L'omeopatia è una scuola medica tedesca ondata da Cristian Samuel Hahnemann a cavallo del 18° e 19° secolo.
Con essa il suo fondatore riuscì a guarire malati che risultavano incurabili con i metodi ufficiali, ma questi signori cercarono di distruggerla per non perdere clienti. Tuttavia non ci riuscirono.
L'omeopatia afferma che si possono guarire le malattie usando sostanze capaci di procurare negli esperimenti su persone sane sintomi simili a quelli presentati dal malato.
1) Anzitutto si troverà una sintesi del libro Omeopatia, un'alternativa alla medicina ufficiale scritto dal medico omeopatico Max Benjamin
2) Nelle pagine del libro Omeopatia si leggeranno le accuse alla medicina ufficiale.
3) Poi si troveranno le accuse di dittatura medica internazionale da parte di una rivista igienista.
4) Più sotto ancora si troveranno le fotocopie dell'introduzione del libro L'omeopatia nelle malattie acute e la descrizione della sintomatologia di Aconitum, il primo farmaco riportato nel libro.
Ciò permetterà di scoprire la serietà del metodo omeopatico.
Sintesi del libro
del medico omeopatico
Max Benjamin
Edizioni BOMPIANI - Milano
OMEOPATIA
Un'alternativa alla medicina ufficialedel medico omeopatico
Max Benjamin
Edizioni BOMPIANI - Milano
INDICE
CAPITOLO 1 - PROLOGO E PREMESSE STORICHE.
CAPITOLO 2 - ALCUNI CASI CURATI DAL DOTTOR BENJAMIN.
CAPITOLO 3 - CHE COSA E' L’OMEOPATIA?
CAPITOLO 4 - IN CHE COSA DIFFERISCE L’OMEOPATIA DALLA MEDICINA TRADIZIONALE?
SINTOMI DISSIMULATI.
I SINTOMI COME ALLEATI.
ANCHE L’ESITO DELLE CURE E’ MIGLIORE CON L’OMEOPATIA.
CAPITOLO 5 - QUALI MALATTIE PUO’ CURARE L’OMEOPATIA?
LIMITI ALLA POSSIBILITA’ DI GUARIGIONE CON L’OMEOPATIA.
CAPITOLO 6 - IL CANCRO E L’OMEOPATIA.
CAPITOLO 7 - IMMUNITA’.
CAPITOLO 8 - PRECISAZIONI.
CAPITOLO 9 - TEORIE E CONCEZIONI.
CAPITOLO 10 - PERCHE’ IL METODO OMEOPATICO E’ PRATICATO COSÌ POCO?
CAPITOLO 11 - COME SONO DIVENTATO OMEOPATICO.
CAPITOLO 12 - ALLA RICERCA DI UN MAESTRO.
CAPITOLO 13 - CHI DIVENTA MEDICO OMEOPATICO?
CAPITOLO 14 - TESTIMONIANZE STORICHE.
CAPITOLO 15 - DIVERSITA’ DELLE MUTAZIONI.
CAPITOLO 16 - QUALI RISULTATI AVREBBE L’USO GENERALIZZATO DELL’OMEOPATIA?
CAPITOLO 17 - EPILOGO.
CAPITOLO 18 - ALCUNE DOMANDE.
CAPITOLO 1 - PROLOGO E PREMESSE STORICHE.
La medicina del tempo, tra salassi e purghe, era insoddisfacente e anche pericolosa.
Inoltre, Hahnemann voleva considerare l’uomo nel suo insieme, anche nell’aspetto psichico delle malattie.
Traducendo un libro di medicina lesse che la "scorza di china" tonificava la mucosa gastrica, ma lui sapeva che la inibiva. Fece un esperimento su sé stesso e sui suoi amici ed ebbe la conferma che essa bloccava lo stomaco, causava stanchezza e abbattimento e il raffreddamento dei piedi.
Allora, ebbe l’intuizione che per curare una malattia fosse necessario utilizzare una sostanza che negli esperimenti sulle persone sane producesse sintomi simili a quelli presenti nel malato.
Proseguì gli esperimenti su altre sostanze annotando gli effetti che esse provocavano. In tal modo si poteva aiutare la reazione dell’organismo.
