27/06/17
Avvertenza
Affinché la gente possa scoprire questo scomodo ma validissimo ed economico metodo di cura, ho trascritto in apposite pagine di questo blog la mia traduzione di quattro della ventina di libri scritti dell’eminente igienista francese Albert Mosséri, il quale non era solo un teorico, ma metteva in pratica nella sua casa di cura il risultato dei suoi studi restituendo la salute a migliaia di malati, magari considerati incurabili dalla fanfarona medicina ufficiale.
Avevo messo i link per saltare alle varie parti di ogni pagina e funzionavano, ma ben presto ho dovuto toglierli, probabilmente perché questo blog dà fastidio alla lobby medico - farmaceutica e qualche suo compare, deve aver fatto in modo che i link, oltre a non funzionare più, producessero anche l’errore 404, NOT FOUND, causando così l’uscita dal blog.
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SALUTE RADIOSA CON IL DIGIUNO dell'eminente igienista francese Albert Mosséri
prima parte
PREFAZIONE
CAPITOLO 1
PRATICA DEL DIGIUNO PRESSO I POPOLI ANTICHI
PRESSO I POPOLI ANTICHI
IL DIGIUNO ANNUALE NELL’ISOLA MAURITIUS
NELLA GRECIA ANTICA
PRESSO GLI HOUNZAS
IL RAMADAN PRESSO GLI ARABI
CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
CAPITOLO 2
IL DIGIUNO NEGLI ANIMALI
L’ESTIVAZIONE DEI COCCODRILLI
L’IBERNAZIONE DEL GHIRO E IL SUO UNICO MECCANISMO DI SICUREZZA
L’ORSO POLARE
IL MASCHIO DI FOCA DELL’ALASKA
IL SALMONE
A DIGIUNO
LA FORMICA REGINA
RANE, INSETTI ED API
ANCHE GLI SCORPIONI, I RAGNI, I SERPENTI E LE TARTARUGHE DIGIUNANO
UNA VITA PROLUNGATA
DOBBIAMO IMITARE GLI ANIMALI?
CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
CAPITOLO 3
IL CONTADINO EGIZIANO E IL SUO ASINO
CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
CAPITOLO 4
LE RISERVE DEL CORPO
LE RISERVE EQUILIBRATE
NEL NEONATO
L’APPARENZA INGANNEVOLE DEI GROSSI
CIÒ CHE DILAPIDA LE RISERVE O I LADRI DI VITAMINE
NESSUNA ELIMINAZIONE SENZA RISERVE SUFFICIENTI
CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
CAPITOLO 5
LE TRE FASI DEL DIGIUNO
1) LA PRIMA FASE COSTRUTTIVA DELL’ELIMINAZIONE
2) LA SECONDA FASE DELL’ELIMINAZIONE RALLENTATA
3) LA TERZA FASE PERICOLOSA DELL’INANIZIONE
CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
CAPITOLO 6
LA FAME
LA FAME TUTTI I GIORNI
SINTOMI DELLA FALSA FAME
SINTOMI DELLA VERA FAME
LA FAME E IL DIGIUNO
BISOGNA ATTENDERE LA FAME PER INTERROMPERE IL DIGIUNO ?
UN ALTRO CASO
UN TERZO CASO
CAPITOLO 7
LE CARENZE
LE CARENZE DURANTE IL DIGIUNO
LE CARENZE PRIMA DEL DIGIUNO
LE CARENZE DOPO UN LUNGO DIGIUNO
CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
CAPITOLO 8
I MEDICINALI E IL DIGIUNO
LE COMPLICAZIONI POSSIBILI
UN PRIMO CASO
UN SECONDO CASO
I LASSATIVI PER ANNI
L’INSULINA
L’ASPIRINA
GLI ANTIBIOTICI
LE OPERAZIONI PRIMA DEL DIGIUNO
I MEDICINALI DURANTE IL DIGIUNO
GLI SCIOPERANTI DELLA FAME
SI POSSONO CESSARE BRUSCAMENTE I MEDICINALI PRIMA DEL DIGIUNO?
MEDICINALI DA CESSARE PRIMA DEL DIGIUNO
SUBITO PROGRESSIVAMENTE
L’ADATTAMENTO AI VELENI
L’ALCOL
IL TABACCO E LE DROGHE
GLI ANTICOAGULANTI
I RICOSTITUENTI CARDIACI
I SONNIFERI
I TRANQUILLANTI
CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
CAPITOLO 9
IL DIGIUNO NON È UN RIMEDIO
BISOGNA CERCARE UN RIMEDIO?
IL DIGIUNO NON È TERAPEUTICO
CAPITOLO 10
L’ENERGIA NERVOSA, L’ELIMINAZIONE E IL DIGIUNO
SI PUO’ ELIMINARE ATTIVANDOSI?
IL TUBO DIGESTIVO DIVENTA UNA PATTUMIERA
L’ELIMINAZIONE DURANTE IL DIGIUNO
PER UNA GIOIA ESUBERANTE
O O O
Salute radiosa con il digiuno
Albert Mosséri
Associazione Igienista Italiana
PREFAZIONE
del dott. M. Galobardès
La principale regola, quando si è malati, non è cercare ciò che bisogna fare, ma anzitutto cercare cosa bisogna smettere di fare. "è nella maggior parte dei casi è smettere di mangiare"
- Dott. M. Galobardès, pag. 69
Curatevi in modo naturale da soli
Presentazione dell’Autore
Il dott. Galobardès di cui si leggerà di seguito la prefazione, è uno dei rari medici, se non l’unico in Francia, ad aver consacrato 35 anni della sua vita allo studio delle medicine alternative; ad aver abbandonato la libera professione, per percorrere il paese, allo scopo, per dirla con i suoi stessi termini ispirati alla religione, di "evangelizzarlo" usando termini medici, cioè più semplicemente, convertirlo ai metodi naturali.
Perché questo? Per motivazione spirituale altrettanto che medica? Per karma, senza dubbio. G. Nizet gli aveva detto un giorno: ’Voi siete passato dal sacerdozio all’apostolato’. Ed è tutto dire per questo insolito personaggio, che non visse per il denaro, ma per la fede sacra del dovere verso il prossimo.
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Perché la malattia? Cosa farne? Si può rispondere a queste preoccupazioni in diversi modi, a seconda che ci si ponga dal punto di vista collettivo o individuale. Tutta la mia vita di medico è stata vivacizzata dalla ricerca di risposte a questi due interrogativi.
Quale lungo percorso, per finalmente giungere ad una pratica terapeutica semplificata e quanto mai evidente… l’opinione di un praticante, fosse egli il più ufficiale dei medici, con tanto di laurea, è utile solamente se è credibile. Discutere dei fondamenti di una terapia senza averla praticata, di una tecnica senza averla provata, ed infine del digiuno senza aver mai osato digiunare anche un solo giorno, porterebbe a vane conversazioni. E’ soprattutto l’insegnamento orientale che insegna ad evitare le perdite di tempo, di energia, per concentrarsi sull’essenziale, sull’efficace.
Scrivo quindi solo come medico, sperando di poter contribuire al sollievo di qualche umana sofferenza.
Decisi, verso l’età di 5 anni, di diventare medico, e così feci. Prima attraverso lo studio e la pratica della macrobiotica, dello yoga, della medicina ayurvedica. Avevo a quell’epoca 14 anni, e tutto questo durò qualche anno.
Dopo arrivò la laurea in medicina, accanto a quelle della medicina cinese, dell’omeopatia, della medicina pratica.. e al brevetto per l’insegnamento dello yoga. Pertanto, tra tutte queste ricerche mediche, è quest’ultima (quella dello yoga) che meglio e più correttamente risponde ai due primi interrogativi, a condizione però che nell’insegnamento orientale vengano incluse le nozioni di naturopatia e soprattutto di igienismo.
Lasciamo da parte le fastidiose questioni teoriche sull’origine orientale od occidentale del vero igienismo. Veniamo ai fatti utili: le conclusioni tratte dalle testimonianze vissute prevalgono su quelle puramente teoriche. Lascio a Mosséri la responsabilità di definirvi l’igienismo puro. I veri igienisti sono rarissimi, e non avrei accettato di contribuire a quest’opera se Albert Mosséri non lavorasse con competenza e chiarezza sul problema della salute attraverso un igienismo corretto: cioè attraverso il rispetto e l’osservanza delle leggi naturali. Osserviamo la natura e la nostra natura, rispettiamone il funzionamento e le regole della creazione, del mantenimento e del ritorno alla salute, se questa è provvisoriamente minacciata.
Un tale corretto igienismo imporrà, ad esempio, di tendere al progressivo crudivorismo; la natura non cucina... tuttavia il sole talvolta scalda forte i frutti maturi che seccano al suolo; si può immaginare che i nostri antenati se ne dilettavano, e forti di questa osservazione, forse accetteremo un po’ di cottura.
Ma in seno a questo igienismo, se mangiar bene sarà un tema essenziale, saper digiunare ne sarà un altro. Tutti i miei libri si prefiggono il compito di parlare del digiuno, in quanto io considero questa tecnica come il servizio post -vendita che la natura ha previsto per la nostra salvaguardia... quando l’istinto non è stato sufficiente.
Il mio più lungo digiuno non è durato che 15 giorni, con solo 9 litri d’acqua, ciò che fu troppo poco bere, e la fatica confusa con la fame mi ha spinto ad essere prudente sulla durata.
Successivamente, sono seguiti diversi altri digiuni da 6 a 9 giorni, come anche innumerevoli giornate di tanto in tanto.
Ho visto digiunare anche nel mio entourage, ma in contropartita ho avuto troppo pochi casi da seguire nella mia clientela. In effetti, sono diventato naturopata o igienista solo poco tempo prima di intraprendere la mia curva ad angolo retto, avendo sospeso ogni attività di libera professione, per dedicarmi alle mie conferenze, ai miei libri, in breve ad una specie di Tour de France d’informazione alternativa allargata. Ma non ho mai rinnegato, lungi da me, l’insegnamento della Facoltà Ufficiale, e soprattutto la formazione ospedaliera.
Tutto ciò viene precisato affinché il paziente possa giudicare il valore delle mie opinioni terapeutiche, tanto più che essendo stato medico di base, generico, ho avuto il privilegio di essere confrontato alle concrete realtà. In effetti, il medico generico deve prendersi carico, e lo fa nella confusione, di una crisi d’asma, di una febbre, dei pianti di neonato, ai quali nulla si può chiedere, di un disaccordo coniugale, di una crisi d’ansia notturna, di un’ emorragia... e di rinviare, non se ne parla nemmeno. Chi racconterà quindi un giorno della gloriosa solitudine del medico (nel turno) di notte... in fondo alla campagna o in città ?
Di conseguenza, un tale approccio parallelo, che ha sperimentato in pratica tutte le grandi opzioni terapeutiche, ufficiali o meno, autorizza un po’ di più ad un giudizio comparativo.
Ma questo viene affermato con la modestia e l’umiltà sincera di un praticante che non ha diretto una clinica di digiuno.
Più di un terzo di secolo di studio e di pratica mi portano a considerare l’igienismo come l’attitudine esistenziale più corretta, più naturale, quella meglio in grado di prevenire ed anche in molti casi la meglio in grado di curare.
Anche delle situazioni urgenti, e Dio solo sa se un praticante generico si trova a doverne affrontare, sono spesso risolvibili con una tecnica naturale.
La rapidità d’azione del corretto trattamento omeopatico è, purtroppo, troppo spesso sottovalutata; una manipolazione vertebrale o articolare, realizzata da mani sagge ed esperte, non è sostituibile con dei rimedi chimici e non; la correzione dietetica o il digiuno hanno anch’essi le loro rapide vittorie. Quanto al solo terreno della prevenzione e della cura nel lungo e medio periodo, diviene l’appannaggio poco contestato dell’ igienismo prima di tutto.
La mia esperienza di digiuno me lo fanno collocare al primo gradino delle tecniche curative, solo o associato ad un’altra (agopuntura, massaggio, manipolazione, omeopatia).
Ma il digiuno è una tecnica matura (adulta) che di gran lunga si completa da sola. E’ il primo riflesso, la prima idea che bisogna avere davanti ad ogni minaccia di malattia, o quando essa compare. Mi occorrerebbe un libro intero per testimoniare di casi accaduti in diverse aree. Accontentiamoci, in una prefazione... di fare prefazione !
Ora che sapete che ho conosciuto la medicina mono -energetica o allopatica, bi -energetica o macrobiotica (yin e yang) tri -energetica o ayurvedica (vento, collera, imperturbabilità) quinta -energetica o cinese (legno, fuoco, terra, metallo, acqua) apprezzerete a modo vostro la seguente opinione:
il digiuno riequilibra queste energie vitali molto meglio di tutte le tecniche immaginate dall’ uomo.
Non solo il digiuno tiene conto dei fattori che la scienza crede di aver scoperto, ma considera anche i parametri biologici, mentali, spirituali che la scienza ancora ignora.
Questa constatazione fa nascere e crescere in noi quel meraviglioso sentimento di fiducia. Fiducia nella Natura, fiducia nella nostra natura, e nel suo fantastico potere di auto -guarigione.
Coloro che vogliono saperne di più sulla mia prospettiva alternativa e le mie opinioni terapeutiche consultino i miei libri:
- Sì alla Salute o come Scegliere la Propria Medicina
- Curatevi Naturalmente e da Soli !
(editi da Courier du Livre e diffusi da L’Arc -en -ciel a Lacone de Bergerac 24100 BERGERAC
Avrei la coscienza pulita, se dopo aver vantato i meriti del digiuno e quindi incitato a ricorrervi, non vi mettessi in guardia contro qualche inconveniente ?
Digiunare è certamente naturale, tutti gli animali, o quasi l’hanno adottato. Ma è a causa del molteplice inquinamento, alimentare, chimico, atmosferico, che i nostri organismi reagiscono a volte in modo violento o doloroso ad un digiuno intrapreso in modo tempestivo.
Questo è raro, abbiate fiducia, fate i vostri digiuni in un clima di gioia e di rinnova -mento... vi ringiovanirà. Tuttavia, se volete fare una cura completa, quindi piuttosto duratura, assicuratevi l’assistenza di un vero specialista. Egli risponderà alle vostre attese, alle vostre domande di fronte a questo o quel fenomeno, ai problemi sgradevoli, alle crisi da eliminazione, ecc.
Inoltre, se avete vissuto la meravigliosa avventura personale di un lungo digiuno, non guastatene il benefico risultato obbligatorio riprendendo le vostre vecchie abitudini dietetiche. Sforzatevi di costringervi ad un’alimentazione e ad un’igiene di vita naturopatica, o meglio ancora, igienista, se questo, però, non costituisce per voi un’eccessiva privazione....
Brevemente, dobbiamo essere orgogliosi di scoprire l’igienismo ed il digiuno.
Non si tratta qui di stabilire un’opposizione tra le due grandi correnti, la medicina ufficiale e l’igienismo, ma semplicemente di trasmettere ciò che ci è stato insegnato.
Ne abbiamo talmente beneficiato, che sarebbe peccato tenerlo solo per noi, questo insegnamento derivato dai nostri maestri di facoltà e anche da altri non medici e soprattutto l’insostituibile insegnamento dell’esperienza personale talvolta spinta all’estremo (per quanto mi riguarda) ma sempre formativa, arricchente per chi osa intraprenderla e viverla.
Colui che è in carreggiata vi resta, fin tanto che non osa rischiare di fare un passo in fuori.
CAPITOLO 1
PRATICA DEL DIGIUNO PRESSO I POPOLI ANTICHI
“Digiunate e ritroverete la salute”. – Il Corano
Dai tempi più remoti della storia, dopo Adamo ed Eva, da quando l’umanità esiste, il digiuno è stato utilizzato dagli uomini.
Infatti, tutte le religioni e perfino alcune sette, hanno raccomandato il digiuno come mezzo di purificazione spirituale e di disciplina fisica. Solo la religione mussulmana lo consiglia, inoltre, per ritrovare la salute perduta. Gesù, Mosè e Maometto hanno tutti digiunato 40 giorni. La religione giudaica ordina 24 giorni di digiuno 5 volte l’anno, compreso il giorno del Kippur e per un numero di fedeli molto pii, il lunedì e il giovedì di ciascuna settimana, sono giorni di digiuno integrale, senza acqua.
Tra i Mussulmani, il digiuno del Ramadan consiste nell’astensione per un mese intero da qualsiasi nutrimento o bevanda, il giorno, ma nel mangiare la notte. Malgrado l’abuso che certi giovani fanno, la maggior parte dimagriscono di parecchi chili e non si alzano tutti i giorni all’alba per rimpinzarsi, come si permette loro.
Tra i Cristiani il “digiuno” della Quaresima non è un digiuno. Si mangia di tutto, salvo la carne.
La religione indù raccomanda il digiuno ai suoi fedeli.
Infine gli “scioperanti della fame” digiunano per attirare l’attenzione e per impietosire il pubblico. Fanno credere di essere in pericolo, mentre molti sanno il beneficio che ne traggono per la loro salute. La maggior parte digiuna in cattive condizioni: tabacco, caffè, tisane, tensione mentale, stanchezza…
Ad ogni modo, la credenza generale, nei Paesi civili, è che il digiuno può, in pochi giorni, portare al deperimento fisico e mentale e poi alla morte. Non è questo che si insegna alla degna Facoltà di Medicina? Ecco perché nei casi in cui i malati non possono essere nutriti normalmente, la medicina fa ricorso alle fleboclisi per così dire nutrire il paziente. Ora, il male che queste fleboclisi nocive fanno ai malati, è incalcolabile. Esse non sono mai necessarie.
Nell’essere umano, il digiuno consiste nell’astenersi da qualsiasi cibo, ma di bere acqua. Senza l’acqua si rischia di disidratarsi e di morire in una - tre settimane.
In certi animali si è notato che essi non bevono nulla. Bisogna guardarsi dal fare altrettanto.
Quando il digiuno è raccomandato nella religione, la sua durata è fissata in anticipo, come per esempio 21 giorni, 30 giorni, ecc. Certi maestri spirituali chiedono ai loro adepti di digiunare 40 giorni per purificarsi fisicamente e spiritualmente. Ora, Shelton scrisse:
“Le leggi naturali non indicano dei giorni particolari, né un numero di giorni speciale, assegnato, per intraprendere un digiuno… Bisogna intraprendere un digiuno secondo la Legge Naturale, quando se ne ha bisogno e non quando non se ne ha bisogno. La fame e la sete devono essere soddisfatte tutti i giorni con alimenti sani e acqua pura. Chi rifiuta di soddisfare i bisogni normali del corpo, quali sono indicati dalla fame e dalla sete, è colpevole di aver violato la Legge Naturale quanto chi abusa di esse con i suoi eccessi”.
IL DIGIUNO ANNUALE NELL’ISOLA MAURITIUS
A due riprese ho visto al cinema un cortometraggio sull’isola Mauritius. È un gruppo di isole a fianco del Madagascar, che ha ottenuto l’indipendenza dopo un periodo di colonizzazione franco -britannica. Ivi la vegetazione è lussureggiante. Gli abitanti di queste isole non sono neri come in Africa, ma piuttosto abbastanza bruni come in India, di cui d’altronde conservano la finezza dei lineamenti. La loro religione primitiva chiede di osservare due digiuni l’anno, di cui uno è di 21 giorni per gli uomini e l’altro di 9 giorni per le donne.
