorni. Appena l’ebbe visto, ella esclamò:

      - Signor Mosséri, lei mi ha restituito mio marito, tale e quale era il giorno del nostro fidanzamento!

      Ora, egli aveva 50 anni.

      Un’altra signora mi riferì che le sue amiche l’avevano avvicinata e le avevano manifestato la loro sorpresa di vederla ringiovanita di 15 anni. Aveva digiunato da me. Il digiuno permette il ringiovanimento di 10 anni, se non di più soprattutto negli obesi o in quelli che hanno un peso normale, non nei magri. E le carni che pendono, al ventre o sotto le braccia? Secondo le mie osservazioni, queste carni sono riassorbite e scompaiono.

      Un’altra donna di 51 anni aveva detto al dottor Shelton il 33° giorno del suo digiuno “Io mi sento rivivere”. Infatti

      “tutti i suoi sintomi erano scomparsi, i suoi occhi erano diventati brillanti, altrettanto brillanti come quelli di una ragazza innamorata per la prima volta! La sua pelle era diventata chiara come la rosa del mattino e la sua lingua pulita come quella di un bambino alla nascita. Sorrideva, era felice.

      Col ritorno della fame il digiuno era stato interrotto. In seguito la sua salute si consolidò di giorno in giorno, con benessere e animazione.

      Ora, la lingua pulita, gli occhi brillanti, la pelle chiara e la sparizione delle rughe intorno agli occhi, tutti questi cambiamenti non sono superficiali, ma proprio lo specchio di cambiamenti profondi effettuati nell’intero organismo. Infatti, le conseguenze del digiuno non sono superficiali ma toccano il più profondo dell’essere.

      Tuttavia, il ringiovanimento dell’organismo non è possibile che se non si è troppo vecchi, non troppo magri. Gli uomini che hanno perso la loro virilità la ritrovano dopo un digiuno.

      Io avevo una rumena di 80 anni. Ne ho parlato altrove in questo libro. Voleva tra l’altro ringiovanire di 40 anni!

      Avevo un’attrice del cinema di 37 anni. Era venuta per digiunare perché sapeva per esperienza che una cura di digiuno può ringiovanire.

      In capo a 20 giorni di digiuno, fu nutrita igienisticamente e la vigilia della sua partenza si truccò. Ne fui sbalordito. Avevo davanti a me una ragazza di 20 anni!!! Ho rimpianto di non averla fotografata prima e dopo.


      OBESITÀ

      Le donne obese, chiedo scusa, le donne forti, avvolte, si riconoscono dai loro vestiti neri che si ritiene dissimulino il sovrappiù di carne. Gli uomini obesi ci badano di meno.

      Un metodo americano per dimagrire consiste nel cucire la bocca, giusto abbastanza, per non far passare che una cannuccia, allo scopo di succhiare i liquidi soltanto.

      Un altro metodo consiste nell’operare per tagliare il grasso del ventre. Ma troppe persone muoiono poco dopo.

      Spesso si prescrivono medicinali per tagliare la fame, ma questi veleni finiscono col ledere la salute e demolire tutti gli organi ad uno ad uno.

      La dieta medica per dimagrire è una dieta ad alto tenore proteico. Gli alimenti azotati (carne, pesce, formaggi, leguminose, noci varie, uova) fanno dimagrire poiché avvelenano l’organismo. Dopo alcuni anni di una tale dieta, sono i reni e il fegato che sono malati.

      Una grossa signora viene da me per subire una cura di digiuno allo scopo di dimagrire.

      - Quanto pesa?

      - Circa 80 chili.

      - Quanto devo scrivere?

      - Circa 90 chili.

      - Quanto esattamente?

      - 97 chili.

      Non osava confessare al primo colpo il peso esatto.

      E con altrettanta esitazione confessò che mangiava 200 dolci (millefoglie, bignè alla crema, religiose al mese. Ci vuol bene una causa per l’obesità. E nondimeno molte persone obese mangiano poco ai pasti, ma rimettono in pari tra i pasti.

      L’obesità è sempre causata da un eccesso di cibo, ma con una predisposizione particolare. È vero che alcuni magri mangiano più di alcuni obesi, ma i primi non digeriscono niente, mentre gli altri accumulano il grasso e le tossine che trattengono l’acqua.

      Per dimagrire bisogna eliminare le tossine e i medicinali che trattengono l’acqua. Bisogna anche digerire il grasso accumulato. Ora è attraverso il digiuno che questi processi sono particolarmente impegnati.

      Tuttavia non bisogna immaginare che si può dimagrire di 30 chili digiunando 60 giorni d’un solo colpo. Il corpo non ha in riserva abbastanza vitamine, sali minerali, enzimi per digerire il grasso accumulato. Bisogna procedere per tappe successive: una cura di digiuno ogni tre mesi, per esempio. Con una dieta igienista tra i periodi di digiuno.

      In generale i grossi vogliono dimagrire, ma senza privarsi di niente. Ecco perché non arrivano a dimagrire.

      L’esperienza del dottor Shelton per portare i grossi a dimagrire è stata, per sua ammissione, uno scacco quasi totale. Ha confessato amaramente che la maggior parte partivano in capo ad alcuni giorni. È ciò che l’ha spinto a dire brutalmente. “ Secondo la mia esperienza i grossi non dimagriscono.”

      E cionondimeno, io credo di aver trovato la chiave del problema. Io dico a tutti gli obesi che vogliono dimagrire: “se desiderate unicamente dimagrire senza interessarvi alla vostra salute e alla vostra dieta, non riuscirete nella vostra impresa. Bisogna assolutamente interessarsi alla dietetica e alla salute generale, per appassionarsi ad una dieta sana, igienista, e per non accumulare più grassi e tossine”.

      La condizione essenziale consiste dunque a interessarsi per mezzo della lettura a tutto ciò che tocca la salute naturale.

      Disgraziatamente, gli obesi si interessano raramente alla loro salute. Ora, sono quelli che si interessano alla loro salute quelli che riescono a dimagrire e a mantenersi. Gli altri non ci riusciranno.

      Quando un obeso rifiuta di leggere i libri igienisti, io gli predico il fiasco, anche se digiuna.

      Alcune persone obese mi chiedono una dieta alimentare, dicendo che la seguiranno alla lettera, senza dover studiare tutta la dietetica. Ma ciò non è possibile, poiché le tentazioni sono così forti che non ci si può attenere ad un regime speciale se non si sono studiate tutte le ragioni scientifiche che vi si ricollegano.

      Per seguire una simile dieta con perseveranza bisogna concentrarsi su ciascun aspetto della questione, aver presenti in mente, tutto il tempo le questioni studiate e meditate lungamente poiché la minima tentazione sarà un’occasione di caduta. L’indottrinamento è essenziale.

      Una giovane donna era venuta per dimagrire. Era una nutrice. Digiunò per 28 giorni, ma rifiutò di pesarsi durante il digiuno.

      - Se io mi peso tutti i giorni, diceva, un giorno sarò felice di aver perso peso e un altro giorno sarò delusa di essere rimasta stazionaria. È per evitare queste alternanze di soddisfazioni e delusioni, per non avere queste docce fredde, che io preferisco non pesarmi. Alla fine del digiuno mi peserò, non prima!

      Eccellente psicologia. Infatti, il digiunatore non perde tutti i giorni peso in maniera uniforme. Quando ci si pesa, si alimenta l’impazienza.

      Tuttavia l’esperto ha bisogno di sapere il peso quotidiano dei suoi pazienti, per notare i periodi di stabilizzazione, a 200 grammi circa il giorno. Poiché è dopo la seconda stabilizzazione (tre giorni ciascuna, quindi quattro pesate consecutive), che bisogna passare alla seconda fase, quella del semi - digiuno. È inutile spingere il semi - digiuno al di là di questa seconda stabilizzazione (a meno che un paziente non abbia digiunato che 12/14 giorni, ciò che è insufficiente), poiché le riserve sono in via di esaurimento e il dimagrimento diventa insignificante.


      INGRASSARE

      Si comprende facilmente che il digiuno è un mezzo efficace per dimagrire, ma per ingrassare è proprio la stessa strada che bisogna seguire.

      Infatti, le cause della magrezza sono numerose

      1)    cattive digestioni

      2)    eccesso di alimenti azotati (carne, pesce, noci varie, uova, leguminose). Questi alimenti fanno dimagrire perché avvelenano l’organismo e diminuiscono il suo potere digestivo.

      3)      I medicinali intossicano il corpo e diminuiscono il suo potere digestivo. Il signor A. aveva 36 anni, altezza 1,70 m, peso 50 chili. Il suo peso normale doveva essere 60 chili cioè dieci chili in meno del suo numero di centimetri. Digiunò 30 giorni e il suo peso crollò a 36 chili. Poteva appena camminare nella sua camera.

      Riprese progressivamente l’alimentazione e in capo ad alcuni mesi il suo peso salì a 60 chili, poi a 70 chili! Era un po’ troppo.

