la-salute-con-gli_alimenti_compatibili-riassunto

Fu verso l’inizio del XX° secolo che il dottor Hay, medico americano, scoprì l’esistenza delle compatibilità alimentari. Fu il primo a fare delle ricerche, in questo campo fino ad allora sconosciuto.

Nessuno sospettava l’esistenza di incompatibilità alimentari dovute a certe cattive mescolanze. Egli studiò la concordanza di ciascun alimento con tutti gli altri, ad uno ad uno.

Così, per esempio, egli cominciò con le mele e cercò di scoprire se erano compatibili, dal punto di vista digestivo, con le pere, le arance, le patate, il pane, la carne, le uova, e così di seguito, con tutti gli alimenti.

Dopo il dottor Hay, Shelton fece uno sforzo considerevole per mettere a punto delle regole portanti sulle combinazioni, basandosi per quanto possibile, sulla fisiologia della digestione.

In questo libro, l’autore ha semplificato questo studio, limitandolo ai soli alimenti specifici alla nostra specie. Ha tentato di definire delle regole semplici, poco numerose, alla portata di tutti, essendo il suo scopo la ricerca della salute naturale.



22/02/19


LA SALUTE CON GLI ALIMENTI COMPATIBILI


di

Albert Mosséri


INDICE


CAPITOLO 1: ATTENDIAMO LA FAME ED ELIMINIAMO I PASTI A ORARI FISSI

IMPARARE AD ASCOLTARSI

EVITARE LA STIMOLAZIONE

EVITARE ANCHE LA SIMULAZIONE

LE CONTRAZIONI GASTRICHE

UNA SENSAZIONE DELIZIOSA

QUANDO SI AVVERTONO I PROPRI ORGANI

BISOGNA SCEGLIERE IL MOMENTO MIGLIORE

COME FARE PER AVER FAME?


CAPITOLO 2; SCOPERTA DELLE COMBINAZIONI ALIMENTARI

UNO STUDIO LIMITATO AGLI ALIMENTI SPECIFICI

COME FARE DELLE DEVIAZIONI

CIO’ CHE HA FALSATO LE OSSERVAZIONI DI SHELTON


CAPITOLO 3: COME SI NUTRONO GLI ANIMALI NELLA NATURA

L’OPOSSUM

IL PICCIONE

L’UOMO DI ALTRI TEMPI

IL MENU’ EQUILIBRATO: UN MITO

UN SOLO ALIMENTO A PASTO?


CAPITOLO 4: LA DIGESTIONE

NELLA BOCCA

NELLO STOMACO

I GRASSI COMPLICANO LA DIGESTIONE

LE FRITTURE

NEL DUODENO

NEL DIGIUNO

UNA CATENA PROGRESSIVA

PROCESSI INVOLONTARI


CAPITOLO 5: ATTENZIONE AI MISCUGLI INDIGESTI

COME SAPERE SE TALE MISCUGLIO E’ INDIGESTO?

LE TESTIMONIANZE

I DIGESTIVI


CAPITOLO 6: GLI ATTARDATI DEL REGIME COMPATIBILE

A QUELLI CHE VOGLIONO DEFILARSI

I PRETESTI FUTILI

NON CONFONDERE DIGESTIONE E METABOLISMO

ALTRE OBIEZIONI.

IL MISCUGLIO AMIDO/AMIDO

IL MISCUGLIO FRUTTA/PANE

IL MISCUGLIO PROTEINE/FARINACEI

GLI SCIENZIATI ATTARDATI

VI SONO DEI LIMITI ALLE CAPACITA’ ENZIMATICHE DELLO STOMACO


CAPITOLO 7: FECI INODORI

I TEMPI DELLA DIGESTIONE

DIARREA O VOMITO? E’ SECONDO LA VOSTRA SALUTE, BUONA O CATTIVA

LE MESCOLANZE

E I FISIOLOGI?


CAPITOLO 8: ESPERIENZA SUI MALATI CON GLI ALIMENTI COMPATIBILI


CAPITOLO 9: LE COMBINAZIONI NATURALI

LA SPECIFICITA’ ALIMENTARE PREVALE SULLA LORO COMPATIBILITA’

GLI ALIMENTI RICCHI DI PROTEINE FALSANO IL PROBLEMA

COMBINAZIONE DEGLI ALIMENTI PROTEICI

DIGESTIONE DELLE COMBINAZIONI NATURALI


CAPITOLO 10: ESPERIMENTI DI LABORATORIO

LA DIGESTIONE SALIVARE DEI FARINACEI

QUATTRO ESPERIMENTI

LA MASTICAZIONE

GLI ALIMENTI CHE SAZIANO: ZUPPE, MUESLI, PIZZA.

LO ZUCCHERO INTERROMPE LA PRODUZIONE DI PTIALINA.

LE QUATTRO REGOLE PER I FARINACEI

GLI SCIENZIATI SI DEFILANO


CAPITOLO 11:

L’ACETO, LE SALAMOIE, I CRAUTI, E I CETRIOLINI SOTT’ACETO

GLI ACIDI CONTRO I FARINACEI

L’ALCOL E I SOSTITUTI DEL LIEVITO


CAPITOLO 12: IL CAFFE’, IL TE’ E IL SALE


CAPITOLO 13: LA CIPOLLA, L’AGLIO, LO SCALOGNO E LA MOSTARDA


CAPITOLO 14: I CONDIMENTI, LE SPEZIE E GLI AROMATICI

UN’ESPERIENZA PERSONALE


CAPITOLO 15: I FARINACEI

I GRANDI FARINACEI CONCENTRATI

I FARINACEI MEDI

I PICCOLI FARINACEI

I COMPLEMENTI ALIMENTARI


CAPITOLO 16: LA FRUTTA FRESCA

LA MONOTONIA NELLA NATURA

I SUCCHI

LE BANANE

LA FRUTTA ACIDA

BISOGNA SBUCCIARE LA FRUTTA?

LE COMPOSTE

LA MESCOLANZA FRUTTA/CRUDEZZE

LA MESCOLANZA FRUTTA/ORTAGGI

L’INDIGESTIONE PARZIALE

LE TARTINE ALLA FRUTTA

LA FRUTTA CON LO YOGURT

IL MISCUGLIO FRUTTA FRESCA/SECCA DOLCE

IL MISCUGLIO FRUTTA/LATTE

I FRUTTI FRESCHI

COMPATIBILI CON: --------------------- INCOMPATIBILI CON:


CAPITOLO 17: LO YOGURT NATURALE

RICETTA

CON LO YOGURT

ALIMENTI COMPATIBILI: ------------ ALIMENTI INCOMPATIBILI:


CAPITOLO 18: LE VERDURE E LE CRUDEZZE

CONDIMENTI

PROIBITI: ----------------------------------- PERMESSI

L’INSALATIERA DI CRUDEZZE

LA PRESENTAZIONE DELLE CRUDEZZE: UN ESEMPIO EDUCATIVO PER I BAMBINI

LE CRUDEZZE

COMPATIBILI CON:------------------------INCOMPATIBII CON:


CAPITOLO 19: LA CARNE, IL PESCE E IL PANE

MALATTIE PROVOCATE DALLA CARNE

MALATTIE PROVOCATE DAL PANE E DAI CEREALI


CAPITOLO 20: GLI ORTAGGI E LE RADICI SEMI - COTTE

LISTA DEGLI ORTAGGI ------------------------------ LISTA DELLE RADICI

GLI ORTAGGI COTTI E LE PATATE

COMPATIBILI CON: -----------------------------INCONPATIBILI CON.


CAPITOLO 21: METODO DI COTTURA

LE FRITTURE

ORTAGGI CORIACEI --------------------------- ORTAGGI TENERI


CAPITOLO 22: QUALE PENTOLA UTILIZZARE


CAPITOLO 23: LE NOCI VARIE

NOIE PROVOCATE DALLE NOCI VARIE


CAPITOLO 24: I FORMAGGI

FORMAGGI

FERMENTATI --------A PASTA COTTA ---- BIANCO FRESCO


CAPITOLO 25: LA SEPARAZIONE DEGLI ALIMENTI NELLO STOMACO


CAPITOLO 26; LA FRUTTA SECCA DOLCE

LISTA DELLA FRUTTA SECCA DOLCE

I DATTERI

L’UVA SECCA

LE BANANE ESSICCATE

I FICHI SECCHI E LE ALBICOCCHE SECCHE

QUANDO MANGIARE I FICHI SECCHI DOLCI

IL PIATTO DI CRUDEZZE DISSEMINATO DI FRUTTA SECCA.

DESSERT, MA DOPO UN INTERVALLO

PER I BAMBINI

I FRUTTI SECCHI DOLCI

COMPATIBILI CON: ---------- INCOMPATIBILI CON:


CAPITOLO 27: IL LATTE

IL LATTE

COMPATIBILE CON: --------INCOMPATIBILE CON:


CAPITOLO 28: IL MELONE E IL COCOMERO


CAPITOLO 29: LE SCAPPATELLE FATIDICHE E INCOMPATIBILI

IL VINO, LA BIRRA, ECC.

IL CAFFE’, IL TE’, IL CACAO

LE TORTE, IL CIOCCOLATO, I DOLCIUMI

LE VIVANDE CONSERVATE SOTTO SALE, LE SOSTANZE SPEZIATE.

I FORMAGGI, LA CARNE, IL PESCE, LE UOVA, I LEGUMI

IL PANE, IL RISO, LE PASTE

TABELLA DELLE SCAPPATELLE INCOMPATIBILI


CAPITOLO 30: L’IMPORTANTE E L’ACCESSORIO


CAPITOLO 31: GLI ALIMENTI CHIMICI

ANZITUTTO, VERIFICATE SE L’ALIMENTO E’ SPECIFICO


CAPITOLO 32: L’INTERPRETAZIONE DEI SINTOMI QUANDO SI CAMBIA REGIME

BUONO O CATTIVO?


CAPITOLO 33: IL SISTEMA IGIENISTA

LA NOSTRA APPARTENENZA BIOLOGICA

LE MALATTIE ACUTE

LA SCIENZA IGIENISTA


CAPITOLO 34: I VELENI NEGLI ALIMENTI NATURALI


CAPITOLO 35: LE NOCI VARIE


CAPITOLO 36: QUALI ALIMENTI PER I MUSCOLI

LA DISTRUZIONE CELLULARE NEGLI ATLETI

DA DOVE TRARRE LE PROTEINE

GLI ALIMENTI AZOTATI UTILI

LA FORZA DELL’ORANGO

LA PERCENTUALE DELLE PROTEINE

LEGGIAMO TRA LE RIGHE …

TABELLA DELLA COMPOSIZIONE PROTEICA DEGLI ALIMENTI FRESCHI E SECCHI

ORTAGGI, VERDURE E CRUDITA’

VARIE

TABELLA GENERALE DEGLI ALIMENTI COMPATIBILI SPECIFICI

IL REGIME IDEALE CONFORME ALLE LEGGI DELLA NATURA

RICETTE - CONSIGLI




CAPITOLO 1 ATTENDIAMO LA FAME ED ELIMINIAMO I PASTI A ORARI FISSI


A che cosa serve conservare delle pere per la fame, se non si è saputo, con l’igiene, conservare la fame per le pere?

Il termine "fame" è utilizzato per designare due cose differenti:

1) uno stato di privazione, di carestia, di povertà, di mancanza. E’ evidente che questo stato porta alla denutrizione, a diverse malattie, da carenze, malattie che non esistono nei paesi dove regna l’abbondanza.

2) uno stato in cui l’individuo sente il bisogno di mangiare. E’ l’espressione di un istinto normale, che è il riflesso di una vita sana e vigorosa.

La fame dovrebbe assumere il posto di guida, di fronte alle nostre abitudini alimentari, invece di essere assente: essa ci avverte di questa necessità alimentare.

Senza di essa, noi navigheremmo come una nave senza bussola, alla mercé degli scogli e degli incidenti, poiché altrimenti diamo al corpo degli alimenti nel momento in cui non ne ha bisogno ed essi finiranno per opprimerlo.

La fame, anche, è la nostra sola garanzia per fornire, nel momento propizio, quello di cui l’organismo ha bisogno. E’ una guida preziosa. Bisogna cercarla, non sopprimerla. Seguiamola e rispettiamo i suoi ordini. Ne saremo ricompensati.


IMPARARE AD ASCOLTARSI

Noi dobbiamo imparare ad ascoltarci, e a interpretare correttamente le nostre sensazioni, poiché potrebbero essere inaffidabili, se pervertite, o depravate.

Per esempio, i fumatori apprezzano difficilmente il sapore dei frutti, perché il tabacco ha affievolito il loro naturale istinto dell’olfatto.

Un altro esempio, è quello di chi ha lo stomaco irritato dagli alimenti azotati, dalle spezie forti, dal caffè, dal vino, e immagina di avere fame.

Bisogna dunque saper riconoscere la vera fame dalla falsa fame, di cui verremo a dare un primo esempio.

Bisogna pazientemente apprendere il linguaggio delle nostre diverse sensazioni, come abbiamo fatto per apprendere l’inglese o il tedesco.


EVITARE LA STIMOLAZIONE

Bisogna evitare di ingannare sé stessi, usando uno stimolante, fosse esso anodino.

In effetti, la stimolazione è una chimera, un’illusione.

Con una tazza di caffè, al risveglio, ci s’immagina di ritrovare le forze, di svegliarsi, quando le si esaurisce.

Con il pepe, il sale, s’immagina di avere fame, quando queste sostanze ci avvelenano e forzano l’organismo a difendersi, con secrezioni acquose che non hanno niente a che vedere con i succhi digestivi.

Con i lassativi, si dà una sferzata agli intestini, si forzano ad agire, ciò che li indebolisce maggiormente, al posto di cercare le cause (il pane, i cereali e il formaggio).


EVITARE ANCHE LA SIMULAZIONE

Non cercare di simulare le funzioni naturali, quando esse tardano a manifestarsi, con mezzi ingannevoli e nocivi.

La diarrea provocata dai lassativi non ha niente a che vedere con una peristalsi normale, che dà delle feci normali. Nel primo caso le feci sono molli, nauseabonde, enormi, precedute da gas. Nel secondo caso, esse sono modellate, inodori, poco abbondanti.

Il torpore provocato dai sonniferi non ha niente a che fare con un sonno normale, riparatore:

la stimolazione del caffè non ha niente a che vedere con lo stato euforico normale che deriva da un’energia abbondante;

e infine la falsa fame - provocata con l’uso dei condimenti - non ha niente a che vedere con la fame vera che riflette una richiesta effettiva dell’organismo per del nutrimento.


LE CONTRAZIONI GASTRICHE

Certuni avvertono delle contrazioni dello stomaco, a intervalli regolari, cioè nelle ore dei pasti abituali.

Tuttavia, secondo il maestro igienista Shelton, alcuni fisiologi hanno constatato che tali contrazioni si possono avere anche introducendo un corpo estraneo, ad esempio un palloncino gonfiabile dall’esterno nello stomaco di un animale: esse sono dovute allo sforzo di espellere il corpo estraneo. Inoltre, la fame si poteva avere anche senza tali contrazioni.

Comunque, secondo lui, la fame si dovrebbe studiare nelle persone sane, non nei laboratori, ma piuttosto nei digiunatori assistiti da igienisti esperti.


UNA SENSAZIONE DELIZIOSA

Mosséri, aveva seguito circa tremila digiuno, al momento di scrivere questo libro, e affermava che talvolta la fame si fa sentire con un vuoto allo stomaco, poi essa sale nell’esofago e nella bocca, che si dilatano e si riempiono di saliva proveniente dalle ghiandole che ai due lati, sotto la lingua. Non si prova niente di doloroso, né mal di testa, né niente di penoso. E’ piuttosto una sensazione piacevole e deliziosa.

Al contrario, le sensazioni spiacevoli o dolorose dello stomaco, o alla testa, crampi, morsi di stomaco, i punti dolorosi, i crampi allo stomaco, tutti questi sintomi non sono dei segnali di fame, ma dei sintomi di gastrite, ovvero di infiammazione e congestione delle mucose gastriche, provocate dalle sostanze irritanti (pepe, sale, condimenti, caffè, vino), o dall’indigestione alimentare.


QUANDO SI AVVERTONO I PROPRI ORGANI

Una persona in buona salute non sentirà il suo fegato, né il suo stomaco, né il suo colon, né alcun organo del suo corpo. Dal momento che diviene cosciente di un organo qualunque, questo dimostra che c’è una congestione in quel posto: irritazione, richiamo di sangue, tossiemia, eliminazione, come aveva scritto Graham, uno dei pionieri dell’Igienismo, in Lectures on the Science of Human Life.

Tali sintomi sparirebbero astenendosi dal mangiare per qualche ora, fino a qualche giorno, raramente di più. Infatti, un paziente che aveva sofferto per sette giorni consecutivi, di bruciori atroci nello stomaco e all’esofago, si astenne dal mangiare, si riposò e tutto si sistemò al temine di questi sette giorni.


BISOGNA SCEGLIERE IL MOMENTO MIGLIORE

Colui che mangia senza avere fame, non avrà una digestione altrettanto buona di chi mangia con fame. Colui che trangugia sandwich in fretta non ne trarrà gran profitto, poiché il sandwich passerà in gran parte l’indomani, in feci abbondanti, molli, nauseanti e con del gas.

Bisogna mangiare sereni, non in collera o con la paura, preoccupati o ansiosi, agitati, in disputa, stato di affaticamento, febbricitanti o sofferenti, altrimenti gli alimenti non verranno mai a contatto degli enzimi.

Quando si gustano gli alimenti, questo favorisce la loro digestione. E’ essenziale che il cibo ci procuri un vero piacere.

Tuttavia, non si sa che la precipitazione, la fretta, la febbre, il dolore, sono un ostacolo alla digestione, e che non bisognerebbe mangiare durante questi momenti.

Sfortunatamente anche, i festini ci procurano molto piacere, piuttosto mentale che fisico, per le diverse portate, i numerosi gusti, i piatti delicati preparati, come per la compagnia piacevole, ma bisogna cercare di approfittarne al massimo senza pagare un prezzo troppo alto ingozzandosi ma limitando al minimo le degustazioni.

Infine parlare lungamente mangiando impedisce la buona masticazione: è una cattiva abitudine che bisogna bandire.


COME FARE PER AVER FAME?

Quando non si trova la più alta soddisfazione da ciò che si mangia, si deve digiunare, fino a quando non si sarà capaci di trovare tale soddisfazione.

Bisognerebbe aggiungere che esiste un limite pericoloso al digiuno che solo un igienista professionista competente può riconoscere.

Sfortunatamente, il meccanismo della fame è rovinato nelle persone malate. Per tale motivo è meglio ricorrere alla stabilizzazione del peso per tre giorni a due riprese. Quando si fa seguire un tale digiuno da un regime di eliminazione, la fame finisce per sbocciare come una rosa tardiva.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 2 SCOPERTA DELLE COMBINAZIONI ALIMENTARI


Era verso l’inizio del nostro ventesimo secolo che il dottor Hay, medico americano, aveva scoperto la questione delle combinazioni alimentari. Fu il primo a fare delle ricerche in questo ambito fino ad allora sconosciuto. Nessuno, prima di lui sospettava dell’esistenza delle incompatibilità alimentari, dovute a certe cattive mescolanze. Egli studiò, o piuttosto cercò di studiare la concordanza di ogni alimento con tutti gli altri, uno per uno.

Egli arrivò infine, alla conclusione che bisognava separare gli alimenti azotati (carne, noci, formaggi, …) dai farinacei (pane, patate, …).

Dopo il dr. Hay, venne Shelton il cui pensiero fu metodico.

Davanti all’immensità del compito e per spianare il terreno incolto lasciato dal suo predecessore, egli semplificò questo studio raggruppando gli alimenti secondo la loro categoria.

Così, egli raggruppò i frutti acidi insieme, i semi-acidi insieme, e i frutti dolci a parte. Lo studio divenne più facilitato in tal modo, ma bisogna riconoscere che sussisteva ancora un certo margine di errore, poiché esistono delle differenze anche notevoli tra le varie specie di uno stesso frutto.

Mosséri, a sua volta, limitava lo studio ai soli alimenti specifici alla specie umana.

Invece, Shelton pur non avendo mai servito, nella sua casa di cura, né carne, né pane, né cereali, li ha menzionati nel suo studio sulle combinazioni, ed è questo che ha indotto in errore tutti i suoi lettori e alcuni si sono serviti delle sue opere per raccomandare un regime dissociato, a base di carne, con l’intento di dimagrire. Non era lo scopo di Shelton.


UNO STUDIO LIMITATO AGLI ALIMENTI SPECIFICI

Secondo Mosséri, non avrebbe senso parlare di combinazioni alimentari a proposito di alimenti - come carne, pane, anche integrale, cereali pure integrali, condimenti, cottura al burro, fritture, formaggi fermentati, zucchero, magari grezzo, sale anche marino, olio raffinato, miele, latticini zuccherati - che sono la seconda causa di malattia per la specie umana. La prima è costituita dai veleni diversi, dalle medicine, e dai vaccini.)

Quando ci si nutre di alimenti specifici, destinati all’uomo, come la natura ce li presenta, allo stato crudo o quasi, non si dovrebbero commettere gravi errori, salvo quando se ne abusa. Si è presto saziati prima di poterne abusare, a meno di passare sopra alle ingiunzioni dell’istinto.


COME FARE DELLE DEVIAZIONI

Noi non tolleriamo il consumo della carne ma permettiamo che se ne mangi raramente come eccezione quando si è invitati, o nei week-end. A quel punto se si vuole sapere come combinarla diremo: "nessuna importanza!"

Quando si vuole fare una deviazione, perché cercare di renderla meno nociva? Ci si sentirebbe così la coscienza pulita, e si mangerebbe maggiormente del frutto "proibito".

Ho sempre consigliato a coloro che volevano prendere un gelato, di acquistarlo nella pasticceria più vicina, senza tener conto degli ingredienti, altrimenti si avrebbe la tendenza a credere che non è così nocivo, dopo tutto il male che ci si è fatti, e se ne mangerebbe maggiormente e più spesso.