Un altro pilastro della nuova dottrina era quello della diluizione.
Infatti, Hahnemann scoprì che diluendo le sostanze e scuotendo il flacone non solo si favoriva la solubilizzazione di esse ma se ne potenziava l’azione, i malati guarivano più rapidamente e senza un temporaneo aggravamento.
Nel 1810 Hahnemann pubblicò i risultati delle sue esperienze nel libro ORGANON DELL'ARTE DI GUARIRE, in cui insegnava le regole per conoscere le malattie, attraverso le modificazioni dallo stato di salute a quello di malattia, quali sono i mezzi di guarigione, come preparare i medicinali, come sperimentarli sull’uomo sano, come somministrarli ai malati, come interpretare le reazioni che essi provocano nell’organismo e le norme che il malato deve seguire.
Nei medicinali omeopatici non sono indicate le malattie poiché possono essere usati per malattie molto diverse fra loro: la guida è nei sintomi presenti nel malato.
Disgraziatamente, a quell’epoca si diffuse l’opera del Morgagni che con le sue ricerche sui morti identificava le malattie con le lesioni organiche che riscontrava nei malati che poi morivano.
Così l’omeopatia venne ignorata, quantunque, secondo il dottor Benjamin, essa superasse in indicazioni, potere e risultati qualunque altro metodo di cura.
CAPITOLO 2 - ALCUNI CASI CURATI DAL DOTTOR BENJAMIN.
In un altro caso, il dottor Benjamin fu chiamato da un neurologo a visitare una donna affetta da flebite, da fitte al torace e da vertigini (con la sensazione che il cervello le si rigirasse dentro la scatola cranica). Sia per quest’ultima sensazione, sia per gli altri sintomi era indicato il medesimo farmaco omeopatico. Glielo fece somministrare e il giorno dopo la signora non aveva più disturbi. Anzi, due o tre anni dopo stava ancora benissimo.
Un’altra donna soffriva per una flebite recidivante. Aveva invano consultato anche specialisti stranieri senza ottenere risultati durevoli. Alla fine consultò il dottor Benjamin che le prescrisse il farmaco appropriato per la sua sintomatologia. Un anno più tardi dichiarava di non aver più avuto la flebite e che anche il suo stato generale era migliorato.
Un ristoratore brindava con ogni nuovo arrivato e così finì col procurarsi una dilatazione delle vene dello stomaco e dell’esofago e le conseguenti emorragie che misero in pericolo la sua vita. Più volte fu salvato dalle cure ospedaliere. Un ’ultima volta, in assenza del suo medico, si rivolse al dottor Benjamin. Con una sola dose di un farmaco omeopatico, il ristoratore si riprese e dopo una settimana poté alzarsi e tornare a casa sulle sue gambe. In seguito, nonostante la proibizione del dottor Benjamin, riprese a bere e sembrava non risentirne.
CAPITOLO 3 - CHE COSA E L’OMEOPATIA?
CAPITOLO 4 - IN CHE COSA DIFFERISCE L’OMEOPATIA DALLA MEDICINA TRADIZIONALE?
con la vista, gli batte sulla schiena, gli palpa l’addome, esamina le articolazioni, i tendini.
Al contrario non ricorre alle analisi, alle radiografie, alle biopsie, alle registrazioni delle correnti elettriche e simili, che rivelano i danni causati dalla patologia.
Come esami complementari egli presta attenzione alle sensazioni fastidiose o dolorose o anche piacevoli, ai cicli periodici di benessere o malessere, alle peculiarità del comportamento, dell’ideazione e del temperamento.
Questi segni appaiono prestissimo nel decorso della malattia, molto prima che qualsiasi analisi chimica o microscopica possa rivelare qualcosa.
Ad esempio un camionista, dopo un’operazione alla coscia per un’ostruzione arteriosa, cominciò a rifiutare la carne perché "sapeva di fumo". Il medico trascurò questo segno, ma in seguito cambiando la medicazione vide colare un rivolo di pus: si era formata una sacca purulenta senza che nessuno se ne accorgesse.
Il medico omeopatico deve determinare i sintomi caratteristici del malato.
Non gli basta sapere se la tosse è secca e convulsa.