      In generale i magri mangiano decisamente troppo, ma digeriscono male. Ciò che essi mangiano non procura loro beneficio poiché essi sono intossicati. Ora, giustamente il digiuno li disintossica e permette al loro organismo di digerire meglio, di assorbire meglio e di assimilare meglio il cibo. La tossiemia rassomiglia a dei bastoni tra le ruote. Impedisce di assimilare. Un uomo avvelenato non assimila che poco. Purificato, il suo corpo assorbe tutto come una spugna asciutta.

      In seguito esercizi coi pesi e i bilancieri aiuteranno a mantenere il peso guadagnato e a stabilizzare gli aumenti. Ma bisogna evitare le veglie, il sovraffaticamento, il caffè e gli alimenti malsani.

      Per le persone scheletriche il digiuno è da sconsigliare. Una dieta igienista sarà sufficiente per ora. Bisognerà anche conservare il riso bianco tutti i giorni. Le crudità saranno preso in succo. Bisognerà pazientare a lungo, anche parecchi mesi per intravvedere un miglioramento.


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      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      Dio aveva cacciato Adamo ed Eva dal Paradiso poiché si erano comportati male a suo riguardo, cercando di violare le leggi della Natura. - L’UOMO, LA SCIMMIA E IL PARADISO.

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      Non c’è che un solo rimedio che possa procurarvi beneficio. È di applicare sul fianco il naso di un uomo che sia morto il giorno prima.

      - Ecco un rimedio strano, disse Azora.

      - Non più strano, rispose, dei sacchetti del signor Arnouil contro l’apoplessia. – VOLTAIRE.

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      Gettate i medicinali ai cani. – SHAKESPEARE.

      L’affarismo farmaceutico consiste nel fabbricare più farmaci possibile per il massimo di malattie e nel fabbricare più malattie possibile per il massimo di medicinali. –

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      Ci ritorna in mente il caso di un ricco mercante, diagnosticato dal suo medico come incurabile, poi condannato a morire nell’agonia e nella sofferenza. Il povero malato liquidò i suoi affari terreni con grande perdita, scrisse il suo testamento e attese la morte. Ciononostante su consiglio di un amico benevolente, abbandonò il suo medico, gettò i medicinali nella pattumiera e si fece curare da un praticante delle metodi naturali delle medicine dolci.

      In alcuni mesi fu completamente ristabilito. Non dimenticò il suo medico che l’aveva condannato a morire e che l’aveva portato a liquidare i suoi affari. Gli fece causa e gli chiese decine di migliaia di dollari per danni e interessi. L’affare fu discusso davanti al tribunale, ma i giudici trovarono che il miracolato aveva avuto il torto di guarire e di smentire, così, sonoramente il pronostico medico, onorabile e onorato. Perse il processo!

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      Legge dell’economia speciale. – Legge N.° 8 – Nelle condizioni normali, l’organismo accumula qualsiasi eccesso di fondi vitali che supera i consumi in corso, per costituire un fondo di riserva che potrà essere utilizzato, più tardi, quando il bisogno si farà sentire. (Le leggi della Natura vivente).



      CAPITOLO 19


      LA DIPENDENZA DAI TRANQUILLANTI, DAL CAFFÈ, DALL’ALCOL. DAL TABACCO E DALLA DROGA


      I medicinali hanno ucciso più persone della tavola e la tavola più della guerra.


      Signor Mosséri, io non posso guidare l’automobile senza tranquillanti, mi aveva detto la signorina P., poiché altrimenti i miei nervi non sono stabili. Ogni anno questa donna faceva un digiuno breve in una casa igienista o naturopatica. Quando viene da me, insisto perché mi consegni tutti i rimedi in suo possesso, ciò che ella fa controvoglia. Interrompe i tranquillanti durante il digiuno, riprende l’alimentazione e ritorna a casa sua, poi alle prime contrarietà della vita corrente o al primo sovraffaticamento nervoso, riprende i medesimi tranquillanti!

      Ella dunque non può guidare la sua automobile senza tranquillanti. Come spiegare questo fatto, dal momento che i tranquillanti intossicano ancora di più il suo sistema nervoso?

      La depressione nervosa è un sintomo di intossicazione. Quando il corpo elimina nel sangue le sue tossine, quando le cellule riversano nella corrente sanguigna i loro rifiuti e attendendo che i reni possano espellerli nelle urine, queste tossine irritano i centri nervosi e provocano una depressione nervosa. Allora l’assunzione di una nuova dose di tranquillante interrompe l’eliminazione e ci si sente meglio. Quando questa donna guidava l’automobile, il suo corpo eliminava i rifiuti ed ella lo risentiva nei suoi nervi. Il cattivo stato dei suoi nervi si accentuava con l’eliminazione.

      Quando un uomo smette di fumare, il suo corpo comincia ad eliminare la nicotina dal sangue. E nell’attesa che i reni possano espellere questa nicotina nelle urine, i centri nervosi sono perturbati e si sente una depressione, un mal di testa, un disordine nervoso, sgradevole, un tremore. È una crisi di eliminazione che bisogna sopportare pazientemente e che sparirà se si sa aspettare, invece di interrompere questa crisi salutare con una nuova sigaretta. Se si beve molta acqua, ciò aiuta ad eliminare nell’urina le tossine.


      C’È DROGA E DROGA

      Il tabacco è un droga, come il caffè è una droga.

      I tranquillanti, l’alcol, il caffè, il tabacco sono droghe che il corpo cerca di eliminare quando non se ne prende. Ma se se ne riprende, l’eliminazione si interrompe. Il sollievo provvisorio che essi procurano deriva dall’interruzione dell’eliminazione.

      “La sensibilità somatica si smussa, altrettanto bene della sensibilità psichica attraverso l’assunzione dei sedativi e dei tranquillanti. Allora la pulizia urgentemente reclamata non è intrapresa. Con ciascuna ripetizione della dose si costruisce l’abitudine e l’assuefazione.

      “Viceversa l’eliminazione della droga, procura la rinascita della sensibilità. È allora che si diviene coscienti del proprio stato. Il medico li qualifica “sintomi di ritiro”, ma si tratta piuttosto di sintomi di eliminazione. Si dovrebbe comprendere che sono i clamori di un organismo oltraggiato dai veleni.

      “L’assuefazione alle droghe proviene dalla ricerca di un sollievo quando ci si sente male, deboli, disturbati e sofferenti, giusto a causa di quelle medesime droghe. Queste noie non significano un bisogno reale, esse non sono una richiesta autentica per drogarsi di nuovo. Non esiste un bisogno di droga, ma si prova una richiesta subcosciente per un sollievo.

      “Sono 50 anni che io insisto sul fatto che ciò che è chiamata “assuefazione alle droghe” è una richiesta di un sollievo dallo sconforto, dalla miseria e dai disturbi causati esattamente da quelle medesime droghe. È così che il drogato ottiene un breve respiro dalle sue miserie narcotizzando di nuovo i suoi nervi. L’assuefatto agli stimolanti riceve una breve illusione di forza rinnovata, forzando i suoi nervi con uno stimolo che era all’origine del suo stato di debolezza attuale.

      “Nel luglio 1971 un ubriaco intervistato alla televisione americana aveva dichiarato:

      “Io bevo alcol per avere un sollievo dalle miserie causate da ciò che ho bevuto il giorno prima“. Dr. H. M. Shelton.


      Ecco chi illustra perfettamente la situazione dei drogati. La signora di cui si è parlato all’inizio di questo capitolo si presenta per la decima volta per fare una cura di digiuno. I tranquillanti le hanno fatto prendere 30 chili. Lo stato dei suoi nervi è lamentevole. Uno o due tentativi di suicidio, insonnie, angoscia, paure, ecco ciò che prova. Questa volta non porta alcun medicinale con lei e comincia a digiunare. In capo a tre giorni le nausee e l’insonnia diventano insopportabili. Io le do due mele tutte le sere e niente durante il giorno. Le nausee si interrompono e lei finisce col dormire bene quasi tutte le notti. Questo semi - digiuno prosegue per 15 giorni. Ella è incantata dai risultati. È allora che prima di rientrare a casa sua le lancio questo avvertimento.

      -         Se lei riprenderà i tranquillanti rientrando a casa sua, io non l’accetterò più.

      -         Ma che fare, dice lei, se mi assale una contrarietà? Se un sovraffaticamento mi accascia? Se una tegola mi cade sulla testa?

      -         Rompa alcuni piatti, lasci tutto ed esca a fare una marcia vigorosa, vada al cinema! Lasci passare il temporale senza prendere dei prodotti chimici che l’abbrutiscono, senza prendere alcol che l’accopperà, senza cercare il colpo di mazza che la stordirà. Tutte queste droghe sono veleni che dopo lasciano tracce nel corpo per molto tempo.

      -         Io prendo oggi, mi si dirà, un tranquillante per procurarmi sollevo dalle miserie dei tranquillanti presi ieri.