CIO’ CHE HA FALSATO LE OSSERVAZIONI DI SHELTON

Ciò che ha falsato le osservazioni di Shelton nell’ambito delle compatibilità alimentari come in molti altri, è il consumo delle diverse noci.

In effetti, questi alimenti che il gorilla, nostro parente prossimo, evita, distruggono talmente il potere digestivo, che tutte le carte sono confuse, le osservazioni smussate. La loro digestione è molto difficile, almeno 4 ore, e l’indomani le feci sono nauseabonde, abbondanti, maleodoranti, ciò è la prova dell’indigestione. Ecco perché le ragioni che Shelton invoca nelle cattive combinazioni sbagliate delle noci, Mosséri le attribuiva alle noci, non a quelle combinazioni.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 3 COME SI NUTRONO GLI ANIMALI NELLA NATURA


L’OPOSSUM

Si tratta di un genere di mammifero dell’America, la cui femmina possiede sotto il ventre una tasca, che si chiama sariga. Questo animale carnivoro non fa miscugli quando mangia la carne o i frutti.

Il consumo di miscugli complicati di alimenti non si incontra nella natura. Non solamente gli animali si attengono, strettamente, agli alimenti ai quali sono costituzionalmente adattati (quelli, precisiamolo, per i quali le loro secrezioni e i loro processi digestivi sono specialmente costituiti), ma essi si astengono dal mescolarli.

Così il carnivoro limita il suo pasto alla carne. Non mescola mai la carne alla frutta, al pane, né alle patate.

L’opossum si nutre di alimenti carnei e ama molto il frutto del cachi, ma non mescola questi alimenti.


IL PICCIONE

Quando era all’Università, un ricercatore si era interessato a una controversia che imperversava, nelle riviste di agricoltura.

Certuni dicevano che i piccioni erano gli amici del colono, poiché essi divoravano gli insetti e non mangiavano i suoi semi. Condannavano quelli che li uccidevano.

Cionondimeno lui non aveva mai ucciso un piccione che non avesse, nel suo gozzo, pieno di semi, e niente che questi.

Egli non aveva mai trovato insetti, mescolati ai semi, tanto da pensare di aver acchiappato i piccioni nel momento sbagliato della giornata.


L’UOMO DI ALTRI TEMPI

Quanto all’uomo, egli mescola gli alimenti da dovunque essi provengano.

Essendo così, egli pensa che un tale miscuglio di alimenti disparati è digerito così veloce e così bene, nel suo stomaco, quanto il regime della tigre lo è nello stomaco del montone.

Perché dobbiamo attenderci che le vie digerenti dell’organismo umano siano capaci di elaborare simili miscugli?

Si è affermato che le vie digestive umane normali hanno fronteggiato simili miscugli per secoli, "senza un sospiro". Ma le abitudini attuali dell’alimentazione non sono vecchie di parecchi secoli. I pasti dell’uomo fino a poco tempo fa, comprendevano due o tre alimenti ed erano molto semplici. Con parecchie eccezioni notevoli, anche i pasti delle classi agiate sono stati semplici, comparati alle pratiche alimentari dei nostri giorni.

Noi sappiamo, con l’esperienza di tutti i giorni, che i pasti semplici sono i più facili da digerire.

Al contrario, il bicarbonato di sodio o un altro equivalente sono il nostro dessert favorito e spendiamo ogni anno milioni per palliare i malesseri che seguono i nostri pasti.

Scriveva un antico igienista: accontentatevi di un solo piatto per pasto, e per questa scelta, consultate il vostro palato.


IL MENU’ EQUILIBRATO: UN MITO

Si vede che questa concezione medica del menù equilibrato è un errore. Da nessuna parte nella natura si incontra un’alimentazione equilibrata. La vacca non mangia menù equilibrati, il gorilla non mangia menù equilibrati, i cavalli non mangiano pasti equilibrati.

Gli animali nella natura, non quelli che sono domestici e nutriti dall’uomo, tendono a mangiare un solo alimento per pasto.

Anche quelli che mangiano un varietà di alimenti hanno tendenza a fare un pasto di un solo alimento.


UN SOLO ALIMENTO A PASTO?

I nostri predecessori igienisti evitavano spesso le incompatibilità alimentari raccomandando un solo alimento per pasto.

E potrebbe darsi che in fin dei conti, tutti i nostri sforzi per stabilire dei miscugli alimentari compatibili e concordanti, non siano che sforzi che ci deviano dalla via semplice della natura, ma senza soffrirne. Dr. Shelton Hygienic Review, N°11 vol. XXV.

Detto ciò, l’uomo civilizzato del XX° secolo, la cui mente è divenuta molto complicata, e che centellina i suoi alimenti altrettanto col suo palato, quanto col suo cervello e la sua immaginazione, potrà tornare indietro e soddisfarsi con dei menù semplici, limitati a un solo alimento, come i piccioni, i cani e i serpenti?

Mosséri, per questa ragione, riteneva essenziale trarre il massimo di soddisfazione da ciò che si mangia, ma col minimo di inconvenienti. Ecco perché tollererà i miscugli di frutti, quando essi sono compatibili, i miscugli di ortaggi quando sono concordanti, è raro che non lo siano totalmente.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 4 LA DIGESTIONE


La digestione è il termine applicato al processo dal quale i materiali complessi alimentari sono disintegrati in sostanze più semplici e preparati per entrare nella corrente sanguigna.

Per esempio, a partire dai farinacei, che il corpo non può utilizzare tali e quali, il processo digestivo li riduce a dei semplici zuccheri, che il corpo potrà impiegare.

A partire dalle proteine molto complesse, che il corpo non può utilizzare, il processo della digestione le riduce, ulteriormente, in aminoacidi che il corpo potrà impiegare.

Infine un processo simile di disintegrazione decompone i grassi in acidi grassi utilizzabili.


NELLA BOCCA

La digestione comincia nella bocca. Vi sono poi altre cavità: lo stomaco, il duodeno e il digiuno.

Ogni cavità ha un lavoro appropriato, differente da quello dell’altra. Ciascuna è approvvigionata di succhi digestivi e di enzimi a questo fine. La bocca, o cavità orale, fornisce la saliva che serve a inumidire e lubrificare l’alimento, e contiene la ptialina, enzima che inizia la digestione dei farinacei. Nella bocca gli alimenti sono anche masticati, ossia divisi in particelle minuscole, accessibili agli enzimi.


NELLO STOMACO

La seconda cavità è lo stomaco, o cavità gastrica. Dopo essere stati inghiottiti, gli alimenti, essi sono spinti nello stomaco, nel quale è secreto il succo gastrico che avvia la digestione proteica, con l’aiuto dell’enzima chiamato pepsina.

Lo stomaco secerne un altro enzima che fa scattare la digestione dei grassi, la lipasi.

Infine, nei bambini è secreto un altro enzima, che serve a cagliare il latte: si tratta della rennina (o chimosina), che non esiste più nell’adulto. Si vede dunque perché solo i neonati e i bambini fino a 7/8 anni, possono digerire il latte.


I GRASSI COMPLICANO LA DIGESTIONE

La lipasi gastrica è dunque l’enzima secreto nello stomaco per provocare la digestione dei grassi. Ma se il contenuto dello stomaco è acido, ciò sembra inibire l’azione di questo enzima, in modo che la digestione dei grassi è inibita.

E’, perciò, del tutto sconsigliabile mangiare grassi con i frutti acidi.

D’altra parte, i grassi inibiscono la secrezione del succo gastrico cioè ritardano la digestione degli alimenti proteici. I grassi (oli, burro, avocado) ritardano la digestione di qualsiasi alimento! Chi ha delle digestioni lunghe, farebbe meglio ad omettere totalmente i grassi dalla sua tavola.


LE FRITTURE

Quando gli alimenti sono ricoperti da grassi, come per le fritture o dal burro che fonde generosamente sul pane ancora caldo, il grasso non è digerito che nell’intestino tenue, se mai lo è.

Ad ogni modo, questo grasso ricopre così bene gli alimenti fritti, che i succhi digestivi non arrivano a digerirli. Essi scendono l’indomani in feci voluminose, molli, maleodoranti, con gas significativi.

Di fatto il solo calore della bocca basta per far fondere i grassi e ricoprire gli alimenti di olio e di burro, fossero assunti crudi. La crema che si trova nel latte ne ritarda la digestione. L’olio che si trova nelle noci diverse ne complica molto la digestione, che diventa impossibile.

La temperatura è un elemento che bisogna considerare in questo studio. Una frittura a 150°C non si può paragonare con una temperatura debole come quella della bocca o di un alimento semplicemente caldo.

Il processo della digestione è infinitamente più complesso.

Non c’è dubbio che i miscugli alimentari complicano questo processo, e che si avrebbe vantaggio nel consumare dei pasti semplici, col minimo di varietà.

Quando si mescolano diverse specie di alimenti incompatibili, si hanno dei problemi digestivi, visto che le capacità enzimatiche del corpo non sono illimitate.

Ciò vale soprattutto per gli anziani.


NEL DUODENO

La terza cavità nella quale gli alimenti sono versati, dopo lo stomaco, è il duodeno.

Essa è fornita di succo pancreatico, secreto dal pancreas, e che comprende tre enzimi incaricati della digestione proteica, amilacea e grassa, dopo quella dei processi salivari e peptici.

Questa digestione duodenale necessita di un ambiente alcalino. Ciò è reso possibile dal succo pancreatico e dalla bile che sono alcalini.


NEL DIGIUNO

Infine, la quarta cavità digerente si trova nel digiuno, nel quale gli alimenti sono veicolati, dopo il duodeno.

Là essi sono trattati da un succo alcalino, il succo intestinale o enterico, contenente enzimi che completano la digestione delle proteine, dei farinacei e dei grassi.


UNA CATENA PROGRESSIVA

Gli enzimi sono specifici nella loro azione. Quelli di una cavità preparano gli alimenti per l’azione di quelli della cavità successiva. Più una cavità compie bene il suo lavoro, migliore sarà quello della cavità seguente.

Insomma, tutto ciò che ostacola la digestione, in una qualsiasi delle sue fasi, ostacolerà il processo digestivo delle fasi seguenti.


PROCESSI INVOLONTARI

Non possiamo controllare coscientemente il processo della digestione che nella bocca.

Ma a partire dal momento in cui gli alimenti sono inghiottiti, essi entrano nel dominio dei processi incoscienti, involontari, della vita.

E’ soprattutto dalle fasi inziali dei fenomeni digestivi che dipende l’efficacia e il successo delle fasi seguenti.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 5 ATTENZIONE AI MISCUGLI INDIGESTI


In una delle pubblicità, si vedeva una scodella di cereali sui quali un ragazzino aggiungeva due cucchiaiate di zucchero bianco, una banana tagliata a fette, un pugno di uva secca, molto latte e della crema pasticcera.

Alla fine, un giovanotto affermò che ogni volta che mangiava una colazione come quella, aveva sempre dei bruciori. Ciò in realtà succede a milioni di persone.

Infatti, nessun apparato digerente noto o ignoto è adatto alla digestione di un pasto fatto con tali miscugli.

E’ stupido mangiare in tal modo e poi prendere dei medicinali per palliare i malesseri che ne derivano, spendendo ogni anno milioni, per acquistare medicinali contro l’acidità, per alleviare i malesseri gastrici, che sono quasi inevitabili, dopo un pasto di questo genere."


COME SAPERE SE TALE MISCUGLIO E’ INDIGESTO?

Non tutti soffrono tali noie, ma tutti avranno l’indomani delle feci maleodoranti, voluminose, diarroiche o costipate, sporchevoli, che richiedono l’uso di carta igienica, e accompagnate da gas nauseabondi. Da questo si saprà se si è consumato, il giorno precedente, un miscuglio indigesto.

Shelton cita il nome di diversi medicinali digestivi che contengono tutti del bicarbonato di sodio: Alkaseltzer, Tumm, Bellams, Peptobismal, Rolaids, Digel, ecc. e numerose persone impiegano sempre il vecchio rimedio di una volta, il bicarbonato di sodio. Altri usano il latte di magnesia.

Questi rimedi danneggiano soprattutto i reni incaricati di eliminarli. Sarebbe più saggio farsi vomitare stuzzicando la gola come facevano i Romani dopo il pasto o, meglio ancora, evitare queste noie, col semplice mezzo di consumare pasti senza miscugli incompatibili.


LE TESTIMONIANZE

Una signora della Pennsylvania ringraziava il suo libraio di averle suggerito l’acquisto di una copia del libro sulle combinazioni alimentari, poiché da anni soffriva di indigestione, di gas, di gonfiori, di malesseri autentici e di dolori e ora combinando bene gli alimenti non aveva più problemi senza bisogno di prendere antiacidi.

Parecchi altri avevano confermato a Shelton personalmente il medesimo fatto.

Un gran numero dei suoi lettori affermavano che essi di aver trovato un sollievo dal primo pasto compatibile. Altri ancora avevano detto che le cosiddette allergie erano svanite quando avevano imparato a nutrirsi di alimenti compatibili.

Secondo l’esperienza di Mosséri, i gonfiori e i gas sono provocati dagli alimenti proteici, come le noci e i formaggi, che è meglio sopprimere, e non cercare di combinare con altri alimenti compatibili.

Peraltro, quando si mangiano noci diverse o formaggio, si hanno gonfiori, pesantezza, gas e l’indomani delle feci cattive.

Chi si siede a tavola e mangia parecchi miscugli, dalla minestra al formaggio, passando per la pera e la frutta, è sicuro di soffrire di indigestione. Se prende l’abitudine di mangiare dei pasti complicati e di ignorare i suoi limiti enzimatici, come si fa correntemente dovunque, i malesseri addominali diventano cronici.


I DIGESTIVI

Una parola, prima di terminare con questo capitolo, sui medicinali ritenuti di aiuto alla digestione.

Nessun medicinale può aiutare la digestione, in quanto tale, poiché essa si fa coi succhi digestivi secreti e con nient’altro. Non si possono obbligare le ghiandole a secernere, se esse si rifiutano di ottemperare.

Questi rimedi danno sollievo dagli inconvenienti dell’indigestione semplicemente neutralizzando l’acidità prodotta dall’indigestione.

Poi, il corpo deve eliminare il bolo alimentare "neutralizzato" e i medicinali stessi, che sono i prodotti chimici.

Questa eliminazione finisce con lo spossare il fegato, i reni e imporre loro un compito pesante, cioè nel linguaggio corrente, una malattia epatica o renale.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 6 GLI ATTARDATI DEL REGIME COMPATIBILE


Di quando in quando Mosséri leggeva sulla stampa dei racconti riferiti all’argomento degli alimenti compatibili da giornalisti ignoranti, che cercavano per così dire di fare un’analisi della questione.

Senza nemmeno discutere - ne sono all’altezza? sicuramente no, - questi giornalisti leggeri si accontentano di criticare superficialmente, senza nemmeno avanzare degli argomenti.

Essi sanno che il pubblico è dalla loro parte, cioè dal lato degli ignoranti e della maggioranza credula.


A QUELLI CHE VOGLIONO DEFILARSI

Un gran numero di persone non vorranno ascoltarlo. Esse diranno, o penseranno, che la loro esperienza personale ha loro mostrato che esse potevano, in tutta sicurezza, fare a meno di complicarsi la vita con le regole delle combinazioni alimentari.

Siamo, così, qualificati guastafeste?

Tutt’al più esse diranno che ciò può convenire per alcuni, ma non per loro. essi non vorranno cambiare nulla nella loro vita, nelle loro abitudini.

E nondimeno è sufficiente essere indiscreti e osservare lo stato delle loro feci, per rendersi conto che esse digeriscono assai poco di quello che mangiano.

In effetti, le loro feci sono nauseabonde, con dei gas maleodoranti, voluminose e non formate.

A che serve fare una doccia tutti i giorni, lavarsi con dei saponi profumati, utilizzare deodoranti, acqua di colonia, portare una camicia o un vestito lindo se dentro si è sporchi e marci?

Quando si possiede un tale ammasso in putrefazione negli intestini, i succhi digestivi, prodotti con grande spesa, per l’organismo, sono persi nelle feci. Le noie di salute non tarderanno ad annunciarsi, a meno che si preferisca nasconderle e non dire nulla, per colpevolezza, come se si riconoscessero i propri errori, ma non ci si volesse emendare.


I PRETESTI FUTILI

Se noi accettiamo il fatto evidente che una legge generale regola la fisiologia e la biologia e che l’umanità vi è soggetta, si comprenderà perché delle regole generali e strette possono essere stabilite, che coprono tutta l’umanità.

Ma alcuni avanzano, talvolta, un’altra obiezione per giustificare il rifiuto di qualsiasi sforzo, in vista di regolare il regime o di modificare le pratiche alimentari, affermando che il regime non è tutto nella vita. vi sono anche altre cose che importano.

Ma l’uno non impedisce l’altro. Evidentemente questa obiezione è sollevata da tutti quelli che si vogliono sfilare, che cercano una scappatoia, un pretesto per trascurare le discipline alimentari igieniche.


NON CONFONDERE DIGESTIONE E METABOLISMO

Certi autori, naturopati, avanzano degli argomenti usati affermando, contro la separazione delle proteine /farinacei, è che questa associazione è naturale, come nel grano e nelle leguminose, le quali contengono un forte tasso di questi due elementi nutritivi.

Un altro autore afferma che il corpo non può utilizzare le proteine in assenza di farinacei, la risposta è che le combinazioni appropriate riguardano l’apparato digerente, mentre l’utilizzazione delle proteine ha luogo nelle cellule. Il primo è un processo di digestione, mentre il secondo è un processo metabolico.

Un naturopata francese, André Passebecq, riferì l’esperimento realizzato da un certo Hutshinson, inglese, che aveva nutrito dei topi di proteine e di farinacei puri, ma dissociati in pasti separati.

I ratti così nutriti deperivano mentre quando le proteine e i farinacei non erano dissociati, i topi non deperivano. Ne trasse la conclusione che le proteine non dovevano essere dissociate dai farinacei, nel medesimo pasto.

In realtà ai topi si erano dunque dati da mangiare degli alimenti artificiali, nei quali si erano distrutti nella medesima occasione e con quel procedimento, gli altri componenti: vitamine, enzimi, sali minerali, oligoelementi. Quei ratti erano deperiti e morti, non per una questione digestiva, ma metabolica. Erano morti per denutrizione.


ALTRE OBIEZIONI.

Alcuni autori naturopati magari fingono di accettare il principio degli alimenti compatibili ma poi non lo seguono.

Dopo che Mosséri introdusse l’igienismo in Francia nel 1961, data della sua emigrazione, e dopo il successo del libro di Shelton sulle combinazioni alimentari, la situazione sembrava essere cambiata. Il pubblico vegetariano ammetteva senza difficoltà il principio degli alimenti compatibili.

Come i bagni di sole e l’aria pura avevano forzato la loro strada, a dispetto della medicina, gli alimenti compatibili forzeranno così il loro cammino a dispetto della resistenza degli attardati. Essi finiranno con l’ammettere gli alimenti compatibili, altrimenti saranno lasciati lontano, dietro.

Dire che gli alimenti compatibili sono difficili da afferrare, è svelare che non si è passata un’ora a studiarli.


IL MISCUGLIO AMIDO/AMIDO

1) Non si devono mescolare diversi amidi di natura differente, poiché un tale miscuglio sarebbe difficile da digerire.

2) Altro consiglio: sopprimere il piatto di amido, se si consuma un candito di mandorle, di arachidi o di nocciole.

3) Evitare di mescolare un alimento proteico con un amido nel medesimo pasto.


IL MISCUGLIO FRUTTA/PANE

Geoffroy rifiuta la regola dei frutti acidi, da non mescolare con gli amidi.

Si sono accusati frutti di incompatibilità col pane, col pretesto che gli acidi della frutta neutralizzano la ptialina, necessaria alla digestione degli amidi del pane…

Si sa ora che quella frutta, cosiddetta acida, è in realtà è temperata da sostanze alcaline, più abbondanti degli acidi, che essa racchiude.

Geoffroy consiglia sempre di consumare la frutta prima dei pasti, mai dopo. Sarà perché l’acidità della frutta consumata per prima ha avuto forse il tempo di passare, mentre, consumata per ultima rovina la digestione.

Mosséri spiegava questa faccenda dell’acidità della frutta, assai poco compresa.

Anzitutto, l’acido contenuto nella frutta arresta la digestione degli amidi, poiché questa non è possibile che in un ambiente alcalino.

Così, quando si mangiano patate con un’arancia, come dessert, l’acidità del frutto arresta di netto la digestione della patata. Ora, il tutto fermenta e esce, l’indomani, in feci orribili, nauseabonde, maleodoranti. Tutto ciò avviene, quantunque la frutta acida contenga anche sostanze alcaline, le quali però neutralizzeranno la loro acidità solo dopo la digestione.

E se, sfortunatamente, questa digestione non è compiuta, che un impedimento l’avesse arrestata, allora l’acidità della frutta rimane, non è temperata dalle sostanze alcaline e corrode l’organismo.

In tal momento ripugna di mangiare la frutta, soprattutto quella acida. Il gusto la rifiuta.

E’ questa la ragione per la quale gli igienisti limitano o proibiscono provvisoriamente la frutta acida a quelli la cui salute è troppo precaria, malandata, con un sistema nervoso rovinato.


IL MISCUGLIO PROTEINE/FARINACEI

Shelton voleva, al seguito del dottor Hay, che si separassero le proteine di farinacei, come la carne dal pane.

Passebecq riferiva che negli esperimenti si erano utilizzati amidi puri e proteine pure e che gli animali deperivano e morivano con essi. Mosséri rispondeva che tale esperimento mostra solo che gli alimenti puri sono inutilizzabili dall’organismo indipendentemente dalla loro combinazione.

Comunque, tali alimenti non sono entrambi adatti alla nostra specie.