Gli uomini sono separati dalle donne e dormono in luoghi differenti durante questo digiuno religioso. Si permette loro di bere acqua addizionata con alcune gocce di limone. Un prete supervisiona tutti i riti. Alla fine del digiuno, è organizzata una cerimonia. Si scaldano molto fortemente un ammasso di pietre formanti un piano, sul quale i fedeli che digiunano camminano a piedi nudi, giusto il tempo di attraversarli poiché le pietre sono brucianti. Ci si accorge che sopportano molto bene questo forte calore e non fanno alcuna smorfia. Sembra che coloro che hanno barato durante il digiuno siano bruciati da queste pietre. Gli altri non risentono niente. Può darsi che a forza di camminare a piedi nudi tutto l’anno, la pianta dei loro piedi sia talmente indurita da resistere meglio al calore intenso, che quella dei delicati europei.
In breve, terminata la cerimonia, rami e foglie secche sono gettati su quelle pietre brucianti, e bruscamente tutto prende fuoco e si vede il fumo che si libera dal mucchio, ciò che denota un alto grado di temperatura.
Io avevo avuto al mio servizio una giovane infermiera dell’isola Mauritius. Essa mi ha confermato tutte queste pratiche del digiuno annuale in quelle isole, pratiche che continuano ancora ai nostri giorni. Essa mi ha invitato ad andare a passare le vacanze da lei e a rendermi conto sul posto.
Peccato che i riti di queste tribù primitive non comportino consegne precise per interrompere il digiuno. Ad ogni modo, nessuna religione chiede ai suoi fedeli di seguire un digiuno così lungo e così stretto. Gesù, Mosè e Maometto hanno ben digiunato 40 giorni nel deserto o sulla montagna, ma essi non hanno mai chiesto ai fedeli di fare altrettanto. Non si è mai saputo, neppure, se questi profeti valorosi avessero bevuto durante il loro digiuno, né come lo avessero interrotto.
NELLA GRECIA ANTICA
Parallelamente e durante il medesimo periodo in cui era emersa la medicina, nella Grecia antica verso l’anno 400 avanti Cristo, esistevano dei templi in cui era praticato l’igienismo: digiuno, dieta, esercizi, preghiera, riposo fisico e mentale.
Infatti, c’era una corrente d’opinione favorevole al naturale, corrente che condannava i medicinali e che voleva lasciar fare alla Natura, senza contrariarla con qualsivoglia cosa.
Per esempio, il filosofo Democrito riteneva lasciar seguire alla Natura il suo corso.
Secondo Celso, la malattia era provocata dalla pletora, la quale è generata da una digestione incompleta di alcuni alimenti. Egli raccomandava il digiuno.
I pazienti che non ottenevano risultati coi metodi medici, intraprendevano un soggiorno in uno di questi templi, chiamati santuari. Vi digiunavano, semplicemente pregando.
“Malati molto gravi erano guariti: cecità, epilessia, cancro, ecc.
“ I malati, riconoscenti della guarigione ottenuta, offrivano delle rappresentazioni in pietra o in marmo del male da cui erano stati sbarazzati. Questi ex -voto, come li si chiamava, erano appesi nel tempio e se ne è trovato un buon numero nel corso di scavi intrapresi sul sito degli antichi santuari”.
“Il museo di’Epidauro conserva numerose iscrizioni impresse nella pietra, da malati riconoscenti. La loro lettura è delle più istruttive. Parecchi tra loro parlano di una guarigione miracolosa, avvenuta durante il sonno del tempio.” – STORIA DELLA MEDICINA (Edizioni Cristoforo Colombo, Milano, Italia).
Si tratta sicurissimamente del digiuno, apparentato all’ibernazione, e qualificato “sonno del tempio”. Era, in quei tempi, la saggezza che lo portava con sé.
Sfortunatamente, con il tempo e con gli anni, questi templi igienisti caddero nell’oblio.
“Essi presero delle pieghe da ospedali e non somigliavano più, che vagamente, a questi santuari in cui i malati supplichevoli speravano di ottenere la guarigione con la preghiera, le offerte (e il digiuno. I rimedi e le piante medicinali furono introdotte a poco a poco, facendo dimenticare il digiuno stesso).
Altri templi si trasformarono in centri di rilassamento. Termi, un teatro, uno stadio furono costruiti intorno al santuario, e le manifestazioni sportive che vi si svolgevano, relegarono all’ultimo posto la destinazione primaria del luogo. Ma vi furono ugualmente dei templi che conservarono il loro carattere strettamente religioso.”
Ai nostri giorni, un buon numero di case di digiuno hanno seguito la medesima strada, cioè le altre attività hanno preso il sopravvento sul digiuno, il quale ha finito per essere dimenticato e perfino eliminato.
Con l’aggravamento della salute pubblica, con l’aumento delle sofferenze e dei dolori, con l’accrescimento del numero delle malattie, l’igienismo non sarà dimenticato così facilmente.
Inoltre, con la scoperta della stampa, l’igienismo non potrà essere più distrutto, o dimenticato, come avvenne al tempo degli Antichi Greci. Il solo pericolo risiede nell’introduzione dei rimedi naturopatici, che non hanno niente d’igienista, ma che rischiano di diluire le basi dell’igienismo puro. Ecco perché bisogna restare sempre vigilanti e difendere i principi fondamentali, come Shelton aveva sempre richiesto.
PRESSO GLI HOUNZAS
Ho parlato di questa popolazione del Nord dell’India nel mio libro La Salute col Cibo, come pure in Mangiare per Vivere senza Malattie.
Questa popolazione vive al nord del Cachemire. È il popolo più sano sulla terra, visto che esso ignora la malattia cronica. Raramente, essi hanno una piccola febbre, breve, ma mai delle malattie croniche, né le malattie della vecchiaia.
Ora, durante la primavera, ossia parecchi mesi consecutivi, essi si nutrono solamente di alcune verdure rare.
È il semi - digiuno che coincide con i più faticosi lavori dei campi. Si mantenevano con verdure, germogli e ortaggi giovani dell’orto, che non ha ancora iniziato a produrre. Essi hanno tutti le guance scavate e questo dura fino alla fine di giugno. I loro lineamenti sono smagriti, angolosi perché non mangiano mai quando hanno fame.
Questo semi - digiuno, come pure il loro modo di vivere di alimenti naturali, in piena natura, hanno dato loro una salute meravigliosa, un sangue puro. Gli esami medici lo hanno ben constatato, come pure un’immunità da tutte le malattie umane che riempiono i nostri trattati di patologia.
Questa popolazione digiuna per pura necessità, poiché non hanno nulla da mangiare in primavera. È così il caso degli agricoltori che vivono in autarchia, ma digiunano per questo?
IL RAMADAN PRESSO GLI ARABI
Si tratta di un digiuno religioso praticato da tutti i Mussulmani, e non soltanto dagli Arabi, cioè in Turchia, in Iran, in tutto il Medio Oriente, l’Algeria, la Tunisia, il Marocco, la Mauritania, tutti i Mussulmani d’Africa, della Russia e dell’Africa. Dunque una buona parte della popolazione mondiale.
Questo digiuno dura trenta giorni secondo il calendario mussulmano. Tutti i Mussulmani più o meno lo rispettano, salvo rare eccezioni. Perfino in Francia, dove i Mussulmani si contano a milioni attualmente, una buona parte lo rispetta. I bambini e i malati ne sono esentati.
La vita corrente prosegue normalmente, ciascuno al suo lavoro, ma tutti digiunano totalmente, senza acqua, molto rigorosamente. Nessun cibo, nessuna bevanda sono permessi. Le preghiere sono fatte a ore regolari, parecchie volte il giorno, alla Moschea o negli stessi luoghi di lavoro, se non a casa. Infine al tramonto del sole, il muezzin che canta i versetti del Corano, con l’altoparlante a sostegno, collocati in tutte le strade, dà finalmente il segnale per interrompere il digiuno gridando: “Dio è il più grande”.
È allora che i fedeli se ne vanno ciascuno a casa propria per mangiare e bere acqua. Le tavole sono di solito sovraccariche di vettovaglie e di dolci, specialmente preparati dalle spose durante il giorno. È festa. L’animazione e l’allegria sono al massimo. Tutti sorridono mentre le facce erano molto tristi e rassegnate durante il giorno.
Il digiuno è considerato come una mortificazione, richiesta dalla religione per farsi perdonare tutti i peccati. Essi vi pensano durante il digiuno. essi vi pensano anche durante le loro frequenti preghiere: sei volte il giorno, anche dopo il digiuno.
Molti, soprattutto tra i giovani, si rimpinzano al momento di interrompere il digiuno, e non smettono di mangiare che all’ora di andare a letto. Ma gli adulti sono generalmente più ponderati, ragionevoli. In fin dei conti tutti perdono parecchi chili in questo mese.
Verso l’una del mattino, poco dopo mezzanotte, un fedele incaricato specialmente di questo compito, circola per tutte le strade della città, e batte fortemente un tamburo gridando, per risvegliare i fedeli. In quel momento essi si affrettano a mangiare un poco prima che cominci il digiuno, verso le due del mattino. Tuttavia, pochissimi si alzano per mangiare, e preferiscono proseguire il loro sonno fino al mattino, stanchi per una giornata di lavoro e di astinenza. E tutto ciò continua per 30 giorni.
Alla fine di 30 giorni, tutto finisce con una grande festa chiamata Id et Fetr, cioè “la festa per interrompere il digiuno” o la “festa per colazione” semplicissimamente. È un giorno festivo per tutti. Si indossano i migliori vestiti. Si prega. Si va a presentare i migliori auguri al presidente che ha digiunato anche lui come tutti i cittadini.
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CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
In avvenire non ci sarà più bisogno di fare la guerra. Basteranno i medicinali per annientare la civiltà.
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- A cosa attribuite la vostra età avanzata? si domandò a Giovanni che compiva i 92 anni.
- Ai medici! Ai medici, certamente, ripeté il vecchio. Sì, ai medici, io non li vedo mai!
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A che serve conservare le pere per la sete, se non si è saputo con l’igiene conservare la sete per le pere? - PROFESSOR EDOUARD BURLUREUX
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A che serve conservare le mele per la fame, se non si è saputo con l’igiene conservare la fame per le mele?
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La storia di questa ragazza americana è vera. Condannata a morire per una malattia incurabile, ella risolse di abbreviare le sue sofferenze e di uccidersi. Per darsi la morte ella interruppe ogni medicinale, mandò via il medico e si astenne dal mangiare. Ma siccome la morte tardava a venire ella cominciò ad inquietarsi. Proseguendo il digiuno che doveva liberarla dalla vita e dalle sofferenze, fu molto sorpresa di vedersi liberata solo dalle sue sofferenze. Se tutti i malati che vogliono suicidarsi scegliessero quel mezzo lì…
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Lo stomaco è il peggiore dei recipienti che il figlio di Adamo possa riempire. – IL CORANO.
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L’uomo non muore, si uccide.
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La cucina è forse una grande invenzione ma nelle mani di certe donne è un’arma mortale.
CAPITOLO 2
IL DIGIUNO NEGLI ANIMALI
I microbi non causano la malattia, come le mosche non causano la sporcizia –
Nella natura il digiuno è più diffuso di quanto si pensi al primo colpo. Infatti tutte le forme di vita sembrano farvi ricorso.
Quando leggo sui giornali le relazioni dei ricercatori sugli animali, quando vedo in televisione le diverse emissioni sulla natura e i suoi misteri, che gli animali possiedono delle riserve che permettono loro di subire un digiuno per lungo tempo, resto stupefatto che non si faccia alcun accostamento con l’essere umano.
È così che si spiega come il giovane salmone digiuna delle settimane intere, l’orso durante tutto l’inverno, come se ciò andasse da sé in ciò che concerne quegli animali.
Ma quei bravi cercatori non andranno fino ad immaginare che l’uomo può, anche lui, digiunare settimane, poiché possiede altrettanto bene delle riserve.
Quando un animale è malato o ferito, digiuna naturalmente seguendo il suo istinto. È l’ordine della Natura. Il gatto malato ricerca un rifugio, del calore e là riposa, digiuna e si rimette, un cane malato si ritira in un angolo tranquillo, e digiuna fino al ristabilimento.
Io avevo un cane che rifiutò di mangiare per tre giorni. Senza dubbio era indisposto o semplicemente non aveva fame.
I pesci rossi che si trovano nella mia grande vasca rotonda, in mezzo al giardino, digiunano tutto l’inverno quando il ghiaccio ricopre l’acqua. Normalmente si nutrono di zanzare o di moscerini che cadono nell’acqua.
Secondo i cacciatori di elefanti, quando un elefante è ferito, si astiene da qualsiasi alimento, mentre i suoi compagni continuano a mangiare. L’uomo è l’unico animale che si forza a mangiare in caso di malattia e ciò aggrava considerevolmente il suo male.
L’ESTIVAZIONE DEI COCCODRILLI
L’estivazione è il torpore di certi animali durante l’estate. Infatti, per proteggersi dal calore eccessivo dell’estate, e per economizzare le energie, mentre i corsi d’acqua sono disseccati, e i pozzi inariditi, certi animali, per sopravvivere a queste condizioni climatiche difficile, riducono le loro attività estivandosi.
Le loro funzioni sono allora proseguite a un ritmo molto lento: cuore, respirazione, ecc.
È così che i coccodrilli ibernano ed estivano, due volte nel medesimo anno, l’inverno poi l’estate. Certi pesci di acqua dolci, quando i corsi d’acqua sono disseccati, si interrano nel fango, poi si incastrano in un bozzolo umido e si rinchiudono. Tali pesci vivono in tal modo con le proprie riserve. Questi pesci vivono in tal modo finché le piogge riempiono di nuovo i fiumi.
I lemuri hanno una coda ben fornita che serve loro di riserva nutritiva durante il lungo digiuno dell’estate, - l’estivazione.
Il digiuno è, dunque, un mezzo naturale per preservarsi dai rigori del clima qualunque sia il calore eccessivo dell’estate o il freddo rigoroso dell’inverno. Durante questi periodi gli uccelli cessano di cantare e le rane tacciono.
L’IBERNAZIONE DEL GHIRO E IL SUO UNICO MECCANISMO DI SICUREZZA
Il ghiro è sempre molto attivo durante l’estate, ma quando si avvicina l’inverno, si ritira in un angolo nascosto e protetto dai rigori dell’inverno. Esso non prende alcun alimento durante tutta la stagione fredda. La sua respirazione si rallenta e la sua temperatura si avvicina a quella dell’ambiente. Dimagrisce molto.
Se, per caso, si mettesse questo ghiro in un frigorifero si osserverebbe un fenomeno molto interessante che si produce: la respirazione rallenta, le pulsazioni del cuore si indeboliscono, la temperatura crolla, poi quando la vita è in pericolo, si produce esattamente il contrario! è come se si fosse girato un pulsante magico o un termometro segreto. Il polso si rimette ad aumentare rapidamente, la temperatura del corpo sale, gli occhi diventano brillanti e le membra si contraggono.
In meno di tre minuti, il ghiro diventa così caldo e il suo polso così rapido come in piena estate. Miracolo della natura!
L’essere umano che digiuna sventuratamente non è dotato di un simile sistema di salvaguardia. Non può nemmeno digiunare a lungo quanto gli animali che ibernano, spesso tre mesi, e talvolta perfino sette mesi, senz’acqua.
L’ORSO POLARE
La femmina dell’orso polare iberna, ma non il maschio. Essa iberna con gli intestini pieni di batteri, ma alla fine dell’ibernazione, all’avvicinarsi della primavera, non si trova più alcun batterio. Infatti, sarà sufficiente una settimana di digiuno per sterilizzare i suoi intestini completamente. Ecco ciò che interessa chi soffre di amebe o di altri parassiti intestinali.
IL MASCHIO DI FOCA DELL’ALASKA
La vita del maschio della foca dell’Alaska è veramente sorprendente. Anzitutto esso pesa 300 chili. Quando si avvicina la stagione del calore, esso va in un certo posto e comincia un digiuno mentre aspetta le femmine. Il periodo di riproduzione e di digiuno dura tre mesi. Vi perde circa 100 chili. E il suo harem può comprendere tra 60 e 150 femmine, che egli feconda tutte durante questo periodo della fregola. Inoltre tre o quattro accoppiamenti bastano per giungere alla gravidanza e raffreddare al tempo stesso la femmina. E quest’attività sessuale formidabile si accompagna ancora ad un’attività fisica molto intensa.
Infatti, il maschio della foca deve sempre montare la guardia al suo harem, contro i raid ripetuti dei rivali gelosi, composti anzitutto di giovani primi attori, avidi e impazienti, che approfittano di un momento di disattenzione, in cui la vecchia foca è impegnata altrove, per rubargli, come un bolide, un amplesso con l’una o l’altra delle sue femmine consenzienti.
Il maschio della foca praticamente non dorme in tutta questa stagione di fregola. I rivali sessuali si dedicano spesso a delle battaglie incessanti. Essi prendono posizione contro dei lottatori di gran peso, da una parte e dall’altra, all’interno del recinto dell’harem e ruggiscono puntando la testa verso il cielo col loro collo spesso come in una danza folle. Poi è battaglia.
Questa battaglia non durerà a lungo. Il maschio che ne esce vittorioso si atteggia a padrone assoluto. E senza nemmeno avere il tempo di riposarsi, poiché altri pretendenti o invasori si preparano a rilevare la sfida.
Ciò dura tre mesi, giorno dopo giorno.
Come abbiamo detto, il vecchio maschio di foca è un animale massiccio che pesa intorno a 300 chili. Ma dopo questo periodo di fregola e di lotta, esso non pesa più che 200 chili, cioè non ha più che la pelle sulle ossa. È molto emaciato perché non ha mangiato, né bevuto, né dormito.
Alla fine di questi tre mesi, è stanco, estenuato.
Anche i maschi battuti, che non sono riusciti a prendere una femmina, digiunano in questo periodo di fregola. Si è notato, tuttavia, che le femmine non digiunano che 7 giorni, a meno di essere ferite, e in questo caso esse digiunano tre settimane.
Notiamo che la foca femmina può arrestare l’allattamento dei suoi piccoli per 21 giorni, poi riprendere l’allattamento, mentre vedrà inaridire totalmente il suo latte in capo ad alcuni giorni, senza poterlo riprendere, se non attraverso un’altra gravidanza.
Terminata la stagione di riproduzione, il maschio si tuffa nell’oceano e si rimpinza di salmoni, riprendendo così i cento chili perduti.
IL SALMONE
Su Le Mond di mercoledì 30 dicembre 1987, Roger Cau racconta la vita del salmone.