      -         Giustamente, le noie, le miserie e le sofferenze provocate dalle droghe sono sintomi di eliminazione che bisogna lasciar correre. Non bisogna combattere i sintomi di eliminazione. Essi se ne andranno quando si smette la causa. Se ne andranno definitivamente se si smette la causa e provvisoriamente se si continuano le droghe.

      Ma la richiesta di un sollievo dalle noie causate dalle droghe è così persistente, così insistente che la vittima si trova incapace di resistere alle tentazioni di ritornare ancora e ancora alla causa stessa delle sue noie, alla ricerca di un sollievo, fosse pure passeggero, che la stessa droga gli procura. E per ottenere questo sollievo gli occorrono delle dosi sempre più ripetute e sempre più forti.


      COME ROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO?

      Come rompere questo circolo vizioso? Con l’esercizio della volontà? Pochissimi drogati ne hanno che ne resti loro. Con la diminuzione progressiva delle dosi? Attraverso la sostituzione di una droga con un’altra? Si possono provare questi metodi e io conosco dei drogati che sono riusciti a smettere il veleno senza troppe difficoltà. Disgraziatamente i drogati non hanno più la volontà di tornare indietro.

      “Quando la malattia o il vizio hanno raggiunto una certa maturità, in generale, si trovano fuori del controllo della volontà. Un ambiente appropriato e uno stile di vita igienista sono le sole speranze per questi casi. Infatti sarebbe illogico supporre che chi ha violato le leggi della natura al punto che tutte le sue sensazioni divengano anormali e che le principali di vita in lui siano sporcate, che rappresentano condizioni morbose e delle abitudini viziose – sarebbe illogico, dicevamo, che questo individuo possa, con la sua sola volontà e d’un sol colpo ristabilirsi. Certamente l’esercizio della volontà è una condizione fondamentale al ristabilimento, ma essa non è mai sufficiente a meno che ne segua una rivoluzione totale del modo di vita, accompagnata da buone abitudini di vita sana.

      Fare semplicemente appello all’intelligenza e al senso morale del fumatore, dell’oppiomane e dell’alcolizzato, come mezzo e misura per indurlo ad abbandonare il suo vizio, è generalmente efficace come chiedere al febbricitante di smettere di tremare.” Shelton.

      I drogati hanno bisogno di essere aiutati e sostenuti nei loro sforzi da un esperto di loro fiducia e che abbia influenza e personalità.

      Essi hanno bisogno anche di un ambiente particolare, come quello che si trova in tutte le case igieniste. Per di più il digiuno è il mezzo più efficace per abbandonare per sempre queste cattive abitudini. Infatti, in capo ad alcuni giorni di digiuno, la voglia per questi veleni scompare. Col digiuno, non si apprezza più il tabacco, né il caffè, poiché essi hanno tendenza a causare la nausea.

      Disgraziatamente non è così facile staccarsi dai tranquillanti. Conosco persone che sono riuscite a sopprimerli. Ma molti altri ne hanno passato di tutti i colori.

      Attualmente io chiedo a quelli che vogliono venire a digiunare sotto la mia sorveglianza, di interrompere i tranquillanti e i sonniferi prima della cura, non da me. Ho avuto troppe noie con le crisi nervose, i pianti, le grida, il panico, per sopportare tanti disturbi. La mia casa non è una prigione per drogati.


      LA CAUSA

      “La sola causa, se non la principale, dell’assuefazione alle droghe è la cattiva educazione. È anche possibile, e questo è sicuramente vero, che i soggetti più atti a soccombere a queste droghe sono i nervosi, ma è un fatto che all’inizio l’uso delle droghe proviene da una cattiva educazione.

      Infatti se tutta la popolazione non fosse stata male educata fin dall’infanzia, essa non si sarebbe rivolta alle droghe, come “sostegno” quando circostanze inusuali prostrano il sistema nervoso.

      Il dolore, l’insonnia, le emozioni profonde e durevoli, ecc. portano quelli il cui sistema nervoso è instabile a rivolgersi verso il genere di palliativi suscettibili di procurare loro il sollievo desiderato.

      Ora per tutta questa cattiva e falsa educazione e per tutti i mali che inevitabilmente ne derivano, noi siamo debitori al corpo medico e a nessun altro”. - Shelton.

      Se è vero che il pubblico reclama sempre un sollievo istantaneo, i medici dovrebbero essere le guide, i saggi, e non dare alle persone ciò che esse reclamano e che farà loro del male in seguito.

      “L’industria farmaceutica ha legalmente inondato il mercato con quantità fantastiche di droghe che sono vendute dovunque. Gran parte delle droghe vendute ai giovani è fornita alle farmacie dai fabbricanti autorizzati.

      Anche supponendo che queste droghe possano avere un’utilità medica, non per questo resta meno vero che l’industria farmaceutica produce mille volte più droghe di quante i medici ne prescrivano. Non è spaventevole? I fabbricanti di droghe sono talmente avidi di benefici, da essere pronti a distruggere i cervelli di tutti i giovani per accrescere i loro dividendi. Io mi sorprendo davanti all’apatia dei genitori, che assistono impavidi alla distruzione dei loro figli, invece di alzarsi col loro potere collettivo per porre eterna fine all’industria della droga.” – Shelton.

      Sarebbe interessante conoscere il montante della produzione farmaceutica legale nel campo della droga: tranquillanti, sonniferi, calmanti, oppio, ecc. per confrontarlo con quello dei produttori delle droghe illegali.

      Le autorità combattono i rivenditori di droghe, li gettano in prigione ma si permette ai medici di prescriverle. Ora le droghe sono altrettanto nocive se sono prese di nascosto che su prescrizione medica.

      Le fabbriche farmaceutiche sono regolarmente scassinate dai drogati in astinenza, poiché essi sanno dove trovare il loro veleno favorito. Un veleno resta sempre un veleno anche se è prescritto da un medico in servizio.

      Per lottare contro le droghe, per combattere contro i tranquillanti, il caffè, l’alcol, il tabacco, bisogna utilizzare uno dei metodi seguenti:

      - Il digiuno.

      - La riduzione progressiva delle dosi.

      - La soppressione brutale degli eccitanti, dei narcotici, del caffè, del tè, dell’alcol,

      - Un’alimentazione sana e igienista.

      - La cultura fisica con pesi e bilancieri in palestra o a casa propria.

      - Alcuni sono stati aiutati adottando una filosofia orientale come lo yoga, la macrobiotica, aderendo ad una setta vegetariana (Krishma, gli Avventisti), da cui bisogna sfrondare le concezioni anti igieniche e antifisiologiche. La ricerca dell’evasione è una filosofia negativa che non può essere combattuta efficacemente che da un’altra filosofia positiva. Il digiuno è molto efficace per spezzare l’assuefazione molto rapidamente, ma le crisi di eliminazione che l’organismo genera sono insopportabili. Inoltre, le case igieniste non sono attrezzate per ricevere tali pazienti. Esse non hanno camicie di forza, infermieri specializzati e muscolosi che si diano il cambio in tre squadre, giorno e notte. Inoltre esse non hanno delle stanze con imbottiture in cui si possano lasciare i pazienti a dibattersi soli per qualche tempo.

      E tuttavia, io ho conosciuto un buon numero di pazienti dipendenti dai tranquillanti che si sono sbarazzati dei loro medicinali con la volontà, abbastanza bruscamente. Per altri, occorre un programma progressivo di svezzamento.


      LA STORIA DI DOMENICA

      Un giorno ricevo una telefonata:

      - La chiamo dal Belgio. Mi chiamo Domenica e ho 21 anni. Soffro di depressione nervosa con angosce. Sono alta 1,58 e peso 58 chili. Mi è stato consigliato di chiamarLa per vedere che cosa può fare, ma io esito, poiché devo consultare il mio psicanalista. Mi è stato detto che avrei dei buoni risultati con la psicanalisi, poiché essa risale fino all’infanzia.

      -Signorina, io sono contrario alla psicanalisi. Le domanderanno, infatti, di raccontare la sua infanzia, mentre starà distesa su un divano. In ciascuna seduta sarà la medesima cosa che le chiederanno di raccontare di nuovo. Ciò durerà per mesi ed anni. Ma l’infanzia essi non possono cambiarla né eliminare le sue angosce. Quali sono i medicinali che prende attualmente?

      -Prendo sonniferi e tranquillanti.

      - Le consiglio di smettere immediatamente tutti questi veleni e di venire da me. In alcune settimane le garantisco una guarigione totale. Poi potrà intraprendere questa psicanalisi, ma non ne avrà bisogno.

      Mi lasci spiegare il meccanismo della depressione e delle angosce. Il cervello, come tutti gli organi del corpo, deve essere irrorato e nutrito da un sangue puro. Se il sangue è tossiemico, disturba la mente e provoca disordini mentali causando angosce e depressioni nervose. Ma se il sangue è puro, il cervello funziona a meraviglia, le idee sono chiare, positive, ottimiste. Nessun pessimismo, nessuna idea negativa disturba il soggetto.

      - Ecco un piccolo esempio che lei capirà agevolmente.