GLI SCIENZIATI ATTARDATI

I poveri devoti della scienza non colgono il fatto evidente che l’abilità di scrivere una formula alimentare, in termini di chimica, di valore calorico, di struttura elementare o di tenore in vitamine non qualifica un uomo a prescrivere un regime per i malati, la cui digestione è spesso mediocre.

Vi è un numero di cose minute, tecniche, nell’arte di alimentare che solo quelli che possiedono un’esperienza pratica possono apportarla con successo.

Esse non si imparano in laboratorio e il bigotto che si crede imbevuto del suo cosiddetta sapere superiore, non le imparerà mai.

La conoscenza è riservata agli individui aperti di mente, che sono pronti a imparare. Tra questi dettagli tecnici importanti, nell’arte dell’alimentazione, si trova l’arte di combinare gli alimenti, affinché essi non violino i limiti enzimatici del sistema digerente.

Quando le persone sono giovani, la loro esperienza personale, insegna loro che il tabacco, la sovralimentazione, le mescolanze nocive, gli abusi sessuali, il caffè, il cioccolato, l’alcol, il tutto preso moderatamente, secondo la formula consacrata, non fanno loro del male.

Ma i malati, che non hanno una capacità digestiva normale, dovrebbero sorvegliare, da più vicino, i miscugli alimentari, come essi si vedono costretti a ridurre la ricerca del piacere, in altri campi. Gli igienisti hanno una grande esperienza nell’osservazione della digestione di un gran numero di malati, ricondotti con successo dalla malattia alla salute, senza l’uso di medicinali, né alcuna forma di trattamento, e affermano che certe mescolanze alimentari favoriscono la digestione, e che altre incoraggiano la fermentazione.

E’ ancora preferibile sopprimere tutti gli alimenti proteici, come fa il gorilla.


VI SONO DEI LIMITI ALLE CAPACITA’ ENZIMATICHE DELLO STOMACO

L’estensione dei disturbi che fanno seguito ai pasti, i bruciori frequenti al fondo dello stomaco, le feci maleodoranti l’indomani, talvolta la diarrea, dovrebbero convincere il più scettico che c’è una causa a questa indigestione nazionale.

Una prova con gli alimenti compatibili convincerà la persona intelligente che, se c’è una causa all’indigestione, le cattive mescolanze alimentari ne sono tra le più importanti.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 7 FECI INODORI


In una persona sana, che digerisce quello che mangia, le feci devono essere:

1) ben formate;

2) inodori;

3) non sporchevoli (che non richiedono carta igienica);

4) rapide:

5) poco voluminose.


Chi può vantarsi di avere delle feci inodori, in un secolo in cui la pulizia è una virtù nazionale?

Chi può vantarsi di essere pulito dentro, come fuori?

Si utilizza sapone profumato, acqua di colonia, deodoranti, ci si lava tutti i giorni dell’anno, ci si vanta di essere puliti, presentabili.

Ma questa non è che apparenza, polvere negli occhi. Ciò che si nasconde, ciò che si dissimula, non lo è altrettanto. E’ putrefazione!

Lo stato pressoché universale dell’apparato digerente umano è scettico (forse voleva dire ’settico’). Ciò vuol dire che la putrefazione e la fermentazione sono così diffuse che quasi tutti ne soffrono: putrescenza nello stomaco, nell’intestino e nel colon.

I gonfiori, i gas, i gorgoglii nello stomaco, i malesseri, le feci maleodoranti, l’alito fetido e la lingua carica, anche sintomi più marcati, attestano la putrescenza nell’apparato digerente della maggior parte delle persone.

I milioni spesi, ogni anno, per i medicinali per palliare i disturbi provocati da questo stato di cose sono una prova della debolezza generale delle funzioni digestive.

Le feci voluminose significano che gli alimenti non sono stati digeriti, o al più lo sono stati assai poco.

Le feci non formate, come pappa, più o meno liquide, non abbastanza consistenti, significa che il corpo non ha avuto il tempo di digerire il bolo alimentare, e che l’ha espulso tale e quale o quasi.

Tali feci sporcano inevitabilmente e richiedono l’uso della carta igienica.

Feci lente a venire, per costipazione, significano che si è mangiato formaggio o pane, o tutti e due.

Feci che hanno cattivo odore significano che la fermentazione o la putrefazione hanno trasformato il bolo alimentare in una pattumiera puzzolente, avvelenante.

L’indigestione è dovuta a parecchie cause: il fatto di mangiare quando si è sconvolti, agitati, a disagio, nel dolore, nella febbre, nell’infiammazione, poco prima di fare un lavoro fisico arduo o immediatamente prima di fare un bagno di mare, può provocare un mancato funzionamento della digestione.

Quando si consuma una bevanda ghiacciata o una crema ghiacciata, come dessert, il freddo interrompe i processi digestivi, poiché essi devono svolgersi alla temperatura del corpo, cioè a 37° gradi centigradi. Risultato: l’indigestione, la diarrea.


I TEMPI DELLA DIGESTIONE

Quanto tempo impiega un alimento per essere completamente e totalmente digerito?

Il tempo della digestione di qualsiasi alimento che trascorre tra il suo consumo, nella bocca, e il suo immagazzinaggio, nel colon, poi la sua espulsione, sotto forma di rifiuti, passando per la sua digestione, nelle sue diverse fasi.

Quanto tempo richiede? Tra quindici e venti ore in tutto.

Quando si dice, dovunque nei libri, che le patate sono digerite in quindici minuti, i frutti in venti minuti, i formaggi in tre ore, la carne in tre ore, le noci in quattro ore, ciò non concerne che la digestione nello stomaco. E’ quella che richiede il più di energia. Siccome questa digestione stomacale necessita il più di energia, da una a quattro ore, solo le cause più violente agiranno in questo intervallo, come per esempio le emozioni violente.

Prendiamo un esempio. Vi alzate la mattina, di buon’ora, e udite una cattiva notizia, che concerne la vostra situazione professionale compromessa, la morte di un parente caro un’altra tegola che vi cade sulla testa. L’emozione violenta che subite potrebbe provocare in voi una scarica intestinale immediata, una diarrea.

Questa emozione violenta avrà così espulso il vostro bolo alimentare, in gran parte digerito, consumato la vigilia, cioè una dozzina di ore prima, mentre voi non avete ancora messo in bocca niente.

Questo prova che una dozzina di ore non sono sufficienti per elaborare completamente gli alimenti.

Una seconda osservazione interessante: nelle persone molto nervose, la diarrea può sopraggiungere immediatamente dopo una forte emozione o anche un semplice disturbo nervoso, un’angoscia, un dubbio, come nei neonati che evacuano poco dopo una poppata.


DIARREA O VOMITO? E’ SECONDO LA VOSTRA SALUTE, BUONA O CATTIVA

Una terza osservazione altrettanto importante: quando consumate un alimento avariato o fate un scarto nocivo o un’emozione improvvisa e contrariante vi cade sulla testa, la digestione in corso, dopo una quindicina di minuti si interrompe.

Risultato: una diarrea o… lo vedremo subito. Tra poco.

Perché? Perché il corpo funziona come un computer, o piuttosto è il contrario, il computer funziona come il corpo: entrambi hanno bisogno di energia per funzionare. Se voi tagliate l’elettricità, il vostro computer smette di lavorare. E’ lo stesso per l’organismo.

Quando avete una forte emozione o contrarietà, la mente accaparrerà tutta l’energia disponibile per tentare di risolvere il problema che si pone, e non ne resta nulla per la digestione.

Ora, vi sono parecchie fasi nella digestione: sono stadi chimici. Il primo prepara gli alimenti chimicamente per il secondo, e il secondo per il terzo, e così di seguito. Se a uno degli stadi successivi viene a mancare l’energia, la reazione chimica viene a mancare e tutta la digestione del bolo alimentare totale è rovinata. Il bolo entra in fermentazione. E’ la diarrea.

E’ la diarrea, ho appena detto, ma non è sempre la diarrea! A volte è un’altra cosa: è il vomito.

Spieghiamo questo fenomeno curioso. Se avete una buona salute, energia abbondante, gli alimenti non digeriti sono subito reperiti dal nostro senso somatico ed espulsi dal momento della loro introduzione nello stomaco.

Ma se la vostra salute è debole, le vostre energie mancanti, il vostro stato precario, allora il vostro senso somatico non percepisce gli alimenti che esso vuole espellere che più tardi. La sua reazione è tardiva. Allora, essi sono espulsi con una diarrea, invece di esserlo con un vomito.

Ne segue che il vomito è il fatto degli esseri in migliore salute, che la diarrea, nelle altre persone, di salute mediocre.


LE MESCOLANZE

"

Una delle cause più importanti del collasso dei processi digestivi è la nostra abitudine moderna di mescolare alla rinfusa gli alimenti nel nostro stomaco.

"

Ora, l’apparato digerente umano, non più d’altronde che quello degli altri animali, non è concepito per digerire delle misture complicate, dei pasti composti da parecchi generi.

I pasti semplici, consumati con moderazione, facilitano la digestione. E’ così che l’uomo si è alimentato durante tutto il suo passato.

Solo recentemente nella storia e solamente in certe parti del mondo, l’uomo ha tentato di prostrare il suo sistema digerente con una grande varietà di alimenti nel medesimo pasto. Lo stato continuo di decomposizione, discusso precedentemente, è dovuto soprattutto ai miscugli incompatibili di alimenti, molto comune ai nostri giorni. E il peggiore di tutti è il miscuglio farinacei/proteine nel medesimo pasto.

E’ così che l’abitudine degli hot-dogs non è che l’estensione della pratica di pane/carne. Se si tornasse all’antica abitudine di mangiare i farinacei separatamente dalle proteine si sarebbe piacevolmente sorpresi dei risultati.

La critica ama ripetere che l’abitudine di mangiare le proteine con i farinacei nel medesimo pasto è al di sopra di qualsiasi rimprovero, poiché, si dice, i sani lo fanno sempre.

Ma è vero che i sani mescolano le proteine con i farinacei? Se è mai possibile trovare una persona veramente sana che mangia come tutti, ciò troncherebbe la questione. Ma dove sono le persone veramente sane? Non ce ne sono! Perché? Parecchie cause sono implicate, e i miscugli di alimenti incompatibili, che misconoscono i limiti enzimatici ne sono una.

Noi qui siamo di parere leggermente differente da quello di Shelton. Infatti, noi consideriamo il miscuglio acido/farinaceo, come il peggiore.

Quanto al miscuglio proteine/farinacei, se mai esso produce noie di salute, ciò proviene dal fatto che essi non sono alimenti specifici. Esempio: carne/pane o noci/pane.

Si possono incontrare delle persone relativamente sane e che mangiano, ma frugalmente, delle mescolanze di alimenti incompatibili. Hanno esse veramente delle feci inodori? E’ il criterio assoluto. Ma esse finiranno col tempo con l’accumulare delle tossine da reumatismo o altre malattie. Invece di soffrirne nell’età adulta, esse li avranno nella vecchiaia, che non sarà molto lunga.

"

E’ vero, riconosce Shelton, che delle persone considerate sane, mangiano abitualmente delle proteine e dei farinacei insieme. Ma in verità esse vivono più o meno imprudentemente sotto tutti gli aspetti. Fumano, bevono, mangiano troppo e commettono l’uno o l’altro tra gli errori che attentano alla loro salute.

"

L’uno di questi che vivono in modo convenzionale sosterrà che lui è in eccellente salute, poi emetterà nel medesimo tempo i gas più maleodoranti possibili! Egli si laverà la bocca, ogni mattina, per pulire la sporcizia e il gusto cattivo che vi si trova. Fuma per palliare i suoi sintomi nervosi.

Noi accettiamo un livello di salute eccessivamente basso, quando classifichiamo tali individui tra i sani.

I medici negheranno che certi miscugli alimentari possano condurre alla decomposizione degli alimenti consumati. Essi citeranno altri medici del loro genere, per confermare le loro affermazioni. Essi sembrano voler dire questo: poiché noi lo diciamo, dunque è vero! Dal momento che la medicina lo afferma, con la voce di un gran numero dei suoi medici, è questa è la verità!

Non è affermando che le mescolanze nefaste sono buone, che esse lo diventeranno.

Non è affermando che la medicina ha ragione, che quelli che mangiano alla rinfusa digeriranno meglio.

Ma non si può impedire di notare che quelli che persistono a mangiare misture incompatibili, continuano a palliare i loro disturbi con i rimedi, e che quando essi cominciano a consumare alimenti compatibili, non hanno bisogno di rimedi.

Perché la medicina, in generale, sa di meno sulla digestione che su qualsiasi altra cosa?


E I FISIOLOGI?

I fisiologi non tentano mai di collegare le loro scoperte con la vita. La sola cosa che essi tentano di collegare con i fatti della fisiologia è la pratica medicamentaria.

Quando i fisiologi scoprono che gli acidi interrompono la produzione della ptialina, nella bocca, non mettono in pratica questa scoperta, raccomandando la separazione di questi due tipi di alimenti, acidi/farinacei.

Prescrivere della pepsina, acido cloridrico, bicarbonato di sodio, anodini, ecc. per palliare l’indigestione, e ignorare le cause più evidenti, non è una pratica intelligente, secondo Shelton. (N.d.T. T.: In realtà, ciò è perfettamente conforme agli interessi economici dei signori della lobby medico - farmaceutica, che probabilmente è quella che finanzia gli studi di tali scienziati", studi che mirano a fare quattrini con l’invenzione e il commercio delle medicine, non a salvaguardare la salute umana).

Una grande insalata composta da crudità (lattuga, cetriolo, sedano, ecc., senza pomodori, due ortaggi non farinacei cotti e un protide, ecco un pasto che si digerisce facilmente e senza noie. Ma se si aggiunge, a questo pasto, del pane, patate, latte, zucchero, frutta, allora la digestione sarà ritardata e si avranno dei disturbi.

Uno dei fatti più confermati dalla fisiologia è che gli acidi distruggono la ptialina (amilasi salivare) della saliva e interrompono in questo modo la digestione salivare dei farinacei.

I frutti acidi provocano questo risultato, come l’acidità dell’aceto, o dell’acido cloridrico dello stomaco.

Parecchi medici condannano i frutti, dicendo che essi disturbano la digestione, ma ciò è vero solo quando si mangiano con i farinacei, come dessert, per esempio. Se si mangiano soli, essi procurano allo stomaco tutto il benessere possibile.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 8 ESPERIENZA SUI MALATI CON GLI ALIMENTI COMPATIBILI


Secondo il dottor George S. Weger, medico, le ulcere varicose sono rapidamente cicatrizzate da un digiuno preliminare. Inoltre, quando si mangia, i tessuti prendono un’apparenza buona o cattiva secondo le mescolanze alimentari.

Un’ulcera indolente, può essere mantenuta in uno stato di scolo purulento continuo, con dei miscugli alimentari incompatibili. Al contrario, la quantità e la qualità dell’essudato possono essere controllate dal genere di alimenti consumati, e rispettando le loro compatibilità.

Notare però che le proteine alimentari sono la causa principale dell’infezione più delle incompatibilità.

Tuttavia, l’esperienza conduceva Mosséri ad affermare che certi alimenti sono più nocivi delle cattive mescolanze: egli notava la scomparsa totale di tutti i generi di catarri, raffreddori, bronchiti, quando si sopprimevano i cereali e il pane. Lo stesso per le malattie reumatiche, le lombaggini, la sciatica, l’artrite.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 9 LE COMBINAZIONI NATURALI


Nella Natura vediamo che tutti gli alimenti sono costituiti da diversi elementi. Così, per esempio:

1) I frutti freschi e maturi, cme le mele, le pere, le arance, ecc. contengono :

- zucchero

- acidi

- proteine in piccola quantità

- niente farinacei, salvo quando la frutta è verde.


2) Le foglie verdi, gli ortaggi e le radici, contengono:

- Idrati di carbonio

- Poche proteine

- Pochi acidi.

Noi notiamo dunque che la Natura non ha mescolato, nei suoi alimenti, l’acido con i farinacei.

La critica che si fa più comunemente contro le compatibilità alimentari, è giustamente che la Natura ha, essa stessa, messo diversi elementi nei suoi alimenti, come nel frumento che contiene l’amido, le proteine, insieme.

Notiamo, anzitutto, che la Natura non ha mescolato insieme:

1) Gli acidi con i farinacei

I farinacei con gli zuccheri (Si trova, tuttavia, qualche farinaceo zuccherato, come le patate dolci, i marroni e le banane).

2) Le proteine tra loro

3) I diversi amidi tra loro

4) I grassi con gli acidi

5) Gli zuccheri e le proteine concentrate.

Mangiare tutto alla rinfusa, è rompere quest’ordine perfetto della Natura.

L’alimentazione degli animali è monotona, lungo tutto l’anno: i cani si accontentano, allo stato selvaggio, della LORO ALIMENTAZIONE CARNEA, gli uccelli dei semi, soprattutto. Essi non hanno quell’incredibile varietà che gli uomini stendono sulla loro tavola.

Dunque, per principio, bisognerebbe cercare di seguire la natura nelle sue combinazioni naturali.

E’ così che gli alimenti di composizione identica, o quasi, come la maggioranza dei frutti, potranno essere mangiati insieme, senza inconvenienti.

Per contro, quelli che hanno composizioni troppo differenti, le une rispetto alle altre, farebbero bene a essere dissociate.

E’ vero che la Natura fa simili combinazioni, ma queste combinazioni sono naturali e offrono poca difficoltà digestiva: il corpo è capace di adattare le sue secrezioni digestive - dal punto di vista secrezione dell’acido, quello degli enzimi e il loro tempo di regolazione - ai bisogni di un alimento particolare mentre un tale adattamento preciso dei succhi agli alimenti non è possibile quando sono consumati due alimenti differenti.


LA SPECIFICITA’ ALIMENTARE PREVALE SULLA LORO COMPATIBILITA’

Secondo Mosséri, l’argomento sulle combinazioni naturali o artificiali è tirato per i capelli, perché i cereali e le leguminose, implicati in questa controversia, non sono specifici all’essere umano.

L’interessante è piuttosto di sopprimere il pane, e anche il formaggio, invece di cercare di rendere meno difficile la loro digestione, cosa piuttosto ipotetica e illusoria.

Il pane non è un alimento specifico alla nostra specie umana. Esso presenterà sempre una difficoltà digestiva, fosse senza sale, fosse integrale, fosse consumato solo o associato correttamente secondo le sapienti combinazioni sheltoniane.

Nessun accomodamento renderà il pane accettabile per il corpo umano. E’ un in mancanza di meglio.

La specificità degli alimenti naturali passa avanti alla loro compatibilità, in qualsiasi discussione, in qualsiasi considerazione concernente la loro natura, conveniente o no, per l’essere umano.


GLI ALIMENTI RICCHI DI PROTEINE FALSANO IL PROBLEMA

Secondo Shelton, Koranci, dell’Istituto Max Plance, ha provato che si poteva mantenere un equilibrio azotato completo e un’efficacia fisica ammirevole, con 25 grammi di proteine il giorno.

Dal loro lato Oomen e Hipsley hanno trovato una popolazione che è riuscita a sviluppare, non solamente una salute magnifica, ma una muscolatura e una struttura splendide, con delle prestazioni fisiche corrispondenti, con solo 15/20 grammi di proteine il giorno.

Mosséri non capiva perché Shelton e tanti altri raccomandassero delle dosi proteiche più forti, cioè quaranta grammi il giorno, poiché riteneva che con una simile dose, i guai fossero inevitabili, e che non dovevano essere attribuiti alle cattive combinazioni!


COMBINAZIONE DEGLI ALIMENTI PROTEICI

Gli alimenti classificati come proteici sono quelli che contengono una forte percentuale di proteine, dal 10% al 50%. Esempi:

le noci, nocciole, acajù, mandorle, pistacchi, semi di zucca, di girasole, ecc.

la carne, il pesce, il pollame, la salumeria,

i formaggi di tutte le specie,

le uova

le ostriche, le conchiglie, i frutti di mare

le leguminose: (piselli secchi, fagioli bianchi, ceci, lenticchie, fave secche, ecc.)

Non esiste nella natura un alimento che contenga unicamente delle proteine pure.

Gli alimenti che contengono poche proteine non sono classificate in questa categoria. Esempio:

gli avocados, le olive nere,

la frutta e gli ortaggi, comprese le radici.

Gli alimenti ricchi in proteine non essendo destinati agli umani presentano una difficoltà di digestione considerevole, che li rende troppo forti e nocivi.

Il gorilla, apparentato all’uomo, non ne mangia e ciò non gli impedisce di avere una muscolatura impressionante, una forza prodigiosa e una potenza che relega la specie umana a un livello così basso, che essa si vede come una specie degenerata, in via di estinzione.

Le combinazioni naturali degli alimenti proteici dunque non ci interessano, poiché esse non ci concernono.


DIGESTIONE DELLE COMBINAZIONI NATURALI

I fisiologi, ad esempio Cuyton e Pavlov, sanno che in certe porzioni dell’apparato gastrointestinale stesso, il tipo di enzimi e degli altri costituenti delle secrezioni cambia secondo il tipo degli alimenti presenti, ma nessuno di loro ha mai tentato di trarne una conclusione pratica nella vita quotidiana.

Queste variazioni comprendono cambiamenti nell’alcalinità e nell’acidità (pH) delle secrezioni, nella concentrazione degli enzimi, nel tempo della loro regolazione, ecc. per adattarli ai differenti alimenti.

Questo adattamento dei succhi e dei loro tenore enzimatico alle caratteristiche degli alimenti consumati, è tuttavia possibile solo se questi ultimi sono radicalmente differenti, gli uni dagli altri.

Le combinazioni naturali non presentano difficoltà per il sistema digestivo, a condizione che l’alimento sia specifico.

E’ per questa ragione che noi raccomandiamo gli alimenti compatibili, affinché essi non presentino difficoltà né conflitti nei processi digestivi.

Si tratta di rispettare i limiti enzimatici.

Noi abbiamo detto e ripetuto che le combinazioni naturali sono facili da digerire, a condizione che l’alimento sia specifico. Se l’alimento non è specifico all’essere umano come i semi, i cereali, i legumi, la sua digestione diventa difficile.