Il salmone atlantico è infatti l’ospite re del bacino della Loira -Allier che, in Europa occidentale, rappresenta il più lungo percorso di risalita (circa 800 chilometri). Solo i fiumi russi, sul mar Bianco o i fiumi americani come lo Yukon in Alaska, ma si tratta allora di un’altra specie del Pacifico – accolgono il salmone su più lunghi percorsi. Dovunque altrove, il pesce migratore non ha che alcune decine di chilometri da oltrepassare per depositare le sue uova in un luogo sicuro. In Francia, è notoriamente il caso in Bretagna, in Bassa Normandia e nel bacino dell’Adour, ai piedi dei Pirenei, in cui l’INRA (Istituto Nazionale della Ricerca Agronomica) dal 1972 alleva, studia e rilascia milioni di giovani salmoni a Saint -Pée -sur -Nivelle. L’uomo si è ingegnato, da un mezzo secolo, a erigere degli ostacoli che ritardano il pesce nella sua migrazione, al punto che esso rischia anche lì di sparire, come nella Senna o nel Reno troppo inquinati.
Sbarramenti idroelettrici, sbarramenti di riposo (piani idrici di Blois e di Vichy), sbarramenti di centrali nucleari che aspirano i pesci nelle loro griglie di alimentazione in acqua o li trattengono nelle loro acque calde (il salmone non risale al di là di 8° C), tutti questi ostacoli hanno bloccato i pesci ai piedi degli sbarramenti rendendoli vulnerabili.
In natura le femmine depongono a novembre -dicembre su letti di ciottoli o di ghiaia che esse puliscono dal loro fango. Sono queste macchie bianche nel fiume che i pescatori trovano in anticipo, per valutare le loro prese e che sorvegliano strettamente le tre guardie della brigata mobile del salmone, di posta sull’Allier.
Generalmente il nido è custodito anche da un salmone maschio che allontana gli opportuni (importuni?) dal fiume.
Tre mesi più tardi si schiude l’avannotto, che diventato pesce in estate è chiamato “tacon”. Le osservazioni hanno mostrato che una parte dei “tacons” dell’Allier scendono giù dalla primavera seguente, mentre gli altri a crescita meno rapida restano un anno di più nel fiume prima di lanciarsi nell’oceano. Quando ha raggiunto una ventina di centimetri il tacon entra nella sua fase di “argentatura” prendendo la scaglia della sardina e diventa un giovane salmone. È allora che si sviluppa la sua memoria olfattiva che gli permetterà di ritrovare il suo fiume nativo dopo parecchi anni di mare. Lo si chiamerà allora secondo la sua età “castillon”, “madeleineau” o “beccard”(i vecchi muniti di una gola in forma di becco).
A DIGIUNO
In misura da 10 a 30 chilometri il giorno i salmoni discendono verso il mare all’indietro, poiché essi restano sempre col naso alla corrente.
Una volta in mare essi si mettono a divorare pesci e piccoli crostacei. Si dirigono tutti verso il distretto di Davis e delle isole Faroer dove vanno a ritrovare i cugini del Canada e del resto dell’Europa.
La scalimetria (studio delle scaglie), permette di ritrovare come sui rami di un tronco d’albero il numero di anni passati in acqua dolce e in mare.
Per il salmone atlantico il ciclo medio è di circa 6 anni (da due a tre anni di fiume e da tre a quattro di mare). Ma è più lungo nelle acque fredde del Canada. In Bretagna, in cui la risalita è più facile, è frequente che il salmone ritorni al mare da una a due riprese dopo la sua prima riproduzione. È più raro nell’Allier, dopo 3.000 chilometri d’oceano, il salmone deve ancora risalire parecchie centinaia di chilometri infilandosi tra le reti e i passaggi cementati. E TUTTO CIÒ A DIGIUNO (maiuscole nostre – A.M.) poiché i genitori vivono con le loro riserve – abbondanti – accumulate nell’oceano. Se essi mordono la mosca dei pescatori è unicamente per riflesso del carnivoro, come il cane importunato da un insetto.
LA FORMICA REGINA
Anche la formica regina digiuna nel periodo della sua riproduzione.
RANE, INSETTI ED API
Le rane e gli insetti digiunano durante i fenomeni della loro metamorfosi. Chaussat riferisce che le rane digiunano 16 mesi. Ma ciò è passato sotto silenzio dagli altri biologi, che non amano parlarne, per timore che ciò possa confortare il digiuno negli esseri umani.
ANCHE GLI SCORPIONI, I RAGNI, I SERPENTI E LE TARTARUGHE DIGIUNANO
Secondo Jacquet, gli scorpioni digiunano 368 giorni. Blackwell aveva osservato dei ragni che digiunavano per 17 mesi. Parecchi serpenti sono stati tenuti a digiuno per due anni. Alcune tartarughe vegetariane di grandi dimensioni possono digiunare per mesi.
UNA VITA PROLUNGATA
In breve si è notato che la crescita e la rigenerazione delle membra perdute proseguiva durante l’ibernazione. Si è anche osservato che gli animali che ibernano vivono più a lungo degli altri, della medesima altezza, ma che non ibernano.
Durante il digiuno, le ferite si cicatrizzano e nuove membra possono anche formarsi. Ma i polloni che danno origine a nuove piante si sviluppano seguendo il medesimo principio. Infatti esse non ricevono alcun nutrimento esterno, nelle fasi iniziali del processo di rigenerazione.
L’essere umano trae dunque beneficio dal seguire ogni anno un digiuno di mantenimento di 7/10 giorni. Molti animali digiunano senza bere acqua ma per l’uomo l’acqua è indispensabile durante il digiuno, a rischio di perdere la vita per disidratazione.
Ciò detto, dobbiamo imitare gli animali?
DOBBIAMO IMITARE GLI ANIMALI?
L’uomo è venuto sulla terra con tutto l’equipaggiamento per vivere in buona salute. Egli non ha bisogno di imitare le forme inferiori della vita. Il suo modo di vivere proviene dai suoi bisogni interni. Sono espressioni dei suoi stessi adattamenti strutturali, nonché delle sue capacità e dei suoi bisogni funzionali. Non abbiamo bisogno di imitare gli animali, ma osservandoli, possiamo trarre parecchie lezioni utili poiché essi sono più vicini alla natura di quanto lo siamo noi, e i loro istinti sono meno pervertiti dei nostri.
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CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
La droga (medicinali) è di un soccorso infimo e per sua natura, nemica della nostra salute. – MONTAIGNE.
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La lista delle malattie che la vivisezione asserisce di avere guarito è lunga, ma i rapporti dell’ufficiale di stato civile mostrano che le persone si ostinano a morire di quelle stesse malattie, come se la vivisezione non fosse mai esistita. – GEORGE BERNARD SHAW.
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La malattia proviene dal ventre; il digiuno è dunque il miglior rimedio. – IL CORANO.
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La medicina si è formata per accumulazione di assurdità e di barbarie durante quasi tremila anni. – Dr. H. M. SHELTON.
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LA NATURA DELLE TOSSINE – Le tossine sono dei sottoprodotti necessari e costanti quanto la vita stessa. Quando l’organismo è normale esse sono eliminate altrettanto prontamente quanto sono generate. Dall’inizio della loro produzione fino alla fine della loro eliminazione, sono trasportate nel sangue. Da ciò si vede che in alcun momento l’organismo ne è sprovvisto. In quantità normali, esse sono leggermente stimolanti, ma quando l’organismo è enervato, l’eliminazione è ritardata. Allora, la quantità trattenuta diventa stimolante – tossica, che va da un leggero eccesso ad una quantità tale, che prostra la vita. – Dr J. H. TILDEN.
CAPITOLO 3
IL CONTADINO EGIZIANO E IL SUO ASINO
Un giorno Mokaoukès, re d’Egitto, inviò a Maometto tre regali, denaro, una negretta e un medico. Maometto accettò i primi due doni ma rifiutò il terzo dicendo: Noi siamo un popolo che non mangia che quando ha fame, e quando mangiamo non mangiamo mai a sazietà.
Un contadino egiziano soffriva di parecchie malattie. Trattato per anni da tutti i medici della sua regione, la sua salute peggiorava di giorno in giorno, fino al momento in cui fu costretto ad abbandonare il suo lavoro e a lasciare da parte la fattoria.
Un giorno, seduto nel suo cortile, di fronte al suo unico asino l’osservò mentre brucava l’erba che cresceva qua e là, a caso.
Si mise a riflettere non avendo nulla da fare.
Il mio unico asino, pensò, sta meglio di me. Io non ho la forza di muovermi, soffro in tutte le membra, ma il mio asino gode di buona salute. Ed egli non bruca che l’erba, mentre io mangio tre buoni pasti abbondantissimi, che la mia donna fedele, nella cucina impiega parecchie ore a preparare.
Ciò fu un colpo di luce che lo colpì, come un momento di grazia divina.
- Voglio fare come lui.
E si mise a brucare l’erba, strappata nel suo cortile, rifiutando qualsiasi altro cibo. La moglie ne fu desolata, si lamentò, pensò che egli si sarebbe rovinato con le proprie mani. Ma essendo l’erba troppo dura per i suoi denti, dovette sputarla. Ciò durò parecchi giorni. Bevve acqua quando sentiva sete e si rimise alla natura per tutto il resto.
In capo a parecchi giorni, constatò con sua grande sorpresa, che le sue malattie se ne andavano a una ad una. E che la sua salute si ristabiliva malgrado tutto.
Quando i suoi amici, i suoi parenti e i suoi vicini appresero la notizia, ne sparsero la voce come un granello di polvere in tutta la regione.
È così che si fece la sua reputazione, al di là dei semplici confini della regione. I malati accorsero per vederlo e per i suoi consigli illuminati. Tuttavia il corpo medico non intese da quest’orecchio. I farmacisti nemmeno potevano accettare che un semplice contadino potesse far crollare il loro volume di affari. Desolati di vedere la loro clientela volatilizzarsi di giorno in giorno, decisero di concerto di scatenare il loro vizioso attacco.
Facendo finta di preoccuparsi della salute pubblica, fingendo di credere che i microbi potessero colpire la popolazione, analizzarono l’erba che il contadino brucava, per ricercare, dicevano, il segreto delle sue virtù miracolose. Tutto ciò che trovarono furono dei microbi cattivi che rischiavano di contaminare tutta la popolazione, secondo le loro parole.
È così che proibirono il consumo dell’erba dai malati, ordinando loro implicitamente di ritornare dai medici e dai farmacisti, con grande gioia di questi ultimi.
E ci mancò poco che non intentassero un processo contro l’ingenuo contadino per esercizio illegale della professione medica!
Questa storia veridica era stata riferita dalla stampa egiziana negli anni 50.
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CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
All’età in cui le persone contavano gli anni che restavano loro da vivere, poi il numero delle malattie che avevano, io iniziai la seconda metà della mia vita, senza alcuna malattia. A 68 anni io non avevo né diabete, né insonnia, né reumatismi, né prostata affetta, né reni malati, né epatite, né malattia cardiaca, né asma, né sinusite, né ipertensione, né niente di niente. La vita comincia a 60 anni per chi ubbidisce alle leggi della natura. – MEMORIE DI UN IGIENISTA ORIENTALE.
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Legge del minimo – Legge N° 2 – La salute di un essere vivente è funzione delle facoltà necessarie di cui egli è meno provvisto. – p52 Le leggi della Natura Vivente.
CAPITOLO 4
LE RISERVE DEL CORPO
Dopo aver scandalizzato il pubblico, la medicina si preoccupa di rassicurarlo con l’aiuto di menzogne di una sfrontatezza da togliere il respiro. – G. B. SHAW.
Se gli uomini e gli animali possono digiunare per giorni e settimane, è perché essi hanno delle riserve nel corpo, riserve che permettono loro di nutrirsi e di proseguire tutte le loro funzioni. Perfino le persone magre possiedono delle riserve e vedremo più avanti di che cosa sono costituite queste riserve. Quanto alle persone obese e in carne, le loro riserve sono visibili a occhio nudo, ma ahimè, esse sono spesso squilibrate e inefficaci.
L’opinione corrente vuole che se si smette di mangiare, la nutrizione del corpo è sospesa. Niente di più falso. Infatti il corpo è sempre nutrito, minuto per minuto, dall’interno, dal sangue. La nutrizione è la vita e senza di essa nessuna vita è possibile.
Il nostro organismo possiede delle riserve considerevoli in tutti i suoi tessuti, e finché tali riserve non sono esaurite, i tessuti dell’organismo restano intatti. Ciò equivale a dire che il corpo trae anzitutto dalle sue riserve, finché esse esistono, e non si rivolge verso i tessuti che se le riserve sono esaurite. Le riserve del corpo sono costituite da:
1) il grasso.
2) Le ossa che sono i serbatoi dei sali minerali.
3) Lo zucchero nel fegato, nei muscoli, nelle ghiandole, ecc.
4) Le vitamine nel sangue, ecc.
È così che il mostro chiamato “gila” digiuna per lunghi mesi traendo dalle riserve che si trovano nella sua coda pesante.
È lo stesso per la rana amazzonica degli alberi. Essa si nutre della sua coda, durante la sua metamorfosi e non delle alghe come le altre varietà di rane.
L’imperatore -pinguino, che digiuna tutto l’inverno, conserva da 5 a 6 chili di riserve alimentari vicino alla regione stomacale.
Nei cammelli, le gobbe sono delle riserve alimentari, con cui essi si sostentano quando non trovano nulla da mangiare nel deserto arido. La grandezza di questa gobba permette di valutare il tempo che il cammello può restare senza mangiare. Facciamo notare che per le persone obese, l’estensione della loro obesità non permette sempre di valutare quanto tempo possono digiunare. Ne vedremo le ragioni più avanti.
Alla fine del digiuno, nei cammelli la gobba si accascia e pende come un sacco vuoto. Poi con la ripresa alimentare, questa gobba si riempie di nuovo per formare nuove riserve.
In alcune donne obese, le riserve sono visibili a occhio nudo, malgrado tutti gli artifici dei vestiti e il colore nero che esse adottano per nasconderle. Petto voluminoso, cosce abbondanti, ventre ridondante, ecc.
Esiste al largo delle Haway, una varietà di foche che si incontrano e che fa delle riserve prima e dopo la gravidanza. Dal momento che essa mette al mondo la fochetta, la femmina comincia il suo digiuno che dura tutto il periodo dell’allattamento. Per 36 giorni madre -foca non ha il tempo di mangiare.
Alla fine del digiuno, essa è ridotta ad uno scheletro, poiché ha dovuto allattare abbondantemente il suo piccolo. Questo, che pesava alla nascita 20 chili, pesa 80 chili al 36° giorno del suo allattamento! A questo stadio la femmina lascia il piccolo definitivamente alla ricerca di cibo per lei stessa, mentre la piccola foca digiuna per un giorno o due prima che la fame lo induca a ricercare da mangiare coi suoi mezzi, lui che non sa ancora come cercare il cibo. È così che le riserve della madre -foca dovevano provvedere non solo ai suoi propri bisogni per 36 giorni, ma anche fronteggiare i bisogni del suo neonato: grasso, zucchero, proteine, minerali, vitamine. Inoltre le sue riserve devono provvedere delle proteine considerevoli per permettere la crescita rapida della giovane foca. Esse devono fornire anche il calcio e il fosforo richiesti dallo scheletro in stato di crescita rapida nella giovane foca, poi le vitamine, ecc.
LE RISERVE EQUILIBRATE
Anzitutto, a cosa possono ben servire le riserve? A nutrire l’organismo. A proseguire il lavoro di anabolismo e catabolismo, giorno e notte. Ma affinché le riserve possano essere utilizzate dall’organismo devono comportare vitamine, sali minerali, oligoelementi naturali, enzimi, ecc.
L’eliminazione dei rifiuti non può farsi che se le riserve chiamate comportano tutti gli elementi appena citati. Se un solo elemento viene a mancare, l’eliminazione non può farsi, come pure le altre finzioni anaboliche.
Allora nelle persone obese, è soprattutto il grasso che predomina, gli altri elementi sono molto rari. A un certo momento del digiuno gli elementi rari sono esauriti, lasciando il grasso pressoché intatto. In questo caso, l’eliminazione cessa, il peso ristagna e il digiunatore cessa di perdere peso. Può digiunare ancora parecchie settimane, senza perdere un solo chilo. È proprio una perdita di tempo. Shelton parla di una signora che aveva perso un solo chilo in un mese di digiuno. Si può certamente trovare un metodo migliore per farle perdere più peso.
Non dimentichiamo che una persona obesa può esaurire le sue riserve buone e cadere nell’inanizione mortale, mentre pesa 60/70 chili.
NEL NEONATO
In generale il neonato viene al mondo con riserve ben equilibrate che la natura previdente gli ha concesso. Queste riserve durano parecchi anni, anche se il menù è carente.
Così per esempio, il latte della madre che allatta il suo bambino, non contiene ferro. È perché la natura ha colmato questa carenza, poiché il bambino viene al mondo con riserve di ferro abbondanti nel suo fegato minuscolo, riserve che possono durare parecchi anni. Da dove si è procurato queste riserve? Semplicemente saccheggiando sua madre.
Si sa che il fegato di vitello contiene molto ferro, mentre quello della madre non ne contiene altrettanto. Allora, la medicina ne ha approfittato per raccomandare agli anemici di mangiare fegato di vitello. Pena persa, perché i bambini sono incapaci di assimilare il ferro contenuto nel fegato di vitello, non più di quanto siano capaci di assimilare il ferro che si inietta loro. Quando si saranno disintossicati, allora il loro potere di assimilazione migliorerà ed essi assimileranno benissimo il ferro contenuto negli alimenti naturali.
L’APPARENZA INGANNEVOLE DEI GROSSI
Un uomo viene per seguire un digiuno. a vista d’occhio, pesa più di 100 chili. Si avrebbe tendenza a pensare che egli abbia delle riserve abbondanti, che gli permetteranno di digiunare parecchi mesi. Ahimè, le sue riserve non sono affatto equilibrate, mancano loro gli ingredienti essenziali: vitamine, sali minerali, oligoelementi, enzimi, ecc. egli non può digiunare a lungo. Tutto il peso esibito è solo polvere negli occhi.
I bambini possono digiunare più facilmente e più a lungo degli adulti. I vecchi sono quelli che possono digiunare meno tempo, poiché, in generale, non hanno delle riserve adeguate, nemmeno se il loro peso è buono.
CIÒ CHE DILAPIDA LE RISERVE O I LADRI DI VITAMINE
Dopo 60/70 anni di vita malsana, di alimentazione artificiale, industrializzata, di abusi di tutte le specie: di caffè, di tabacco, di vino, di cioccolato, di spezie, ecc. l’uomo dilapida il suo capitale fisiologico e vede le sue riserve essenziali sprecarsi, per essere rimpiazzate dal grasso, dalle tossine e dall’acqua per diluirle, perfino nei magri. È l’apparenza ingannevole della pletora.
Ma ciò che esaurisce più in fretta le riserve sono i medicinali di tutte le specie, presi regolarmente. Infatti, per eliminare questi veleni, il corpo usa le proprie vitamine, i suoi sali minerali. Si è qualificata la paraffina “ladra di vitamine”.
Tra i miei digiunatori, coloro che hanno meno riserve di vitamine sono gli adepti della macrobiotica.