Deve conoscere le particolarità della tosse, cioè in quali circostanze si manifestano gli accessi e in quali si calmano, se si manifesta di giorno o di notte, eventualmente in quali ore particolari, se la tosse si calma con l’acqua fredda o con quella calda, se uscendo all’aperto o entrando in una stanza calda. In caso contrario non potrà determinare il farmaco giusto per ottenere una rapida guarigione.
Altro esempio: due pazienti hanno le articolazioni gonfie e doloranti, ma uno soffre di più muovendosi, invece l’altro soffre al primo movimento ma proseguendo, il suo dolore cessa.
SINTOMI DISSIMULATI.
Disgraziatamente il medio omeopatico non ha sempre la fortuna di riscontrare dei sintomi particolari. Ciò succede specialmente:
nei malati drogati da troppi medicinali;
quando il malato presenta sintomi neutri, incostanti e poco evidenti.
In questi casi occorre badare ai sintomi dissimulati che magari provengono dalle altre parti dell’organismo, alle reazioni psicologiche, alle manifestazioni cerebrali - intellettuali, affettive e morali.
Ad esempio c’è la bambina che quando ha febbre vuole che le tengano la mano e quella che non vuol essere avvicinata ma che i genitori stiano nella stanza accanto.
Tra sei idropici che non devono bere uno non ne soffre perché non ha sete, un altro vorrebbe bere acqua ghiacciata, un altro ancora vorrebbe acqua caldissima, il quarto ha la tosse secca e gli starebbe bene sia l’acqua calda che quella fredda, un altro ha disgusto per qualsiasi bevanda pur desiderando bere e il sesto ha violente nausee.
I SINTOMI COME ALLEATI.
Mentre il medico tradizionale combatte i sintomi della malattia uno a uno, l’omeopatico si serve dei sintomi per individuare il farmaco giusto per guarire il malato.
Infatti secondo i fisici e i chimici solo la sostanza che agisce in tutti i punti nei quali si manifesta il male può guarirlo.
Non occorre uccidere i germi. Bisogna piuttostocolmare le lacune dell’organismo che gli impediscono di distruggere da sé i bacilli.
ANCHE L’ESITO DELLE CURE E’ MIGLIORE CON L’OMEOPATIA.
Essa fa sparire veramente la malattia e riporta il malato in condizioni anche migliori di quelle in cui era prima di ammalarsi come è capitato a quella signora che è guarita anche dalle vertigini dopo essere stata curata per la flebite.
(Naturalmente ciò avviene se il medico omeopatico è bravo, poiché anche lui può essere un opportunista desideroso di fare quattrini e non di guarire i malati).
CAPITOLO 5 - QUALI MALATTIE PUO’ CURARE L’OMEOPATIA?
Così avviene specialmente nei bambini. Uno di loro aveva la febbre a 40° e a tratti delirava. Con una dose di farmaco omeopatico, dopo due ore era seduto sul letto e giocava senza febbre né dolori.
Le malattie croniche invece presentano delle difficoltà a causa precedenti malanni, di errori alimentari e di alterazioni causate dai farmaci.
In questo caso molto dipende dalla formazione del medico. La malattia regredirà con un processo a tappe: si avranno vampate dei malanni precedenti. Sarà necessario accettare di buon animo la sfilata dei disturbi precedenti, altrimenti il caso sarà dichiarato inadatto alla cura omeopatica.
Sarà sempre indispensabile individuare i sintomi caratteristici del malato per poter scegliere il farmaco adatto fase per fase. Tutto ciò non dipende dall’età del malato ma dallo stadio a cui sono arrivati i disturbi.
LIMITI ALLA POSSIBILITA’ DI GUARIGIONE CON L’OMEOPATIA.
Vi sono però dei limiti alle possibilità di guarigione anche con l’omeopatia:
errori dietetici, abitudini perniciose, condizioni ambientali malsane tolgono efficacia anche alle cure migliori.
Anche nelle malformazioni congenite l’omeopatia potrà ottenere solo risultati parziali.
Un altro limite è che non sono state sperimentate molte sostanze che potrebbero guarire altri malati, quantunque siano migliaia quelle già sperimentate.
Infine, se le lesioni del malato sono irreversibili si può ottenere solo un miglioramento.
CAPITOLO 6 - IL CANCRO E L’OMEOPATIA.