Si sa quanto sono difficili da digerire i legumi, i gas che essi generano, le feci maleodoranti che procurano, l’energia che esse succhiano, subito dopo il pasto, la lunghezza della loro digestione, le pesantezze, i gonfiori addominali.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 10 ESPERIMENTI DI LABORATORIO


LA DIGESTIONE SALIVARE DEI FARINACEI

Già nel 1891, il dottor Densmore aveva scritto il suo libro How Nature cure (Come la Natura guarisce).

Non appena il farinaceo, in corso di digestione, grazie al suo miscuglio con la saliva, raggiunge lo stomaco, la composizione del succo gastrico impedisce immediatamente qualsiasi trasformazione del farinaceo in glucosio."

Senza acido, la ptialina della saliva converte una piccola parte del farinaceo in zucchero nella bocca.


QUATTRO ESPERIMENTI

In un primo esperimento si scoprì che circa il 10 percento degli amidi del pane è convertito in zucchero e in destrina durante l’insalivazione.

Il secondo esperimento dimostrò il ritardo prodotto dall’acqua o dal fluido sulla digestione amidacea e sottolinea la necessità di mangiare i farinacei secchi.

Nel terzo esperimento, si dimostrò che lo zucchero frena la produzione di ptialina, impedendo la digestione orale dei farinacei.

In un quarto esperimento si scoprì che un giovanotto sano, parzialmente vegetariano e che si asteneva dl alcol e dal tabacco aveva una liba con un potere amilasico maggiore della media.

Detto questo, la quantità di ptialina prodotta basta appena per i piccoli farinacei che sono gli ortaggi e non per i farinacei concentrati, come i cereali, il grano, ecc. o, al più, per una minima quantità di cereali, sostanze che d’altronde non sono specifiche all’essere umano.

Oggi si sa che il pH dello stomaco può essere anche alcalino e che è determinato dal tipo di alimenti consumati, per cui la digestione amidacea può proseguirsi nello stomaco, ma se si mangiano dei farinacei con le proteine, ciò che fa secernere un succo acido, la digestione amidacea si arresta.

Shelton raccomandava 130 grammi di noci varie, tutti i giorni. Ma la loro digestione era talmente difficile, impossibile, che lui cercava con tutti i mezzi una soluzione, ma essa non c’è poiché questi alimenti non sono destinati al consumo umano, ma alla riproduzione della pianta. I gorilla, con i quali noi siamo apparentati, non ne mangiano, o quasi.


LA MASTICAZIONE

In certi ambienti si raccomanda di masticare a lungo gli alimenti, per aiutare la loro digestione.

Se si prende in bocca un farinaceo secco, lo si mastica e trattiene qualche tempo esso aumenta di volume perché assorbe saliva. Se lo si trattiene abbastanza a lungo, esso diventa dolce a causa della conversione degli amidi in zucchero per l’azione della ptialina.

Ma se si mette in bocca un farinaceo inzuppato, lo si mastica e trattiene, esso non aumenterà di volume poiché non può assorbire la saliva. E se lo si trattiene a lungo non diventerà più dolce. Consumando pappe di frumento, patate in purea, zuppe ispessite con la tapioca o altri farinacei, gli amidi non sono digeriti.


GLI ALIMENTI CHE SAZIANO: ZUPPE, MUESLI, PIZZA.

I cereali che si consumano a colazione non passano rapidamente, e dànno una sensazione di sazietà e di pesantezza per lungo tempo.

Si è talmente abituati a questa sensazione che non si arriva ad adattarsi agli alimenti che passano in fretta, lasciando una sensazione di vuoto.

I cereali saziano ma ciò non vuol dire che nutrano inevitabilmente. La pizza, molle, resta come una pietra sullo stomaco, poiché è indigesta. Anche se è croccante… ma essa è talmente piena di spezie, che è malsana, ad ogni modo.

In definitiva, la raccomandazione di consumare gli alimenti secchi, perde tutta la sua importanza per gli igiefili che hanno abbandonato il pane e i cereali.


LO ZUCCHERO INTERROMPE LA PRODUZIONE DI PTIALINA.

Un altro fatto è che lo zucchero, il miele, gli sciroppi, ecc. non provocano alcuna secrezione di ptialina. Ecco perché, quando ai farinacei sono aggiunti lo zucchero o il miele, poca o nessuna ptialina è secreta per digerire l’amido e le pappe di cereali finiscono per fermentare.

Giorno dopo giorno, questa fermentazione, proveniente dai farinacei fermentati, genera dei catarri nella gola e nel naso, nello stomaco, nelle tonsille, nelle orecchie (otiti), e nelle altre "malattie dell’infanzia", le carie.

Qualsiasi influenza psicologica, nutritiva o sensuale, che devitalizza le cellule vitali, impedendo lo sviluppo cellulare ideale, riduce lo sviluppo dei tessuti, al disotto dell’ideale e questo getta le basi della degenerazione.

L’indigestione cronica e i catarri che provengono dalla pratica corrente di mescolare zuccheri e farinacei, servono come punto di partenza dell’evoluzione di tutta una serie di malattie ulteriori.

Trattare le carie dentarie, togliere le tonsille, prendere gli antiacidi, servono a sopprimere i sintomi e ad abolire gli effetti.

Le cause sono così lasciate intatte, a produrre problemi supplementari, a causare le malattie della mezza età e le malattie.

Il termine "malattia dell’infanzia" è un termine medico, che denota la mentalità medica traviata, cioè che l’infanzia debba obbligatoriamente avere delle malattie, ciò che giustificherebbe l’intervento della medicina, e la sua utilità.

Ora non ci sono malattie ricollegate ineluttabilmente all’infanzia, all’età media e alla vecchiaia.


LE QUATTRO REGOLE PER I FARINACEI

"

In breve, dai fatti precedenti scaturisce che le regole seguenti dovrebbero essere osservate, in ciò che concerne i farinacei:

"

1) I farinacei non devono essere mangiati con lo zucchero, fosse pure un frutto. Vale anche per il miele.

2) I farinacei non devono essere consumati con un alimento acido.

3) I farinacei non devono essere consumati con un alimento azotato.

4) I farinacei non devono essere inzuppati.

E’ stolto prendere i farinacei con gli zuccheri, e poi prendere del bicarbonato di sodio.

Lo zucchero con i farinacei significa la fermentazione. Ciò significa uno stomaco acido, dei disturbi.

Il bicarbonato di sodio interromperà l’acidità, ma non interromperà la fermentazione.

Ecco perché le torte, le pasticcerie, i sandwich di confetture, i cakes, sono indigeste. Le si ritrova l’indomani in feci molli, maleodoranti e abbondanti.

Quanto al dessert, Mosséri lo tollerava per i giovani e i lavoratori fisici, dopo un pasto di farinacei (patate, ortaggi cotti), a patto che lo prendessero dopo un intervallo di un’ora.


GLI SCIENZIATI SI DEFILANO

Nel loro manuale classico Principles of Biochemistry (Principi di Biochimica), 1959. White, Handler e Smith affermano che la digestione salivare può continuare nello stomaco in presenza di un’acidità ridotta. Analogamente fanno Anderson e altri che sostengono che se gli amidi sono mangiati per ultimi la loro digestione può continuare poiché tali alimenti non sono a contatto con il fondo dello stomaco, dove sono gli acidi gastrici. In realtà gli amidi sono mangiati spesso insieme alla carne e non per ultimi. Comunque, essi affermano che la digestione degli amidi prosegue poi negli intestini, ma Mosséri ribatteva che ciò è smentito dal grande volume di amidi trovati nelle feci di quelli che fanno tali miscugli.

Se, invece, i farinacei sono mangiati senza proteine, il succo gastrico diventa alcalino, neutro o leggermente acido.

E se il farinaceo contiene delle proteine, come nella patata, nei cereali o nelle leguminose, la secrezione acida è regolata per non essere versata che dopo la fine della digestione salivare.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 11 IL VINO E L’ACETO


L’ACETO, LE SALAMOIE, I CRAUTI, E I CETRIOLINI SOTT’ACETO

Gli esperimenti hanno mostrato che una piccolissima dose di aceto, per esempio 1/5000, diminuisce fortemente la digestione degli amidi, inibendo o distruggendo l’amilasi salivare.

1/1000 rallenta la digestione di queste sostanze e 2/1000 l’interrompe completamente.

Questi esperimenti mostrano che l’aceto, le salamoie (saturate di aceto), le insalate alla vinaigrette (descritta come salsa tipica della cucina francese, equiparabile al pinzimonio), sono malsane, soprattutto se le si prende con i farinacei, come i cereali, il pane, le leguminose.

L’aceto oltre a essere nocivo a causa dell’acido acetico, sostanza tossica che distrugge la ptialina (amilasi salivare), contiene anche l’alcol che precipita la pepsina del succo gastrico, ritarda o impedisce la digestione gastrica delle proteine.

Non è sorprendente, di conseguenza, che le salamoie e l’aceto facciano dimagrire.

Lo stesso vale anche per l’ACETO DI SIDRO, proveniente dalle mele.


GLI ACIDI CONTRO I FARINACEI

Tutti gli acidi distruggono l’amilasi salivare, enzimi della saliva, che decompone i farinacei, e interrompono così la digestione amidacea, nella bocca e nello stomaco.

Perfino gli acidi utili come alimenti, come gli acidi delle arance, dei pomodori, delle uve, delle mele, delle ciliegie, ecc. distruggono l’amilasi della saliva e interrompono la digestione degli amidi.

Per questa ragione, non devono essere consumati nel medesimo pasto dei farinacei, come le patate, il pane, i cereali, i legumi, le carote, i carciofi, i cavolfiori. ecc.


L’ALCOL E I SOSTITUTI DEL LIEVITO

Visto che l’alcol precipita la pepsina del succo gastrico, enzima che inizia la digestione proteica, a tutti quelli che non possono astenersi dal bere vino, Mosséri chiedeva di consumarlo solo gli week-end e a stomaco vuoto, in attesa di avere abbastanza forza di carattere per sopprimerlo.

Anche i residui lasciati nel pane dalle polveri che rimpiazzano il lievito ritardano la digestione proteica. Ciò vale sia per il cremortartaro che per la baking soda.

Parecchi medicinali, acidi e alcalini, sono stati utilizzati per far dimagrire, poiché ritardano la digestione.

Importa infine di astenersi dal consumare gli alimenti che impediscono direttamente o indirettamente la digestione di altri alimenti, nel medesimo pasto.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 12 IL CAFFE’, IL TE’ E IL SALE


Gli alimenti più compatibili sono resi indigesti a causa delle sostanze tossiche, quali il caffè, il tè, il sale.

Il caffè e il tè inibiscono la digestione degli alimenti nello stomaco, non solamente a causa delle sostanze tossiche che racchiudono, ma anche a causa dello zucchero che solitamente li accompagna.

La credenza popolare vuole che il tè aiuti la digestione, ed è lo stesso di parecchie tisane cosiddette digestive.

In verità, si confonde l’indigestione totale con la digestione totale! Con queste bevande, una digestione difficile (pesantezza, sonnolenza, gonfiori) è trasformata immediatamente in indigestione totale, con la diluizione dei succhi e la loro inibizione.

Tutto il bolo alimentare passa, senza essere stato digerito, né assorbito, nelle feci diventate voluminose, maleodoranti, non formate, e sporchevoli, l’indomani.

I condimenti di qualsiasi genere inoltre inibiscono la digestione stomacale, a causa dell’irritazione dello stomaco che essi generano e probabilmente inibiscono anche la digestione intestinale.

Il sale inibisce la digestione stomacale.

Vi sono parecchi prodotti, molto venduti nei negozi di regime, che sono fatti con ortaggi in polvere, che contengono alghe marine molto salate, o alle quali si aggiunge sale. Essi inibiscono la digestione stomacale, a volte per ore.

Gli alimenti più compatibili sono così resi indigesti da queste sostanze.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 13 LA CIPOLLA, L’AGLIO, LO SCALOGNO E LA MOSTARDA


Anche la cipolla, l’aglio e lo scalogno, il ravanello nero o rosa e tutti gli altri alimenti della stessa famiglia, contengono molto olio di mostarda che irrita il tubo digerente, su tutta la sua lunghezza e inibiscono la digestione.

Il rafano, la mostarda, il ravanello bianco e rosso, il ravanello rosa e nero, provocano molta irritazione.

Sarebbe dunque saggio astenersi da queste sostanze che ritardano, inibiscono o alterano la digestione piuttosto che ricorrere poi ai rimedi.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 14 I CONDIMENTI, LE SPEZIE E GLI AROMATICI


La natura non aggiunge spezie al latte materno e il gusto aguzzato del neonato trae un piacere sicuro dal sapore del latte.

Nessuna aggiunta mordente è richiesta per rendere accettabile ai sensi non pervertiti dei suoi neonati il latte della madre in buona salute.

I condimenti comprendono: il pepe, la mostarda, la harissa, gli aromi dolci, come il timo, ecc.

Essi sono tutti indigesti ed irritanti. Passano lungo il tubo digestivo senza essere assorbiti. E’ lo stesso per il sale, meno grave tuttavia.

I condimenti non sono alimenti.

I crauti, l’aceto, la mostarda, le spezie di tutte le specie, lo zenzero, la cannella, il chiodo di garofano, il pepe nero, o rosso, il peperoncino, la moscata, i profumi, le salse, tutti questi prodotti non sono digeriti. Essi irritano il tubo digerente, su tutta la sua lunghezza, una decina di metri circa, dalla bocca all’ano. Essi provocano le emorroidi, dei bruciori. Non li si sente che nella bocca e nell’ano, poiché i nervi si trovano solo in queste estremità, all’entrata e all’uscita del tubo digerente.

Queste sostanze non hanno alcun valore nutritivo, esse provocano una secrezione abbondante di muco protettivo, e niente succhi digestivi utili.

Secondo gli esperimenti di Beaumont, essi ritardano la digestione.

Gli alimenti più compatibili sono resi difficili da digerire quando si usano dei condimenti.


UN’ESPERIENZA PERSONALE

Mosséri ricevette in dono del timo e cominciò a usarlo sulle patate cotte. Dopo qualche tempo si domandò da cosa provenisse la sete che aveva e che è un sintomo dell’uso di sostanze nocive che provocano indigestione. Ne interruppe l’uso e, la sete sparì. Analogo effetto gli produceva la cannella.

Bisognava che lui trovasse il piacere altrove che nelle fantasie alimentari!


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 15 I FARINACEI


Mosséri distingueva tra grandi farinacei - cereali e le radici (patate, topinambur, rutabaga, carote, sedano-rapa, ecc.), medi e piccoli farinacei, che contengono poco amido (cavolfiori, carciofi, fagioli verdi, cavoli, bietole, peperoni, ecc.)

Mosséri escludeva dai farinacei i legumi, poiché contengono una forte proporzione di proteine.

Il dietologo Carlton Frederick era il più autorevole degli USA e affermava che non si devono mangiare più di due alimenti ricchi di zucchero o in amidi, nel medesimo pasto, altrimenti si dovranno prendere anche vitamine B, bicarbonato di sodio e andare da uno specialista in artritismo o in malattie degenerative.

Ma gli igienisti pensano che questa regola si possa applicare solo ai piccoli farinacei, anche in numero maggiore, cioè mescolare i cavolfiori, i cavoli, i fagioli verdi, le carote, ecc.


I GRANDI FARINACEI CONCENTRATI

Il pane,

I cereali, grano, miglio, mais, saraceno, riso, ecc.

I legumi (piselli secchi, fagioli bianchi, lenticchie, fave secche, ceci, soia)


I FARINACEI MEDI

Patate, topinambur

Rutabaga

Tapioca

Igname,

Patate dolci

Cavolo rapa

Pastinaca

Ecc.


I PICCOLI FARINACEI

Cavolfiori

Fagioli verdi

Zucchine

Carote

Sedano rapa

Ecc.


Si possono dunque mescolare, senza alcun inconveniente, i piccoli farinacei nel medesimo pasto. Quanto ai farinacei semi-concentrati, bisogna stare attenti a non abusarne, quantunque si possano mescolarli tra loro o con i piccoli farinacei.

Infine, è preferibile evitare totalmente i farinacei concentrati, visto che essi contengono degli elementi azotati, oltre alla loro concentrazione amidacea.

Del resto, i grandi farinacei non sono nemmeno compatibili tra loro, né con i farinacei medi.

Per esempio, il pane non si sposa bene con le patate, poiché il corpo ha la tendenza a digerire quello che è il più facile, cioè le patate, e a trascurare il pane.

Da più di quarant’anni, la pratica igienista consiste nel consumare una grande insalata verde, senza pomodori, con i farinacei (crudità fresche, che comportano un’abbondanza di vitamine e sali minerali, sotto una forma autentica.


I COMPLEMENTI ALIMENTARI

Gli igienisti rifiutano i complementi alimentari e tutto ciò che esce dai laboratori. Una grande insalata verde, cruda, fornisce tutti gli elementi noti e ignoti, cioè quelli che esistono ma non sono stati ancora scoperti, in forma assimilabile.

Gli igienisti consigliano un solo alimento concentrato o semi-concentrato a pasto, per due ragioni.

1)....Il corpo digerisce il più facile, e trascura l’altro che fermenta.

2)....Due farinacei concentrati o semi-concentrati, fanno troppi farinacee, sicché le feci il giorno dopo hanno cattivo odore, perché hanno fermentato.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 16 LA FRUTTA FRESCA


Quelli che hanno una digestione troppo debole, trovano beneficio a contenersi a una sola specie di frutta, consumati senza nessun altro alimento, a costo di cambiare frutto ogni volta.

Quanto a quelli che hanno una digestione accettabile, essi possono consumare parecchie varietà di frutta alla volta, piuttosto che una sola varietà.

Infatti, se si mangiano parecchie frutti dello stesso tipo, si rischia o di introdurre troppi acidi nell’organismo (arance) o di non digerirli convenientemente (pere) o di essere presto sazi (pompelmi), o di ricavarne un effetto diuretico (pesche).

Solo se si mangiano solamente mele, secondo Mosséri non c’è alcun inconveniente, poiché esse sono le regine della frutta.

Ecco perché un miscuglio di frutta attenua gli inconvenienti che uno di essi può avere. Inoltre, si è più soddisfatti del pasto, quando è variato.


LA MONOTONIA NELLA NATURA

Evidentemente, nella Natura, la regola generale è la monotonia. Un cane mangerà tutti i giorni la carne, un cavallo l’erba, senza mai stancarsi, né reclamare cambiamenti. Con la civilizzazione, la semplice natura non può più soddisfare nessuno.

Ecco perché, io non sono più a favore di una troppo grande semplicità, nel pasto, né della loro monotonia, dal momento in cui si ha la possibilità di variare. Ma non bisogna cadere nei pasti sofisticati, che non nutrono il corpo.


I SUCCHI

Certuni vivono del gesto elegante, al limite dello snobismo, di bere un succo.

Nondimeno, la Natura non ha creato i succhi. Questi ultimi passano troppo svelti nel tubo digerente, poiché nulla li trattiene, per essere ben digeriti, mentre il transito di un frutto intero è più lento e permette il versamento dei succhi digestivi, nonché il tempo necessario per la loro azione.

Ecco perché i succhi rischiano di provocare un’indigestione, seguita dalla fermentazione, soprattutto se li si beve d’un solo sorso. Bisognerebbe assorbirli lentamente.

Inoltre, la polpa che si scarta, contiene materie nutritive preziose e la cellulosa, cosiddetta indigesta, che spazza gli intestini e previene la costipazione.


LE BANANE

Le banane mature, come si mangiano, contengono molto amido, indigesto, e non sono dunque compatibili con alcun altro frutto.

I gorilla non ne mangiano, contrariamente alle altre scimmie, ma noi siamo apparentati piuttosto ai gorilla.

Mosséri ha osservato in seguito al consumo di banane dei sintomi di avvelenamento, che sono poco evidenti nelle persone già intossicate dal menu corrente, soprattutto se esse mangiano soltanto una o due banane. Tra questi sintomi ci sono le feci voluminose, maleodoranti, poco o per nulla formate, gusto dolciastro nella bocca, al risveglio, catarri, incrostazioni, febbri annuali.

Al contrario se si è disintossicati da un menù igienista, si sentono quei sintomi più nettamente che se si mangiasse come tutti, poiché si reagisce più rapidamente ai veleni.

Dopo un digiuno di tre giorni, interrotto con banane molto mature, ha sentito sintomi di leggera cistite, bruciori urinando, feci abbondanti, l’indomani, vescica irritata, sensibile. Lo stesso gli è successo rifacendo l’esperimento.

Inoltre sotto la pelle delle banane, c’è una sostanza che i drogati essiccano per fumarla come l’hashish.

Anche le prugne fresche o secche sono sconsigliabili perché contengono sostanze lassative.

In conclusione si possono mescolare tutti i frutti nel medesimo pasto, salvo le banane, le prugne, i cocomeri e il melone.


LA FRUTTA ACIDA

Al di fuori del limone, che non si mangia da solo, l’ananas è il frutto più acido che ci sia. Vi sono anche delle arance molto acide.

I frutti, acidi o non acidi, sono compatibili tra loro, e con tutti gli altri semiacidi.

Gli acidi che racchiudono tutti questi frutti sono dei veleni che il corpo deve eliminare, se vuole trarre beneficio dalle sostanze alimentari contenute nel frutto, questa eliminazione procede con l’aiuto delle riserve alcaline del corpo. Tuttavia, dopo la digestione, il frutto apporta al corpo di che colmare queste spese alcaline, e di più ancora.

Al contrario, se il frutto non è ben digerito, la seconda fase digestiva, non è eseguita e il frutto resta acidificante.

Le cause dell’indigestione dei frutti sono:

il consumo delle noci diverse (mandorle, nocciole, ecc.), anche in un altro momento della giornata poiché questi alimenti azotati diminuiscono il potere digestivo.

una stanchezza estrema durante il pasto,

un miscuglio incompatibile,

un’evidente mancanza di fame,

una contrarietà.