Infatti, quelli che hanno seguito, per anni, quel regime povero di vitamine, hanno molte difficoltà a digiunare a lungo. Mi torna in mente il caso di un ingegnere atomico di 32 anni che voleva digiunare 40 giorni. Visto lo stato deficitario della sua salute e la sua faccia livida e gracile gli risposi che 15 giorni sarebbero bastati.
Scontento di ascoltare ciò, egli se ne andò senza dare seguito.
Qualche tempo dopo accettò di digiunare sotto la mia sorveglianza e di piegarsi alle mie direttive.
Cominciò dunque il digiuno, ma in capo al quarto giorno, egli agonizzava… e il digiuno dovette essere interrotto, per essere seguito da un lungo periodo di convalescenza.
Questo ingegnere seguiva il regime della macrobiotica a preponderanza di alimenti cotti e stracotti, il che finisce per procurare molto gravi carenze all’organismo.
Vi sono persone che assumono tisane lassative tutti i giorni, cassia, altri dei sonniferi tutti i giorni, tranquillanti, ecc. Le loro riserve sono deboli. Prima di considerare di digiunare, bisogna interrompere questi veleni per abbastanza tempo da colmare quelle carenze.
Chi ha preso il cortisone per anni, deve sapere che è un ormone artificiale che finisce per atrofizzare l’ormone naturale dell’organismo e portare a gravi carenze. Essi devono in via preliminare diminuire progressivamente questo medicinale e non considerare di digiunare prima di averlo interrotto completamente.
È lo stesso per tutti i medicinali.
NESSUNA ELIMINAZIONE SENZA RISERVE SUFFICIENTI
Molto tempo fa ho notato il fatto seguente: chi fa un digiuno più lungo di 20 giorni, non elimina quasi niente dopo questo periodo. Il suo alito non è più fetido, le sue urine sono chiare, il gusto della sua bocca è buono e il suo peso praticamente non diminuisce più.
Poi dal momento che questo digiunatore interrompe il digiuno, la diminuzione di peso riprende, le urine diventano molto scure e fetide.
Queste osservazioni non mi avevano portato ad andare più avanti nella mia tecnica e m’ero accontentato di seguire Shelton nel suo metodo.
Secondo Shelton era meglio di niente eliminare pochissimo alla fine di un digiuno lungo e bisognava proseguire fino al ritorno della fame.
La rottura del digiuno che si faceva con quantità minime di succo, le energie non erano deviate dall’eliminazione verso la digestione, appena significativa di questo succo.
Fu allora che ebbi l’idea di dare ai digiunatori, verso la fine della loro cura cioè verso il ventesimo giorno delle foglie di lattuga nonché un dito di succo nell’acqua di bevanda. Ma era decisamente insufficiente per rilanciare l’eliminazione, come si vedrà in seguito.
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CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
Imparate che non c’è basilico (rimedio) nella natura e che si sta sempre bene con l’esercizio e la sobrietà. – VOLTAIRE.
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LA NOZIONE DEL RIMEDIO - Non ci si rende conto delle possibilità dell’organismo quando gli handicap e gli ostacoli sono soppressi – handicap conservati dalle vecchie credenze e dagli istinti del branco. (In altri termini la soppressione della causa basta generalmente per ristabilire il paziente. Non occorre cercare un rimedio. L’unico rimedio è la soppressione della causa. – A.M.). Infatti l’igienismo è basato su questa verità. In questo esso differisce da tutti i sistemi di medicine naturali e dolci. Qualsiasi dichiarazione o promessa di guarire, qualunque sia la terapeutica, medica o naturale, è falsa. Ma ciò non può essere afferrato da tutte le menti, che se il tempo permette all’idea di essere assimilata. Le convenzioni e le superstizioni sono solidamente ancorate e non si vuole ascoltare un’altra campana. Parecchi apprendono lentamente, altri mai, Infine una terza categoria è mentalmente addormentata di fronte alla verità. – Dr. John TILDEN.
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Legge del Dr. Walter sull’istinto di conservazione – Legge n° 3
Ciascuna cellula vivente di un corpo organizzato è dotata di un istinto di conservazione mantenuto da una forza inerente all’organismo che si chiama generalmente “forza vitale” o “vita” e il cui successo è direttamente proporzionale all’intensità di questa forza vitale e inversamente alla sua attività. (Infatti, l’attività è una spesa che spossa). (Le leggi della Natura Vivente).
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Ciò che è grave e ha per conseguenza, tra le altre, di paralizzare la curiosità e il rigore dei medici, è che qualsiasi verità è sempre presentata come assoluta e definitiva. – H. Bensaid (Le Illusioni della Prevenzione).
CAPITOLO 5
LE TRE FASI DEL DIGIUNO
Legge n° 24 – La malattia è un’eliminazione accentuata. (Le Leggi della Natura Vivente).
Durante il digiuno è normale perdere peso. Ma quale genere di tessuti il corpo perde durante il digiuno? Perde anzitutto i tessuti meno vitali, quali il grasso, i rifiuti, le tossine, ecc. Non perde i nervi, né il cervello. Di fatto, i tessuti cattivi sono sacrificati per nutrire i tessuti vitali e per permettere di proseguire tutte le funzioni dell’organismo.
Ma c’è sicuramente un limite: quando le riserve vitali del corpo sono esaurite (vitamine, enzimi, sali minerali, ecc.), non restano più niente al corpo che i tessuti vitali, gli organi che funzionano, il sangue.
È così che il digiuno deve essere diviso in tre fasi:
1) LA PRIMA FASE COSTRUTTIVA DELL’ELIMINAZIONE
Durante questa fase, le riserve sono abbondanti e permettono all’essere umano in buona salute di digiunare per settimane e perfino per mesi. I poco sani possiedono meno riserve dei sani, e non possono digiunare altrettanto.
Questa fase costruttiva del digiuno dura finché le riserve del corpo durano.
Le riserve devono essere divise in due tipi:
a) le riserve buone: zucchero, vitamine, sali minerali, oligo - elementi, enzimi, ecc.
b) le riserve cattive : scarti, tossine, tumori, pus, infezioni, e tutto ciò che il corpo deve eliminare.
Osserviamo a questo punto che il corpo interrompe l’eliminazione per due ragioni:
- o le tossine sono interamente eliminate, ciò che è molto raro. Infatti, la maggior parte delle persone è talmente intossicata che le occorrono parecchie cure di digiuno per eliminare tutto. Tuttavia, quando si segue una dieta sana, igienista, lo stock di tossine è talmente debole che esso è eliminato in alcuni giorni, altrimenti in una settimana.
- o le riserve buone sono esaurite prima dell’eliminazione totale degli scarti accumulati da tanti anni. È il caso più frequente.
Durante questa fase costruttiva il corpo elimina gli scarti e le tossine. I tessuti cattivi sono smantellati e liquidati.
I sintomi principali durante questa fase sono:
- il cattivo gusto della bocca al risveglio,
- la perdita progressiva di peso,
- l’alito cattivo,
- l’urina carica e maleodorante,
- la mancanza d’appetito, talvolta la nausea,
- la lingua carica, la bocca secca, la sete, ecc.
Durante questa fase costruttiva, la funzione sessuale si ristabilisce tra coloro che l’avevano perduta, l’odorato e l’udito ritornano, la mente diviene chiara e lucida e il corpo elimina la maggior parte delle malattie.
2) LA SECONDA FASE DELL’ELIMINAZIONE RALLENTATA
Quando si prosegue il digiuno oltre la prima fase, le carenze cominciano a manifestarsi, ciò che porta l’eliminazione a ristagnare, al peso di restare stazionario e al rallentamento di tutte le funzioni.
Il corpo prova, con parecchie trasmutazioni biologiche, di riciclare gli elementi presenti per fabbricare elementi mancanti. Vi riesce perfettamente all’inizio. Allora, l’eliminazione e il peso che avevano stagnato per tre giorni, riprendono bellamente.
In seguito, nuove carenze si fanno sentire. L’eliminazione e il peso stagnano di nuovo mentre al corpo riesce una nuova trasmutazione. Ma alla terza volta esso ha sempre più difficoltà a fabbricare gli elementi mancanti, poiché gli elementi presenti cominciano anch’essi a mancare. Parecchie settimane possono passare così, poi arriva l’esaurimento totale. Ed è la terza fase che si instaura.
3) LA TERZA FASE PERICOLOSA DELL’INANIZIONE
Là il corpo manca di tutto: vitamine, sali minerali, oligo - elementi, enzimi, ecc. Non può più assicurare le funzioni vitali dell’organismo. Per sopravvivere comincia a trarre dai tessuti vitali, dagli organi vitali.
I cambiamenti patologici di degenerazione sopraggiungono e, secondo Morguilis:
“identici a quelli che si incontrano in tutte le condizioni patologiche e non presentano niente di particolare. Di fatto, TUTTI i cambiamenti tissulari patologici sono anzitutto effetti dell’inanizione”.
Questa citazione di Morguilis è della più alta importanza, quando ci si pensa un poco. In effetti i tessuti malati sono tessuti che muoiono di fame, che sono avvelenati, intossicati, incapaci di fissare gli elementi nutritivi. Questi tessuti non sono nutriti poiché gli alimenti non procurano beneficio all’organismo, visto che esso è intossicato. Insomma, è come un avvelenamento lento. Una disintossicazione è come una condizione preliminare affinché gli alimenti siano assimilati e nutrano in seguito i tessuti. Questa disintossicazione si produce rapidamente col digiuno, quando le riserve lo permettono.
In breve, i cambiamenti tissulari che hanno luogo durante la prima fase del digiuno sono perfettamente fisiologici, ma quelli che avvengono dopo l’esaurimento delle riserve sono definitivamente patologici.
Si vede così l’errore profondo tra quelli, tra il pubblico profano o in medicina, che credono che i tessuti e gli organi si disintegrino dall’omissione del primo pasto. Essi ignorano che il corpo possiede delle riserve, essi ignorano che la prima fase del digiuno è altamente benefica. Essi ignorano che il danno non esiste finché non si è superato il debutto dell’inanizione.
Shelton raccomandava di spingere il digiuno fino alla soglia, fino all’inizio dell’inanizione. Poi era pericoloso proseguire questa astinenza. Questo digiuno poteva così durare da 20 a 80 giorni, secondo gli individui. La sorveglianza dei sintomi poteva indicare la fine delle riserve e l’inizio di questa fase pericolosa che è l’inanizione.
Tra i sintomi che indicano l’inizio dell’inanizione:
1) l’incapacità di camminare o perfino di tenersi in piedi. Bisogna tuttavia diffidare, poiché le persone che digiunano senza esserne convinte, senza aver letto un libro sulla questione sono persuase di non poter tenere secondo le loro parole. E infine, non tengono. È un fatto puramente psicologico. Se queste persone avessero letto un libro prima di lanciarsi, avrebbero tenuto senza problemi.
Quando mi domandano: Resisterò? Io rispondo
Voi non avete letto niente sul digiuno. Leggete anzitutto un libro sul digiuno e non mi porrete più questa domanda.
Una donna che non aveva letto niente ma che aveva cionondimeno voluto digiunare da me (io le ho prestato un libro sul digiuno durante il suo soggiorno), mi ha confessato, che essa pensava che dopo due settimane che si sarebbe trascinata per terra. All’inizio mi diceva che verso il terzo giorno non avrebbe più potuto scendere le scale né camminare! Fu meravigliata dopo due settimane di digiuno di avere le forze per camminare e per leggere.
2) La sensibilità degli occhi alla luce, poi arriva progressivamente la cecità. Anzitutto questi pazienti preferiscono portare occhiali neri all’interno della casa e, in seguito, essi non possono più leggere una lettera né leggere un libro. Ho avuto il caso in un digiunatore al cinquantesimo giorno.
3) La paura di digiunare può provocare un sgomento mortale, secondo Shelton. Ma le persone che hanno paura non vengono a digiunare, a meno che le si costringa. Non comprendo.
4) Dopo una stabilizzazione di peso assai prolungata, come durante la seconda fase del digiuno, il peso cade bruscamente, secondo Shelton. Io non ho mai visto un caso simile.
5) I soggetti troppo emaciati possono raggiungere questa fase in capo ad alcuni giorni, soprattutto se digiunano senza scaldino ai piedi. Ma queste persone scheletriche non devono mai digiunare. Shelton ammette che esse possano digiunare alcuni giorni ma io non ne vedo l’utilità. Il digiuno non è un passe -partout né un rimedio magico. Esso accelera la disintossicazione, a condizione di avere delle riserve.
In breve, secondo Shelton la natura non ci lascia senza segnale nel momento in cui le riserve cominciano ad esaurirsi. Infatti, la fame che era assente ritorna con un’intensità che porta il soggetto verso gli alimenti. È il dottor Dewey che cominciò a parlare di ritorno della fame e Shelton l’ha seguito. Ciò sembrava talmente logico e nell’ordine delle cose. Disgraziatamente, il nostro istinto è depravato e non reagisce più normalmente. La dottoressa Vetrano, che assisteva Shelton, non ha visto che pochi casi in cui la fame è ritornata. Personalmente, ho incontrato parecchi casi, ma non abbastanza per farne una regola generale. Neanche quelli che hanno superato la soglia dell’inanizione risentono questa famosa “fame”.
Attualmente. Dal momento in cui il digiunatore entra nella seconda fase del digiuno, cioè dal momento in cui il suo peso si stabilizza a due riprese, io passo al semi - digiuno. Normalmente ciò avviene verso il ventesimo giorno. Non ho avuto che un caso in cui sono state necessarie 4 stabilizzazioni di peso per arrivare al ventesimo giorno.
Si è dunque ben lontani dalla fase dell’inanizione, e non si ha bisogno di angosciarsi di toccare questo limite pericoloso.
Quando un soggetto comincia un digiuno, si può considerare il suo peso come un’indicazione probabile, ma non sempre esatta, delle sue riserve disponibili. Non bisogna mai dimenticare che si possono avere delle riserve squilibrate e entrare nella terza fase dell’inanizione mortale, mentre si pesa 60 chili o più.
Sorvegliando le stabilizzazioni successive del peso, non si rischia mai questo errore.
Ecco dunque una tabella che indica grosso modo il peso limite, ma che non può servire per fissare in anticipo la lunghezza di un digiuno, né il peso limite vero in un caso particolare.
Altezza Peso normale Soggetto muscoloso Limite pericoloso
1,85 m . . . . 75 kg . . . . . . . . . 85 kg . . . . . . . . . . . 45 kg
1,80 m . . . . 70 kg . . . . . . . . . 80 kg . . . . . . . . . . . 42 kg
1,75 m . . . . 65 kg . . . . . . . . . 75 kg . . . . . . . . . . . 39 kg
1,70 m . . . . 60 kg . . . . . . . . . 70 kg . . . . . . . . . . . 36 kg
1,65 m . . . . 55 kg . . . . . . . . . 65 kg . . . . . . . . . . . 33 kg
1,60 m . . . . 50 kg . . . . . . . . . 60 kg . . . . . . . . . . . 30 kg
1,55 m . . . . 45 kg . . . . . . . . . 55 kg . . . . . . . . . . . 27 kg
1,50 m . . . . 40 kg . . . . . . . . . 50 kg . . . . . . . . . . . 27 kg
Si vede in questa tabella che il peso normale corrisponde al numero dei centimetri dell’altezza, quando la persona è muscolosa. Bisogna tuttavia detrarre dieci chili per le persone non muscolose. Il limite pericoloso è stato calcolato prendendo il 60% del peso normale in una persona non muscolosa. Per una persona molto muscolosa bisogna conservare 10 chili in una colonna che io non ho fatto.
Il peso normale è molto approssimativo, poiché bisogna tener conto della grossezza delle ossa, della testa della gabbia toracica, ecc.
Ma si può anche avere un peso normale e non avere che pochissime riserve vitali ed essenziali. Come saperlo? Così, se una persona prende medicinali regolarmente, questa tabella non può essere considerata un’indicazione corretta per lei. Infatti, i medicinali, presi regolarmente, esauriscono considerevolmente le riserve essenziali. I medicinali presi occasionalmente non esauriscono pericolosamente le riserve e non devono essere presi in conto.
Ad ogni modo, come l’ho detto e ripetuto, se si interrompe il digiuno integrale alla fine della prima fase costruttiva, senza entrare nella seconda e soprattutto nella terza fase e se si sorvegliano i sintomi patologici che possono manifestarsi (difficoltà di camminare, sensibilità alla luce del giorno o qualsiasi altro sintomo patologico), - allora non si rischia di arrivare all’inanizione pericolosa.
Per i soggetti affetti da difficoltà digestive, e che sono magri, è prudente non spingere il digiuno troppo avanti, poiché bisogna sapere che riprendere peso sarà molto lungo. Per riprendere il peso perduto occorreranno da sei a dodici mesi.
In generale le riserve si esauriscono prima della disintossicazione totale e si avrà bisogno di parecchi digiuni ripetuti a tre o sei mesi di intervallo.
Si può digiunare a qualsiasi età. Io ho sorvegliato dei bambini e perfino dei vecchi di 80 anni, durante il loro digiuno, piuttosto corto. La prudenza è di regola. Al minimo allarme, è meglio passare al semi - digiuno. I vecchi impiegano quattro volte più tempo a rimettersi rispetto ai giovani.
Da quando si interrompe il digiuno, si riprende a poco a poco il peso perduto.
Si può certamente riprendere tutto il peso perduto in pochissimo tempo, semplicemente rimpinzandosi, ma ciò non è mai bene poiché si rischia di avere i piedi gonfi come quelli di un elefante. In questo caso per rimediare a questo problema, bisogna tornare alla moderazione.
Molti pazienti mi domandano:
io continuerò il semi - digiuno a casa mia, mi rialimenterò colà, datemi tutte le istruzioni e io le seguirò alla lettera.
Io rispondo loro:
- non si ha mai la volontà di rialimentarsi dopo un digiuno, soli, a casa propria. Si è presi dalla bulimia e si rischia di avere i piedi d’elefante.
Si ha assolutamente bisogno di qualcuno che ci inquadri, che ci controlli, che ci guidi. Le istruzioni non possono essere valide che per pochi giorni, poiché la condotta da tenere deve variare secondo i sintomi, giorno per giorno. E non è il profano che può guidarsi da sé. Né sapere ciò che bisogna o non bisogna fare.
Durante il periodo della ripresa alimentare, dopo il semi - digiuno, gli organi più toccati sono rigenerati. Sarebbe un peccato che un rimpinzamento insensato potesse disfare tutti i benefici attesi.
Sembra che esista un cammello che può perdere il 60% del suo peso digiunando e che possa riprenderlo tutto in un solo pasto. Se ci si azzardasse ad imitare il cammello si andrebbe incontro ad una morte sicura.
In generale nessuno può controllare da se stesso la quantità di cibo dopo il digiuno. non si ragiona più con la testa ma con lo stomaco. Occorre la sorveglianza di una persona competente ed energica.
La ripresa in forza delle attività ritarda sicuramente il recupero del peso e la riconquista della vitalità. Bisogna prevedere un periodo di riposo a casa propria, un periodo di recupero e di pazienza.