Degli omeopatici molto valenti hanno curato dei casi di cancro, ma il dottor Benjamin non ha mai curato casi di cancro poiché non si sentiva di assumersi la responsabilità di curare omeopaticamente persone che erano ancora operabili utilmente.
Egli ritiene però che il metodo omeopatico potrebbe essere utilissimo perché:
1) mira a rafforzare i punti deboli dell’organismo, anziché a combattere i singoli sintomi e impedire la formazione dei tumori;
2) tiene in conto i segni precocissimi delle patologie, che la medicina ufficiale ignora del tutto; pertanto l’omeopatia potrebbe fermare in tempo il cancro;
3) utilizzando come cavie i malati considerati terminali dalla medicina ufficiale, degli esperti medici omeopatici potrebbero trovare le regole da seguire per la guarigione dei cancerosi.
CAPITOLO 7 - IMMUNITA’.
Invece, le cure omeopatiche rendono più resistenti le cellule stesse. Secondo i lavori dei fisici le sostanze diluite hanno la capacità di soppiantare nell’organismo le sostanze più copiose già in attività nei nostri tessuti.
Inoltre esse agiscono su tutte le circostanze che possono farci ammalare.
CAPITOLO 8 - PRECISAZIONI.
La rapidità di azione del farmaco omeopatico a volte sembra un mito, ma in realtà ciò succede quando il medico non riesce a individuare il farmaco appropriato al primo tentativo.
Rischi.
Anche i farmaci omeopatici presentano dei rischi.
Vi sono persone allergiche a determinate sostanze e può succedere che tra esse si trovi il farmaco omeopatico adatto a loro. Pertanto, nonostante le dosi minime utilizzate, bisogna avere cautela, per non compromettere la possibilità di guarigione completa e anche per non mettere a rischio la vita stessa del malato.
Totalità.
L’omeopatia non mira a far scomparire un singolo sintomo ma a guarire il malato nel suo complesso. Ciò richiede, però, che anche i sintomi devono essere studiati nella loro totalità e con le loro peculiarità.
Gravità.
Molti pensano che l’omeopatia sia riservata ai disturbi lievi. In realtà ciò che conta non è colpire forte ma colpire nel segno. Non c’è nulla di più sicuro del ritornare indietro delicatamente con l’aiuto di un farmaco omeopatico quando l’indebolimento dell’organismo ha permesso alla malattia di progredire fino all’estrema gravità.
CAPITOLO 9 - TEORIE E CONCEZIONI.
Invece, l’omeopatico considera tale irregolarità come una conseguenza di un cedimento delle difese interne e cerca di trovare la causa anche nei segni che vengono da organi lontani.
Combattere i dolori e gli altri effetti non guarisce la malattia, salvo che essi siano temporanei. In caso contrario noi restiamo sotto la loro nefasta presenza. Il medico sa che dovrebbe agire sulla fonte del male ma non sa come arrivare ad essa.
Neanche il medico omeopatico conosce la deviazione biochimica originaria, ma attraverso i sintomi può risalirne il corso per arrestarlo all’origine ancora occulta della malattia.
CAPITOLO 10 - PERCHE’ IL METODO OMEOPATICO E’ PRATICATO COSì POCO?
CAPITOLO 11 - COME SONO DIVENTATO OMEOPATICO.
Così ebbe modo di conoscere una signora che acquistava periodicamente la morfina per i dolori di cui soffriva.
Un giorno le propose di provare un rimedio liquido. Mise in esso una goccia di arnica, zucchero, alcol e glielo consegnò.
Una settimana dopo, la signora dopo tornò contenta perché i suoi dolori si erano attenuati e chiese di nuovo quel rimedio. Questa volta Benjamin mise nella bottiglietta una goccia di arnica alla sesta diluizione centesimale. I risultati furono ancora migliori.
Il giovane stava per lasciare la farmacia e, volendo guarire quella signora, si azzardò a usare la Nux Vomica alla sesta diluizione centesimale. Il risultato fu drammatico: la donna ebbe dolori atroci, tanto da dover assumere una dose doppia di morfina.
Da ciò Benjamin imparò che l’omeopatia può anche far male.