I malati gravi hanno beneficio a limitare i frutti troppo acidi, provvisoriamente, in attesa che la loro salute precaria si ristabilisca, sia pure di poco. Inoltre devono mangiare più ortaggi e crudità che frutti.

I frutti sono tutti compatibili con lo yogurt non zuccherato o con il latte cagliato consumato moderatamente.

I frutti non sono compatibili con i farinacei, - patate, ortaggi cotti, infatti, la loro acidità distrugge l’amilasi salivare (ptialina) e interrompe così la digestione di quei farinacei.


BISOGNA SBUCCIARE LA FRUTTA?

In generale, è meglio sbucciare la frutta, poiché essa è indigesta e si ritrova nelle feci. Vi sono parecchie eccezioni a ciò: le mele boskop, certe pere, le ciliegie - là si può mangiare la loro pelle, più tenera.

Inoltre, i trattamenti chimici sono concentrati sulla buccia e di vitamine ve ne sono abbastanza anche nella polpa, se si digerisce bene.

La frutta è compatibile con lo yogurt, ma non col formaggio, che è troppo concentrato.


LE COMPOSTE

La cottura distrugge le vitamine, i sali minerali e gli oligoelementi della frutta, pertanto le marmellate sono un sacrilegio, tanto più che è aggiunto loro lo zucchero industriale, che non è compatibile con quello della frutta (o fruttosio).

D’altra parte, le composte che si vendono sono infarcite di prodotti chimici, di conservanti, di coloranti.


LA MESCOLANZA FRUTTA/CRUDEZZE

Si possono consumare i frutti con le insalate verdi, le crudezze? Mosséri consigliava di mangiare frutta, per finire con la scarola e le crudezze, ma poi non si deve tornare alla frutta.

Altrimenti, per limitare lo zucchero, con la frutta si può benissimo consumare un grosso pomodoro, non di più, a causa dell’acido ossalico abbondante che vi si trova.

Le crudezze e le verdure possono essere condite col limone, l’olio, l’avocado e lo yogurt, come pure con un poco di formaggio semi-salato, grattugiato sull’insalata. Niente spezie, né sale, né aromatici.


LA MESCOLANZA FRUTTA/ORTAGGI

L’acidità dei frutti è un ostacolo alla digestione degli ortaggi cotti, poiché essa interrompe la produzione di ptialina, enzima necessario per la prima fase della digestione dei farinacei.

Ora, tutti gli ortaggi contengono un poco di farinacei, soprattutto le patate.

Se si è mangiato un solo frutto, allora bisognerebbe attendere che esso sia passato, prima di poter mangiare degli ortaggi cotti.

Ma se si vuole consumare un frutto dopo un pasto di ortaggi cotti, allora bisogna attendere la fine della digestione.


L’INDIGESTIONE PARZIALE

L’indigestione e la conseguente espulsione del cibo non digerito comporta per l’organismo il mancato riassorbimento dei succhi gastrici che sono costati cari all’organismo. Infatti, il digiunatore si sente più forte di chi ha la diarrea o la dissenteria.

Inoltre, l’indigestione provoca la fermentazione, la quale produce alcol e acido carbonico che avvelenano il corpo.

Per sapere se si digerisce totalmente o parzialmente ciò che si mangia, è sufficiente vedere lo stato delle feci. Esse devono essere:

-....Formate

-....In piccola quantità

-....Inodori

-....Rapide

-....Non sporchevoli

-....Senza gas.

La maggioranza delle persone hanno feci maleodoranti, nauseabonde, abbondanti, talvolta costipate, con dei gas brucianti che farebbero fuggire un’armata di assalitori.


LE TARTINE ALLA FRUTTA

Noi abbiamo visto che cosa bisogna pensare della mescolanza frutta/amido. Una sola goccia di acido distrugge la ptialina necessaria alla digestione amidacea.

Ecco perché le torte e le tartine alla frutta sono indigeste. Allo stesso modo di tutti dolci ai quali sono stati aggiunti dei frutti, fossero pure dei canditi, sono indigesti.

Infatti, questi dolci racchiudono tre ingredienti incompatibili:

-....l’amido

-....lo zucchero

-....l’acido

Vi sono due incompatibilità: amido/zucchero -amido/acido.


LA FRUTTA CON LO YOGURT

Si possono consumare i frutti freschi con lo yogurt purché non zuccherato. Infatti, lo zucchero non è compatibile con quello della frutta.

Anche il consumo di formaggio bianco dopo i frutti provoca una certa difficoltà digestiva, dei gonfiori - è troppo concentrato - a meno di limitare la quantità al minimo.

Peggiore ancora è il mangiare i formaggi fermentati, i quali sono tossici. I formaggi cotti sono meno nocivi. Ma lo yogurt è il più accettabile.

Certi formaggi bianchi, freschi, appena salati, sono accettabili a piccole dosi.


IL MISCUGLIO FRUTTA FRESCA/SECCA DOLCE

Si può mangiare della frutta fresca e secca dolce insieme - soprattutto in inverno - a patto di essere digiuni, attivi fisicamente e di non consumarne molta.


IL MISCUGLIO FRUTTA/LATTE

Il latte è permesso ai bambini fino all’età di 7/8 anni. Non può essere digerito dagli adulti.

I bambini possono fare questo miscuglio senza disturbi, poiché essi possiedono nello stomaco la ghiandola che secerne la rennina (N.d.T.: da chiamare preferibilmente chimosina, per non confonderla con la renina), enzima necessario alla digestione del latte.

Verso l’età di 7/8 anni, questa ghiandola si atrofizza e non secerne più niente. L’adulto deve infine essere svezzato, altrimenti vedrà le sue feci diventare chiare, molli, giallastre, nauseabonde e il fegato presto sopraffatto, che dà dei mal di testa.

Infine, il melone e il cocomero sono incompatibili col latte.


I FRUTTI FRESCHI

COMPATIBILI CON: --------------------- INCOMPATIBILI CON:


Gli altri frutti ---------------------------------Il melone e il cocomero

Le verdure ------------------------------------I farinacei

Le crudità -------------------------------------(patate ecc.)

La frutta secca -------------------------------Gli ortaggi cotti


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 17 LO YOGURT NATURALE


Gli adulti non possono digerire il latte ma possono consumarlo trasformandolo in yogurt. Non è valido il ricorso al succo di limone poiché esso non causa la moltiplicazione dei batteri benefici alla flora intestinale.

Si può comprare lo yogurt naturale, senza zucchero, ma è senza dubbio preferibile, se se ne ha il tempo, di farlo da sé stessi. Si vendono le yogurtiere, che sono molto pratiche.

Si può farlo anche senza apparecchio, nel modo seguente: comprare un vasetto di yogurt maturo, prelevarne un cucchiaino da caffè e versarlo in fondo a un vaso, versandoci a goccia a goccia del latte, girando con l’aiuto di un cucchiaio.

Si può utilizzare di preferenza del latte crudo, o al massimo del latte pastorizzato, intiepidito, ma mai sterilizzato perché non cagliererebbe.

Mettere il vaso in un locale caldo a 20-30°. Coprire appena, ma non troppo, poiché i batteri hanno bisogno di ossigeno. Due giorni basteranno affinché il latte cagli perfettamente.

Se precedentemente si è presa la precauzione di mettere il latte crudo nel frigo, allora si può scremarlo prima di cagliarlo, poiché la crema si irrancidisce durante la cagliatura. La crema può essere cosparsa sulle fragole, i datteri, i fichi secchi, l’uva secca.

Lo yogurt che si vende è senza dubbio addizionato con conservanti chimici e col sodio e può conservarsi abbastanza a lungo, mentre quello che si fa da sé si conserva solo alcuni giorni, nel frigo, curando di tirarlo fuori alcune ore prima di consumarlo, poiché non bisogna mangiarlo troppo freddo, altrimenti procura indigestione e diarrea.

Il latte crudo, messo al caldo, come indicato, caglia da sé, ma occorrono parecchi giorni. Ecco perché lo si insemina con uno yogurt fatto in precedenza o col presame.

Come sorgente di calore, si può mettere il latte a cagliare in una yogurtiera o in una scatola di cartone, chiusa, riscaldata all’interno con una lampada elettrica.

Quando il latte cagliato diventa vecchio, si acidifica sempre più. Lo si sgocciolerà allora su un tessuto sospeso sul lavandino. E’ formaggio bianco.

Mosséri ritiene che l’uomo adulto non dovrebbe consumare il latte, neanche sotto la forma di yogurt: esso è solo una concessione straordinaria da lasciar passare, purché non se ne abusi.

Comunque, lo yogurt è compatibile con tutti i frutti, freschi o secchi e con le crudezze, ma non con i farinacei o gli ortaggi cotti.


RICETTA

Ecco una ricetta succulenta per le 16:

in una grande insalatiera, tagliare a pezzettini una lattuga, alcuni cetrioli, pomodori, carote, sedano coste o rapa, prezzemolo, una cipolla sminuzzata da due giorni e lasciata all’aria affinché non sia più piccante.

Aggiungere olio d’oliva, olive nere, succo di limone. Versare sopra il tutto una tazza di yogurt naturale.

Non usare aceto, spezie, aromi, sale, lieviti, condimenti.

Si può spolverizzare di cavolo rosso, secco in polvere.

Si può anche aggiungere uva secca o maionese, al massimo della groviera, grattugiata, formaggio fresco senza sale o semi - salato sbriciolato, ma ciò farebbe troppi ingredienti.

Per ciò che riguarda il sale, le olive nere ne contengono e ciò basta ampiamente. Quanto alle spezie e agli aromi, come per la mostarda, nessuna dose è accettabile: sono due veleni violenti, cento volte più nocivi del sale.

Il lievito è un fattore di fermentazione, dunque da evitare. E’ ricco di certe vitamine, ma che ha troppi inconvenienti: gas, ecc.

Gli aromi, fossero dolci come il timo, sono delle piante naturali, ma contengono veleni. E’ sufficiente, per rendersene conto, di mangiarne una buona manciata, da soli. Il prezzemolo si può usare moderatamente, come per la cipollina.

Il succo di limone è permesso sull’insalata, a condizione che il pasto non contenga farinacei, né ortaggi cotti. Infatti, gli ortaggi cotti e le patate non possono essere digeriti in presenza di un acido, citrico in questo caso.

L’aceto è un veleno a causa della presenza dell’acido acetico e dell’alcol. E non si può mangiare lo yogurt con ortaggi cotti poiché gli ortaggi cotti contengono un poco d’amido e lo yogurt contiene acido lattico.

Si può consumare lo yogurt con la frutta dolce, come i datteri, i fichi secchi, l’uva secca e le banane secche o cotte.


CON LO YOGURT

ALIMENTI COMPATIBILI: ------------ ALIMENTI INCOMPATIBILI:

Verdure ----------------------------------------Farinacei (patate, ecc.)

Crudità, pomodori----------------------------Ortaggi cotti

Frutta fresca

Frutta secca

Limone

L’avocado

La crema


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 18 LE VERDURE E LE CRUDEZZE


Negli USA esiste una tendenza igienista che raccomanda un regime esclusivamente frugivoro. Mosséri ha citato parecchie testimonianze nel suo libro, L’ANTIME’DECINE, di persone che seguono un regime esclusivamente di frutta, e che ne sono soddisfatte, perfino incantate, dopo sette fino a dieci anni di pratica.

Questa tendenza diretta da T. C. Fry, un igienista nuovo sulla scena professionale, si basa, per raccomandare questo regime, sull’esperimento realizzato allo zoo di San Diego, sui gorilla.

Tuttavia, gli è stato riferito che uno zoologo giapponese ha notato che in una riserva, nel nord del Giappone, l’inverno i gorilla vivevano in un clima rigido, nella neve e si accontentavano di verdure e crudezze, trascurando i frutti che erano stati messi a loro disposizione.

Si vede così che i gorilla preferiscono i frutti in estate e le verdure con le crudezze in inverno.

Ciò conforta l’esperienza igienista secondo la quale i malati cronici farebbero meglio ad accordare la loro preferenza agli ortaggi, piuttosto che alla frutta.

Così le persone in buona salute possono mangiare:

70% di frutta.

30% di verdure, di crudità, ortaggi e patate.

Al contrario, i malati possono mangiare:

30% di frutta

70% di verdure, di crudità, ortaggi e patate.

Infatti, l’abuso di frutti provocherà:

un’orina troppo frequente, giorno e notte,

un’insonnia parziale, in piena notte,

delle carie dentarie,

degli ascessi dentari,

del nervosismo,

ecc.

Notare di passaggio, che dal punto di vista botanico, i cetrioli, i peperoni, i pomodori, sono dei frutti poiché essi hanno un fiore.


CONDIMENTI

PROIBITI: ----------------------------------- PERMESSI

Aceto-------------------------------------------Limone

Mostarda -------------------------------------Yogurt non zuccherato

Spezie ------------------------------------------Olive nere

Aromi dolci -----------------------------------Prezzemolo

Sale ---------------------------------------------Maionese

Cipolla fresca ---------------------------------Formaggio bianco appena salato

Aglio fresco -----------------------------------Groviera grattugiata

Formaggi fermentati -----------------------Cipolle spezzettate l’antivigilia

----------------------------------------------------Formaggio poco salato,

----------------------------------------------------bianco, sbriciolato


Chi ha difficoltà a mangiare le verdure e le crudezze, senza sale, senza aceto e senza mostarda, può condirle, utilizzando al posto di queste sostanze nocive, yogurt, limone, groviera grattugiata, olive nere, maionese, o formaggio fresco appena salato, ma non fermentato.

Le crudità sono compatibili con i frutti secchi come i datteri, i fichi secchi, le banane secche, l’uva secca o le banane cotte. Si possono tagliare in pezzi tutti questi frutti e mescolarli in insalata, per aggiungerli sulle crudezze tagliate in una grande insalatiera.


L’INSALATIERA DI CRUDEZZE

Questa insalatiera sarà consumata nel pomeriggio o poco prima del pasto della sera, se non prima di dormire.

Si taglieranno in piccoli pezzi, in una grande insalatiera le crudezze seguenti:

lattuga o scarola,

cetriolo,

sedano coste o rapa,

pomodoro,

peperone rosso,

indivia,


Condire con:

limone,

olive nere tagliate,

cipolla spezzettata l’avanti vigilia (affinché perda il suo piccante),

olio di oliva o di noce,

prezzemolo o erba cipollina, colti freschi.


Si può aggiungere facoltativamente, al posto dell’olio:

uva secca. Fichi secchi tagliati in piccoli pezzi,

datteri senza il nocciolo,

succo di fichi ammollati la vigilia,

succo d’acero che si trova nei negozi di regime,

crema sterilizzata o raccolta dal latte crudo messo la vigilia in frigo.


LA PRESENTAZIONE DELLE CRUDEZZE: UN ESEMPIO EDUCATIVO PER I BAMBINI

E’ raccomandabile disporre le crudezze, su un vassoio, affinché esse siano un festino per gli occhi.

Avevo una giovane Austriaca che faceva dei disegni meravigliosi, semplicemente con delle carote tagliate, delle lattughe, del finocchio, del prezzemolo, dei pomodori e altre crudezze. Presentava dei motivi in forma di cuore, di un abbozzo di albero, o di lettere di alfabeto per ciascun commensale o paziente, riproducendo le sue iniziali. I miei digiunatori erano tutti entusiasmati, rapiti e incantati da tanta attenzione.

I bambini soprattutto apprezzano una tale presentazione, la quale aiuta a insegnare ai figli il regime igienista.

I bambini, se lo desiderano, possono bere del latte tiepido, poi mangiare delle crudezze a volontà. Il latte è compatibile con le crudezze.

Infine, Mosséri ritiene probabile che le crudezze siano compatibili con il melone e il cocomero, cominciando col melone e il cocomero.

Gli alimenti che si possono apprezzare crudi non devono essere mangiati cotti. Esempio: le carote, il finocchio, il sedano rapa o a coste, le fave verdi tenere con i loro baccelli interi, il peperone rosso, le scarole, le lattughe, ecc.

Tutto è questione di abitudine e di evoluzione mentale personale con i condimenti permessi aiuteranno a mangiare tutte le crudezze e a gradirle. Mosséri mangia con delizia e senza condimento la salsefrica cruda, che il sapore molto fine delle mandorle, il sedano-rapa crudo, che ha il sapore delle noci di cocco, i topinambur crudi, succulenti con la loro buccia, le fave verdi tenere, con i loro baccelli.

Infine, è meglio masticare adeguatamente le crudezze, piuttosto che consumarle in succo, poiché il succo passa troppo in fretta prima di essere digerito. Inoltre, la cellulosa non digerita serve a spazzare gli intestini, mentre la parte di cellulosa digerita procurerà beneficio al corpo, per mezzo di ciò che essa apporta, ma non è proibito di quando in quando, di bere il succo delle crudezze, di cui si può fare talvolta il miscuglio. Esempio: succo di carote e di sedano coste - succo di finocchio e di carote.

Mosséri riunisce sempre la polpa al succo, in seguito. E’ delizioso, soprattutto quando si copre tutto con uno strato di crema con delle uve secche sopra.


LE CRUDEZZE

COMPATIBILI CON:------------------------INCOMPATIBII CON:

------------------------------------------------------------------------------

I farinacei (patate, topinambur, ecc.) -------------Non consumare un poco

Gli ortaggi cotti-------------------------------------di frutta e un poco di crudezze

Il latte--------------------------------------------------a più riprese, passando

Lo yogurt----------------------------------------------dall’uno all’altro

La crema-----------------------------------------------ma finire totalmente

L’avocado---------------------------------------------con la frutta,

Il melone e il cocomero------------------------------prima di passare

La frutta fresca----------------------------------------alle crudezze

La frutta secca-----------------------------------------o viceversa.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 19 LA CARNE, IL PESCE E IL PANE


I grandi biologi francesi e tedeschi hanno studiato l’anatomia e la fisiologia comparata, di tutte le specie viventi. Hanno formulato una tabella, che si troverà in un altro degli scritti di Mosséri, secondo i quali l’uomo non è un carnivoro, né un granivoro ma un vegetariano non granivoro.

Infatti, l’uomo non ha l’equipaggiamento necessario per uccidere una preda e divorarla seduta stante. Egli non ha artigli né canini taglienti, né i succhi digestivi necessari alla digestione della carne.

L’uomo non ha, nemmeno, un ventriglio trituratore nel suo stomaco, come l’hanno tutti gli uccelli, per macinare i cereali. Egli non ha nemmeno ghiandole che secernano una quantità sufficiente di ptialina, necessaria alla digestione di questi farinacei. Del resto, egli è obbligato a cuocere questi cereali al forno, mentre la cottura non è naturale.

Inoltre, questo non era il menù di tutta l’umanità preistorica.

La maggioranza della specie umana viveva sotto il clima dolce dei tropici, con un regime di frutta e di verdure che crescevano spontaneamente, un’infima parte vagante in Europa e intrappolata dal freddo, fu costretta, per sopravvivere, a mangiare carne cruda. Era l’uomo delle caverne, malato, degenerato che scomparve fatalmente.

Un’altra parte, anch’essa infima, persa nel polo Nord, nel ghiaccio e nel freddo, fu costretta per sopravvivere a mangiare pesce crudo. Sono gli eschimesi che vivono in media 27 anni miserevolmente.

I bambini che non hanno il gusto pervertito non amano la carne. Ma chi la mangerebbe, allo stato naturale, senza condimenti, senza cottura, senza sale, senza salse?

L’uomo mangia carne da poco nella storia dell’umanità, la quale ha almeno 5 milioni di anni. All’inizio dei tempi, egli fu sempre vegetariano e cercatore di alimenti, come il gorilla, piuttosto che un coltivatore o un cacciatore.

Le leggende del paradiso descrivono tutte un paradiso terrestre in cui l’uomo viveva in un frutteto mangiando i frutti succulenti del giardino dell’Eden.

Sembra che queste leggende non siano dei miti, nati dall’immaginazione di antiche popolazioni, ma proprio dei ricordi antichi, trasmessi di generazione in generazione, presso gran parte dei popoli della terra, quantunque essi fossero isolati, gli uni dagli altri da distanze insuperabili, a quei tempi là.

L’uomo, dunque, non era un mangiatore di carne all’origine. Ma non era neanche un mangiatore di pane! Adamo ed Eva non mangiavano pane né riso.

D’altra parte prima della scoperta satanica del fuoco, molto recentemente nella storia, cioè circa 20.000 anni fa, l’uomo mangiava tutto crudo e stava bene. Non soffriva di 33.000 malattie, come è il caso ai nostri giorni. Non moriva per il 33% di cancro e il 33% di malattie cardiache, come avviene ai nostri giorni.


MALATTIE PROVOCATE DALLA CARNE

L’infezione

Gli ascessi

Le carie dentarie

L’insonnia

Le malattie cardiache

Il cancro

L’ipertensione arteriosa

Le malattie della pelle


MALATTIE PROVOCATE DAL PANE E DAI CEREALI

Il raffreddore

La sinusite

La bronchite

I catarri dovunque nel corpo

La colite

L’enterite

Il reumatismo

La gotta

L’artritismo

La sciatica

La poliartrite

La lombaggine

I calcoli epatici e renali

La costipazione


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 20 GLI ORTAGGI E LE RADICI SEMI - COTTE


LISTA DEGLI ORTAGGI ------------------ LISTA DELLE RADICI

Zucchine ------------------------------------------- Patate

Fagioli verdi --------------------------------------- Carote

Carciofi ----------------------------------------------Navoni

Fave verdi coi loro baccelli -----------------------Salsefrica

Sedano coste ---------------------------------------Sedano rapa (palla)

Endivie ----------------------------------------------Rutabaga

Cavolfiori -------------------------------------------Topinambur

Cavolo verde, rosso, bianco ----------------------Patate dolci

Cavolo di Bruxelles ------------------------------- Igname

Melanzane ------------------------------------------Tapioca

Peperoni verdi, rossi

Broccoli

Gombi

Zucche vuotate

Zucca


Bisogna distinguere gli ortaggi dalle leguminose, che sono dei grani ad alto tenore azotato, come le lenticchie, la soia, i pisellini secchi, i fagioli bianchi, i ceci e le fave secche.