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CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
I medici affermano che laddove non ci sono i microbi essi sfuggano all’osservazione poiché una malattia non può esistere senza microbi. – GEORGE BERNARD SHAW
CAPITOLO 6
LA FAME
Le altre nostre civiltà, noi sappiamo adesso che siamo mortali. – PUL VALERY.
LA FAME TUTTI I GIORNI
Qui si tratta della fame che si prova prima di mangiare, non di quella che è endemica presso i popoli che soffrono la carestia.
La fame è una dei segni di una buona salute.
La fame è il segno che il corpo è disposto ad accettare il cibo e a digerirlo. Quando non si ha fame è indizio che non è ancora venuto il momento di mangiare, o altrimenti che si è intossicati.
La fame è un istinto normale e utile come la sete, la stanchezza, il sonno e tutte le altre sensazioni con le quali il corpo fa conoscere i suoi bisogni. La fame, la vera fame, la fame normale, è uno dei segni di buona salute, dicevamo sopra. Ma c’è la vera fame e la falsa fame.
La falsa fame è un desiderio che non è autentico per il cibo.
Quando ero un ragazzo, scrive Shelton, ho avuto un’influenza di 24 ore, con una lingua carica, un alito fetido, una febbricola, un mal di testa, degli indolenzimenti e delle membra dolorose. Io mi ero messo a letto. Avevo una forte voglia di sardine e insistevo con mia madre che si rifiutò di darmene. Ma siccome io insistevo ancora e ancora, ella cedette e me ne diede un poco. Ero felice, ma dal momento che ne gustai un boccone, non potetti mangiarla e la vomitai subito.
“È così che io scoprii che non avevo veramente voglia di sardine, né di nient’altro. La fame che avevo sentito era una falsa fame.”
Era in parte mentale, in parte fisica. Notate che Shelton era felice di avere delle sardine da mangiare. In seguito il corpo continua come d’uso, a fare le sue contrazioni ritmiche, alle ore abituali, ma si sarebbe incapaci di mangiare la quantità abituale, nemmeno la metà di questa quantità, in caso di febbre. È meglio ignorare questa falsa fame, che scompare d’altronde molto rapidamente.
“se vi sentite male, deboli e questi sintomi scompaiono mangiando, non è una vera fame, ma un’assuefazione, come quella del tabacco.
Infatti un individuo con una nutrizione normale può saltare un pasto e perfino parecchi pasti, senza sentire alcun malessere né perdita di forza. Questi segni sono la migliore prova che si ha bisogno di digiuno e di migliori abitudini alimentari.
La vera fame non si accompagna mai a sintomi sgradevoli - né dolori, né malesseri, né debolezza – veri o simulati, né crampi di stomaco. Non si sente la vera fame nello stomaco e non si sente di averne uno. Essere coscienti dei propri organi è un segno sicuro di malattia.”
“Con una richiesta normale di cibo, cioè con la vera fame, si sente sempre, dopo un pasto moderato, un certo benessere. Ci si sente bene, forti e si può senza fastidi attendere un’ora o due prima di mangiare. Questa attesa non provoca alcun malessere.
Viceversa molte persone affermano di avere fame prima di ciascun pasto, ma se il pasto è rinviato di una sola ora esse cominciano a languire a svenire, sentono mali di testa e dolori stomacali.
Ora la vera fame non è affatto una sensazione sgradevole al limite della sofferenza. Questi sintomi rassomigliano in modo strano a quelli provati da coloro che sono dediti all’uso della droga e a chi la si nega.”
Infatti, sono i sintomi della disintossicazione, piuttosto che quelli della vera fame. Più si è intossicati, più questi sintomi sono marcati.
Uno stomaco irritato cerca di guarire da questa irritazione, quando esso è in “sciopero”.
Il mezzo infallibile per distinguere la vera fame dalla falsa fame è di aspettare un’ora. La vera fame diventa sempre più acuta, mentre la falsa fame scompare a poco a poco.
SINTOMI DELLA FALSA FAME
I sintomi della falsa fame sono i seguenti, l’uno o l’altro se non parecchi alla volta.
- mal di testa, rutti,
- malessere,
- bocca pastosa, amara o secca,
- morsi di stomaco,
- spasmi di stomaco, gola contratta,
- mente confusa, testa pesante, stanchezza, ecc.
La fame, scrive Shelton, non è uno stato patologico. La fame non si manifesta con sintomi di malattia: la fame si sente nella bocca, nella gola, nel naso e un poco in tutto il corpo…
Una tazza di caffè allevia il mal di testa di colui che vi è abituato. Lo stesso come un’iniezione di morfina allevia momentaneamente il morfinomane. Una sigaretta calma momentaneamente il nervosismo del fumatore, ma tali sollievi non provano che esista un bisogno fisiologico per quei bisogni.
Infine l’ubriachezza alimentare rassomiglia in tutti i punti a quelli dediti alla droga e quelli che ne soffrono, sentono dei sintomi simili quando essi non hanno i loro cibi abituali.”
SINTOMI DELLA VERA FAME
I sintomi della vera fame sono i seguenti:
- bocca gradevole, pulita,
- gola distesa,
- mente lucida, ottimista, euforica, benessere,
- acquolina in bocca,
- assenza di qualsiasi sintomo sgradevole,
- una sensazione diffusa nella bocca, nella gola e nello stomaco che si inarca come per aspirare.
Nella vita corrente è dunque un peccato mangiare prima di avere veramente fame. Bisogna assolutamente attendere la vera fame prima di mettere qualsiasi cosa in bocca, - sia cibo o bevanda. Soprattutto non lavarsi la bocca né i denti con un dentifricio, sempre nocivo e inutile. Sarebbe un inganno darsi la coscienza e l’apparenza fittizia della vera fame. No, una bocca cattiva o infetta o secca, si pulisce da sola in alcune ore tutt’al più.
Come ho già detto, dacché i primi segni della fame compaiono, bisogna attendere un poco, tutt’al più un’ora, per confermarli e aguzzare la fame. Lo stomaco si ritrova adesso contratto e non disteso dal pasto precedente. Allora si può mangiare ciò si desidera mangiare, tra gli alimenti naturali, per calmare la fame e non per riempirsi lo stomaco. Con questa quantità frugale, si dovrebbe normalmente raggiungere la sazietà.
Al contrario, se si mangiasse senza fame, lo stomaco sarebbe ancora disteso dal pasto precedente e si avrebbe tendenza a mangiare molto di più. Del resto gli alimenti non procurerebbero tutto il piacere che si attende. È allora che si cercherà il piacere attraverso la sazietà, attraverso la bulimia! Peccato capitale.
Inoltre se si mangiano vari alimenti, si è tentati di abusarne. È meglio limitarsi ad una sola specie di frutta, salvo ricominciare con un’altra specie di frutta, poco dopo quando si sentirà fame di nuovo. Non dimentichiamo che la varietà porta alla ghiottoneria.
Con la fame acuta, il piacere che gli alimenti procurano è al suo massimo e si sarà pienamente soddisfatti quando si sarà calmata questa fame. Il rispetto della fame è il fattore più importante nel campo della salute, poiché esso regge perfettamente la nutrizione che è alla base di tutta l’esistenza. Nessun altro principio potrebbe superarlo in importanza. Se non si rispettasse questo principio la parola frugalità sarebbe una parola senza senso e non potrebbe essere praticata. Senza fame acuta, la frugalità supera il potere della volontà della maggior parte degli esseri umani. Il cibo diventa allora come una droga, come l’alcol, il caffè, una dose ne chiama un’altra.
Abbiamo appena detto che il principio della fame è il fattore più importante per la nutrizione. Ora, il movimento che si fa chiamare “l’istintoterapia” non lo menziona nemmeno, per rimpiazzarlo con quello dell’odorato. Ma ci sono due alimenti che non hanno odore, come le ciliegie, e persone che hanno perso il loro odorato. E perfino dopo aver mangiato molto si può sempre essere tentati dall’odore squisito di una fragola, di una fetta di ananas, da un’arancia o da un mango.
È evidente che la fame dovrebbe venire prima dell’istinto dell’odorato. Non si può contare su un istinto pervertito come l’odorato. I grandi fumatori non sentono niente. Quanto alla fame noi abbiamo fatto la distinzione tra la vera e la falsa fame.
LA FAME E IL DIGIUNO
Si pensa correntemente che le persone che digiunano hanno fame tutto il tempo. L’espressione “sciopero della fame” discende dal medesimo errore popolare. Se ciò fosse vero, se i digiunatori sentissero fame per giorni e settimane, nessuno avrebbe potuto digiunare.
No, quelli che digiunano non hanno fame. Hanno perfino delle nausee, la bocca cattiva, l’alito fetido, la lingua secca, una sete talvolta intensa, … niente che somigli alla vera fame.
è vero che all’inizio di un digiuno si possono avere ancora delle contrazioni ritmiche alle ore dei pasti, per abitudine, per un giorno o due, raramente di più. Poi la fame scompare per lungo tempo. Allora il corpo si rivolge verso le abbondanti riserve. Ma può anche darsi che dal primo pasto che si è saltato la fame scompaia subito. È il caso di quelli che sono molto intossicati e malandati.
Io lo ripeto dunque: il grande pubblico immagina che i digiunatori soffrano i tormenti della fame, ma non è affatto il caso.
Ho appena detto che la vera fame persiste e si accentua se non la si soddisfacesse. Bisogna anche dire che se la si ignorasse qualche po’, essa cesserebbe di manifestarsi e il corpo si volgerebbe verso sue le riserve.
In base alla mia esperienza con circa 4.000 digiunatori in quarant’anni, la maggior parte non sono capaci di riconoscere la fame.
E all’altro estremo altri attendono troppo a lungo questa ipotetica fame ben al di là del limite di sicurezza e si ritroverebbero al limite del crollo, se noi non fossimo lì per persuaderli a interrompere il digiuno.
Il dottor Shelton ha eretto un principio immutabile, quello di aspettare la vera fame per interrompere il digiuno. Ma siccome egli non ha incontrato che alcuni casi soltanto che hanno ritrovato questa famosa fame, dopo un digiuno, io non penso che si possa generalizzare il principio, per estenderlo a tutti.
I nostri istinti sono sregolati e noi non possiamo riconoscere la vera fame quando essa si manifesta. Bisogna dunque cercare altri criteri per interrompere il digiuno. È ciò che vedremo in seguito, con la stabilizzazione del peso, metodo che ha il vantaggio di non essere più soggettivo, ma molto oggettivo e concreto. La bilancia non commette errori di valutazione.!
BISOGNA ATTENDERE LA FAME PER INTERROMPERE IL DIGIUNO ?
“Il ritorno della vera fame segna la fine del digiuno. Se si persiste nel digiuno al di là di questo punto, la fase pericolosa dell’inanizione comincia.
È importante sapere che la vera fame ritorna sempre negli stati rimediabili prima del deperimento dell’organismo. Dewey, Carrington e altri hanno segnalato, a più riprese, che in tutti gli stati rimediabili, la fame ritornerà prima di attendere il punto di pericolo. Bisogna sottolineare le parole “casi rimediabili”. Infatti nei casi di tubercolosi avanzata, quando gli invalidi si avvicinano alla morte, nella nefrite e nel diabete, o quando il cuore arriva alle sue ultime pulsazioni o negli ultimi stadi del cancro, la fame non ritorna.” – Shelton.
Come ho fatto già notare, le mie osservazioni su migliaia di digiunatori, da 7 a 87 giorni, non mi permettono di corroborare questo ritorno della fame. L’ho incontrato piuttosto raramente.
È così che il signor L. aveva digiunato sotto la mia sorveglianza per 52 giorni. Attendeva pazientemente il “ritorno della fame”, secondo il principio di Shelton. Ciò conferma perfettamente che i digiunatori non hanno fame..
Dopo il 45° giorno del suo digiuno, io non avevo notato alcun segno di eliminazione: lingua abbastanza pulita, alito accettabile, urine per niente cariche, ma egli rifiutò ostinatamente di interrompere il digiuno.
- Che pasticcio – mi diceva – interrompere il digiuno dopo tanta pena. Voglio attendere il ritorno della fame.
Sfortunatamente egli aveva superato la terza fase del digiuno, la fase dannosa dell’inanizione. Diventò sensibile alla luce del giorno., doveva portare occhiali neri, nella sua stanza, tutto il tempo, al punto che non poteva più distinguere gli oggetti davanti a lui, né nessuno. Mi riconosceva dalla mia voce. I suoi occhi non erano più nutriti ed era normale che la sua vista si abbassasse.
Di fronte ad una tale situazione, di fronte al suo rifiuto di interrompere il digiuno, io non sapevo più che fare. Se io lo rimandavo a casa, egli aveva tutta l’intenzione di continuare rischiando la vita e impegnando la mia responsabilità, visto che aveva cominciato da me. Era testardo come un mulo, la sua consorte mi scocciava al telefono tutti i giorni e io non pensavo che bisognava rimandarlo, come fa correntemente Shelton in un caso simile.
Avevo un bello spiegargli che egli non aveva una malattia particolare che giustificasse il proseguimento del suo digiuno. niente da fare. Non voleva sentire nulla. In fin dei conti io consideravo che egli era più al sicuro da me che se avesse dovuto proseguire a casa sua, o piuttosto che il pericolo era minore. Sono occorse delle ore e dei giorni di negoziazioni perché egli accettasse di interrompere il digiuno in un termine di tre giorni.
Lo interruppe al 52° giorno senza che la fame tanto attesa si manifestasse. La sua vista si ristabilì progressivamente. Riprese il peso perduto.
Nota importante. Il suo peso non era neanche sceso al peso limite minimo, ma egli pesava ancora 7 chili in più di tale limite (60% del peso normale. vedere la tabella corrispondente del capitolo precedente).
UN ALTRO CASO
Maie Claire S. digiunava da me per dimagrire. Pesava 54 chili per un’altezza di 1,50 m.
In capo a 30 giorni di digiuno all’acqua raggiunse 42 chili.
Il digiuno fu proseguito ma ella cominciò a vomitare tutti i giorni. Quando questi vomiti sopraggiungono dopo il 20° giorno, io interrompo il digiuno per non avere complicazioni (confusione mentale).
L’acqua di bevanda fu così colorata con un poco di succo di frutta, ma ella continuò a vomitare ancora per 15 giorni con alito fetido. E delle crisi di fegato quotidiane. Inoltre ella rifiutava ostinatamente di bere delle bevande diluite che io le davo col pretesto che ella eliminava ancora e che non aveva fame.
Siccome il suo peso era lontano dal limite di allarme, io non avevo insistito. Ma verso il 45° giorno, ella divenne sensibile alla luce del giorno al punto di portare degli occhiali neri nella sua camera. Non poteva vedere più niente.
In quel momento io insistetti affinché interrompesse il digiuno, ma ella vomitava tutto ciò che le davo, oppure lo rigettava decisamente nel lavabo.
Nell’impossibilità di convincerla a bere i succhi diluiti, io la minacciai di mandarla all’ospedale alzando la voce (potevo? Sicuramente no).
Ma bastava dirmelo – replicò con sangue freddo davanti alla mia collera e ai miei scatti di voce. È occorso provare tutti i succhi, uno dopo l’altro, per trovare quello che ella tratteneva, poiché li vomitava tutti. Se ella vomitava tutto quello che le veniva dato, come poteva uscirne?
Il succo di carote era l’unico che il suo corpo tratteneva. È il metodo Shelton. Adesso io do un brodo caldo di verdure e sono sicuro che nessun digiunatore lo vomiterà.
In una settimana la sua vista si ristabilì. Ecco un altro caso in cui l’attesa della fame avrebbe potuto riversi mortale.
Shelton pensa che il meccanismo del ritorno della vera fame si scateni quando è il momento, ma la mia esperienza su 4.000 digiunatori in 40 anni smentisce questa affermazione dogmatica con rare eccezioni. I nostri istinti si sono depravati con la vita artificiale e gli alimenti non specifici che noi mangiamo.
In quest’ultimo caso, i sintomi di eliminazione proseguivano sempre più: alito fetido, dolori epatici, lingua carica, urine colorate e maleodoranti, ma io non potevo ignorare la cecità progressiva. Attualmente, io non supero la prima fase del digiuno (che si manifesta con una o due stabilizzazioni del peso e passo subito al semi - digiuno. Non si rischia più in tal modo una cecità progressiva, né altri sintomi inquietanti.
Digiunare senza una sorveglianza qualificata è un’impresa pericolosa e mortale in questo caso.
Non bisogna mai immaginarsi che un medico possa sorvegliare un digiuno correttamente. In Svizzera tre medici fanno digiunare, ma nella maniera più folle, pericolosa. Il primo, dottor Bertholet, morto da molto tempo, somministrava purghe da cavallo ogni tre giorni. I pazienti portavano gli intestini rovinati per la vita. Il secondo, a Ginevra, dà ai suoi digiunatori, la propria urina da bere! Che follia! – Il terzo, ancora più folle, gli da delle autotrasfusioni di sangue, metodo utilizzato per drogare gli atleti. Dove hanno visto in natura simili procedure stravaganti?
UN TERZO CASO
Il signor B. mi conduce suo figlio coricato sul sedile posteriore della sua vettura. Aveva cominciato a digiunare da solo 40 giorni. Non pesava più che 28 chili per un altezza di 1,60 m. La sua quota di allarme era 30 chili.
Interruppe il digiuno, da solo, con delle quantità ridicole e minuscole di succo d’arancia per 13 giorni e non arrivava a risalire la china. Era tra la vita e la morte. Non potevo prendere una tale responsabilità e rifiutai di prenderla. Se fosse morto da me, sarebbe stata attribuita la morte al digiuno, se non a me stesso. Egli attendeva il ritorno della fame che non veniva…
La dottoressa Vetrano, che aveva assistito Shelton per 15 anni, afferma di non aver trovato che una decina di casi che avevano ritrovato la fame alla fine del loro digiuno.
Come si può stabilire una regola generale con così pochi casi? Secondo Shelton ancora:
“Il ritorno della fame può manifestarsi dopo 7 giorni, se l’individuo ha terminato la disintossicazione”
Perfetto. Ma allora perché affermare:
“se si persiste a digiunare dopo il ritorno della fame, la fase pericolosa dell’inanizione comincia” – Shelton.
Sicuramente dopo 7 giorni soltanto di digiuno, la maggior parte delle persone hanno abbastanza riserve per non cadere nell’inanizione se esse proseguono il loro digiuno.
In conclusione, questo “famoso ritorno della fame” durante il digiuno sarebbe un istinto normale negli esseri viventi, ma questi istinti, questo meccanismo naturale mi sembra sregolato negli individui civilizzati, malandati che conducono una vita artificiale.
È preferibile, non interrompere il digiuno dal termine della prima fase, ma di passare al semi - digiuno che rilancia l’eliminazione stazionaria.
CAPITOLO 7
LE CARENZE
I medici cospirano con i chirurghi per favorire un’operazione. – GEORGE BERNARD SHAW.
LE CARENZE DURANTE IL DIGIUNO
Si afferma che il digiuno può instaurare delle carenze nell’organismo, allora certi clinici in Germania iniettano ai loro pazienti vitamine artificiali oppure servono loro dei succhi di frutta o degli ortaggi crudi per evitare queste carenze.