      La maggior parte delle persone si alzano la mattina con la mente confusa e la testa pesante. Ciò proviene dall’eliminazione (catabolismo) notturna che non è ancora terminata. Il sangue è impuro, l’urina è carica.

      Ora è sufficiente attendere un’ora o due perché questa eliminazione termini e le idee ritornino chiare. Ma nel suo caso c’è troppo arretrato e l’eliminazione non termina. Essa continua tutta la giornata giorno dopo giorno.

      Per interrompere questa eliminazione notturna le persone il mattino prendono il caffè. Lei, lei prende i tranquillanti.

      Ma le tossine nel sangue sono sempre lì. Esse non sono state eliminate. Il corpo proverà di nuovo ad eliminarle quando ne avrà la forza, la notte soprattutto quando le batterie sono ricaricate. E durante questa eliminazione lei avrà angosce e depressioni.

      Quando non si ha niente da eliminare o non si elimina (con l’aiuto del caffè, dei tranquillanti, ecc.) ci si sente bene. Secondo i casi è bene o male.

      1)    è bene quando il corpo è pulito e non ha granché da eliminare.

      2)    È male quando il corpo ha una stock di tossine e gli si impedisce di eliminare, deviando le sue energie verso altri compiti.

      Quando si eliminano molte tossine, ci si sente a disagio. Infatti, quando il sangue è carico di un’abbondanza di tossine, queste disturbano il sistema nervoso.

      In breve la cura di digiuno consiste nell’eliminare le tossine accumulate e nel purificare il sangue per normalizzare la sua situazione psicologica.

      In seguito bisognerà evitare tutto ciò che sporca il sangue e gli umori, tutto ciò che imbratta il suo ambiente interno, cioè i medicinali, i vaccini, il caffè, l’alcol, il tabacco, il cioccolato, gli alimenti che non sono specifici alla nostra specie, le fritture, i formaggi fermentati o stagionati, il lardo, le spezie, gli aromatici.

      Per meglio comprendere tutti questi meccanismi naturali, bisogna riferirsi al mio altro libro per studiare la legge n.21 detta la Legge di Tilden sulla Tossiemia.

      La tossiemia è la presenza di qualsiasi sostanza incompatibile con la salute, nel sangue, la linfa, i fluidi del corpo, gli organi i tessuti e le cellule.

      In seguito si ha questa altra legge n.° 24 che dice: “La malattia è un’eliminazione…”. Ciò significa che le depressioni nervose e tutti i loro sintomi rappresentano un’eliminazione, come l’ho già spiegato in dettaglio prima.

      Solamente, quest’eliminazione non termina mai poiché la si arresta coi medicinali che deviano le energie verso altri compiti. Si mantiene questa eliminazione mantenendo le sue cause già citate (tabacco, caffè, alimenti nocivi, ecc.).

      In breve, Domenica venne la settimana successiva per eseguire una cura di digiuno, munita di buona volontà. Fin dai primi giorni ella fu presa da nausee e da vomiti che durarono due o tre giorni e che furono attenuati con succo di limone in un litro d’acqua ciascun giorno.

      Dal momento in cui i vomiti si attenuarono, il succo di limone fu soppresso e ella bevve solo acqua pura.

      Prima che venisse a digiunare io non ho avuto il tempo di darle una preparazione che ella avrebbe dovuto seguire a casa sua. Ella era venuta bruscamente. Fece dunque la preparazione da me, ma dal quinto giorno si astenne dal mangiare e io le lasciai cominciare il digiuno. In seguito ho rimpianto di non aver insistito che ella facesse sette giorni completi, se non di più, di preparazione. Ciò le avrebbe risparmiato tante crisi sgradevoli, come si vedrà.

      Al 17° giorno, ella provò un vivo dolore sotto l’orecchio e una nausea. I vomiti ripresero ancora più forti. L’indomani il dolore si attenuò ma un grosso gonfiore apparve tra l’orecchio e il collo. Erano gli orecchioni che ritornavano ed ella li aveva avuti verso l’età di tre anni.

      Infatti, secondo il Corollario della Legge n°32 sulle TAPPE DEL RISTABILIMENTO, del medesimo libro citato:

      L’individuo in vista del ristabilimento deve passare dallo stato cronico allo stato acuto cioè per la strada inversa.

      Gli psicologi volevano risalire fino all’infanzia. Eccola ritornata ai sintomi della sua infanzia in modo piuttosto spettacolare e senza psicanalisi!

      Il dolore che ella aveva provato sotto l’orecchio rappresentava una chiamata di sangue, che le ghiandole in questo luogo richiedono. Una volta che il sangue era venuto in massa, il dolore si smorzava e un enorme gonfiore si era formato. La funzione di questa ghiandola gonfia era di purificare il sangue. In capo a quattro giorni la purificazione era terminata e il gonfiore scomparve completamente.

      Tuttavia i vomiti continuarono, giorno e notte, ogni ora. Era una prova molto penosa, visto che ella non poteva dormire la notte, e neanche io!

      A questo punto occorreva interrompere i vomiti, per non provocare una confusione mentale, dovuta alla concentrazione del sangue nell’addome e al suo ritiro dal cervello.

      Ella provò un’arancia, ma fu incapace di inghiottirla a causa delle ghiandole che non si erano ancora completamente sgonfiate. Si provò in seguito il succo di un’arancia molto dolce, ma ella lo trovò troppo acido, poiché il suo corpo era acidificato dall’eliminazione delle tossine.

      Allora si provò il succo di pompelmo diluito, ma ella lo trovò ugualmente troppo acido. Il succo di carote diluito non passò di più.

      Un brodo caldo di ortaggi infine fu preparato ed ella ne ingoiò una tazza senza difficoltà. Poi non ne volle più, a questo punto le preparai un succo di mele, che provenivano dal raccolto del mio frutteto dell’anno precedente, Ella lo bevve lentissimamente.

      A più riprese, reclamò (per iscritto, poiché non poteva parlare) dell’acqua frizzante del tipo Perrier o Apollinaris. Io le spiegai ciascuna volta che queste bevande contenevano del carbonato di sodio che liberano delle bolle di acido carbonico e sfibra i reni. Ella non voleva comprendere niente, poiché non aveva letto niente prima di venire a digiunare. Non era pronta mentalmente a rigettare i vecchi alimenti, né le vecchie bevande.

      I vomiti scomparvero a poco a poco, in capo ad alcuni giorni e si continuò con un semi - digiuno. Temevo che interrompendo i vomiti con i succhi, ella non avrebbe più potuto riprendere il semi - digiuno, fisicamente e mentalmente. Temevo anche che con questo semi - digiuno i vomiti riprendessero.

      Tutti i miei timori si rivelarono falsi. I vomiti non ripresero col semi - digiuno, che ella proseguì per sette giorni.

      Il semi - digiuno comprendeva il succo di frutto di 200 grammi in un litro d’acqua. Se ella avesse potuto bere acqua, le avrei dato il frutto intero, ma ella non poteva bere. Inoltre le davo qualche foglia di lattuga, la sera. Si vedrà in seguito che ho aumentato considerevolmente la quantità di frutta e di crudità durante il semi - digiuno (un chilo in tutto, metà e metà).

      Ecco i sintomi che ella manifestava in quel momento e che io aspettavo con impazienza di veder scomparire.

      - nervosismo - urine rare e maleodoranti

      - gusto cattivo - sensazione di tensione

      - lingua carica - gola chiusa

      - sensibilità alla luce - sete e secchezza della bocca

      - tensione continua - assenza di fame

      - sputi continui - congestione della testa

      - bruciori di stomaco

      Tutti questi sintomi scomparvero ad uno ad uno. Il corpo fu completamente purificato e lo stesso la mente. Il ristabilimento fu completo.

      Prima di lasciarmi ella mi disse:

      “Io Le devo molto”. È tutto dire.

      Parecchie settimane dopo la cura, ella mi chiamò al telefono per dirmi:

      “Io mi sento benissimo. Niente depressione. Le forze ritornano dolcemente. "Poi ella mi chiese informazioni per una persona del suo ambiente, che soffriva di vari disturbi e che contava di mandarmi.


      LO SVEZZAMENTO DAI DEPRESSIVI

      Coloro che assumono regolarmente calmanti, tranquillanti e sonniferi finiscono col guastare la loro salute. Il loro sistema nervoso diventa dipendente da quelle droghe al medesimo titolo dei drogati. Non possono più farne a meno, senza cadere in una depressione che li rende insopportabili per il loro ambiente.

      Disgraziatamente, i tranquillanti sono molto pratici poiché essi interrompono la depressione e l’ambiente ha pace. Ma non per molto tempo.

      Infatti, col tempo il drogato diventa sempre più insensibile e reclama dosi più forti e più varie. E la sua salute lo fa soffrire di più fino al giorno in cui non ne può più.

      Evidentemente ciò aggiusta l’ambiente a somministrare i calmanti, ma alla lunga questi malati finiscono col morire per una malattia cardiaca, per una paralisi o un’altra malattia grave.