Esse sono molto difficili da digerire. Provocano gonfiori e gas orribili.

Gli ortaggi e le radici nominati qui sopra si digeriscono nell’intestino tenue.

Ora la loro digestione è avviata nella bocca, dalla secrezione dell’enzima chiamato ptialina che li trasforma in zucchero.

Tuttavia, la minima traccia di acidità nella bocca inibisce e distrugge questa ptialina. E’ per questo che nessun frutto deve essere mangiato con, né prima né dopo, gli ortaggi. Infatti, tutti i frutti contengono acidi, eccetto le banane, il melone e il cocomero.

Le madri che schiacciano una banana (amido) nel succo d’arancia fanno molto male ai loro poveri piccoli, per ignoranza. Esse dovrebbero sentire, più tardi, le feci della loro progenie e fare l’accostamento e allora comprenderebbero subito il loro errore, ma poche sono capaci di riflettere.

Tutto ciò che preoccupa i genitori è quando il bambino non mangia molto. Il rimpinzamento dei piccoli è una regola generale; e i genitori non sospettano il male che essi infliggono a questi giovani innocenti.

Vi sono inoltre quelli che raccomandano di mangiare i frutti prima del pasto. Ma l’acidità dei frutti si protrae ancora nel tubo digerente a meno di mettere un intervallo abbastanza lungo, affinché il corpo possa disporre di questa acidità.

Così se si è mangiata una mela, in capo a 20 minuti si può prendere un pasto di farinacei, ma certuni possiedono una digestione talmente lenta, che bisogna attendere un’ora.

Al contrario, se si mangiano diversi frutti, allora bisogna attendere almeno un’ora o due, prima di mangiare degli ortaggi cotti.

Anche l’abitudine generale di consumare i frutti alla fine del pasto, come dessert, è lamentevole poiché l’acidità della frutta interrompe la digestione dei farinacei.

Le torte alla frutta sono tutte indigeste e passano l’indomani nelle feci, senza essere state digerite o assai poco. Ciò comporta in più la perdita dei succhi digestivi preziosi e una fermentazione che si traduce in un avvelenamento al livello degli intestini.

Solo le torte alle cipolle, al formaggio, alle bietole, agli spinaci sono accettabili, di quando in quando, come sgarro, la domenica.

Per la loro acidità non vanno mangiati con gli ortaggi e le radici cotte neanche i pomodori e lo yogurt.

Gli ortaggi sono tutti compatibili tra loro. Si possono metterne parecchi alla volta nella pentola.

Gli ortaggi cotti sono compatibili con le verdure e le crudezze, ma senza pomodori né limone.

Se si vuole consumare un dessert, allora bisogna attendere un’ora dopo il pasto. Lo zucchero inibisce l’azione della ptialina e potrebbe disturbare la digestione dei farinacei.

Si può tuttavia prendere il dessert (banane cotte, datteri, ecc.) subito dopo la frutta.


GLI ORTAGGI COTTI E LE PATATE

COMPATIBILI CON: -----------------------------INCONPATIBILI CON.

Tutti gli altri ortaggi tra loro e tutte le radici----------La frutta

Le crudezze ----------------------------------------------- I pomodori

Le verdure -------------------------------------------------Il limone

Gli avocado ----------------------------------------------- Lo yogurt

-------------------------------------------------------------- Il latte cagliato

-------------------------------------------------------------- Il formaggio fresco.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 21 METODO DI COTTURA


C’è cottura e cottura. Bisogna sapere come cuocere gli alimenti il meno possibile e senza trasformarli in veleno, come succede talvolta nella cottura tradizionale.


LE FRITTURE

Così, le fritture sono da condannare rigorosamente, sono i più nocivi tra tutti i modi di cottura.

Infatti i grassi, l’olio, il burro o margarina, quando sono cotti a delle temperature elevate liberano degli acidi grassi molto tossici, cancerogeni.

Inoltre, le materie grasse cotte rivestono le molecole alimentari, in modo tale che i succhi gastrici non possono più raggiungerle per digerirle. L’indigestione è garantita. L’indomani tutto il bolo alimentare passa nelle feci diventate abbondanti, nauseabonde, maleodoranti, accompagnate da gas.

Le feci normali dovrebbero essere ben formate, senza odore, poco abbondanti e che non richiedano l’uso di carta detta igienica.

Per convincersi del male che le fritture causano all’organismo occorre considerare anche la sete che esse provocano diverse ore dopo il pasto, che non proviene da un bisogno di acqua, ma da un’irritazione della gola e dello stomaco.

Non occorre bere, ma lasciare che il corpo tenti di digerire questo bolo impossibile, altrimenti l’acqua lo trascinerà lontano, diluirà i succhi digestivi e qualunque tentativo di digestione sarà interrotto.

La sete è quasi sempre un cattivo segno. Un alimento sano non procurerà mai sete, poiché conterrà sempre abbastanza acqua naturale, carica di vitamine viventi.

Caso mai aggiungere i grassi dopo la cottura, a freddo.

Una cottura sana si fa all’acqua, l’acqua del rubinetto. Se si sospetta che essa contenga cloro, allora bisogna lasciarla all’aria diverse ore, in un recipiente, il tempo che il cloro evapori. Altrimenti, acquistate acqua in bottiglia.

Riservare la cottura agli ortaggi che non possono essere mangiati crudi, come i porri, le bietole, le patate, i cavoli, i cavolfiori, i carciofi, ecc. Limitarsi a una mezza cottura.

Quando si mangiano crudezze, il numero dei globuli bianchi resta stabile, e non sale a livelli allarmanti, apparentati alle aggressioni, alle ferite e altre situazioni straordinarie e pericolose, nelle quali il corpo mobilita tutti i suoi globuli bianchi, dopo averne scatenato una sovrapproduzione istantanea.

Fuoco pieno. Aggiungere due bicchieri di acqua. Dall’ebollizione, abbassare il fuoco, e attendere 15 minuti. In seguito aggiungere un bicchiere di acqua e gli altri ortaggi. Coprire sempre. Dall’ebollizione abbassare la fiamma e attendere altri 10 minuti.


ORTAGGI CORIACEI --------------------------- ORTAGGI TENERI


Carciofi (porli sottosopra) -------------------------Bietole

Porri -------------------------------------------------- Cavolfiore

Foglie esterne del cavolo -------------------------- Cavoli

Foglie esterne del cavolfiore ---------------------- Cavoli di Bruxelles

Foglie del sedano coste ---------------------------- Cipolle

Foglie del sedano rapa ----------------------------- Fagioli verdi

Bucce del sedano rapa ----------------------------- Fave verdi coi loro baccelli

’-------------------------------------------------------- Indivie

’-------------------------------------------------------- Navoni

-------------------------------------------------------- Patate

’ ------------------------------------------------------- Peperoni verdi

’-------------------------------------------------------- Rutabaga

’ ------------------------------------------------------- Salsefrica

-------------------------------------------------------- Sedano coste

-------------------------------------------------------- Sedano rapa

-------------------------------------------------------- Topinambur

-------------------------------------------------------- Zucchine


In generale non bisogna pelare gli ortaggi, ma cuocerli con le loro bucce. Se si temono dei trattamenti chimici, allora bisogna sbucciarli. Il sedano rapa, mangiato crudo, deve essere sbucciato poiché la buccia non è mangiabile cruda. Questa buccia può essere cotta.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 22 QUALE PENTOLA UTILIZZARE


Le pentole di allumino sono nocive a causa dei sali di alluminio che esse generano, il che annerisce la pentola soprattutto se vi si fanno cuocere degli alimenti acidi, come le mele o i pomodori.

Il tefal e l’acciaio inossidabile contengono dei metalli nocivi. Le pentole di vetro sono eccellenti e io non ho conoscenza di alcun inconveniente. Le pentole in terracotta sono raccomandabili, ma il minimo urto le rompe.

Mosséri utilizza una pentola in ghisa nera, non smaltata, che gli dà piena soddisfazione da più di venti anni.

Attenzione: le pentole il cui interno è smaltato non sono raccomandabili poiché lo smalto, quantunque sia molto gradevole da vedere, è incollato con l’aiuto di sali di piombo che si distaccano alla lunga e intossicano gli alimenti a poco a poco.

Le pentole a pressione, se permettono una cottura molto rapida, sono difficili da regolare per ottenere una cottura che non riduca gli alimenti in purea troppo cotta.

I forni a micro-onde emettono raggi dannosi, non solo per le vitamine, ma per l’utilizzatore. Questi raggi escono dalla cornice della porta dell’apparecchio e, alla lunga, causano malattie gravi degli occhi e del sangue.

Gli alimenti congelati sono talvolta accettabili. Invece, gli alimenti surgelati e le preparazioni industriali sono ripiene di prodotti chimici di conservazione, spezie, ma il piacere che se ne traeva era pari solo alla crisi di fegato, l’indomani: mal di testa, testa pesante, mancanza di concentrazione, mente confusa, mancanza di appetito.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 23 LE NOCI VARIE


Le noci varie comprendono le noci del noce, la mandorla, la nocciola, l’acagiù, il pecan, la noce di cocco, l’avocado, i semi di zucca, di girasole, il pistacchio, i pinoli, il sesamo.

I primi igienisti, all’inizio del secolo (ventesimo), come Shelton e molti altri, dopo aver soppresso la carne, il pesce, i formaggi, i legumi si erano rivolti alle noci varie, come fonte di proteine, di origine vegetale.

Essi credevano di fare bene, ma era peggio della carne. Infatti, queste noci contengono due volte più proteine della carne, e anche di più, se si considera che esse sono mangiate crude, mentre la carne è cotta, ciò che distrugge una parte del suo valore azotato. Ad ogni modo, i gorilla - nostri più vicini parenti - non ne mangiano.

Le noci diverse sono sostanze afrodisiache, visto che esse sono destinate dalla Natura alla riproduzione.

Comunque stiano le cose, questi alimenti provocano problemi di salute considerevoli:

feci maleodoranti e gas,

infezione,

carie e ascessi dentari,

insonnie,

malattie della pelle,

cancro e tumori,

indebolimento del potere digestivo,

ecc.

Con le noci varie il potere digestivo è talmente indebolito, che non si digeriscono più i frutti, il cui minimo eccesso provoca una leggera diarrea.

Shelton consigliava 130 grammi il giorno, ma ne è morto come molti altri di gravi malattie: paralisi, cancro. Certo, le noci soddisfano le tre condizioni che qualificano queste sostanze come alimenti, cioè di essere gradevoli all’odorato, al gusto e alla vista, ma, presto, causano una sete intensa che dura delle ore. Ciò è un segno di irritazione e di infiammazione delle mucose, causa delle secrezioni stomacali acide. Tuttavia, una quantità minima di noci di cocco o di avocado non può essere nociva, poiché queste due specie contengono un debole tenore di proteina. Personalmente, un mezzo avocado è sufficiente a provocare in me una sete. Allora non li mangio più. Un cucchiaino da caffè di purea di mandorle o di sesamo è accettabile.

Il tempo di digestione delle noci è di quattro ore, se mai le si digerisce. E’ troppo per i nostri intestini troppo lunghi. Esse finiscono per putrefarsi e avvelenano il corpo, prima di essere espulse, molto tempo dopo, in feci nauseabonde, maleodoranti e malsane.


NOIE PROVOCATE DALLE NOCI VARIE

Il consumo assoluto e generoso di noci varie provoca i seguenti disturbi dopo qualche tempo, nelle persone sensibili e poco intossicate.

-.... Mal di testa,

-....Cattivo sapore in bocca al risveglio,

-....Mancanza di appetito,

-....Mente depressa, mancanza di concentrazione,

-....Orina frequente (per eliminare i prodotti tossici), la notte soprattutto,

-....Sensibilità verso gli alimenti acidi,

-....Tensione permanente che impedisce di rilassarsi, perfino la notte, né su una sedia allungata, né a letto,

-....Depressione nervosa, pessimismo, angoscia,

-....Cistite,

-....Costipazione (il colon cerca di sbarazzarsi parecchie volte il giorno poiché non sopporta le minime feci troppo acide),

-....Flatulenza, gonfiori,

-....Fame provocata dalla denutrizione,

-....Stimolazione seguita da stanchezza,

-....Voglia di dormire più a lungo,

-....Perdita di peso,

-....Crisi di fegato, che può arrivare fino all’itterizia.

Prese in piccole quantità, da persone che mangiano un poco di tutto questi sintomi non saranno evidenti.

Le noci varie sono sostanze incompatibili con quasi qualsiasi alimento.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 24 I FORMAGGI


E’ un errore comune in chi abbandona il consumo della carne cercare un altro alimento azotato: formaggi, noci varie, legumi. Il latte è un alimento perfetto per i neonati. Ma verso l’età di 7 anni, i bambini non secernono più l’enzima necessario, la rennina, per digerire il latte e cagliarlo. Ecco perché il latte e i latticini non sono digeriti dagli adulti. Inoltre, i formaggi contengono il 15% di proteine necessarie al bambino per la sua crescita. Ma l’adulto, che ha terminato la sua crescita, dovrebbe accontentarsi, come suo cugino il gorilla, dell’1% di proteine.

Mosséri, ammetteva di essere caduto anche lui in questa cattiva abitudine di un abuso di latticini. Ne aveva risentito digestioni difficili, gonfiori, cattive feci, stato febbrile ma senza febbre, tensione permanente, bocca cattiva al risveglio, mal di testa, ecc. Poi, ha relegato i formaggi freschi al rango di scarti occasionali, non come un alimento quotidiano e li accettava solo nell’insalata sbriciolati, senza sale o poco salati.


FORMAGGI

FERMENTATI --------A PASTA COTTA ---- BIANCO FRESCO

Camembert --------------Groviera -----------------Pochissimo salato

Roquefort ---------------Cantal --------------------giovane

Brie ----------------------Hollande -----------------E’poisse

Munster -----------------Mimolette ----------------St-Florentin

Capra, stagionato ------Gouda ---------------------Ricotta

Tutti i formaggi --------Comté ---------------------Rigotte?

Stagionati ---------------Tomme --------------------Ecc.

anche cotti o bianchi---Babybel --------------------Senza sale:

Il parmigiano -----------Saint-Paulin ---------------Natura

Il bleu --------------------Formaggio di -------------Kiri

(tipo gorgonzola) ------ montagna

Il Saint Néctaire --------Ecc. ------------------------Samos


Mosséri aveva notato, gustando tutti questi formaggi, che era unicamente il primo boccone che lui assaporava, poi più niente. Al contrario, quando mangiava i frutti o le crudezze o gli ortaggi cotti, assaporava fino all’ultimo boccone del pasto.

I formaggi fermentati favoriscono la fermentazione di tutto il bolo alimentare e avvelenano il corpo.

I formaggi cotti sono meno nocivi quando sono freschi, si può grattugiarli sulle crudezze.

I formaggi bianchi senza sale, o appena salati, sono i meno nocivi, in piccole quantità, lontano dai pasti o sbriciolati sull’insalata. Una o due cucchiaiate sono accettabili.

Subito dopo la frutta, i formaggi complicano la digestione. Lo stesso dopo i farinacei. Bisogna attendere un certo tempo prima di consumarne una piccolissima porzione, come deviazione occasionale.

I formaggi sono compatibili solo con le verdure e le crudezze. Altrimenti bisogna mangiarli da soli, lontano dai pasti saltuariamente, senza zucchero né miele.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 25 LA SEPARAZIONE DEGLI ALIMENTI NELLO STOMACO


Un’osservazione incredibile ha fatto sospettare a Mosséri che lo stomaco non mescoli tutti gli alimenti, ma faccia uno sforzo, per separarli secondo la loro categoria.

Una donna incinta digiunava presso di lui. Durante la ripresa alimentare, lei consumò il mattino un brodo caldo di ortaggi nel quale lui avevo messo come per caso alcune foglie di spinaci, per dargli un sapore.

A mezzogiorno le fu servito un succo d’arancia.

Un’ora più tardi lei vomitava – non l’ultimo pasto che era il succo d’arancia, ma il brodo di spinaci!

Lei, dunque, non aveva vomitato l’ultimo pasto come ci si poteva attendere, ma il penultimo pasto!

Dopo quel giorno Mosséri ha avuto conoscenza di una decina di casi simili. Suoi pazienti gli hanno segnalato di aver notato, su loro stessi, il medesimo fenomeno.

Shelton ne fu molto meravigliato e gli confessò di non aver incontrato tali casi. Ciò non poteva fargli piacere, lui che aveva spinto lo studio delle combinazioni fino agli estremi limiti.

Ciò distrugge, infatti, una buona parte delle regole studiate da Shelton sulle combinazioni, poiché il corpo separa, naturalmente, nello stomaco, le varie specie alimentari incompatibili.

Ma, attenzione, il corpo non può fare questa separazione se si mangia un boccone di una specie e un boccone di un’altra specie, a più riprese, andando da uno all’altro, da una specie all’altra in un andirivieni.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 26 LA FRUTTA SECCA DOLCE


LISTA DELLA FRUTTA SECCA DOLCE

I datteri

I fichi secchi

L’uva secca

Le mele secche, a fette

Le pere secche, a fette

Le pesche secche

Le banane secche

Le prugne secche

Le ciliegie secche


Tutti questi frutti secchi sono eccellenti per la salute, salvo le prugne secche. Infatti esse hanno la reputazione di essere lassative, cioè sono espulse dagli intestini, poiché contengono un acido che il fegato non riesce a ossidare.


I DATTERI

I datteri si presentano in due specie: naturali con i rami o glucosati.

Questi ultimi sono ammollati nel glucosio, senza dubbio per impedire all’umidità di penetrarvi e permettere una migliore conservazione. Quest’operazione non mi sembra troppo nociva, visto che la pellicola di glucosio, che circonda questo dattero, è molto sottile. Solamente, i datteri naturali sono di migliore qualità, hanno un sapore migliore e costano più cari.

Per i bambini che li apprezzano, si possono usare dei datteri schiacciati nel latte.


L’UVA SECCA

L’uva secca, invece, è inzuppata nella paraffina, per impedire all’umidità di penetrarvi. Bisogna badare a lavarla, prima di mangiarla, strofinandola con le dita. Un semplice lavaggio con molta acqua non basta.

L’uva secca può essere aggiunta col suo succo sull’insalata e sulle crudezze.

Rimpiazza vantaggiosamente lo zucchero sullo yogurt.


LE BANANE ESSICCATE

Le banane essiccate che si vendono sono eccellenti, ma hanno perso il loro profumo naturale, poiché esse di solito sono vecchie di parecchi mesi. Ma se si può farle seccare da sé, allora esse emanano quel sapore meraviglioso della banana.

Per far seccare le banane, bisogna procedere così:

acquistare banane arcimature, con la pelle nerastra. Si vendono a metà prezzo, dovunque.

Pelarle e disporle su un vassoio che si metterà al sole. La notte bisogna riportarle dentro. In capo ad alcuni giorni, saranno secche a puntino. Non si può farlo, evidentemente, che se il sole è forte, in estate. D’inverno, si possono mettere davanti a una sorgente di calore, come un radiatore, un camino.


I FICHI SECCHI E LE ALBICOCCHE SECCHE

Si possono inzuppare i fichi secchi e le albicocche secche in poca acqua, che si berrà successivamente. Esse si gonfiano e diventano succulente. Con un poco di crema, possono rivaleggiare con la migliore torta!

Mosséri ha trovato che le albicocche sono migliori secche che inzuppate.


QUANDO MANGIARE I FICHI SECCHI DOLCI

Questi non sono compatibili che con pochi alimenti. Shelton raccomanda di mangiarne con la frutta semi-acida (mele, pere), altrimenti soli.

Tuttavia, se si mangiano soli si ha tendenza ad abusarne e a farsi del male. Alcuni adepti ne avevano mangiato delle quantità enormi, come 20/30 datteri o 10/15 fichi.

Mosséri, perciò. raccomandava di prenderli, come dessert, un’ora dopo i pasti.

Con i frutti freschi, la frutta secca può essere consumata subito, moderatamente, per non avere sovraccarico di zucchero, ma è preferibile fare il pieno di frutta e sopprimere la frutta secca dolce.

L’abuso di zucchero provocherà una mente depressa, pesantezza, tedio, mancanza di brio, torpore.

Si può assumere la frutta secca dolce, con lo yogurt. Ciò è raccomandabile a coloro che sono abituati a prendere lo yogurt con lo zucchero o col miele per sopprimere questi due prodotti nocivi.


IL PIATTO DI CRUDEZZE DISSEMINATO DI FRUTTA SECCA.

Sembra che si possono mangiare i datteri con le crudezze. Di fatto, è il piatto preferito di Hovanessian, autore igienista, iraniano. Eccone gli ingredienti.

-        Lattuga

-        Cetriolo

-        Carote

-        Pomodori

-        Finocchio

-        Sedano coste o rapa

-        Prezzemolo.


Tagliare il tutto in piccoli pezzi, e disseminare di frutta secca dolce, tagliata pure in piccoli pezzi: datteri, fichi, ecc.


DESSERT, MA DOPO UN INTERVALLO

Si può prendere la frutta secca dolce dopo il pasto di ortaggi cotti, dopo le patate? Sì, a condizione di aspettare per un intervallo di 30/60 minuti, secondo la digestione.


PER I BAMBINI

I bambini possono prendere i datteri o altri frutti secchi schiacciati col latte tiepido.


I FRUTTI SECCHI DOLCI

COMPATIBILI CON: ---------- INCOMPATIBILI CON:

I frutti freschi ---------------------Tutti gli altri alimenti

Lo yogurt

Le crudezze

Come dessert, ma presi

un’ora dopo un pasto di

ortaggi, di patate

L’avocado

Il formaggio bianco


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 27 IL LATTE


Parecchie persone, dalla campagna soprattutto, andavano a fare una cura per ristabilire un fegato malandato. L’analisi dettagliata del loro menù rivelava il consumo di latte in quantità apprezzabile: una grande scodella il giorno, o anche di più. Questo bastava per rovinare il loro fegato e procurare loro quella tinta epatica, mal di testa, macchie epatiche sul viso, sulle mani e altrove sulla pelle, feci molli, giallastre, maleodoranti, gas. Anche il potere digestivo è danneggiato. Al risveglio la bocca è pastosa o amara.