Ora, bisogna sapere che in generale il corpo possiede delle riserve di vitamine e di sali minerali che possono durare settimane. Ma in capo a parecchi giorni o settimane, queste riserve cominciano a esaurirsi a poco a poco. Non vale la pena di pensarci fin dall’inizio, quando il corpo trabocca di riserve.
Come sapere in quale momento le riserve cominciano a manifestarsi? La stagnazione del peso lo indica. Infatti, il peso perduto è bruciato e serve all’eliminazione degli scarti, con l’aiuto di vitamine e di altre riserve essenziali. Quando queste riserve cominciano ad esaurirsi, l’eliminazione si rallenta e il peso quasi non diminuisce più.
Così, il peso comincia a stagnare durante ¾ giorni dopo 2/3 settimane di digiuno. poi il corpo si arrangia per riciclare gli elementi presenti, per fabbricare gli elementi mancanti.
Le ricerche recenti sulle “trasmutazioni biologiche” tendono a mostrare che il corpo fabbrica esso stesso gli elementi che gli mancano, partendo da quelli che possiede già. Leggere a questo effetto il libro di Louis Kevran “Les Transmutations Biologiques”.
Allora, l’eliminazione riprende come pure la caduta del peso. E dopo parecchi giorni, è una seconda stabilizzazione del peso che si annuncia.
In questo momento, si passa alla seconda fase del digiuno, quella delle carenze, ma bisogna instaurare il semi - digiuno per permettere al corpo di proseguire l’eliminazione.
In generale questa fase dura tre settimane, qualche volta meno, molto meno, specialmente in coloro che soffrono di denutrizione, in seguito al consumo regolare di medicinali o a una dieta troppo carente, come la macrobiotica per esempio.
Al contrario una dieta esclusiva di pane bianco e di acqua può provocare delle carenze che vanno fino alla morte in poche settimane. Queste carenze producono malattie nervose molto gravi, tali quale il beri -beri.
Si vede dunque che un regime fortemente carente è cento volte più pericoloso del digiuno, soprattutto se questo digiuno non è spinto al di là della seconda fase indicata.
Durante le carestie, le popolazioni sopravvivono con un regime fortemente carente in elementi essenziali. Si sono visti alla televisione dei bambini africani, dai ventri gonfi per le farine dei cereali che fermentano producendo dei gas e a causa pure dell’assenza di alimenti crudi.
“C’è qualche cosa che non va, scrive Shelton, nel ragionamento medico, quando vi si incita a mangiare fegato e altri organi interni animali, a bere olio di fegato di merluzzo, ecc. come fonte di vitamine, poi si dichiara che il nostro corpo non può immagazzinare le vitamine! Vi si dice anche che non si può digiunare, poiché non ci sono abbastanza vitamine nell’organismo per sostentarlo nei suoi processi nutritivi, quando il digiuno supera alcuni giorni.”
Infatti, se l’animale può immagazzinare nel suo fegato molto in vitamine, anche noi lo possiamo.
LE CARENZE PRIMA DEL DIGIUNO
Il signor B. viene da me per iniziare un digiuno sorvegliato di 40 giorni.
Soffriva di un’anemia grave e cronica e i medici lo avevano dichiarato incurabile. Gli consigliarono di andare a vivere in campagna, in mancanza di ciò i suoi giorni erano contati.
Allora, s’insediò in provincia ma la sua anemia non migliorò per questo. Poi avendo letto sui benefici del digiuno per guarire le anemie, venne a digiunare da me.
Per 40 giorni, non bevve che acqua pura. La sua anemia avrebbe dovuto aggravarsi. Al contrario, dopo il digiuno l’analisi del sangue rivelò un numero di globuli rossi del tutto normale!
Cinque anni sono passati da allora e ciascun anno egli ricomincia le sue analisi del sangue per ritrovare un numero sempre normale di globuli rossi. non soltanto il digiuno di 40 giorni non ha aggravato la sua carenza in ferro, ma essa si è trovata colmata.
Che era dunque successo? Il cibo che noi assorbiamo contiene ferro in abbondanza. Ma in questo paziente, questo ferro non era assimilato. Si era rivolto ai medici che gli avevano prescritto dei medicinali a base di ferro. Ora, questo ferro è minerale, dunque non assimilabile e la sua anemia non migliorò.
In seguito egli si indirizzò ai naturopati che gli dissero:
- il ferro dei medicinali non è biologico, è morto, è un minerale, il corpo non può assimilarlo. Noi le prescriveremo del ferro biologico, vegetale, vivente, sotto forma di estratto di carciofo.
Egli bevve questo estratto, ma la sua anemia non migliorò lo stesso.
Infine, venne a digiunare 40 giorni, senza prendere ferro in alcuna forma, né minerale, né vegetale e la sua anemia scomparve. Miracolo inspiegabile? No. Infatti, egli aveva ferro nelle sue riserve, proveniente dagli alimenti che egli aveva digerito e assorbito, ma che non aveva assimilato. È questo ferro che il suo corpo ha finalmente assimilato durante il digiuno.
Non dimentichiamo che l’intossicazione del corpo impedisce l’assimilazione degli elementi utili e necessari. Dopo che fu disintossicato, cominciò ad assimilare questo ferro e a fabbricare globuli rossi in quantità.
Noi vediamo da questo esempio tipico, che se il digiuno troppo lungo produce delle carenze niente affatto provvisorie, la disintossicazione permette in fin dei conti di colmarle. Attualmente, io non spingo il digiuno così a lungo, poiché passo al semi - digiuno in capo a circa tre settimane.
Non è ciò che noi mangiamo che è importante in fin dei conti, ma ciò che assimiliamo. Le persone mangiano molto, certi sono meticolosi e cercano gli alimenti biologici più ricchi in vitamine, in sali minerali, ma la loro salute non migliora per questo, poiché niente procura loro beneficio.
Colui che ha un potere digestivo e un potere di assimilazione forti può ricavare beneficio dagli alimenti meno ricchi, a condizione che essi siano crudi o quasi. Non vale la pena di tentare di trovare gli alimenti più ricchi di vitamine, o che sono ricchi di tale o tal altro elemento vitale.
La natura è di una tale generosità che le vitamine contenute in una sola foglia d’insalata basterebbero a soddisfare i nostri bisogni per una giornata, a condizione di avere un potere di assimilazione forte e potente.
La masticazione dei frutti distrugge un gran numero di vitamine, ma ne restano talmente... Un solo melo produce un gran numero di mele e più ancora di semi, che possono far germinare centinaia e centinaia di altri piccoli meli. Ora solo due o tre germinano…
Il numero di spermi prodotti in una sola eiaculazione basterebbe per far nascere un milione di neonato. Ora solo uno nasce e il resto se ne va in pura perdita.
Si vede da questi esempi tratti dall’osservazione dei fenomeni della natura, che essa è molto generosa.
La moda attuale negli ambienti naturopatici, sono le carenze di magnesio che si cerca di evitare o colmare. Ora, è esattamente lo stesso problema delle carenze di ferro o di calcio. Basta disintossicarsi a fondo con una cura di digiuno assistito, affinché il corpo sia in condizione di assimilare il magnesio che esiste già negli alimenti crudi. E non è necessario preoccuparsi del tenore in ferro di questo o quell’alimento, né di cercare dei concentrati e degli estratti, poiché una quantità minima è sufficiente all’organismo, e la natura è sempre generosa.
LE CARENZE DOPO UN LUNGO DIGIUNO
Un digiuno lungo produce certamente delle carenze, ma esse sono del tutto normali e provvisorie.
Se si vogliono fare delle analisi, ciò che io sconsiglio sempre, bisogna attendere parecchi mesi dopo un digiuno.
Ad ogni modo, io non pratico più i digiuni lunghi, poiché ritengo che è una perdita di tempo.
Dal momento in cui l’eliminazione e il peso ristagnano a due riprese io passo al semi - digiuno che rilancia quest’eliminazione in maniera spettacolare. Infatti, la lingua si colora, le urine ridiventano scure, ecc.
Ho avuto un caso in cui la seconda stagnazione sopraggiunse verso il decimo giorno. Allora, stimai che era troppo presto per passare al semi - digiuno e attesi la quarta stagnazione per passare a questo stadio al semi - digiuno.
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CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
In paradiso le centrali nucleari, le fabbriche di vino, di caffè, di tè, di cioccolato, di medicinali, di conserve, di tabacco e di armamenti erano state tutte trasformate in musei antichi di oggetti di tortura, utilizzati da una razza d’uomini estinta e malefica. Anche i mattatoi erano stati chiusi.
All’inizio fu il panico generale alla Borsa dei Valori, peggio ancora del crack del 1929, tutti i corsi erano caduti ancora più in basso. Tutte queste industrie criminali e in altri tempi prospere erano state smantellate e gettate nei rifiuti, nei ferri vecchi. Anche i monopoli furono disciolti. – L’UOMO, LA SCIMMIA E IL PARADISO.
CAPITOLO 8
I MEDICINALI E IL DIGIUNO
Con dieci milioni di pubblicità l’anno io mi incarico di far acquistare per tutta l’Europa qualsiasi rimedio o lucido da scarpe. – UN CAPITALISTA.
LE COMPLICAZIONI POSSIBILI
Chi inizia un digiuno subito dopo avere interrotto dei medicinali deve attendersi delle complicazioni.
Ho avuto tanti fastidi di tutte le specie in certi malati (depressione, crisi mentale acuta, pianti, urla, ecc.) che rifiuto d’ora in avanti chi vuole interrompere i medicinali da me, per digiunare subito.
“Parecchi anni fa dopo aver sorvegliato migliaia di digiunatori senza alcun fastidio, ebbi una serie di digiunatori che cominciarono a sanguinare alcuni giorni dopo l’inizio del digiuno. Fu per me uno sviluppo nuovo e inatteso. Anche inquietante. Perché i digiunatori devono sanguinare improvvisamente?
Allora interrogai tali soggetti e scoprii che in tutti i casi, essi avevano l’abitudine di assumere degli anticoagulanti. I sanguinamenti non durarono a lungo e non ne derivò alcun seguito grave, e ciò sottolinea i pericoli che i medicinali comportano.
So da lungo tempo che devo attendermi quando faccio digiunare un alcolista, un fumatore, un morfinomane, una vittima del bromo o di qualsiasi altra droga popolare, ma le droghe nuove e i nuovi medicinali annunciano complicazioni impreviste e imprevedibili.
Queste complicazioni sono raramente pericolose e sono abitualmente di breve durata.
Ahimè, questo non era il caso per una complicazione di cui fui testimone recentemente. Si tratta di emorragie sopraggiunte in due casi fatali, in soggetti sofferenti di ulcera del duodeno.
Dopo aver sorvegliato, con i migliori risultati, digiunatori per 44 anni, tra i quali si trovavano molti casi di operati di ulcera al duodeno, io non mi attendevo naturalmente di incontrare dei risultati opposti.
Per il passato, io non ho avuto che un solo caso che ha sviluppato un’emorragia ma questa persona si era ristabilita rapidamente. Altrettanto buoni risultati erano stati riferiti anche dai dottori Tilden, Weger e altri, e non sembrava utile attirare l’attenzione su delle complicazioni possibili”.
“È così che col tempo, io imparai a ricercare le cause di quelle complicazioni nelle pratiche mutevoli dei medici, pratiche che vanno e vengono come le mode dei sarti.
Si potrebbe incontrare, di quando in quando, dei casi particolari dovuti alle differenze individuali ma quando queste complicazioni sopraggiungono in serie, bisogna cercare un denominatore comune.
Ai nostri giorni si abusa di due cose molto nocive, per i tessuti del canale alimentare. sono i raggi X e il radio, poi l’aspirina. Infatti si usano sempre più i raggi X come mezzo di diagnosi, il che deteriora i tessuti gastrici e intestinali che si disaggregano agevolmente e impedisce la cicatrizzazione.
È lo stesso per l’aspirina e tutti i medicinali a base di salicilati, quali Alka Seltzer, Bufferin, Anacin, ecc. Il popolo americano sta affondando davanti all’altare del grande dio chiamato sollievo.
Infatti più si studiano gli effetti dell’aspirina e più si afferrano le sue conseguenze devastatrici. L’aspirina danneggia il sangue e causa le emorragie gastriche e intestinali.
Un certo numero di medici, tra quelli che hanno tendenze psicosomatiche, prescrivono tranquillanti in luogo dell’aspirina per gli ulcerosi. Se ciò non produce cambiamenti distruttivi nel loro tubo digestivo, si può essere certi che ciò porterà a danni nervosi e all’intossicazione, come avviene per i drogati. Infatti, è da un anno che i medici prescrivono sempre più delle droghe tranquillanti, quali il Librium, il Valium, il Mogadon, ecc. Bisogna sorprendersene? Non si ritiene forse che essi diano felicità quando si è tristi, forza, quando si è stanchi, calma quando si è sovreccitati, sonno quando non si può dormire, mente lucida quando si è confusi?
Diventa così inevitabile che i medici, con l’aiuto delle tecniche promozionali dei fabbricanti di medicinali, trasformano il mondo in una generazione di drogati”.
Diventa così inevitabile, conclude Shelton, che quelli che hanno subito dei danni irreparabili nei loro nervi in seguito ai tranquillanti, ci danno da fare quando digiunano.
Parlando degli epilettici e di tutti i nevrotici che hanno subito per mesi e anni gli elettrochoc e che hanno preso medicinali calmanti Shelton pensa che
“bisogna essere prudenti con tutti questi casi. Il digiuno breve sostituirà il digiuno lungo. Nei casi in cui è stato subito l’elettrochoc non facciamo digiunare più di quindici giorni. Il solo pericolo, in questo caso, è lo sviluppo di una crisi, sotto forma di una vera psicosi, che può durare da alcune ore a 3 o 4 settimane. Il ristabilimento spontaneo sopraggiunge in tutti questi casi, ma è meglio evitare queste crisi.
Quelli che sono dediti al L. S. D. soprattutto, hanno delle complicazioni durante il digiuno.”
Per parte mia, io chiedo a tutti quelli che assumono medicinali di abbandonarli progressivamente a casa loro e di non considerare una cura di digiuno che dopo un periodo di preparazione. Ciò eviterà forse i morti per emorragia per ulcere al duodeno.
UN PRIMO CASO
Una ventina di anni fa, ebbi un ingegnere agronomo che aveva sofferto d’epilessia e di disturbi nervosi per il passato. Mi aveva detto “delle crisi comiziali”, termine che nasconde l’epilessia.
Aveva interrotto tutti i medicinali da molto tempo.
Digiunò 52 giorni senza problemi. Poi improvvisamente, sviluppò una crisi di follia furiosa che durò per 3 giorni e 3 notti. Restava in piedi tutto il tempo, parlando senza interruzione a voce alta, insultando il suo capo e il Papa. Siccome aveva una sete intensa, gli davo da bere, mentre si urinava addosso un’urina molto fetida, scarabocchiava su un foglio di carta delle parole incomprensibili. È evidente che questa crisi di follia era una crisi di eliminazione violenta.
Passata la crisi, dormì parecchi giorni di un sonno ristoratore. Al risveglio non si ricordò di niente, salvo della carta che aveva scritto e che mi reclamò. Io non ebbi il coraggio di dargliela, poiché non gli avevo mai detto che aveva passato una crisi di follia.
Attualmente , io non faccio più digiunare così a lungo, poiché passo al semi - digiuno dal momento in cui l’eliminazione e il peso ristagnano. Il semi - digiuno rilancia l’eliminazione fortemente, e io insisto in quel momento affinché il digiunatore beva fino a 2 litri di acqua il giorno, per evitare il mal di reni, i disturbi nervosi, le varie crisi. Avrebbe avuto una tale crisi durante il semi - digiuno? Lo ignoro.
UN SECONDO CASO
Un caso simile era venuto da me a subire una cura di digiuno. Aveva 47 anni. Soffriva di follia, insonnia, prendeva medicine di parecchie specie e fumava. Al suo arrivo, accompagnato da sua moglie, costei mi consegnò tutti i medicinali come pure il pacchetto di sigarette, che presero la strada della pattumiera.
Egli digiunò 21 giorni senza sapere che digiunava, poiché ordinava tutti i giorni birra e patate fritte! Cantava ad alta voce, prendeva appuntamenti con De Gaulle, saltava sull’armadio, si urinava addosso. Sentì la fame e qualsiasi eliminazione era finita.
Sua moglie l’aveva accompagnato durante tutto il suo soggiorno su mia richiesta. Tutti gli altri casi che erano venuti non accompagnati da un membro della famiglia erano stati rinviati a casa, per mancanza di poter essere assistiti durante le loro crisi. Io non ho un personale specializzato, né infermieri muscolosi che si diano il cambio la notte per tutti questi casi speciali.
Io lo rialimentai progressivamente. Poi in occasione dell’evacuazione di feci voluminose, ebbe una seconda crisi meno forte. Lo sforzo muscolare intestinale aveva esaurito il suo sistema nervoso.
Sei mesi più tardi il suo ristabilimento era totale e potette riprendere il suo posto di direttore di officina che aveva lasciato per 14 anni.
Attualmente io chiedo a tutti i casi simili di interrompere tutti i medicinali a casa loro, prima di venire a digiunare da me. Evito così il panico e il disordine che si producono durante le crisi.
Evidentemente è meglio interrompere subito i medicinali, attraversare la crisi acuta e tirarsene fuori in pochissimo tempo. Ma, praticamente chi può aiutare tali persone durante la crisi?
Avevo una vecchia signora epilettica che il terzo giorno ebbe una crisi incredibile: si mise tutta nuda, gridava e gettava per terra tutti gli oggetti che trovava a portata di mano.
I LASSATIVI PER ANNI
Gli intestini che erano stati forzati a lavorare, senza riposo, per tutti questi anni, cominciarono a riposarsi durante il digiuno.
Alla fine del digiuno e del semi - digiuno, si potrebbe avere un certo ritardo ad evacuare. Ciò può durare fino a tre settimane. Non bisogna inquietarsene né spaventarsi. Le razioni devono restare moderate e non bisogna aumentarle finché le prime feci non sono uscite. Se si forza sul cibo, gli intestini si ingombrano e provocano qualsiasi genere di malesseri addominali.
I costipati hanno una battaglia da vincere. È di lasciare, dopo il digiuno, i loro intestini funzionare da soli, senza aiuto, senza lassativi. I clisteri e le supposte di glicerina possono aiutare psicologicamente, nient’altro. Con molta pazienza essi vinceranno questa battaglia. Ma se tornano ai loro lassativi sono perduti!
I soggetti che hanno preso tutti i giorni per anni dei medicinali per i loro intestini, (lassativi, chimici o sotto forma di tisane, medicinali contro le amebe, ecc.) hanno spesso delle complicazioni molto dolorose al momento di interrompere il digiuno.
La mucosa dei loro intestini, raschiata e privata per anni di qualsiasi flora intestinale finisce per deteriorarsi e non più compiere le sue funzioni di stoccaggio delle feci. Allora queste si incollano alle pareti secche del colon e si forma un tappo secco molto duro difficile da sloggiare. I premiti sono molto dolorosi e possono durare da giorni a settimane e perfino per mesi se non si risolvono rapidamente. Essi si presentano ogni dieci minuti e spossano completamente il soggetto. Io ho avuto una decina di casi simili, che sono riferiti in un capitolo speciale, più avanti. In breve bisogna staccare questi tappi incollati con l’aiuto di un dito che indossa un guanto chirurgico.