      Al contrario, con un modo di vivere sano, questi drogati non avranno più bisogno di cercare questi rimedi nocivi, poiché essi non avranno più depressione.

      Ma lo svezzamento da questi veleni presenta dei problemi: quelli dello svezzamento. Come svezzare i malati dai loro veleni? L’Ideale è di interrompere brutalmente le droghe e di soffrire. Le crisi provate sono crisi di eliminazione. Quando esse terminano è finita ma pochissimi hanno il coraggio di seguire questa via. Le case di digiuno non hanno camere imbottite e le camicie di forza disgraziatamente sono state abbandonate. Gli infermieri devono essere specializzati e muscolosi e lavorare su tre squadre che si diano il cambio giorno e notte. Allora che fare?

      I neurologi talvolta consigliano a quelli che vogliono essere svezzati di usare dosi minime quando il soggetto sta bene. Ma chi segue questo consiglio dato a fior di labbra? Nessuno. Pochissimi arrivano a spezzare questa assuefazione, poiché essi non cercano di disfarsi di questi prodotti chimici dannosi e finiscono col prenderne l’abitudine. Essi optano per la facilità e l’ambiente per la tranquillità.

      D’altra parte, qualsiasi programma di svezzamento che si trascina a lungo rischia di fallire, poiché le abitudini diventano una seconda natura. Bisogna andare svelti, molto svelti per riuscire.

      Tutti i sintomi della depressione sono sintomi di eliminazione. Quando si prendono i tranquillanti si arresta questa eliminazione. I nervi ricevono un serio colpo di manganello chimico che devia le energie verso di essi e ci si sente bene.

      Abitualmente, l’eliminazione si produce la notte quando il corpo è a riposo e dispone di tutte le sue energie. È così che le depressioni si manifestano la notte. Notare che in quel momento l’urina è torbida, l’alito fetido, l’appetito assente, talvolta c’è nausea. Il medicinale devia le energie da questo lavoro di eliminazione e l’arresta in tal modo. Non è un beneficio, è il contrario.

      D’altra parte quando l’eliminazione è forte, le cellule riversano nel sangue le tossine. Il sangue diventa talmente acido che i nervi reagiscono di soprassalto.

      Quando i depressi digiunano interrompendo tutte le droghe, una crisi violenta è scatenata in poco tempo. Si è allora tentati di calmarli con la loro droga abituale. Bisogna ritardare il più possibile quest’assunzione di medicina, finché la crisi è sopportabile, poi somministrare un quarto della dose abituale. Per alcuni è possibile sopportare la crisi e ciò è molto meglio. In seguito si attenderà la prossima crisi. Mai dare il calmante regolarmente.

      Quando il peso del malato si stabilizza per tre giorni consecutivi (ciò corrisponde a quattro pesate, per 200 grammi ciascuna) bisogna passare alla dieta di eliminazione, suddivisa su tutto il pomeriggio. Cominciare con i frutti, 500 grammi in tutto e la sera 500 grammi di crudità in tutto, scaglionati, ogni ora.


      LA STORIA DI GIACOMINA

      Professoressa di francese, cinquant’anni, Giacomina ha preso i sonniferi e i tranquillanti per venti anni. La sua salute ne è stata rovinata sotto tutti gli aspetti. I medicinali non le facevano più alcun effetto. Ne prendeva varie specie per volta, caffè, vitamina C in quantità, ecc.

      Le mandai una preparazione che ella non seguì affatto! Mi consegnò i medicinali che io mi curai di non gettare. Se ne vedrà la ragione più avanti.

      Il terzo giorno di digiuno, ella bussò alla mia porta in piena notte, alzando la voce e reclamando un calmante. Mi avrebbe impedito di dormire finché non le avessi dato il calmante. Le diedi allora quattro pillole, invece delle nove che prendeva ogni giorno. Il suo sonno fu pesante per dodici ore: la dose era dunque troppo forte.

      Il digiuno proseguì e alla crisi seguente, due giorni dopo, io le diedi soltanto due pillole. In seguito una pillola sola.

      Durante una di queste crisi, siccome io attendevo il più possibile affinché essa diventasse forte e insopportabile prima di darle il suo calmante, ella si gettò sul telefono per chiamare suo marito, volendo rientrare e ricoverarsi all’ospedale. Io glielo impedii e le diedi rapidamente una pillola del suo tranquillante abituale. Ella si calmò nel giro di un’ora e dormì.

      Avendo tentato una volta di darle mezza pillola soltanto, ella non dormì e fui obbligato a tornare a una pillola intera, ciò che fa comunque un decimo della sua dose abituale.

      Ho notato che il suo peso restava stabile, quando ella prendeva delle pillole. Ma quando poteva sopportare le crisi, il suo peso cadeva.

      Le crisi di depressione sono crisi di eliminazione. Tutti i sintomi lo attestano: dolori al fegato, bocca cattiva, urine scure, sete intensa, ecc.

      Ma quando li lasciavo correre, era insopportabile per me: ella mi risvegliava la notte per parlare con me a voce alta, senza interruzione, gemeva, voleva che si ascoltassero i suoi brontolii, i suoi pianti. Era l’inferno per me. Era impossibile sopportare per me, anche sapendo che era l’ultima crisi. Tanto peggio, io le do una pillola e ciò la calma. Dorme e si risveglia sorridente, dimenticando tutto quello che mi aveva detto la sera prima (“voglio rientrare a casa, ecc.”).

      Durante una delle sue crisi ruzzolò dall’alto delle scale e si grattugiò la pelle intorno all’occhio.

      Una di quelle notti, pensando di aiutare l’eliminazione, si mise a bere due litri d’acqua. Risultato: una forte diarrea, poi una crisi. Io le proibii di bere, soprattutto quando mangiava una libbra di frutta il giorno. Una volta aveva tentato di suicidarsi, dopo due soggiorni in un ospedale psichiatrico. “Mio marito non si occupava di me e io ho voluto col mio gesto attirare la sua attenzione e richiamarlo all’ordine”.

      Durante queste crisi ella si commiserava e si lamentava tutto il tempo.

      In capo a venticinque giorni, ella tornò a casa senza aver interrotto completamente le sue pillole, di cui non prendeva che una il giorno.

      Dopo sei mesi, le interruppe completamente, a casa sua.

      Ma ciò non era la cosa più dura da fare. Restava la seconda parte del programma, cioè la dieta igienista. Ella non la seguì un solo giorno. Suo marito non la incoraggiava e ricadde nel ciclo infernale. Se avesse seguito la dieta igienista non avrebbe più avuto la depressione. Quando il modo di vita è sano non si ha depressione.


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      CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI

      Forse la cucina è una grande invenzione, ma nelle mani di alcune donne è un’arma mortale.

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      Legge n.25 - Legge dell’azione vitale anormale: La malattia è un’azione vitale anormale del corpo. – (Le Leggi della Natura Vivente).

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      Evidentemente di complicazioni spettacolari immediate, come l‘encefalite post -vaccinale, se ne hanno abbastanza poche. Ma ciò che è molto più grave, sono le complicazioni insidiose a lungo termine, come le sclerosi a placche e le leucemie. (S. DELARUE, presidente della Lega Nazionale per la libertà delle vaccinazioni).





      CAPITOLO 20


      LE AFFEZIONI ACUTE

      Febbre, dolori, ecc.

      Se si gettassero in mare tutti i medicinali, sarebbe un bene per gli uomini e una sventura per i pesci – DR. H. LINDLHAR.


      COME CURARE LA FEBBRE

      Quando si ha la febbre, bisogna astenersi dal mangiare. Bere molta acqua.

      Ma bisogna sapere anzitutto sapere in che cosa consiste la malattia acuta. La malattia acuta è un’eliminazione forzata dell’organismo, un’azione rimediante. Il corpo brucia i suoi scarti e perciò scatena una serie di processi naturali, comprendenti una certa temperatura, come in un forno.

      “L’azione rimediante è la somma di modificazioni strutturali e funzionali – diminuzioni ed esagerazioni spesso drammatiche – con le quali l’organismo vivente resiste ed espelle sostanze ostruenti, offensive e nocive, poi ripara i danni.

      “Tali esagerazioni delle funzioni regolari della vita come la tosse, lo sternuto, il dolore, l’infiammazione, la diarrea e la diuresi, come anche il vomito, sono evidentemente degli sforzi di resistenza, di espulsione e di riparazione. Non ne discuteremo ulteriormente qui. Ciononostante notiamo un esempio familiare di modificazione strutturale che è sicuramente difensivo, quello delle tonsille e delle altre ghiandole della linfa nelle fasi tossiche.

      “La prostrazione dei muscoli, delle facoltà mentali e del sistema digestivo è una delle principali caratteristiche della malattia acuta. Questa prostrazione sembra essere dovuta meno alla stanchezza che alla deviazione delle energie e delle risorse del corpo, le quali sono mobilizzate e concentrate nello sforzo rimediante gigantesco che si persegue.