Infatti, l’adulto non può digerire il latte, né alcun prodotto che lo utilizza: i budini, le creme zuccherate, le creme gelate, i pudding, il caffè al latte, il riso al latte, il cioccolato al latte, ecc.

Non solamente il latte gli è indigesto, ma lo zucchero che gli si aggiunge complica ancora di più l’elaborazione degli alimenti.

Per contro, il bambino lo digerisce perfettamente, poiché il suo stomaco secerne un fermento - la rennina - che caglia il latte. Mosséri consiglia, però, di aggiungere l’uva secca al posto dello zucchero.

Nessuna deroga alla regola sarà permessa per il caffè, il tè e il cacao aggiunti al latte. Queste bevande sono da evitare.

Dunque, il latte sarà riservato ai neonati e ai bambini fino all’età di 7 o 8 anni più per il neonato che per il bambino. Infatti, dall’età di 5 anni, le quantità di latte e di latticini devono essere diminuite fino a sopprimerle totalmente verso i 7/8 anni.

I bambini saranno dunque nutriti del latte della loro madre fino all’età di tre anni circa. Ma se la madre commette il grave errore di non allattare il suo piccolo, si dovrà dargli al suo posto il latte di una nutrice, altrimenti quello della vacca.

Quest’ultimo latte sarà intiepidito, scremato e diluito prima di darlo al piccolo. Non si dovrà mai bollirlo. Il latte crudo è perfettamente sano. Se ne vende talvolta nelle drogherie. E’ il terreno che conta e non i microbi, che d’altronde si incontrano dovunque, perfino nell’aria che respiriamo.

I microbi sono utili al corpo, come pure alla flora intestinale, fiorente per l’effetto dei batteri utili, e che permette la digestione della cellulosa, la sintesi delle proteine e l’elaborazione di certe vitamine rare, come la vitamina B1 e B12.

Il latte è compatibile con i frutti e le crudezze, per i bambini, come con gli ortaggi, le patate, i frutti secchi.

I bambini apprezzano il latte intiepidito nel quale siano stati schiacciati due datteri o un fico, ammorbiditi da un inzuppamento la vigilia. Apprezzano anche il budino preparato a partire dal latte crudo, amido e uva secca, sparsa sopra. E’ la famosa sahlab orientale, che è profumata di cannella e acqua di rose.

Il riso al latte sarà accettato, per i bambini, come deviazione occasionale, se si sostituisce lo zucchero con uva secca inzuppata e l’acqua molto zuccherata di ammollo.

Il cioccolato bianco è fatto soprattutto di latte in polvere e sostituirà il cioccolato nero ordinario, che rende i bambini molto agitati e nervosi, a causa della teobromina che contiene in abbondanza.

Il latte non si accorda con il melone, né con il cocomero.


IL LATTE

COMPATIBILE CON: --------INCOMPATIBILE CON:

I frutti freschi -------------------L’avocado

I frutti secchi--------------------Il melone E Il cocomero

Le crudezze

Gli ortaggi cotti

Le patate

Lo yogurt


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 28 IL MELONE E IL COCOMERO


Questi due alimenti, il melone e il cocomero, non sono acidi, ma neutri.

Essi sono molto acquosi, cioè contengono molta acqua, accompagnata da uno zucchero speciale, molto facile da digerire, ma che può fermentare rapidamente quando subisce il minimo ritardo nel suo transito, verso l’intestino tenue, dove avviene la sua elaborazione.

Quando si acquistano questi frutti non si è ma sicuri in anticipo, se saranno troppo dolci o insipidi e scialbi; e in questo caso si sarà allora tentati di aggiungervi dello zucchero bianco o rosso.

Ma attenzione! Questo miscuglio, zucchero/melone e zucchero/cocomero, è indigesto. Il risultato è la fermentazione.

Lo stesso avviene quando si aggiunge lo zucchero a qualsiasi altro frutto, come si fa frequentemente con le fragole, il pompelmo, l’ananas, il succo di limone consumato nei caffè, ecc.

Il melone e il cocomero non sono compatibili con gli altri frutti, né col latte, lo yogurt, gli ortaggi, le patate, la frutta fresca, la frutta secca, i formaggi.

In conclusione: si può mangiare il melone e il cocomero prima di qualsiasi altro alimento, a condizione di lasciar passare un intervallo di tempo, secondo la quantità di frutta. Per esempio, se si mangia una sola fetta di melone, si possono mangiare altri alimenti dopo dieci minuti. Ma se si consuma un melone intero, allora è meglio attendere un’ora prima di mangiare un’altra cosa.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 29 LE SCAPPATELLE FATIDICHE E INCOMPATIBILI


Quando un nuovo adepto comincia a sopprimere i vari veleni, - caffè, vino, tabacco, spezie e comincia a cambiare il suo menù per adottare un regime sano, lo fa valentemente, coraggiosamente, a dispetto dell’opposizione del suo ambiente ostile, specialmente se vi è una ragione importante che lo inciti.

Infatti, lo stato della sua salute, talvolta è un incitamento a cambiare rotta e ad attenervisi.

Quando si è giovani, si fa la svolta senza troppe difficoltà, poiché il corpo si adatta più agevolmente e la mente non ha ancora preso la piega delle cattive abitudini.

Disgraziatamente, non è altrettanto per gli adulti. Dopo uno o due anni di regime igienista stretto, e sapendo ad ogni modo come palliare i misfatti degli alimenti nocivi, perdendo infine la paura della malattia, per questo stesso fatto, ci si lascia tentare dalle voglie diverse che ci assalgono.

La televisione, una vetrina di negozio, inviti a cena, suggestioni negative che ci incitano, direttamente o indirettamente, a consumare degli alimenti malsani.

E’ così che succede che si facciano delle scappatelle. Alcuni saltano il pasto successivo alla deviazione, altri digiunano 24 ore. Per regola generale, tutte le scappatelle sono incompatibili, salvo rare eccezioni.


IL VINO, LA BIRRA, ECC.

Molti adepti smettono di bere il vino, la birra, gli aperitivi, ma gradirebbero toccarli, ogni tanto, soprattutto quando sono invitati. Altri vogliono diminuire le dosi e la frequenza, ma non sopprimere totalmente il vino, tradizione obbliga.

Ora bisogna sapere a questo scopo che il vino, la birra e tutti gli altri alcoli non sono compatibili con i pasti, fossero essi sani o malsani. Quando si beve vino con un pasto, qualunque sia, tutto il bolo alimentare fermenta. Allora, il corpo lo espelle l’indomani in feci voluminose, nauseabonde, non formate, con dei gas nauseabondi. Non si trae beneficio da ciò che si è mangiato.

Se bisogna assolutamente bere del vino, il minimo possibile, ciascuno secondo la propria volontà, allora bisogna berlo a stomaco vuoto. Lo stesso per la birra, lo stesso per qualsiasi bevanda alcolica.


IL CAFFE’, IL TE’, IL CACAO

La maggior parte degli adepti hanno difficoltà considerevoli a sopprimere il caffè, il tè e il cacao. Il caffè preso al risveglio, è consumato come uno stimolante, per svegliarsi, per arrestare l’eliminazione notturna non completata, per avere la mente chiara la mattina, e per essere in forma per il lavoro.

Ma queste bevande non sono compatibili col pasto, quali che siano. I veleni che esse contengono, ritardano o impediscono la digestione, specialmente se si aggiunge lo zucchero.

Bisogna provare a farne a meno, altrimenti, e attendendo il potere di farlo, bisogna prendere queste bevande a stomaco vuoto, al di fuori dei pasti.

Beninteso è anche preferibile prendere il caffè decaffeinato, il tè deteinato, o le bevande fatte di cereali torrefatti che hanno il medesimo gusto del caffè.


LE TORTE, IL CIOCCOLATO, I DOLCIUMI

Bisogna sapere che lo zucchero inibisce la secrezione della ptialina nella bocca, il che arresta la digestione orale dei farinacei e anche la digestione dello zucchero della frutta. Pertanto, chi proprio vuole mangiare i dolci deve farlo separatamente dalla frutta e da altri carboidrati, anzi a stomaco vuoto.

L’abitudine del dessert è malsana. Bisognerebbe rimandarla a un’ora dopo il pasto.

Neanche il dolce casereccio è sano, buono per la salute.

E’ preferibile che si acquisti il dolce in pasticceria, la più vicina. Almeno si saprà che è un alimento malsano.


LE VIVANDE CONSERVATE SOTTO SALE, LE SOSTANZE SPEZIATE.

Tutte le vivande conservate sotto sale e le sostanze speziate inibiscono le secrezioni digestive. Inoltre, esse provocano un peristaltismo più rapido il cui scopo è di sbarazzarsi il più rapidamente possibile di ciò che è nocivo al corpo. Pertanto il cibo non sarà digeriti totalmente. Allora bisognerebbe badare a prenderne il meno possibile, a stomaco vuoto, lontano dai pasti.

Tutte queste sostanze non sono compatibili con alcunché.


I FORMAGGI, LA CARNE, IL PESCE, LE UOVA, I LEGUMI

Se non si arriva a dimenticarli e a sormontare le proprie tentazioni, in questo caso bisogna prenderne il meno possibile, badando a non mescolarli con alimenti incompatibili, come i farinacei, gli alimenti azotati tra loro. per esempio non mescolare la carne con i formaggi.

I formaggi fermentati sono assolutamente da sopprimere, come tutti i formaggi stagionati o speziati.

Al contrario il formaggio fresco, senza sale o poco salato, potrebbe in quantità minime essere mescolato o sbriciolato sull’insalata di crudezze.

Si possono accompagnare gli alimenti azotati citati, quando se ne mangeranno raramente, con delle verdure crude o degli ortaggi crudi o cotti.


IL PANE, IL RISO, LE PASTE

In un menù igienista questi alimenti cerealicoli vanno evitati. Per quelli che non riescono a resistere a queste tentazioni, bisogna badare a cedere raramente, e a consumarne il meno possibile.

In queste condizioni, si possono prendere degli alimenti cerealicoli con delle insalate verdi, delle crudezze e degli ortaggi cotti.

Questi alimenti cerealicoli, d’altra parte, non sono compatibili con alcun frutto, alcun alimento azotato.


TABELLA DELLE SCAPPATELLE INCOMPATIBILI

’---------------------------Frutta -Frutta-----Yogurt- Crudità--Patate---Ortaggi

’---------------------------fresca --secca-------------------------------------------cotti

Vino, birra, ecc.----------NO-----NO---------NO---------NO------NO---------NO

Caffe’, te’, cacao---------NO-----NO---------NO---------NO------NO---------NO

Dolci------------------------NO-----NO---------SI’----------SI’------NO---------NO

Salumi--------------------- NO-----NO---------SI’----------NO------NO---------NO

I cereali-------------------- NO-----NO--------NO----------SI’------NO----------SI’

Carne, pesce,

formaggio, uova---------NO-----NO---------NO----------SI’------NO----------SI’


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 30 L’IMPORTANTE E L’ACCESSORIO


Bisogna sapere distinguere ciò che è importante, da ciò che è secondario.

Si vuole modificare il menù per renderlo più sano, ma si continua sempre a inghiottire dei cachet chimici acquistati in farmacia!

Non ha senso emendare un menù se ci si intossica con prodotti chimici concentrati come i medicinali.

Bisogna badare per ordine di importanza e in precedenza ai fattori seguenti:

- Sopprimere tutti i veleni chimici, i medicinali, le droghe.

- Scegliere gli alimenti specifici alla nostra specie e abbandonare gli altri, per quanto possibile progressivamente.

- Attendere la fame acuta, prima di mangiare, che si calmerà con alcuni frutti, a più riprese.

- Scegliere gli alimenti compatibili.

- Prenderli nello stato in cui la Natura ce li offre, crudi, senza condimenti.

- Mangiare quando si è ben disposti, mentalmente e fisicamente, di buon umore, calmi, in uno stato di benessere, senza dolore, né febbre, né agitazione mentale, né stati d’animo negativi.


James Thomson, naturopata scozzese, quasi igienista, dava la priorità alla frugalità, in un regime composto di alimenti convenzionali, mai biologici. Si era senza dubbio ispirato a Cornaro, quell’aristocratico italiano che visse 104 anni, limitando la sua alimentazione a 700 grammi il giorno, mangiando di tutto.

Mosséri, invece, considerava la frugalità come una rinuncia, un’attitudine negativa e, al contrario, naturale ricercare la sazietà. Essa, però, ci farebbe molto male con gli alimenti correnti che sono piuttosto concentrati.

Utilizzando gli alimenti adatti alla nostra specie, ci possiamo saziare senza limitarne le razioni, specialmente se aspettiamo la fame acuta, poiché in tal caso lo stomaco si restringe e raggiungiamo la sazietà rapidamente.

L’uomo primitivo non aveva cucina, né cuoca, né forno a microonde, né fornello, né sala da pranzo, né orologio, né libro di ricette. Quando aveva fame, coglieva un frutto o due e li mangiava sotto l’albero, seduta stante.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 31 GLI ALIMENTI CHIMICI


Ai nostri giorni, i prodotti chimici sono usati sui nostri alimenti che diventano nefasti per la nostra salute.

E’ così che noi mettiamo prodotti chimici sui prodotti seguenti:

1)....Gli alimenti in scatola;

2)....Gli alimenti surgelati;

3)....Gli alimenti in polvere;

4)....I vegetali sono carichi di insetticidi;

5)....La terra è trattata con concimi chimici in quantità.


Dobbiamo, dunque, evitare di consumare alimenti che sanno di farmacia, sbucciare la frutta e gli ortaggi, cercare alimenti coltivati senza veleni chimici.

Più che biologici od organici tali prodotti si dovrebbero chiamare "alimenti senza prodotti chimici".

Quando si prende una sola aspirina, una sola dose di lassativo o di antibiotico, si introducono nel corpo dei prodotti chimici, come se si fossero mangiati alimenti chimici per sei mesi.

Nella rivista americana Healthful Living, diretta dall’igienista americano T.C. Fry, uno dei lettori domanda dove ci si può procurare dei frutti e degli ortaggi non trattati.


ANZITUTTO, VERIFICATE SE L’ALIMENTO E’ SPECIFICO

Fry rispondeva che la maggior parte dei frutti che noi mangiamo sono coltivati in maniera convenzionale, ma ciò che conta più di tutto è che siano specifici all’essere umano, contrariamente a quanto avviene per i prodotti animali, i cereali, i legumi e la maggior parte dei vegetali, non sono buoni per noi, qualunque sia il loro modo di coltivazione, biologico o non biologico.

In secondo luogo invitava a non mangiare ciò che non si può mangiare crudo. Mosséri non mangiava le bucce dei frutti che essi fossero trattati o no. Esse trattengono tutti i prodotti chimici (eccetto i mandarini la cui pelle è porosa).

Quanto agli ortaggi, è sufficiente sbucciare le carote, le mele, per scartare i prodotti chimici possibili, esistenti sulla loro buccia.

Quanto ai prodotti chimici che penetrano nella terra, con i concimi chimici, essi impoveriscono l’alimento e finiscono col distruggere tutto il raccolto, se ce n’è troppo. Altrimenti, la loro influenza tossica non è apprezzabile.

Quanto alle lattughe, scarole, romane, bisogna gettare le prime due o tre file, rovinate ad ogni modo. Per il resto, Fry, preconizza di lavare in acqua saponosa, poi una seconda volta in un’acqua acetata, poi infine nell’acqua pura. L’interno non ha bisogno di essere lavato.

Ad ogni modo, perfino per i frutti non trattati, bisogna sbucciarli, poiché le bucce sono indigeste.

Fortunatamente all’interno del frutto vi sono molte vitamine, più facili da assorbire.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 32 L’INTERPRETAZIONE DEI SINTOMI QUANDO SI CAMBIA REGIME

Una questione da professionista.


Quando si cambia regime, si possono sentire parecchi sintomi, che il cambiamento sia per il meglio o per il peggio.

Ma se il nuovo regime equivale al precedente, altrettanto buono o altrettanto cattivo, allora non si risentirà alcun sintomo.

Ora, il profano non può interpretare questi sintomi, né qualificarli, come di essere nella direzione buona o in quella cattiva.

Se il nuovo regime è peggiore del precedente, si avranno dei disturbi, facili da imputare, facili da qualificare buoni o cattivi.

Se, peraltro, il nuovo regime è migliore del precedente, si sarà messi fuori strada dai disturbi che possono insorgere, si farà fatica a interpretarli, a imputarli e a qualificarli buoni o cattivi.

Detto ciò, certi dietologi tra i clinici dei metodi naturali sono ancora peggiori del profano, cioè professano opinioni totalmente folli, insensate e stravaganti.

Quelli che seguono il sistema insensato dell’istintoterapia., finiscono con l’avere una caduta dei capelli abbastanza forte, proveniente, evidentemente, dalla denutrizione, ma che Berger attribuisce a un’eliminazione!

La caduta dei capelli è generata anche quando il digiuno è spinto al di là delle riserve disponibili. E’ un sintomo negativo. Non bisogna qualificarlo benefico. E’ cuasayo anche dal prendere noci varie in quantità: esse indeboliscono il potere digestivo.

Al contrario, la fatica estrema che si prova passando a una dieta senza stimolanti è un segno positivo.

Prendiamo, al contrario, un esempio positivo. Un adepto adotta un regime sano, senza alcuno stimolante, né caffè, né alcol, né spezie, né alimenti azotati concentrati. Subito dopo risente una fatica estrema, che lo inquieta.

Ora questa stanchezza è un sintomo benefico, positivo e utile.

Un lettore di Fry sosteneva che il cambio di regime causa sempre dei sintomi cattivi, ma Fry gli risponde che se si passava a un regime di alimenti cotti, secondo lui tossici, il corpo reagiva utilizzando le sue riserve per eliminare gli alimenti tossici, se invece il passaggio è gli alimenti crudi, allora il corpo utilizza la maggiore vitalità per eliminare gli alimenti consumati in precedenza.


BUONO O CATTIVO?

Per maggiore chiarezza, noi abbiamo visto che la malattia può voler dire due cose:

1)....che si è sulla buona strada,

2)....o che si è sulla strada cattiva.

E’ così che tocca all’igienista professionista di sentenziare. Il profano sarà incapace di giudicare. Prendiamo un esempio.

Una persona interrompe il caffè: ha dei mal di testa.

Un’altra che non beve mai caffè, prende una o due tazze di caffè e ha lo stesso dei mal di testa.

Entrambi hanno dei mal di testa, ma la prima va nella buona direzione, si disintossica, mentre la seconda s’intossica.

Fry considera gli alimenti cotti come tossici, ma questo dipende dal modo di cottura. Vi sono certamente modi di cottura accettabili, quasi per nulla nocivi, una cottura rapida, a bassa temperatura, senza grassi, ma all’acqua, una sorta di semi-cottura.

Invece, una cottura prolungata - nell’olio o nel burro, ai quali si aggiungono pepe, aromi, fossero dolci, vino, salse - è certamente molto nocivo.

Attenzione, i medicinali, il caffè, il tabacco, i formaggi fermentati (li si riconosce da una sottile crosta biancastra, che li ricopre, insaporita di muffe, il vino, sono ancora più tossici degli alimenti cotti in tal modo.

Comunque, gli antibiotici sono ancora peggiori. La loro dannosità non si rivela che dopo anni di impiego, con delle malattie talvolta irreversibili, come la paralisi, le malattie del sangue, l’AIDS.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 33 IL SISTEMA IGIENISTA

Alcune nozioni generali.


Si prosegue con quel corrispondente che criticava il signor Fry, direttore della rivista americana, già citata:


LA NOSTRA APPARTENENZA BIOLOGICA

Nel campo della nutrizione, l’approccio scientifico consiste nel determinare anzitutto la nostra appartenenza biologica, poi in conseguenza le nostre caratteristiche dietetiche. Il resto rientra in dettagli subordinati.

Per esempio, un cavallo può vivere vigorosamente, e godere di un’eccellente salute, dalla nascita alla sua morte naturale, con un regime di erba, dopo il latte di sua madre. Sarà bello, vivace e rapido, fino al giorno della sua morte. Lo stesso è per le gazzelle e le altre creature nella natura.

Infatti, il cavallo è un erbivoro e nient’altro.

Ora, secondo la nutrizione moderna, noi saremmo onnivori, come i maiali. Tuttavia, l’antropologia, la biologia e la fisiologia hanno proclamato che gli esseri umani sono dei frugivori, da più di cento anni, ormai, e i testi classici l’hanno insegnato, fino all’inizio di questo secolo.

Ma la prostituzione delle nostre istituzioni scientifiche, ad opera degli interessi commerciali, soprattutto dell’industria della carne e di quella dei latticini, ha portato i dietologi a pervertire le conoscenze.

In breve, quando qualificate il regime crudivoro una mania, voi vedete le cose di traverso. Infatti, è la cottura che è una mania! Tutti o quasi sono vittime di questa pratica patogena.

Infatti, nella natura, gli esseri umani non mangiavano che frutta cruda. Nessuno aveva cuochi, né fornelli.

Allora, per contraddirmi, mi si tirano fuori delle citazioni della Bibbia, a proposito della carne come alimento.



LE MALATTIE ACUTE

D’altra parte, le malattie acute sono scatenate dal corpo, che le conduce, a tamburo battente, a fine di disintossicazione e di riparazione.

I problemi in questione sono i veleni ingeriti e i rifiuti non eliminati, e non la sintomatologia della crisi stessa.

Le malattie non devono essere guarite, poiché esse stesse sono la cura.


Allora, quando voi migliorate le condizioni del vostro corpo, esso approfitta della vitalità accresciuta per scatenare una pulizia generale. E’ ciò che si chiama: malattia.