Non è necessario andare tutti i giorni di corpo, quando ci si nutre moderatamente. Il corpo può recuperare il ritardo.
I costipati hanno sempre ottenuto, sotto la mia sorveglianza, dei risultati spettacolari col digiuno.
L’INSULINA
I diabetici che hanno preso, per lunghi anni, insulina o un altro sostituto, non possono interromperli bruscamente, pur nutrendosi, poiché il loro pancreas si è atrofizzato. Ma se essi non l’hanno presi che per qualche mese, fino a uno o due anni, allora possono interromperli modificando simultaneamente la loro alimentazione.
Quanto ai diabetici che vogliono digiunare, possono interrompere tali medicinali ma dovranno riprenderne (molto meno) quando riprenderanno a mangiare. Devono essi stessi fare analisi tutti i giorni, per assicurarsi di non superare la dose d’insulina.
Bisogna studiare questo argomento sul mio libro L’anti medicina.
L’ASPIRINA
Bisogna assolutamente interrompere e subito, tutti i rimedi contro il mal di testa, perfino se essi raddoppiano d’intensità e diventano intollerabili. Essi non dureranno tuttavia troppo a lungo, può darsi alcuni giorni tutt’al più. Bere molta acqua per rigettare nelle urine le tossine che disturbano il sistema nervoso e che si trovano nel sangue.
L’aspirina è un veleno che produce le emorragie e le ulcere, essa allevia i mal di testa, ma apparentemente, poiché restano soggiacenti.
Esistono molti altri sostituti dell’aspirina, che bisogna pure interrompere.
GLI ANTIBIOTICI
Gli antibiotici sono medicinali che interrompono l’eliminazione naturale dell’infezione. Allora questa resta nel corpo e finisce col produrre un’intossicazione generale che il corpo cercherà di rigettare con febbri, bronchiti, malattie della pelle, ecc. i mal di reni sono frequenti in seguito.
A forza di aiutare il corpo contro l’infezione, le difese naturali finiscono per crollare e portare all’AIDS.
Bisogna interrompere tutti gli antibiotici e cambiare dieta. Dopo una preparazione più o meno lunga, si potrà considerare una cura di digiuno.
Più antibiotici si sono presi, più la preparazione deve essere lunga: da parecchie settimane a parecchi mesi.
Il digiuno elimina l’infezione e i virus scompaiono da soli.
I virus e i microbi non sono la causa dell’infezione, ma la loro conseguenza.
In caso di ferita, bisogna assicurare il drenaggio quotidiano della ferita. Iniziare il digiuno immediatamente, senza antibiotici. Nessuna infezione si svilupperà, poiché essa sarà eliminata dalle urine scure, dall’alito fetido, ecc.
In caso di febbre, e qualunque sia il suo innalzamento, avviare subito il digiuno senza antibiotici, a letto, al caldo. Non lasciare il letto. Una febbre elevata non è mai pericolosa (il corpo non si suicida), se si rispettano le necessità fondamentali della vita, se si lascia che il corpo agisca a modo suo, senza ostacolarlo con prodotti chimici o altri mezzi contro natura.
La febbre è il mezzo che la natura istituisce per eliminare gli scarti tossici. La natura conosce i suoi limiti e non li supererà mai.
La natura ha i suoi meccanismi che impediscono alla febbre di passare i suoi limiti di sicurezza. Il pericolo sarebbe piuttosto l’ingerenza esterna. Studiare questo argomento nel mio libro “Il gulag dell’AIDS”.
LE OPERAZIONI PRIMA DEL DIGIUNO
E quelli che hanno subito un’operazione? Possono digiunare senza inconvenienti? La domanda mi è stata posta spesso. Ciò dipende dall’operazione subita.
Un uomo di 72 anni era venuto per una cura di digiuno. Gli orribili chirurghi gli avevano tolto un terzo del suo stomaco, senza dubbio per guarirlo da un’ulcera. Non hanno niente di meglio?
Scrissi subito a Shelton che era vivente in quel tempo, - è morto nel 1985 a 90 anni) - per avere il suo consiglio, non sapendo se era necessario farlo digiunare o no. E in caso affermativo, quale sarebbe la lunghezza del digiuno che egli poteva fare in tutta sicurezza.
“Gli operasti sono dei mutilati, mi rispose. Bisogna attendersi di tutto durante il loro digiuno.”
Ecco chi non mi tranquillizzava.
Sorvegliai dunque strettamente questo digiunatore, temendo che si procurasse un guaio. Digiunò senza problemi 21 giorni, la sua forza fisica eccellente e la sua ripresa alimentare, proceduta con la massima prudenza si è svolta senza noie. Avevo preso la precauzione di interrompere il suo digiuno con del succo di carote diluito e del brodo caldo di ortaggi, in luogo dei frutti tradizionali a quel tempo.
Un secondo caso è quello di una signora che si era fatta operare la vescichetta biliare due anni prima di venire a digiunare. Digiunò venti giorni senza problemi, ma durante la ripresa alimentare, evacuò del sangue nero, ciò che indica che la cicatrice era stata riformata durante il digiuno.
Un uomo giovane di origine polacca aveva subito un’operazione agli intestini, che erano stati ridotti di 60 cm. digiunò 20 giorni senza problemi, con una sorveglianza stretta e una prudenza estrema nella ripresa alimentare, come per il caso precedente.
Una signora mi scrisse che aveva subito un’operazione con la quale i suoi seni erano stati riempiti con una sostanza plastica, per renderli più belli. Io consultai subito Shelton che mi rispose: “A priori, il corpo dovrebbe avere un’azione di rigetto.” Io accettai allora di farla digiunare per 15 giorni al massimo, ma ella non venne.
La moglie di un giudice istruttore di Digne, era stata operata di cancro al seno, poi aveva subito parecchie sedute di raggi di cobalto. La sua salute e in particolare la sua digestione erano deplorevoli. Le ho permesso di digiunare 14 giorni, sotto la mia costante sorveglianza ma non un giorno di più. Il digiuno è passato perfettamente. Sono convinto che se avesse superato questo limite avrebbe avuto gravi problemi.
Un avvocato di Algeri (membro del consiglio della rivoluzione) venne da me per fare un digiuno. soffriva d’insonnia e di sensibilità al rumore. Prendeva dei sonniferi, dei tranquillanti, aspirina, dopo la sua prigionia che era durata un anno. Aveva preso la difesa dei rivoltosi di Algeri, diventati poi ministri, e fu imprigionato per questo.
In breve mi parse azzardato farlo digiunare, poiché nella sua giovinezza gli era stata asportata una parte del polmone, in seguito a ciò che a torto si riteneva fosse una tubercolosi. Lo sottomisi ad un digiuno di 20 giorni, che consisteva nel somministrargli due mele il giorno e nient’altro.
Nessuna crisi si dichiarò e la sua eliminazione si faceva in dolcezza. Fu poi che ebbi il coraggio di farlo digiunare una settimana, senza problema. Un ultimo caso della medesima età (50 anni) aveva una salute rovinata: nervi affetti, colite, pneumotorace, ecc. Malgrado la sua insistenza a voler digiunare, io non accettai che un semi - digiuno per 20 giorni. La sua eliminazione era al massimo e sono persuaso che se egli avesse superato questa durata o se avesse digiunato integralmente all’acqua, i suoi polmoni distrutti precedentemente al pneumotorace, sarebbero stati danneggiati dall’eliminazione e si sarebbero avute delle noie molto gravi. I polmoni e i reni sono degli organi di epurazione, sono degli emuntori, che devono essere in buono stato affinché si possa intraprendere un lungo digiuno.
Infine il digiuno affretta la cicatrizzazione delle ferite.
I MEDICINALI DURANTE IL DIGIUNO
Durante il digiuno, i medicinali hanno un effetto più pronunciato che se si mangiasse.
Io ho avuto degli insonni che prendevano sonniferi, di nascosto, durante il loro digiuno. La loro cura fu uno scacco totale, e non potettero liberarsi della loro insonnia.
Per contro, quelli che non hanno mai imbrogliato, quelli che hanno potuto sopportare parecchie notti d’insonnia durante la loro prima settimana di digiuno, si sono visti ricompensare e hanno ritrovato poco a poco, e perfino talvolta in un solo colpo, il sonno da lungo tempo atteso.
È così che un algerino di 45 anni, sofferente d’insonnia, venne per digiunare. In capo a 10 giorni, l’insonnia persisteva malgrado le mie affermazioni che il sonno sarebbe dovuto venire in capo a 7 giorni tutt’al più. Egli partì deluso dal risultato. Ma dopo la sua partenza, io scoprii per terra nella sua stanza, parecchie pillole nere, perse qua e là, che doveva aver lasciato cadere inavvertitamente.
La signorina R. R. era sulla trentina. Durante il suo digiuno e la sua ripresa alimentare essa, prendeva di nascosto, dei tranquillanti. I piccoli pasti che io le servivo le provocavano delle indigestioni ripetute, senza ragione apparente, poiché io ignoravo tutto in ciò che concerne questi medicinali. Ella accusava le due rondelle di cetriolo e le tre foglie di lattuga che mangiava la sera. Io avevo insistito perché le mangiasse, ma ella rifiutava qualsiasi crudità.
Bisogna sapere che i medicinali diminuiscono considerevolmente il potere digestivo e non si può più digerire niente. Non solo i medicinali, ma anche il cioccolato, le noci diverse, ecc., diminuiscono il potere digestivo. Non si può più digerire nulla i giorni seguenti, si dimagrisce, ci si indebolisce, si ha sempre fame... È la bulimia.
GLI SCIOPERANTI DELLA FAME
Da parecchi giorni si sente alla radio e si legge sui giornali la storia di un certo Roland Agret che digiuna da 40 giorni, per chiedere la revisione del suo processo.
Secondo i dettagli che ho notato in questi bollettini di informazione, egli non pesa più che 51 chili, con una tensione arteriosa di 6, beve caffè, prende una al cioccolato, delle fleboclisi che non rifiuta sempre, non mangia niente, ma accetta i “medicinali necessari al mantenimento della sua lucidità”, secondo quello che si diceva… avrebbe così perso 33 chili in 40 giorni.
Vanno fatte parecchie osservazioni su ciò che concerne questo digiuno.
Anzitutto, non si possono perdere 33 chili in 40 giorni di digiuno, tutt’al più 20 chili io non mai visto un digiunatore perdere tanto peso, ma se l’informazione non comporta errori, allora bisogna concludere una ragione maggiore, distruttrice, se non parecchie ragioni, cioè:
- l’assunzione dei medicinali durante il digiuno e che il corpo si esaurisce ad eliminare,
- il consumo di caffè durante il digiuno che intossica il corpo e che pure deve essere eliminato, a prezzo di considerevoli perdite di energia,
- la tensione mentale, il sovraffaticamento nervoso, la stanchezza e l’agitazione che sono la legge di uno scioperante della fame, tutto il tempo attorniato da giornalisti, da parenti inquieti, da poliziotti snervanti, da medici ignoranti e che non hanno alcuna esperienza in materia, quali che siano i loro titoli, da giudici e avvocati spaventati.
Dove sono le misure conservatrici dell’energia vitale di cui godono i nostri digiunatori, misure che sono il lusso di coloro che hanno la possibilità di digiunare sotto una sorveglianza veramente qualificata? Dov’è l’economia delle energie nervose e fisiche di cui tengono conto gli igienisti professionisti seri, di fronte ai loro digiunatori, durante il periodo di riposo fisiologico?
Le pappe al cioccolato non hanno alcun posto nel menù di un digiunatore o di un non digiunatore. Il cioccolato contiene un veleno del sistema nervoso e del fegato: la teobromina.
SI POSSONO CESSARE BRUSCAMENTE I MEDICINALI PRIMA DEL DIGIUNO?
Tutti i medicinali sono dei veleni che bisogna cessare prima di iniziare a digiunare. Durante il digiuno il corpo è molto sensibile e i medicinali gli sono più nocivi di quando si mangia.
I medicinali, il caffè, il tabacco, le purghe hanno un effetto devastatore durante il digiuno. effetto più nocivo che se (NON)? si digiunasse.
D’altra parte, certe persone prendono i medicinali tutti i giorni, regolarmente da anni. Là, bisogna ridurli progressivamente, fino a poterli interrompere totalmente, prima di iniziare un digiuno. se si cessano questi medicinali appena prima di iniziare un digiuno bisogna attendersi tutti i tipi di noie.
è vero che alcuni non possono spezzare questo circolo vizioso che rompendo brutalmente con questi veleni e digiunando subito. Ma l’impresa è dura e spesso supera le possibilità fisiche del soggetto. Ciò dipende anche dalla specie di medicinali che si vuole interrompere.
MEDICINALI DA CESSARE PRIMA DEL DIGIUNO
SUBITO . . . . . . . . . . . . . . . . PROGRESSIVAMENTE
- Lassativi . . . . . . . . . . . . . . . . . . Tranquillanti
- Anticoagulanti . . . . . . . . . .Ormoni (salvo la pillola)
- Sonniferi Aspirine . . . . . . . . . . . . . Insulina
- Antibiotici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Cortisone
Rimedi:
- del cuore
- dei reni
- contro la bronchite
- contro l’anemia
- contro il cancro
- contro l’AIDS
- per la pelle
- per gli occhi
- per l’udito
- per il sangue
- per i nervi, lo stomaco, gl’intestini
- la respirazione
- le vitamine artificiali
- la pillola contraccettiva
Si vede dunque che si possono cessare bruscamente i medicinali, con rare eccezioni. Non si guadagna nulla ad avvelenarsi, anche se si riducono progressivamente le dosi.
Perché si teme tanto di cessare improvvisamente i medicinali? Si temono semplicemente le reazioni violente dell’organismo, ma si ignora che tali reazioni sono dei sintomi di eliminazione.
Per esempio, il fumatore che interrompe di fumare si sente male, nervoso, irritabile, poiché l’eliminazione del tabacco produce tutti questi sintomi. Deve bere molta acqua per attenuarli.
Chi smette di bere il caffè si sente abbattuto, stanco. Sente un’emicrania sorda, una mente confusa, idee tetre, pessimiste, depressione, ma non sono che sintomi di eliminazione. Si possono attenuare bevendo molta acqua.
Chi smette di bere alcol (vino, birra, ecc.) ha subito dei sintomi violenti di disintossicazione e di eliminazione. Nessuno gli consiglia di interrompere l’alcol per tappe successive, ma di smettere tutto d’un colpo. Tutti incoraggiano l’ubriaco a smettere immediatamente l’intossicazione dall’alcol. Esistono anche centri di disintossicazione.
L’ADATTAMENTO AI VELENI
Vediamo un poco ciò che si produce quando si è preso per anni un medicinale o una droga qualsiasi.
Consultiamo le leggi N.° 10/11 nel mio libro “Le leggi della Natura Vivente”:
LEGGE N.° 10 O LEGGE DELL’ADATTAMENTO MALBIONOMICO o TOLLERANZA PATOLOGICA
ENUNCIATO: Il comportamento dell’organismo vivente verso gli stimoli esterni è un comportamento istintivo, il cui motivo è l’istinto di conservazione. Questo comportamento si adatta a tutte le influenze che non può distruggere, controllare o evitare.
LEGGE N.° 11 o LEGGE SUI MEZZI DELL’ADATTAMENTO MALBIONOMICO o TOLLERANZA PATOLOGICA
ENUNCIATO: L’adattamento a qualsiasi influenza nociva è un adattamento malsano, che si compie sempre, nel corpo, con dei cambiamenti che si allontanano dall’ideale e finiscono con la degenerazione.
Prendiamo l’esempio di chi beve abitualmente del tè: finisce con l’avere una mucosa dello stomaco tannata come il cuoio. È il mezzo della natura per proteggersi contro il tè e di impedire, finché è possibile, il suo assorbimento. Non dimentichiamo che il tannino è il mezzo utilizzato per fare il cuoio che serve per la fabbricazione dei sacchi, delle valigie, delle calzature, ecc. Ora, il tè contiene il tannino.
Si conosce l’esempio di chi si abitua all’arsenico, al tabacco, alla droga, ecc. Questo adattamento si compie sempre con dei cambiamenti tissulari che si allontanano dall’ideale, come il cancro dei polmoni, l’ulcera dello stomaco, il crollo delle difese immunitarie, ecc.
Da quando si cessano i medicinali e le droghe, il corpo non ha più bisogno dei mezzi di difesa che egli ha istituito per proteggersene e si mette a dislocarli a poco a poco. Questi mezzi di difesa, l’abbiamo appena visto, sono l’ulcera, il cancro, i tumori, l’arteriosclerosi e tutte le malattie. D’altra parte questa eliminazione si produce con delle reazioni spesso violente dell’organismo, - violente ma benefiche. La violenza delle reazioni dipende dalla vitalità del soggetto. Più si ha vitalità e più si reagisce fortemente.
Col digiuno, tutte le energie sono disponibili e le reazioni sono vive.
L’ALCOL
Tutti sono d’accordo nel pensare che l’alcol può essere interrotto immediatamente con profitto. Esistono anche dei centri di disintossicazione in cui gli alcolisti sono diretti, spesso a forza, ad interrompere l’alcol e a perderne l’abitudine. Quando un alcolista cessa di bere, tutta la sua famiglia ne è sollevata. L’alcol, era la disgrazia.
Io non ho mai avuto un alcolista che sia venuto a fare una cura di digiuno. gli alcolisti e gli ubriaconi non cercano di vivere sanamente, né di migliorare la loro salute. Essi hanno optato per la filosofia dell’evasione continua. Come far loro prendere coscienza del male che si fanno? Bisogna forse che essi si votino ad una filosofia idealista, allo yoga, a una setta che proibisca l’alcol, ecc. Bisogna rimpiazzare una cosa con un’altra.
IL TABACCO E LE DROGHE
Shelton fa cessare immediatamente le droghe e il tabacco per i suoi digiunatori con successo e senza problemi. Io non ho mai avuto drogati che desiderassero interrompere la droga digiunando. Viceversa ho avuto dei fumatori che non ebbero alcuna difficoltà a smettere il tabacco improvvisamente prima di digiunare. La voglia spariva dall’inizio. Io permetto a quelli che hanno delle difficoltà all’inizio, di fumare raramente, fuori dalla casa. Non insisto, poiché essi lo comprendono. In alcuni giorni essi smettono e mi consegnano il pacchetto.
Un drogato che cessa di prendere la sua droga comincia a sentire subito i sintomi sgradevoli dell’eliminazione della purificazione. È in qualche modo una depressione nervosa penosa, angoscia, paura, ansietà, lacrime, fegato attivo e doloroso, lingua carica, cattiva, mal di testa, idee pessimiste, urina carica, ecc.
Bisogna sostenere moralmente queste persone durante questi periodi e farli pazientare. La crisi passa in alcune ore. un eccesso d’acqua può attenuare molto le sofferenze trascinando i veleni, il tabacco le droghe, nelle urine cariche.