      “Questa prostrazione di tre dei principali meccanismi di difesa del corpo, sembra essere conservativa e compensatoria, piuttosto che riparatrice. Essa rappresenta una diminuzione drammatica della funzione, allo scopo di assistere nel lavoro rimediante.

      è così che l’astinenza alimentare, che è inseparabile dalla prostrazione funzionale, fa anche parte dello sforzo rimediante al medesimo titolo della tosse, del vomito, della febbre, della diarrea o dell’infiammazione.

      Per parlare come tutti, il digiuno fa parte della malattia. Tuttavia non sarebbe corretto dire che tutte le malattie sono degli sforzi rimedianti., poiché la parola malattia è un termine generale che copre, evidentemente, dei fenomeni non rimedianti, quali la cecità, la sordità, la paralisi, l’emorragia cerebrale, ecc.

      “In tutte le malattie acute, quali la tifoide, la polmonite o altra, nelle quali il sistema digestivo è prostrato, l’attività muscolare in questi organi è sospesa, al tempo stesso di quella delle secrezioni digestive.

      “Derivando da questa mancanza di capacità digestiva, l’avversione verso gli alimenti è caratteristica, di modo che se nonostante ciò si mangiasse, si rischierebbe di vomitare subito. E se non si vomita, gli alimenti non sono digeriti e restano nel tubo digerente provocando l’irritazione e dei malesseri, fino alla loro espulsione sotto forma di diarrea.

      “È, infatti, frequente che il canale digerente si svuoti per mezzo del vomito e della diarrea, poiché ciò sembra essere essenziale per l’efficacia dello sforzo rimediante.

      “L’assorbimento e l’eliminazione dei tessuti malati è in alcune circostanze il solo lavoro che il corpo può intraprendere con sicurezza.” – Dr. Shelton.

      Il lettore può domandarsi a giusto titolo se tutte queste affermazioni sono confermate dai fatti e dagli esperimenti o se sono solo delle speculazioni teoriche. Eccone gli esperimenti.

      “Le prime osservazioni dirette mai fatte sulla digestione umana furono quelle del Dr.William Beaumont tra il 1825 e il 1833, anno in cui egli pubblicò il suo famoso libro “Esperimenti e osservazioni sul Succo Gastrico e la fisiologia della Digestione”.

      “Questi esperimenti e queste osservazioni concernevano lo stomaco esposto di Alexis SaintMartin. Beaumont trovò che quando il suo soggetto di esperimenti aveva la febbre, il succo gastrico non era secreto o quasi, di modo che gli alimenti non servivano che a irritare lo stomaco e, di conseguenza, tutto l’organismo. “Nessun succo digestivo, scriveva Beaumont, può essere secreto in queste circostanze. Ne derivano che gli alimenti diventano altrettanto insolubili nello stomaco che se fossero di piombo”.

      Beaumont notò che gli alimenti restavano nello stomaco di SaintMartin, in caso di malattia, da 6 a 40 ore, senza cambiamenti, salvo la fermentazione e la putrefazione. Queste conclusioni di Beaumont sono state verificate ripetutamente dai fisiologi.

      È così che il professor Anton Carlson, dell’Università di Chicago, ha confermato le conclusioni secondo le quali le secrezioni gastriche sono assenti in caso di febbre, di infiammazione, di dolori, di dolori intensi e di disordini intestinali. Altrettanto, anche le contrazioni ritmiche dello stomaco, che si chiamavano a torto “le contrazioni della fame” sono assenti nelle medesime circostanze. L’assenza di secrezioni e quella delle contrazioni stomacali nel raffreddore, nella gastrite, la febbre, la tonsillite, ecc. coincide con la mancanza d’appetito e l’assenza di gusto se si mangia.

      “Il dolore, l’infiammazione, il mal di testa, i disordini mentali (quali il dispiacere, l’ansietà, la collera, lo shock) interrompono le secrezioni digestive e tolgono la voglia di mangiare.”

      In queste condizioni, esattamente come nelle malattie citate prima, v’è un’assenza di condizioni fisiologiche necessarie alla digestione. Sarebbe folle insistere per nutrirsi quando gli alimenti non possono essere digeriti. Se gli alimenti non sono espulsi dai vomiti o dalla diarrea, essi resteranno nel tubo digerente e provocheranno abbondanza d’irritazione e malesseri.

      Gli alimenti non nutrono a meno di essere digeriti. E devono essere digeriti prima di essere assorbiti. E devono essere assorbiti prima di poter essere assimilati. Infine essi devono essere assimilati prima di poter essere di una qualsiasi utilità per le cellule del corpo. Ora, quando le secrezioni sono assenti, minime o di debole composizione, la digestione non può aver luogo. Allora gli alimenti consumati in queste circostanze costituiscono un fardello su un organismo già indebolito. In questa situazione non v’è che una sola procedura logica, è di digiunare.

      Non si trae alcun piacere né beneficio da un’alimentazione forzata, - niente che dolore e degradazione supplementare dei processi nutritivi. L’astinenza alimentare, ecco ciò che il corpo reclama, anche se un’alimentazione forzata sembra necessaria.

      Il digiuno, se non consiste che nel saltare uno o due pasti, quando si ha la febbre, dolore o sconforto mentale, è una necessità della vita. Nelle condizioni moderne, il fatto di mangiare nel benessere e di astenersi quando non si sta bene, eviterà l’evoluzione di sofferenze più gravi.

      La prostrazione nei malati che soffrono di polmonite, di tifoide, di vaiolo, di febbre gialla, ecc. proviene dal fatto che il corpo concentra tutte le sue forze, tutte le sue risorse e tutta la sua attenzione nel lavoro di resistenza, di espulsione e di riparazione. A questo fine esso sospende tutte le attività da cui può dispensarsi provvisoriamente, finché un lavoro più urgente si svolge.

      Secondo il dottor Jennings, “nel malato acuto i muscoli volontari sono a riposo e non costano niente per il loro mantenimento, salvo una piccola spesa per mantenersi pronti all’azione, quando il loro servizio sarà richiesto. È così che è esercitata l’economia più perfetta nell’appropriazione e nell’uso delle forze vitali.”

      Anche il sistema digestivo è mantenuto in vista di un’azione ulteriore, ma come per i muscoli dello scheletro, la sua azione è sospesa nei malati acuti.

      Al tempo stesso della sospensione dell’attività muscolare stomacale e quella delle secrezioni digestive, abbiamo una sospensione della voglia di mangiare.

      Il corpo d’altronde cerca spesso di vuotare il tubo digerente con i vomiti e la diarrea e si noterà che il benessere del malato acuto è proporzionale allo svuotamento effettuato. Se si dà da mangiare il malessere aumenta.


      IL BAMBINO FEBBRICITANTE

      “ Si osserverà una differenza enorme tra il bambino che è spinto a mangiare con tutti i mezzi e quello che è lasciato digiunare. Quest’ultimo sta meglio dell’altro e dorme la maggior parte del tempo. Quello che mangia geme tutto il tempo, piange, talvolta grida a causa dei suoi malesseri e della sua agonia. Allora, i genitori lo portano sulle loro braccia e fanno i cento passi nella camera, per calmarlo, oppure gli danno un calmante. Come disse Graham, l’irritazione del tubo digerente provoca l’irritazione di tutto il corpo.

      è così che la perdita della voglia di mangiare è uno dei primi sintomi della malattia acuta, febbre tifoide, vaiolo, febbre scarlattina, difterite, ecc. Percorrete tutta la lista e vedrete che uno dei primi sviluppi di queste malattie è la perdita dell’appetito. Ma occorre energia per digerire. Ora, nella malattia, la Natura interrompe la voglia di mangiare e sospende i processi digestivi, per conservare l’energia per i processi più urgenti.


      LA PERDITA DI PESO NEL MALATO CHE MANGIA

      “D’altronde quando si nutre un malato, egli perde altrettanto peso che se non mangiasse.

      Non è questa una prova determinante che l’alimento consumato non è assimilato?

      La perdita di peso in un malato che mangia è la prova che gli alimenti non gli procurano beneficio. Questa perdita di peso è la stessa che se digiunasse. Ma perché allora andare contro la natura che toglie la fame ai malati?

      “Nella malattia acuta, non si ha fame. Quando si ha un’infiammazione grave, molto dolore, febbre alta, ecc. la capacità di digerire scompare e la lingua è molto carica, l’alito cattivo, il gusto della bocca sgradevole, con l’assenza di secrezioni digestive stomacali, la bocca secca, spesso l’infiammazione della bocca con molto muco che vi si riversa, l’assenza di fame. Molto spesso quando si mangia in queste condizioni, gli alimenti sono vomitati immediatamente. In tutti i casi, l’invalido si sente peggio e la sua malattia è prolungata.

      L’astinenza alimentare permette al corpo di accelerare il suo lavoro di escrezione e quando si comincia il digiuno, si nota un aumento immediato dell’eliminazione.