LA SCIENZA IGIENISTA

Ecco alcuni punti salienti, intorno ai quali si evolve la nostra scienza igienista:

1)....La salute è normale e naturale. Le malattie sono anormali e innaturali, dunque non necessarie.

2)....Non si può avere la salute con i medicinali, poiché sono dei veleni e delle droghe.

3)....Le malattie non devono essere prevenute, e non possono esserlo, poiché esse non sopraggiungono se non le si causa.

4)....Le malattie sono dei processi organici curativi.

5)....La salute non può provenire che da pratiche di vita sana.

6)....E’ l’organismo affetto che è capace di restaurarsi. Il ristabilimento è un processo biologico, esclusivamente. La forza che ha creato un essere superbo, a partire da un uovo fecondato, microscopico, continua la sua azione fino alla morte. Questa forza basta per restaurare la salute di un organismo che essa stessa ha costruito in prima.

Questi chiarimenti sono necessari per comprendere meglio le sei nozioni, enumerate da Fry.

Quando Fry afferma che la salute è normale e naturale - al contrario di ciò che è affermato dalla medicina, che parla di malattie dell’infanzia, della menopausa, della pubertà, della vecchiaia, come se tutte queste tappe della vita dovessero necessariamente comportare delle malattie. No, la malattia non è ineluttabile. Essa non cade dal cielo, senza ragione.

L’affermazione che non si possono prevenire le malattie, fa allusione alle vaccinazioni.

Quando Fry afferma che la salute non può provenire che da pratiche di vita sana, significa che non si può avere la salute, se si continua a bere vino, caffè, a usare spezie, aromi, fritture, nemmeno se si è vaccinati e rivaccinati.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 34 I VELENI NEGLI ALIMENTI NATURALI


Poi al lettore che sostiene i benefici degli ortaggi, Fry risponde che l’uomo - essendo un frugivoro - non ha sviluppato gli enzimi necessari per disintegrare numerosi composti

"

Visto che gli esseri umani sono dei frugivori, essi non hanno sviluppato gli enzimi necessari per disintegrare i numerosi composti, esistenti nelle piante e nei semi.

"

Ora qualsiasi composto, che noi non possiamo metabolizzare, è un veleno nel nostro corpo. Per esempio, la belladonna è consumata con delizia dai conigli, che sono erbivori. Ma ne basta assai poca, molto poca, per spedire un uomo…

E praticamente, tutte le piante e i semi sono tossici in un modo o nell’altro:

i funghi

il prezzemolo

il rabarbaro

gli spinaci

le cipolle e l’aglio

il ravanello

l’okra

la patata

tutte le verdure


I vegetali non sarebbero dunque alimenti naturali per l’uomo. Essi sono nocivi, crudi o cotti, quantunque la cottura disintegri i veleni altrettanto bene che le sostanze nutritive della pianta.

Bisognerebbe tuttavia, secondo Mosséri, fare differenza tra l’aglio, la cipolla, lo scalogno, la mostarda, le foglie verdi dei navoni, poi dall’altro lato: le patate, le lattughe, e tutte le altre piante commestibili, non pungenti, né acri.

Le prime contengono delle quantità apprezzabili di veleni, mentre nelle seconde, i veleni sono minimi e non possono essere considerati dannosi.

Non va dimenticato che esiste una popolazione che vive sulle montagne, a 2000 metri di altitudine, in Nuova Guinea, che si nutre per il 90% di patate dolci, cotte su delle pietre scaldate, e per il 10% di frutta, verdure, ecc. Ora questa popolazione è vigorosa, svolge dei lavori fisici molto duri, non conosce la malattia e vive molto a lungo. Leggerlo nel suo libro IL CIBO IDEALE E LE COMBINAZIONI SEMPLIFICATE.

D’altra parte, tutti gli acidi contenuti nella frutta possono essere considerati dei veleni. Il corpo deve neutralizzarli ed eliminarli, prima di poter trarre beneficio dalle sostanze nutritive del frutto.

Fry affermava che in un esperimento nel giardino zoologico di San Diego, in U.S.A. che durò tutta la stagione estiva, si mise a disposizione dei gorilla frutta e verdura, a volontà ed essi non mangiarono che frutta, durante i tre mesi dell’esperimento.

Ma Mosséri rispondeva che in Giappone, durante l’inverno rigido, i gorilla rifiutavano di mangiare i frutti, attenendosi alle verdure e agli ortaggi.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 35 LE NOCI VARIE


Le noci varie sono raccomandate dal dottor SHELTON, mentre Mosséri le condanna, senza alcuna eccezione. Che bisogna pensarne?

Anche T.C. Fry, nei suoi articoli, le condanna pur considerandole indigeste, ma poi le consiglia a chi non può sbocciare o prendere peso con la frutta.

Egli affermava che noi siamo fruttariani, e abbiamo bisogno al 90% di sostanze nutritive sotto forma di zucchero (glucosio/fruttosio), 5% di aminoacidi, circa 3% di sali minerali e circa l’1% di acidi grassi, il resto in vitamine, ormoni, enzimi, ecc.

Mosséri riteneva preferibile consigliare, in piccola quantità, qualche alimento transitorio meno nocivo come lo yogurt (1) senza zucchero o il formaggio fresco e senza sale, o assai poco salato (2), più facile da digerire mentre le noci sono impossibili da digerire e, semmai, fanno perdere peso.

Il gorilla - che è apparentato all’uomo più delle scimmie -non ne mangia.

--------------------------

1) durante un anno.

2) o i formaggi cotti non fermentati.


Per tornare all'indice cliccare qui

CAPITOLO 36 QUALI ALIMENTI PER I MUSCOLI

Negli ambienti dell’atletica e della pesistica, si consiglia di nutrirsi abbastanza di alimenti azotati, proteici, concentrati, per formare dei muscoli.

Un culturista di 17 anni domandava a T.C. Fry se sarebbe potuto diventare un fruttariano e mantenere la sua massa muscolare e con quali frutti e vegetali rendere possibili dei guadagni di peso.

Fry rispose positivamente, avvertendolo, però che all’inizio avrebbe avuto una perdita di peso durante la purificazione dell’organismo e che solo dopo sarebbe cominciata la fase anabolica di ricostruzione dei suoi tessuti.

Tuttavia, avrebbe potuto risparmiarsi questo fenomeno brutale, eseguendo gradualmente la transizione alla nuova dieta.

Aggiungeva che il consumo dietetico umano medio dovrebbe comprendere, al netto dei liquidi:

-....glucidi per l’energia: 90%

-....aminoacidi, per il metabolismo di ricostruzione: 5%

-....minerali per il metabolismo e la ricostruzione: dall’1% all’1,5%

-....grassi per l’energia e la ricostruzione: da 1 a 1 ½%

-....vitamine, ecc. per i bisogni critici del corpo: meno dell’1%

Ma chi lavora duramente, avrebbe bisogno solo dei glucidi in più. Inoltre,

1)....Una volta che la struttura è costruita, è sufficiente una piccola razione di mantenimento di aminoacidi, dal 4% al 5% del cibo solido.

D’altra parte le perdite azotate (sotto forma di cellule), sono riciclate, nella proporzione di due terzi, attraverso la pinocitosi e la fagocitosi. Ne deriva che si ha bisogno di 15/25 grammi il giorno di aminoacidi freschi, negli alimenti consumati.

2)....Gli aminoacidi, o le proteine, si trovano in ciascuna cellula vivente. Ora, tutti gli alimenti contengono aminoacidi a sufficienza, salvo forse le mele.

3)....Gli alimenti specifici all’uomo, cioè i frutti, contengono dal 5 al 7% di aminoacidi, ampiamente sufficiente.

4)....Invece, gli alimenti sono completamente cotti, le proteine sono state coagulate dalla cottura, e deamminante, rese quasi del tutto inutilizzabili.


LA DISTRUZIONE CELLULARE NEGLI ATLETI

Non è vero che la distruzione cellulare, negli atleti, è considerevole. Infatti, le cellule delle persone sane vivono due volte più a lungo di quelle delle persone che stanno male.

Negli atleti, le cellule crescono considerevolmente, con l’accrescimento della richiesta energetica, con l’esercizio duro. Ecco ciò che spiega lo sviluppo muscolare considerevole che si può raggiungere con l’esercizio violento e vigoroso.


DA DOVE TRARRE LE PROTEINE

E’ un’illusione credere che gli alimenti tratti dai sottoprodotti animali, detti latto-ovo, possano procurare delle proteine, poiché la caseina è indigesta per gli adulti e la cottura delle uova be rende anch’essa inutilizzabili le proteine.

I migliori aminoacidi e i glucidi provengono dalla frutta matura e sono facili da assorbire. Inoltre, le altre sostanze, vitamine e minerali, sono associate ad altri elementi primari.


GLI ALIMENTI AZOTATI UTILI

Si può accrescere la vostra dose di aminoacidi dalle seguenti fonti:

1)....I fagioli verdi, freschi, crudi. Le proteine non vi sono ancora formate, e gli aminoacidi sono sotto una forma facile da assorbire.


2)....Il broccolo, prima che i suoi semi siano solidificati, i fiorellini sono carichi di aminoacidi, facili da assorbire.


3)....Le foglie verdi del cavolo e del ravizzone, quando esse sono giovani e tenere. Il loro tenore azotato è del 36% nella parte secca.

Da consumare crudi, ovviamente.


4)....I semi di girasole inzuppati e germinati a 8/10 cm. da consumare crudi. Si può mescolarli con le insalate verdi. Essi gli doneranno un sapore ricco e consistente. Il processo di germinazione converte la maggior parte delle proteine dei semi in aminoacidi.


5)....I fagioli germogliati: i germogli non devono essere troppo lunghi.


6) La maggior parte delle noci: le noci di pino (pinoli) contengono un terzo di proteine e quasi due terzi di grasso. Tuttavia, io sono convinto che anche queste noci crude siano delle sorgenti secondarie di aminoacidi. Infatti, le noci varie reclamano processi digestivi prolungati, ciò che non è il caso degli alimenti precedentemente menzionati.


7) I cavolfiori sono dei rivali dei fiorellini del broccolo, per il loro tenore di aminoacidi.


LA FORZA DELL’ORANGO

C’è un animale completamente fruttariano: è l’orango.

Ora esso è dodici (N. d. T. quattro a parità di peso) volte più forte dell’uomo.

Mosséri ripeteva alcune osservazioni:

Si è scoperta, sulle montagne della Nuova Guinea, a 2000 metri, una popolazione vigorosa, sana, mai malata, che vive molto a lungo, e che non vive d’altro che di patate dolci al 90%. Così la quantità di proteine, al giorno, non supera i 10 grammi. Ora, l’analisi delle loro feci ha rivelato 15 volte più proteine di quante essi ne mangiassero. Ciò significa che essi riciclano certe sostanze azotate, con le trasmutazioni biologiche, nella loro flora intestinale in perfetto stato, altrimenti con l’azoto atmosferico.

Dal libro IL CIBO IDEALE E LE COMBINAZIONI SEMPLIFICATE.


LA PERCENTUALE DELLE PROTEINE

Fry non tiene conto dell’acqua negli alimenti. Egli menziona la percentuale delle proteine nelle materie secche, ciò è più corretto, se bisogna confrontare gli alimenti secchi tra loro.

Dire che le mandorle contengono il 26% di proteine, mentre il melone ne contiene meno dello 0,5% induce in errore. Infatti, nelle materie dure e secche del melone, c’è il 7% di proteine.

A conti fatti, le mandorle contengono 4 volte più proteine del melone e non 50 volte di più.

Si vede ancora che le verdure sono più ricche di proteine delle noci diverse: 23% contro il 18% - 22%,

Il latte di vacca contiene il 27% di proteine, mentre il latte di donna 11,6%%, visto che il vitello cresce di più dei nostri neonati.

I frutti contengono dal 2% all’8% di proteine, visto che l’adulto ha terminato il suo sviluppo.

Il pesce contiene il 90% contro la carne 71%: il primo si putrefà più velocemente, a pari freschezza.

Il bianco d’uovo contiene il 72% contro il 44% per il rosso d’uovo. Questo spiega perché il bianco d’uovo è indigesto.

Il pane integrale contiene il 18%, contro il 14% per il pane bianco.


LEGGIAMO TRA LE RIGHE …

Peraltro, leggiamo un poco tra le righe del testo di Ripley.

Le parole "e nondimeno", utilizzate da questo ricercatore, quando parla della forza prodigiosa dell’orango, nella sua frase: "e nondimeno è strettamente vegetariano…", - queste parole denotano che il loro autore non è vegetariano, e che egli crede, inoltre, come tutti, che la carne doni le forze.



TABELLA DELLA COMPOSIZIONE PROTEICA DEGLI ALIMENTI FRESCHI E SECCHI


Alimento


FRUTTI: --------------- ACQUA ---------- FRESCO ------------ SECCO

Albicocche --------------84% ---------------1,4% -----------------8,7%

Ananas -------------------89% ---------------0,4% -----------------3,6%

Arance --------------------87% ---------------0,8% -----------------6%

Avocado -----------------70%----------------2,1%------------------7%

Banane mature/cotte -75% ---------------1,3% ----------------5,2%

Ciliegie -------------------80% ----------------1% -------------------5%

Cocomero --------------- 92%----------------0,5%-----------------6,2%

Datteri --------------------20% ---------------2,5%-----------------3,1%

Fichi freschi -------------79% ---------------1,5% -----------------7,2%

Fragole -------------------88% ---------------1% -------------------8,3%

Lamponi -----------------86% ---------------1% -------------------7%

Mango --------------------87% ---------------0,6% ----------------4,6%

Mele ----------------------80% ---------------0,4% ------------------2%

Melone -------------------92% ---------------0,5% ------------------6,2%

More ----------------------86% ---------------1,3% ------------------9%

Noce di cocco -----------14% ---------------6% ---------------------7%

Noce di cocco (latte) ---92% ---------------0,4% ------------------5%

Olive nere ----------------30% ---------------5% --------------------7%

Pere ------------------------84% --------------0,6% ------------------3,7%

Pesche ---------------------87% --------------0,5% ------------------3,8%

Pompelmo ----------------87% ---------------0,5% -----------------3,8%

Prugne ---------------------81% --------------0,8%-------------------4,2%

Uva ------------------------78% ---------------1,3%-------------------- 6%



ORTAGGI, VERDURE E CRUDITA’


’---------------------------- ACQUA -------- FRESCO ------------ SECCO


Aglio ------------------------64% -------------6,8% ----------------18%

Asparagi -------------------93% --------------1,8% ---------------25%

Barbabietola --------------88% -------------1,2% ---------------10%

Carciofi --------------------79% ---------------1,8% --------------8,5%

Carote ---------------------87% ---------------1% -----------------7,7%

Cavolo ---------------------90% --------------1,8% ---------------18%

Cetrioli ---------------------95% --------------1,2% ---------------24%

Cipolla ----------------------87% --------------1,6%---------------12%

Lattuga ---------------------94% --------------1,4% --------------23%

Navone ---------------------92%

Patate ----------------------75% ---------------2% -----------------8%

Sedano rami ---------------94% --------------1,1%--------------18%

Topinambur ---------------80% ---------------1,5% --------------7,5%

Zucca ------------------------90% ---------------1,1%--------------11%



VARIE

’---------------------------- ACQUA -------- FRESCO ------------ SECCO

Arachidi -----------------------7% --------------29% ------------------31%

Burro --------------------------11% --------------1% -------------------1,1%

Carne --------------------------72% -------------20% ------------------71%

Champignons -----------------89% -------------2,6% -----------------23,6%

Fagioli bianchi ---------------15% --------------22% ------------------25,8%

Formaggio bianco -----------70%- -------------14% ------------------46%

Formaggio cotto -------------10% --------------18% ------------------20%

Formaggio fermentato ------20% --------------25% ------------------30%

Latte umano ------------------88% --------------1,4% -----------------11,6%

Latte di vacca -----------------87% --------------3,5% -----------------27%

Mandorle ----------------------5% ----------------21% -----------------22%

Noci ----------------------------2% ---------------18% ------------------18,3%

Ostriche ------------------------86% --------------6% -------------------43%

Pane bianco -------------------35% ---------------9% -------------------13,8%

Pane integrale -----------------35% --------------12% ------------------18,4%

Pesce ---------------------------80% --------------18% -------------------90%

Pollo ----------------------------72% --------------21% ------------------75%

Riso bianco --------------------13% --------------7,8% ------------------9%

Soia -----------------------------10% --------------34% ------------------37,7%

Uovo (bianco) -----------------75% --------------18% ------------------72%

Uovo (rosso) -------------------73% --------------12% ------------------44%



TABELLA GENERALE DEGLI ALIMENTI COMPATIBILI SPECIFICI


’--------------Frutti ---Yogurt ---Crudità ---Ortaggi ---Formaggio -Datteri---Latte---Anguria

’--------------freschi --------------------------- Patate ----bianco--------Fichi--------------Melone

’--------------salvo ------------------------------ cotte---------------------Banane

’--------------banane ------------------------------------------------------- cotte

Frutti

freschi

salvo

banane----buono------buono-----------------------------------------------buono--buono

Yogurt ---buono------------------buono-------------------buono---------buono

Crudità ----------------buono ----------------buono-------buono

Ortaggi,

Patate

cotte ------------------------------buono

Formaggio

bianco-----------------------------buono

Datteri,

fichi,

Banane

Cotte------buono ----buono-----buono-----------------------------------buono

Latte

- 7 anni--buono-----buono-----buono----buono--------buono-------buono--buono

Anguria,

Melone------------------------------------------------------------------------------------------buono



IL REGIME IDEALE CONFORME ALLE LEGGI DELLA NATURA


Il giorno:

Attendere la fame acuta, poi calmarla con alcuni frutti freschi della medesima specie. Poi attendere di nuovo la fame e soddisfarla con un’altra specie di frutti. Gettare bucce e semi. Si può anche mangiare una varietà di frutti insieme.


Frutti: mela, pera, uva, arancia, mandarino, pompelmo, datteri, melone, ananas, kiwi, mango. Frutta di stagione: fragole, ciliegie, prugne, pesca, albicocca.


Quantità: da 1 a 2 chili in tutto.


Facoltativo: uno o due yogurt senza zucchero (latte o soia), frutta secca inzuppata (una specie il giorno), o datteri, o banane cotte o marroni in scatola, o pane esseno.


Verso 18:

Un avocado o 5 noci del noce o un pezzetto di noce di cocco.

Insalata: insalata verde, un pomodoro + crudità diverse a scelta: carote, sedano, rapa, peperone rosso, cetriolo, indivia, broccoli, ravanello, ecc. una decina di arachidi crude o nocciole o da 20 a 30 semi di zucca, alcune olive nere.

Condimenti: Olio d’oliva o di girasole, succo di limone, maionese senza aceto, yogurt, ecc. (vedere pagina seguente).

Consumare gli avocado e la noce di cocco all’inizio. Si può grattugiare la noce di cocco dentro una centrifuga.


La sera:

Consumare uno dei due pasti seguenti, alternando o variando le specie degli ortaggi cotti:


1)....Ratatouille igienista:

Patate e cavoli di Bruxelles o melanzana, peperone verde, cipolla, zucchine con un rosso d’uovo (crudo o cotto).


2)....Piatto di ortaggi cotti vari:

Cavolo, cavolfiore, carote, finocchio, porro, broccoli, zucche, sedano, fagioli verdi, bietole, ortaggi di giornata, ecc.


3)....Piatto di cereali o leguminose germogliate:

(Riso, grano, saraceno, soia, lenticchie, ceci, fagioli, girasole, fave).

Far germogliare per 3 giorni, cuocere a fuoco basso da 5 a 10 minuti, gettare l’acqua di cottura, condire e servire con patate o ortaggi.


Si può accompagnare questo pasto con una fetta di pane esseno.


Quantità: da 500 a 1500 gr. a persona.

Cottura degli ortaggi: da 10 a 15 minuti (con poca acqua).


RICETTE - CONSIGLI


Dessert: (dopo i frutti soltanto): yogurt naturale (latte o soia), datteri, fichi inzuppati, albicocche secche, uva secca inzuppata, prugne secche inzuppate, banane cotte o secche, marroni in scatola (un solo frutto secco per giorno).


Condimenti: Olio vergine (prima pressione a freddo), burro a freddo, crema, yogurt senza zucchero, maionese (senza mostarda né aceto), succo di limone, pomodoro, olive nere, cipolle (tagliate e lasciate all’aria 48 ore, altrimenti sbollentate, schiacciate e utilizzate in seguito), prezzemolo schiacciato.


PROIBITO: pepe, aceto, spezie, fritture, mostarda, caffè, tè, vino, birra, prugne, prugne secche, spinaci, ostriche, noci o altro, champignons, lievito, formaggi fermentati, medicinali, analisi, pane, cereali, albume d’uovo, sale, bevande. Il miscuglio acido/farinacei.

LA MEZZA-COTTURA: Ortaggi coriacei + 2 bicchieri di acqua fredda, coprire, all’ebollizione abbassare il fuoco al minimo (15 minuti in tutto). Poi aggiungere ortaggi teneri + un bicchiere d’acqua, fuoco al massimo, all’ebollizione abbassare la fiamma (5/10 minuti ancora. Si può bere l’acqua di cottura.

ORTAGGI CORIACEI: Porro, sedano in rami, carciofi, foglie esterne del cavolo, quelle del cavolfiore, barbabietole.

ORTAGGI TENERI: Zucchine, fave verdi con i baccelli, fagioli verdi, cavoli, cavolfiori, torsoli di cavolfiore, cipolle, aglio, bietole, peperoni, carote, sedano rapa, patate, topinambur.

CASSERUOLA: In ghisa nera, non smaltata. Non sbucciare gli ortaggi biologici. Sbucciare gli altri. Non tagliare a pezzettini, ma in due soltanto. Non riscaldare. Niente forno a microonde.

FAME: Dai primi segni, attendere una mezz’ora per confermare.


 

Nessun commento:

Posta un commento