Poi ricorda che quando era bambino alcuni suoi conoscenti erano morti e si era domandato perché i medici non guarivano tutti e perché alcuni si ammalavano e altri no.
In seguito nello studiare medicina si accorse che alcuni rimedi che in passato erano considerati benefici, ora non lo erano più e viceversa. Così quando un professore parlò male dell’omeopatia, lui decise di metterla alla prova e trovò che era efficace, ma per esserne certo cercò dei disturbi difficili da guarire - come le cistiti e le pieliti - e controllabili col microscopio.
Al primo tentativo constatò l’efficacia del farmaco omeopatico già dalla mattina successiva, poiché le orine erano limpide e senza colibacilli. In seguito i risultati non furono sempre altrettanto sbalorditivi, ma il microscopio gli rivelava l’errore nella prescrizione del farmaco.
CAPITOLO 12 - ALLA RICERCA DI UN MAESTRO.
Dovette, comunque, constatare che gli aspiranti omeopatici sono lasciati soli nel difficile esercizio di analisi dei pazienti, che è sostituito dai volubili riesami di quadri terapeutici ripetuti in tutti i libri.
Conseguentemente, privati dei mezzi più efficaci della loro arte, molti omeopatici sono ridotti a praticare un’omeopatia imperfetta che lascia troppi malati solo parzialmente migliorati, quantunque spesso in condizioni migliori rispetto alla medicina tradizionale.
CAPITOLO 13 - CHI DIVENTA MEDICO OMEOPATICO?
Ma al di fuori di casi simili non si possono biasimare i medici che pur sentendo parlare dell’omeopatia non si sentono di rimettersi a studiare alla fine di una giornata faticosa nei loro ambulatori sempre pieni.
CAPITOLO 14 - TESTIMONIANZE STORICHE.
Intanto in occasione di un viaggio la moglie fu guarita da due medici omeopatici.
Allora il dottor Dei Guidi passò allo studio dell’omeopatia e in due anni imparò a padroneggiarla e a realizzare anche lui delle guarigioni straordinarie. In seguito introdusse l’omeopatia in Francia.
Il dottor Dufresne fu tra i malati guariti dal dottor Dei Guidi e decise di diventare anche lui un omeopatico.
Lo stesso fecero vari altri medici.
Intanto, però, le associazioni mediche cercavano di far mettere fuori legge l’omeopatia per gelosia e cinismo. Anche le facoltà di medicina minacciavano i docenti che parlavano bene dell’omeopatia.
CAPITOLO 15 - DIVERSITA’ DELLE MUTAZIONI.
Il dottor Austin affermava di aver guarito la pazzia, la tubercolosi al terzo stadio, il cancro e molte altre affezioni con l’omeopatia e invitava i giovani a studiare con assiduità per due, tre, cinque anni per ottenere simili guarigioni.
Altri medici hanno adottato l’omeopatia solo per i casi alla loro portata.
In un’indagine negli USA è stato scoperto che quelli che avevano studiato da soli e con l’aiuto di un amico compiacente usavano l’omeopatia nel 70% dei casi, mentre quelli che provenivano da scuole specializzate l’applicavano solo in una minoranza di casi.
Secondo il dottor Benjamin ciò non significa che l’omeopatia non possa essere insegnata ma che occorre un tirocinio guidato e metodico.
Altri ancora seguono pratiche aberranti.
Essi non vogliono sottoporsi alle fatiche di un’ardua iniziazione e compiono delle deviazioni dalle regole raccomandate da Hahnemann. Ormai nelle loro scuole il fondatore dell’omeopatia è solo emblema, un autore difficile che non si legge più
CAPITOLO 16 - QUALI RISULTATI AVREBBE L’USO GENERALIZZATO DELL’OMEOPATIA?
1) Si avrebbero rapide guarigioni dei disturbi acuti risparmiando sofferenze, angosce, malattie croniche e a volte anche la morte.
2) Dopo alcune generazioni curate con l’omeopatia la tubercolosi, il cancro e altre terribili malattie scomparirebbero;
3) Anche le affezioni intellettuali, affettive e morali, essendo collegate a quelle fisiche scomparirebbero, come testimoniano valenti omeopatici. Un medico omeopatico ha corretto la gelosia, l’avarizia, l’arroganza, la propensione al litigio, alla menzogna all’omicidio, l’ossessione sessuale, le tendenze animalesche, nonché le lacune della memoria, le difficoltà nell’ideazione, l’assenza di volontà, l’irresolutezza e altro ancora.