      D’altro lato, l’alimentazione, se anche non è essenzialmente contraria all’eliminazione, potrebbe nel caso di malattia inibire questo lavoro necessario. È certo che l’alimentazione dell’invalido aumenta i suoi malesseri, aggrava i suoi sintomi e spesso esaurisce le sue forze al punto di causare la morte per alcuni casi, che l’astinenza avrebbe salvato.

      è una follia dar da mangiare ai malati acuti, poiché la facoltà di digerire manca in queste circostanze. Gli alimenti mangiati sono vomitati o rigettati in diarrea penosa e in entrambi i casi il malato è spossato da questi processi.

      Altrimenti gli alimenti fermentano e si putrefanno nel tubo digerente aumentando così considerevolmente il suo stato tossico. L’avvelenamento così prodotto è all’origine senza alcun dubbio di parecchie morti inutili.

      Vi sono prove schiaccianti che i malati che si lasciano “morire di fame” si rimettono, mentre quelli che sono rimpinzati fino alla morte sono spesso l’oggetto, in ultima istanza, delle attenzioni del becchino. – Shelton.


      BISOGNA NUTRIRE I FEBBRICITANTI ?

      L’idea corrente è che bisogna nutrirsi per fortificarsi, soprattutto se si è malati o febbricitanti. Che follia!

      “Se un uomo è malato, tutto gli sembrerà amaro al gusto, il minimo rumore lo stranirà come un’agonia e la sua mente sarà confusa. La sua lingua sarà forse coperta di una pellicola gialla o marrone, il suo addome sensibile, un poco di febbre, talvolta vomiti di bile o di muco.

      Secondo la teoria corrente, quest’uomo deve essere alimentato al fine di fortificarlo. Che egli sia agitato, sofferente di nausea e non soltanto senza appetito ma che ha in orrore qualsiasi alimento al punto di vomitarlo se glielo si dà a forza, il suo medico, credendo che egli debba mangiare insisterà affinché egli mangi e si sentirà molto contrariato se il malato non arrivasse a mangiare. Il malato può essere grosso, ma ha bisogno di essere nutrito! L’alimentazione aumenterà i malesseri, la febbre e il gonfiore, ma egli deve essere nutrito!

      Nonostante l’assenza di qualsiasi digestione e di qualsiasi assimilazione, il medico insiste affinché i malati siano fortificati con l’alimentazione. Ora forzare l’alimentazione in tutti quei casi non procura beneficio ai malati ma li indebolisce. Per contro sotto l’influenza di un digiuno razionale, l’organismo è disintossicato, riposato e preparato a ripartire.

      In assenza di qualsiasi fame normale e di qualsiasi potere digestivo, gli alimenti ingeriti si putrefanno e avvelenano l’individuo. Gli invalidi sono nutriti e rimpinzati, nonostante l’impossibilità di digerire e assimilare, in seguito quando saranno uccisi dall’alimentazione, si leggerà sui giornali un bollettino redatto in questi termini: “Il presidente X, o il Deputato Y, aveva una forte vitalità che gli ha permesso di resistere alle devastazioni di una malattia crudele che l’ha attaccato per mesi, davanti all’impotenza di qualsiasi arte medica”.

      Ma il tempo verrà, e più vicino di quando non si creda, in cui il pubblico e il corpo medico si stupiranno che il trattamento attuale non possa più essere qualificato razionale.

      Il fatto che il trattamento attuale non uccida sui due piedi le sue vittime, è l’unica ragione per cui si continua a praticarlo. Se questo modo di trattamento fosse invariabilmente fatale, non sarebbe restato in voga a lungo.

      Quando il presidente Pompidou morì, in Francia, la radio e la televisione dichiararono che egli aveva sopportato la malattia e le sue devastazioni con molto coraggio. “Aveva lottato e resistito coraggiosamente contro la malattia. Il cortisone l’ha stremato avvelenandolo per mesi ma egli fu valoroso fino all’ultimo.”

      Io penso che egli avrebbe avuto coraggio a smettere di fumare, di bere il caffè o di mangiare la carne. Se tutti questi fattori di vita malsana l’hanno deteriorato, la medicina l’ha stremato. Apertamente i medicinali sono stati incriminati nella morte del presidente francese. Il silenzio è stato rotto, il brusio pubblico s’ingrossa di giorno in giorno e si finirà per comprendere il carattere avvelenante dei medicinali e di chi li prescrive. Se l’umanità non si affretta a distruggere la medicina e i suoi scherani, le industrie farmaceutiche la distruggeranno per sempre e più rapidamente della bomba atomica.

      Si può leggere il Dr. S.M. Blandi in Water -Cure Journal del settembre 1857:

      “Nelle malattie acute e infiammatorie, non si darà alcun alimento”.

      Nelle malattie acute, come la difterite, il ristabilimento sopraggiunge in quasi tutti i casi, quando essi non sono inibiti da un trattamento ostruttivo. I sieri non “riescono” che nei casi a durata limitata.

      Al riguardo dell’influenza il dottor Tilden consiglia

      “aria pura giorno e notte e niente alimenti – neanche succo d’arancia. Sette o otto giorni basteranno per rimediare ad un tal caso, se esso non è ucciso con gli alimenti o con i medicinali.”

      L’esperienza del dottor Weger su ciò che concerne la scarlattina si accorda con quella del dottor Shelton, cioè “che questa malattia scompare allo stesso modo e invariabilmente quando si istituisce il digiuno.”

      “I medici si accordano spesso a favorire il digiuno nella dissenteria, ma essi non sono pronti a dare fiducia alla natura in tutti i casi. Essi accetteranno il digiuno come uno dei rimedi, ma quando si domanda loro quali sono gli altri rimedi, citano le purghe, l’oppio, ecc. che sono nondimeno falliti.


      GLI ANIMALI DIGIUNANO

      “È ben noto che gli animali digiunano quando sono gravemente feriti. La testimonianza di tutti coloro che hanno digiunato in seguito ad una frattura conferma l’assenza di dolore e il benessere fin dall’inizio, mentre la cicatrizzazione si persegue più velocemente che se si mangiasse.

      In tutti i casi di malessere, l’alimentazione aumenta tali malesseri, mentre il digiuno li diminuisce. Ora, il benessere e l’assenza di dolore che derivano dal digiuno possono essere classificati come i suoi principali risultati.

      L’uomo è il solo animale che mangia quando è malato. Ora, un’alimentazione continua quando non si sta bene, nella febbre o nel dolore, costruisce la malattia cronica.

      Una delle leggi più rigide della natura selvaggia comanda di “non mangiare mai in caso di malattia.”. Ma l’uomo rigetta questa regola fondamentale di tutte le vite animali e cerca di “nutrirsi per fortificarsi e costruire una resistenza”. Costruire una resistenza contro che cosa, dunque? Se l’alimentazione costruisce la resistenza, come mai le persone ben nutrite sono cadute malate per prime?

      Il digiuno è impiegato universalmente nel mondo animale in caso di malattia acuta e di ferita. È lo stesso indicata universalmente nelle medesime condizioni nell’uomo. È una falsa educazione che ci porta a pensare che in caso di malattia acuta bisogna mangiare.

      L’idea di alcuni anni fa, secondo la quale i malati dovrebbero avere una dieta ricca di calorie e concentrata in proteine è errata. Né le calorie, né le proteine saranno digerite e assimilate. Il digiuno è la sola procedura logica.”


      COME INTERROMPERE IL DIGIUNO DOPO UNA FEBBRE?

      Shelton raccomanda di proseguire il digiuno due o tre giorni dopo che la febbre è caduta. Poi di interrompere con un succo di frutta. Se si interrompe prima, la febbre ritorna.

      Disgraziatamente, quando la febbre cade, i malati non hanno la pazienza di proseguire ancora il digiuno per alcuni giorni. Lo interrompono e ridiventano febbricitanti! Allora sono costretti a rimettersi di nuovo a digiuno. È quello che mi è successo molto tempo fa, in un circolo vizioso senza fine, che durò settimane.

      Infatti la febbre cade quando il livello di tolleranza tossiemica è raggiunto. Ma a questo livello, la tossiemia è ancora molto grande nell’organismo. Occorre una disintossicazione più profonda perché il processo della febbre non si scateni di nuovo.

      Ecco perché io raccomando ai febbricitanti di non tagliare il digiuno con dei frutti o i loro succhi, a causa dello zucchero e degli acidi.

      Dal momento che la febbre scende a 36°C - 36,5°C, prendere un brodo caldo di ortaggi, tre o quattro volte il giorno. Ciò per uno o due giorni. Il terzo giorno si può consumare una minestra di ortaggi, al posto del brodo. Il quarto giorno, si possono reintrodurre i frutti.


      OCCORRE UNA DIAGNOSI?

      è necessario chiamare il medico fin dall’apparizione della febbre al fine di avere una diagnosi? No, è un errore frequente di chiamare il medico per avere una diagnosi medica, anche se non si conta di seguire le prescrizioni e le ricette.

      Affibbiare un nome alla malattia, non può servire che a sbigottire e a spaventare. E le analisi e i test? Essi non sono di alcuna utilità e fanno più male che bene. Essi costituiscono un mezzo di pressione, cosiddetta scientifica, per portare i malati a seguire il trattamento medico.

      Disgraziatamente la maggioranza di quelli che hanno abbandonato e non credono alla medicina, hanno conservato tutta la loro fiducia nella diagnosi. È un errore. La diagnosi medica non ha alcun valore. Il dottor Roger Dalet l’ha spiegato bene nel suo libro “Les menzogne de la médecine”. Ne ho tratto pagine e pagine nel mio libro “Il gulag dell’AIDS” al quale bisogna riferirsi.

      L’importante è di cercare le cause e non di dare un nome a un gruppo di sintomi. Ora, la diagnosi non ha per scopo di cercare la causa. Neanche le analisi possono indicare la causa. Tutte le diagnosi, tutte le analisi e tutti i test non conducono che a un solo obiettivo: palliare i sintomi. Il loro solo scopo è il trattamento sintomatico.

      La diagnosi finisce per impressionare i più esitanti facendo loro paura e facendo luccicare davanti ai loro occhi sbalorditi termini medici oscuri, apparecchi di laboratorio mirabolanti, formule scientifiche, allora i malati finiscono per cedere.

      Ma i sintomi non devono essere combattuti.

      Infine, se si ha bisogno di un certificato medico per giustificare un’interruzione del lavoro, allora si chiamerà di preferenza un medico omeopatico. Ma bisogna ben precisargli che siete contrari agli antibiotici, poiché perfino gli omeopatici ne prescrivono!


      LA STORIA DI UN BAMBINO FEBBRICITANTE

      Dalla Tunisia mi arriva una lettera espresso. È un professore francese che mi scrive:

      “Lei ha salvato mia figlia una decina d’anni fa, e ora è a riguardo di mio figlio che Le invio questo S.O.S.

      Da una decina di giorni ha una febbre leggera, che non sembra affatto procurargli fastidio, e continua a vivere come d’abitudine, corre, gioca, mangia, ecc. I medici consultati sembrano incapaci di diagnosticare la malattia. abbiamo un appuntamento con due grandi professori che vogliono provare entrambi a concertarsi e dare il loro verdetto…”

      La mia risposta immediata fu la seguente:

      Annullate immediatamente l’appuntamento con tutti quei professori e medici. Non cercate un diagnosi, è peggio che inutile. È una strada scivolosa e piena di tranelli inconfessati, che vi condurrà attraverso le minacce e la paura al trattamento medico che voi rifiutate. Instaurate subito un digiuno all’acqua, a rigore, con un bordo caldo di ortaggi se vostra moglie si oppone al digiuno totale. Nient’altro.

      Due settimane più tardi ricevo una lettera dal medesimo adepto

      “Lei ha salvato mio figlio. Si è rimesso totalmente. Abbiamo annullato gli appuntamenti con tutti i medici. Le sono pieno di riconoscenza e di gratitudine. Tuttavia la malattia che questi medici hanno qualificato come rara, non abbiamo saputo che cosa fosse.”

      Il ristabilimento del loro figlio non è loro bastato! I medici erano riusciti ad accattivare l’immaginazione dei genitori al punto di imprigionarli mentalmente. Ora, bisogna disfarsi dell’idea della diagnosi. Sarà forse anche utile non usare il termometro se ciò drammatizza le cose nella mente del bambino.

      La madre può toccando con le proprie labbra la fronte dei suoi piccoli apprezzare la loro temperatura, senza bisogno di un termometro.


      COME DIGIUNARE?

      Un altro caso istruttivo vi spiegherà la causa del fiasco del digiuno in alcuni casi che non rispettano un certo imperativo.

      “Io avevo la febbre, mi ha detto un’amica, ho digiunato parecchi giorni, ma siccome la febbre non cadeva ho dovuto prendere dei cachet per farla cadere. Il digiuno non mi ha guarita.

      In quali condizioni hai digiunato?

      Ho continuato a seguire i miei corsi di medicina in facoltà, poiché non potevo assentarmi.

      Ecco ciò che è chiaro e limpido. La stanchezza e il freddo non sono condizioni propizie al digiuno. Digiunare pur lavorando non darà mai dei buoni risultati. Bisognava mettersi a letto e tenersi al caldo, con una borsa calda ai piedi, se necessario. Era chiedere troppo a una giovane studentessa di 22 anni, agitata, nervosa e che non aveva capito niente, malgrado avesse digiunato presso di me, a letto, per tre settimane. Gli ospedali mantengono i loro malati a letto, perché i digiunatori non restano anch’essi a letto?

      Un altro errore molto frequente tra i miei digiunatori consiste nel prendere succhi di frutta mentre hanno la febbre. Ora il succo di frutta contiene molti zuccheri e acidi, i quali mantengono la febbre e la prolungano considerevolmente. I frutti sono alimenti molto nutrienti. L’acqua è il solo liquido permesso durante la febbre, ma se l’ambiente è troppo ostile, ammetto a rigore un brodo caldo, molto chiaro di ortaggi finemente tagliati. Ma bisogna sapere che col brodo il ristabilimento sarà più lungo che con l’acqua pura.


      LA FEBBRE FORTE

      Alcuni sono spaventati quando la febbre supera i 40°C. Essi temono che una febbre forte sia un pericolo per la vita. Chiamano un medico d’urgenza. Accettano tutti i trattamenti prescritti, fanno tutte le analisi richieste.

      Bisogna sapere a questo riguardo che il corpo non si suicida. La febbre è un processo del tutto naturale che la natura, instaura, scatena per bruciare gli scarti. La natura mette in atto un processo in tutta sicurezza e con efficacia.

      Più la febbre è elevata, più la vitalità è grande.

      Ne consegue dunque che la febbre è un segno di grande vitalità. La febbre, anche molto alta, non comporta mai alcun pericolo. Il vero pericolo consiste nel contrariare la febbre, nel combatterla, nel volerla abbassare a qualsiasi prezzo, nell’uscire per lavorare, nel freddo, nello stancarsi.

      Lasciatela a sé stessa, la natura è maternamente buona, a condizione ovviamente di badare ai bisogni elementari del malato: calore, acqua da bere a volontà, tranquillità. Gli incidenti sono sempre provocati dai medicinali e dall’alimentazione. I processi della Natura, tra cui la febbre, non sono mai dannosi.


      COME AIUTARE LA NATURA?

      D’altra parte sarebbe spocchioso voler aiutare la natura fornendole elementi di cui essa non ha bisogno.

      Tutti i trattamenti e tutti i rimedi sono inutili e nocivi. La natura non ha bisogno di aiuto attivo. Essa ha bisogno di aiuto passivo: riposo, calma, acqua, restare a letto. La natura agisce efficacemente quando questi fattori sono assicurati. Tutto il resto ostacolerà la sua azione salutare. La febbre è il processo più rapido e prezioso della natura, in vista del ristabilimento.


      LE ECCEZIONI

      Ho avuto due o tre casi in cui la febbre era presente. Col digiuno era diminuita, senza sparire totalmente. Il soggetto, in quel momento, nonostante una debole febbre si sentiva molto bene, con la mente chiara, energia abbondante, attività normale. Il paziente non aveva mal di testa, né indolenzimenti, né stanchezza, né alcun malessere fisico o mentale.

      Io ho ordinato un brodo caldo di ortaggi durante la giornata. La febbre scomparve.

      Un altro caso drammatico terminò con la morte del malato. Si trattava di una giovane donna di 37 anni che soffriva di una febbre irregolare accompagnata da un dolore alla milza e da un gonfiore di questo organo, accompagnati da una prostrazione totale. In capo a 7 giorni di digiuno ella morì. Malgrado due anni di regime vegetariano rigoroso il cancro della milza non poté essere eliminato. La febbre irregolare è un sintomo nefasto, come il dolore e il gonfiore nell’addome. Lo scoppio di un ascesso mortale comanda un’operazione urgente. Il digiuno e l’operazione non salveranno che alcuni casi, non tutti.


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      Avvertenza


      Affinché la gente possa scoprire questo scomodo ma validissimo ed economico metodo di cura, ho trascritto in apposite pagine di questo blog la mia traduzione di quattro della ventina di libri scritti dell’eminente igienista francese Albert Mosséri, il quale non era solo un teorico, ma metteva in pratica nella sua casa di cura il risultato dei suoi studi restituendo la salute a migliaia di malati, magari considerati incurabili dalla fanfarona medicina ufficiale.


      Avevo messo i link per saltare alle varie parti di ogni pagina e funzionavano, ma ben presto ho dovuto toglierli, probabilmente perché questo blog dà fastidio alla lobby medico - farmaceutica e qualche suo compare, deve aver fatto in modo che i link, oltre a non funzionare più, producessero anche l’errore 404, NOT FOUND, causando così l’uscita dal blog.


      Pertanto, per andare alle varie voci occorrerà trascinare la barra di scorrimento o usare Pagina Giù magari dopo aver cliccato sul testo di questa pagina.


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