CAPITOLO 17 - EPILOGO.
La gente rimane incantata dalla scomparsa della sofferenza e non si cura di come essa sia avvenuta e di quello che avverrà in seguito.
Una signora aveva improvvise coliche che l’avevano prostrata. Il dottor Benjamin diagnosticò una crisi nefritica, probabilmente un calcolo al rene sinistro. Il marito allora chiamò un medico che fece un’iniezione antispasmodica e praticò una manovra sui centri nervosi. In pochi istanti il dolore era scomparso. Disgraziatamente dopo alcuni mesi un’altra crisi richiese un intervento analogo. Alla terza crisi seguì un ricovero in ospedale e un’operazione chirurgica.
L’omeopatia invece disapprova le terapie palliative che non eliminano la causa.
Essa insegue il male fino alla sua origine: la chirurgia interviene all’estremo opposto, opera sulla lesione, riparandola o asportando la parte guasta e magari sostituendola.
Altre scuole intervengono tra i due estremi deviando di qua o di là la concatenazione dei fenomeni e abolendo per qualche tempo alcuni sintomi, magari provocando altri disturbi.
L’omeopatia, dunque, esplora l’organismo fino ai più nascosti recessi per scoprire tutti i punti compromessi per guarirli, senza provocare altri mali.
L’omeopatico vorrebbe capire fino in fondo la malattia e la sua guarigione omeopatica, ma ciò potrà essere realizzato solo dalla biologia molecolare.
CAPITOLO 18 - ALCUNE DOMANDE.
Perché non esiste nessun metodo clinico di guarire così integralmente, durevolmente, senza fastidi e pericoli.
Perché i risultati contraddicono spesso questa affermazione?
Perché parecchi omeopatici non si attengono alle regole difficili ma imperative del metodo e perché molti per mancanza di scuole non sono sufficientemente istruiti.
Perché usare dosi così ridicolmente ridotte?
Perché dosi maggiori produrrebbero un momentaneo intensificarsi dei disturbi e perché la diluizione sviluppa nel rimedio proprietà inedite.
Perché i professori affermano che dosi così ridotte sono inefficaci?
Perché essi, a parte i vaccini, non hanno mai sperimentato su un paziente la sostanza capace di riprodurre i suoi disturbi.
Perché sostengono che i farmaci così diluiti non contengono più nessuna traccia del medicamento?
Perché parlano di un problema di scienza fisica che essi non conoscono, non sono al corrente dei lavori dei fisici sulle soluzioni molto diluite, in cui gli scienziati affermano che non esiste una teoria in grado di spiegare tutti i fatti rilevati dall’esperienza.
Ecco cosa scrive il medico omeopatico dottor Max Benjamin in alcune delle pagine da 136 a 159 del suo libro Omeopatia edito da Bompiani a proposito dell'iniqua persecuzione subita da questa scuola tedesca da parte della medicina ufficiale.
E adesso le fotocopie di tre pagine della rivista Les hygiénistes del 1993-1994.
Nelle prime due si parla di un inspiegabile caso di AIDS verificatosi in una bambina. In realtà secondo gli igienisti esso era dovuto all'abuso di antibiotici.
Nella terza pagina si accusa la medicina di essere una dittatura medica internazionale, perché manda in galera chi aveva saputo guarire dei casi di AIDS o del silenzio del mondo dell'informazione riguardo alla scoperta di modi alternativi per guarirlo, ma che non convengono all'industria farmaceutica.
Ora cominciano le fotocopie del secondo libro menzionato nell'indice. Da esse si vede come il buon Dio (o la natura) abbia messo a disposizione del medico indicazioni piuttosto chiare sul farmaco adatto al malato in una data fase della malattia, mentre nella medicina ufficiale ogni medico prescrive un farmaco diverso secondo la moda del momento e la sua specializzazione e tutti i farmaci della medicina ufficiale procurano effetti indesiderati spesso gravi, mentre quelli omeopatici difficilmente causano danni poiché sono efficaci a dosi ridottissime.
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