Queste crisi sopraggiungono soprattutto dopo mezzanotte, al momento in cui l’eliminazione è al suo massimo. Esse si allentano nel pomeriggio.
GLI ANTICOAGULANTI
Dal momento in cui si comincia a fare la preparazione in vista di un semi - digiuno bisogna cessare totalmente gli anticoagulanti.
D’altra parte, il corpo può sciogliere un coagulo meglio degli anticoagulanti. Questi medicinali pericolosi non sono necessari, in alcun caso. La loro interruzione deve coincidere con un cambiamento radicale di dieta, se non un semi - digiuno.
Quando li si interrompe, il sangue diviene più fluido, più puro e previene qualsiasi crisi.
“Tutto ciò che i medicinali sono ritenuti di poter fare, la natura lo fa meglio se le si obbedisce”.
È forse opportuno evitare un digiuno integrale, per non sovraffaticare il cuore con un’eliminazione intensa. Un semi - digiuno sarà sufficiente per cominciare. Ho avuto un uomo anziano che prendeva gli anticoagulanti. Dal primo giorno e prima di cominciare a digiunare, cominciò a sanguinare dal naso senza interruzione.
- Se mio marito avesse cominciato a digiunare, mi disse sua moglie che lo accompagnava, avrei accusato il digiuno di aver causato il sanguinamento. Ella mi avrebbe ritenuto responsabile! Io lo inviai subito all’ospedale dove soggiornò 30 giorni, durante i quali perse sangue senza interruzione. Avrebbe continuato a sanguinare se avesse digiunato? Lo ignoro e mai avrei la possibilità di saperlo, poiché le leggi non mi consentono di assumermi questi rischi.
È sicuro che il digiuno disintossica il sangue e lo rende di conseguenza meno vischioso e più leggero. Il rischio di fare un coagulo pericoloso diminuisce considerevolmente durante e dopo un digiuno.
È infine probabile che un semi - digiuno sia indicato piuttosto che un digiuno integrale, per evitare una troppo forte disintossicazione che caricherebbe il sangue di troppe tossine contemporaneamente.
La preparazione che precede il digiuno, è la migliore prevenzione. È meglio agire in scioltezza in tutti i casi fragili. O meglio ancora, rifiutarli. Possono curarsi da soli, a casa loro, assumendosene la responsabilità.
I RICOSTITUENTI CARDIACI
Non si guadagna nulla prendendo, anche in dosi minuscole, dei ricostituenti del cuore. Bisogna interromperli d’un colpo, e sopportare gli inconvenienti che si possono provare: disturbi digestivi, vomiti, debolezza, polso irregolare, ecc. Tutti questi disturbi sono provvisori e rappresentano un’eliminazione. Le emozioni e le contrarietà sono da bandire.
Mia nonna aveva una debolezza cardiaca. Il medico fu chiamato d’urgenza e prescrisse un ricostituente cardiaco: coramina, digitalina, o un altro veleno del genere. Il suo cuore fu stimolato, mentre non c’era alcun pericolo a lasciarlo riposare.
In capo a uno o due giorni, il cuore si esaurì ed ella morì. La stimolazione esaurì le ultime riserve del suo organismo. Sarebbe stato piuttosto necessario economizzarle, riducendo il consumo di energie in tutti i campi:
- digestivo (digiuno),
- muscolare (riposo a letto), posizione orizzontale
- sensoriale (calma, silenzio),
- emotivo (serenità),
- termico (assicurare un calore normale e moderato), - sessuale (evitare i consumi da questo lato).
La debolezza e la prostrazione incontrate quando si sospendono bruscamente gli stimolanti sono dei segni di recupero e di rilassamento, senza pericolo. Il danno sarebbe piuttosto nell’attività e la forza apparente che esaurisce le ultime riserve, prima del crollo mortale.
Il cuore è un muscolo che lavora senza pausa. Col digiuno esso rallenta un poco il suo ritmo per riposarsi.. Ho consigliato la dieta igienista a dei malati di cuore, ma essi hanno paura della debolezza che questa dieta provoca. Essi non hanno capito che questa debolezza è provvisoria ed è la migliore garanzia contro il sovraffaticamento e una nuova crisi.
I SONNIFERI
I sonniferi devono essere interrotti d’un solo colpo. Non c’è alcun pericolo ad interromperli bruscamente. Più si ritarda questa interruzione più si allontana il sonno normale.
I risultati sono abbastanza rapidi e il sonno normale ritorna in meno di 8 giorni di digiuno. Questo sonno è profondo e prolungato, poiché c’è un ritardo da recuperare. È così che gli insonni sono i soli a dormire bene durante il digiuno.
Io non sono stato mai deluso con gli insonni, salvo con quelli che imbrogliano e prendono i sonniferi.
è certo che la cosa più terribile, durante il digiuno, è di restare svegli con la testa vuota, e le idee che tornano in cerchio senza fine. Tuttavia dopo alcuni giorni si raggiunge il rilassamento naturale che si insedia e ci si alza al mattino riposati, malgrado l’assenza occasionale di sonno.
Il sonno che i sonniferi provocano non è un sonno naturale. È piuttosto uno stupore, un torpore. I nervi sono storditi, come da un colpo di manganello.
I TRANQUILLANTI
Non è la stessa cosa per i tranquillanti. Bisogna interrompere tali veleni progressivamente, tre mesi prima di iniziare a digiunare.
L’interruzione brusca può causare delle crisi violente che richiedono la camicia di forza.
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CITAZIONI DI SCRITTORI CELEBRI
È realmente la peggiore delle insanie immaginabili affermare di contribuire alla perpetuazione della salute, facendo dell’organismo, attraverso inoculazioni subentranti, un ricettacolo di miasmi innumerevoli. - Dr Jacques KALMAR.
CAPITOLO 9
IL DIGIUNO NON È UN RIMEDIO
È un’igiene
Più la salute migliorerà nel mondo, più il medico sarà obbligato a vivere d’impostura – GEORGE BERNARD SHAW.
Il digiuno non deve essere considerato come un rimedio, ma come un riposo fisiologico.
L’unico rimedio degno di questo nome è la soppressione della causa e non c’è posto per alcun altro rimedio.
I rimedi non esistono altrimenti si potrebbero sopprimere gli effetti senza sopprimere la causa.
Il ristabilimento si ottiene dopo un periodo di recupero e di eliminazione favoriti dal digiuno.
Le medesime cause hanno sempre i medesimi effetti, a parità di altre cose. Finché la causa sussiste, l’effetto sussiste. Per sopprimere un effetto (malattia) bisogna sopprimere le cause.
Non occorre cercare di curare la malattia, poiché è la malattia che guarisce il malato! Sarà sufficiente pazientare, di sopprimere la causa e la malattia terminerà. Il digiuno può aiutare, niente di più.
Da che cosa la malattia guarisce il malato? Lo guarisce dalle sue cattive abitudini e dai suoi vizi. Se egli modifica le sue abitudini, non avrà più bisogno di questa malattia ed essa se ne andrà come è venuta.
I sintomi della malattia, anche se prendono la forma di crisi nervosa, di depressione, di febbre, sono sintomi di eliminazione. Più si elimina e meglio è, a condizione di non riapprovvigionare il corpo di scarti, col mantenimento di abitudini malsane, caffè, vino, formaggi fermentati, tabacco, carne, pesce, ecc.
“Coloro che criticano l’igienismo ci accusano di voler guarire tutto col digiuno. Impossibile fa capire loro la nostra posizione. Noi non abbiamo detto che il digiuno guarisca qualsiasi cosa. In verità noi non crediamo nei rimedi. Voler guarire la malattia è la sopravvivenza del vuduismo.
Il corpo compie meraviglie di ristabilimento, nelle condizioni di astinenza, che non può compiere in condizioni di riempimento.
Tuttavia il ristabilimento è interamente il lavoro dell’organismo vivente, non quello del digiuno.
Io sono perfettamente d’accordo col dottor Tilden che dice: “Io non credo nel digiuno come rimedio.”
La medicina chimica o naturale non riconosce che raramente, e in teoria soltanto, il potere autocurativo dell’organismo vivente.
Esse non riconoscono il carattere rimediante del processo chiamato malattia e partono all’attacco contro l’entità fittizia che la loro immaginazione ha creato…
Esse non sanno che il processo della malattia rappresenta la forza curativa della malattia in azione.
Bisogna che noi comprendiamo che le malattie dell’uomo sono delle rivoluzioni, provenienti dal suo modo di vita malsano, e che il ristabilimento discenderà dall’evoluzione in un modo di vita sano.
La vecchia stupidaggine secondo la quale la malattia deve essere guarita, deve essere dimenticata.
Infatti, la malattia fa parte della vita quanto la salute. È una fase normale dell’esistenza, ad ogni modo un processo biologico. Non è una cosa che bisogna guarire. Infatti non si guarisce la malattia quando ci si ristabilisce.
Questa tirata di Shelton e Tilden, secondo la quale non occorre “guarire la malattia” è destinata soprattutto ai medici. Non al pubblico.
Infatti quando il pubblico parla di “guarire la malattia”, comprende da ciò la scomparsa di tutti i sintomi fastidiosi: febbre, tosse, foruncoli, costipazione, depressione, diarrea, asma, eczema, psoriasi, mal di testa, ecc.
Ma quando la medicina parla di guarire “una malattia”, vuol dire la sparizione di tutti i sintomi che sono diagnosticati come un’entità. Così, guarire l’AIDS, in medicina, è uccidere il virus, anche se il malato ne morrà. In medicina, guarire la tubercolosi è uccidere il microbo, anche se il malato deperisce. In medicina, guarire la stitichezza, è prendere dei lassativi tutti i giorni, anche se il malato ne soffrirà maggiormente in seguito.
BISOGNA CERCARE UN RIMEDIO?
“Certamente noi dobbiamo allontanare dalla nostra mente che esista un rimedio da qualche parte, e che ci sarà sufficiente cercarlo, o che esso esisterà quando sarà stato scoperto.
I rimedi non esisteranno mai, non più che la pratica della medicina, propriamente detta.
Il ristabilimento, io lo ripeto ancora, è un processo biologico, non è un’arte.
È un processo dell’organismo vivente come la respirazione, la digestione, la circolazione sanguigna, l’escrezione, la proliferazione cellulare o l’attività nervosa. È un processo incessante, altrettanto costate quanto la rotazione della Terra intorno al suo asse. L’uomo non può copiarlo, né imitarlo, né sostituire questo processo. Tutte le medicina, chimica o naturale, sono fraudolente.
IL DIGIUNO NON È TERAPEUTICO
Il digiuno non è una misura terapeutica. Dovunque si ha tendenza a interpretare i processi normali e naturali della vita in termini medici. Ora, ciò apporta molti errori.
Il digiuno non è un rimedio. Esso non guarisce la malattia. se noi lo teniamo a mente, eviteremo l’errore di parlare di “digiuno terapeutico”.
Non dobbiamo trasferire la nostra fede verso i medicinali o i semicupi, quali processi o agenti curativi, nel digiuno, come processo curativo alternativo.
Il digiuno è un periodo di riposo fisiologico, un periodo di attività molto ridotta, durante il quale può fare ciò che non può fare in un periodo di attività o di pienezza.” - Shelton.
Tutto ciò può sembrare una questione di parole. Per nulla. Infatti, la posizione di chi vuole guarire la malattia col digiuno, rassomiglia a quella di chi vuole guarirla coi medicinali, o con le tisane, in un concetto erroneo e medico che cerca di sopprimere i sintomi.
Non bisogna utilizzare il digiuno per sopprimere i sintomi, ma ricercare le cause e sopprimerle.
Facciamo un esempio: si vuole guarire col digiuno tale malattia, ma senza sopprimere la causa. Non si è fatto niente.
Bisogna guarire la malattia sopprimendone la causa, poi digiunare per aiutare il corpo a ristabilirsi. Non c’è spazio per un rimedio qualsiasi, fosse esso naturale o chimico.
Utilizzare il digiuno come rimedio, è ricorrervi in tutti i casi di malattia, per tutte le circostanze, senza tener conto dei casi che non hanno riserve, senza tener conto dei fattori sfavorevoli che potrebbero impedire di avere i risultati attesi. Bisogna abbandonare questa mentalità medica che si è estesa sulla naturopatia.
CAPITOLO 10
L’ENERGIA NERVOSA, L’ELIMINAZIONE E IL DIGIUNO
Una malattia grave o un caso di morte è una reclame per il medico, come una condanna a morte è una reclame per l’avvocato della difesa – GEORGE BERNARD SHAW.
SI PUO’ ELIMINARE ATTIVANDOSI?
L’organismo non può eliminare che con l’energia nervosa. Ora, l’eliminazione degli scarti necessita, anch’essa di energia nervosa. Come nella vita corrente, questa energia è consumata in tutti i campi muscolare, digestivo, nervoso, mentale, sessuale, ecc. la tossiemia si accumula per mancanza di eliminazione adeguata.
Ecco perché bisogna ridurre il consumo di energia un poco dappertutto affinché essa sia utilizzata di più nella via dell’eliminazione. Il digiuno è un riposo fisiologico.
Di conseguenza, chi digiuna ma continua la sua occupazione quotidiana, senza restare a letto come io raccomando, fallisce il suo scopo ed elimina assai poco. Si possono certamente mantenere le proprie attività abituali durante il digiuno ma non se ne trarrà beneficio. Non vale la pena di digiunare in tali condizioni. Bisogna restare a letto quasi tutto il tempo come all’ospedale.
La digestione dei pasti consuma una quantità di energia considerevole. Quando si digiuna, questa somma di energia è economizzata e messa a disposizione degli organi di eliminazione che lavorano doppiamente. Si è calcolato che la digestione di un buon pasto equivalesse a un lavoro di forza nei campi di parecchie ore!
Il riposo fisiologico comprende anche quello del sistema digestivo, del cuore, della circolazione, del sistema nervoso e ghiandolare, respiratorio, muscolare e delle attività mentali. Durante questo riposo, gli organi del corpo possono riparare le loro strutture e riguadagnare la loro forza muscolare.
Tutti gli organi si riposano durante il digiuno salvo quelli dell’eliminazione che lavorano doppiamente. Si osserva, infatti, che l’alito diventa fetido, il gusto della bocca cattivo, l’urina torbida. I reni rigettano molte tossine, come i polmoni attraverso la respirazione.
“L’esperienza molto estesa col digiuno, in una grande varietà di affezioni, durante più di un secolo e mezzo, e che implicava il lavoro di centinaia di esperti al capezzale di parecchie migliaia di pazienti, - questa lunga esperienza ci porta a concluder che allorché gli organi digestivi sono alleggeriti, con l’aiuto del digiuno, tutta l’energia del corpo è trasferita verso gli organi di eliminazione, il che permette di liberare l’organismo dalle sue tossine.
Quando sono alleggeriti da un lato, gli organi e i processi vitali sono meglio disposti a svolgere il loro compito altrove. Il processo di escrezione è continuo come la vita. Comincia dalla nascita e non termina che quando tutte le azioni della vita cessano. Non lo inizia il digiuno.
La quantità di sangue che passa attraverso i reni in 24 ore equivale a 45 barili. Una quantità simile passa attraverso il fegato e i polmoni. Si vede così che il lavoro di escrezione prosegue costantemente.
Il sangue e i tessuti possono sporcarsi quando gli scarichi si accumulano a causa del rallentamento degli emuntori nelle loro funzioni. Il digiuno, permettendo la deviazione de gli impulsi nervosi dagli organi digestivi verso gli emuntori. assicura un aumento immediato delle funzioni dell’eliminazione.
IL TUBO DIGESTIVO DIVENTA UNA PATTUMIERA
Dei canali di eliminazione supplementari sono so0vente stabiliti, per assistere il corpo a liberarsi del suo fardello di tossine.
Il canale digestivo è così requisito per svolgere dei compiti di eliminazione supplementare. Infatti, si incontrano in parecchi digiunatori sputi continui e abbondanti. Sono i tessuti della bocca che scaricano delle secrezioni putride. In parecchi casi queste secrezioni sono talmente abbondanti che esse sono scaricate come da una fontana. Anche i tessuti del naso e della gola sono talvolta coinvolti in questo processo di eliminazione, il quale dura parecchi giorni prima di cessare.
Una bocca fetida indica anche un tubo digestivo fetido. Ciò è dovuto alle escrezioni che vi sono scaricate durante il digiuno.
Siccome queste escrezioni sono trascinate verso il colon, salvo quando si vomita la bile o quando si rigetta un poco di gas attraverso la mucosa orale – e visto che l’alito e la lingua sporca che ne testimoniano – si può indovinare un poco la grande quantità eliminata attraverso il tubo digestivo.
Siccome anche la saliva è fetida durante la più grande parte del digiuno, sembrerebbe probabile che anche le ghiandole salivari aiutino nel lavoro di eliminazione.
L’alito di uno dei miei digiunatori era così fetido che mi era impossibile entrare nella sua stanza senza che esso mi pungesse il fondo della gola, come se egli eliminasse l’ammoniaca. Mi succede anche di vedere delle urine di colore marrone, cariche di sabbia, di pus e di sangue, durante il digiuno e soprattutto durante il semi - digiuno che lo segue.
L’ELIMINAZIONE DURANTE IL DIGIUNO
L’eliminazione durante il digiuno procede per tre canali principali:
1) attraverso le urine,
2) attraverso i polmoni e la respirazione che brucia una parte degli scarti,
3) attraverso il tubo digestivo su una decina di metri circa, nel quale il corpo scarica i suoi scarti come in una pattumiera (alito fetido).
Così, talvolta dopo la partenza di un paziente, la sua camera deve essere aerata parecchi giorni talmente l’odore orribile è tenace.
Si sarebbe tentati, come fanno parecchi medici e naturopati, di procedere allo svuotamento regolare di tutto il tubo digestivo. Visto che conto di trattare questo argomento, più avanti, sarà sufficiente che ne dica due parole.
P83 a metà 9.10 ore 20.40
Una bella purga, somministrata ogni tre giorni, evacua ammirevolmente il contenuto putrido degli intestini, i quali si riempiono di nuovo attraverso l’eliminazione continua. Ma, disgraziatamente, queste purghe raschiano le mucose sensibili degli intestini e ledono i loro delicati tessuti per la vita. I pazienti che le hanno subite ne restano affetti per sempre.
D’altra parte, le purghe non fanno che evacuare delle materie già eliminate dalle cellule. Infatti, l’eliminazione avviene a livello delle cellule che rigettano i loro scarti nel sangue o negli intestini. Ne segue che le purghe non fanno che evacuare ciò che le cellule hanno già eliminato. Le purghe evacuano ma non eliminano.
PER UNA GIOIA ESUBERANTE
“Il digiuno è una grande preparazione per una vita rinnovata, più abbondante, più significativa e più sensata. È il primo passo necessario per coloro che vogliono riprovare la gioia esuberante nella vita, che i nostri primi antenati avevano conosciuto anticamente.
Il loro zelo e la loro animazione sono stati dissipati, in larga misura, da quando abbiamo perso il vigore e la purezza vitale.
Per riguadagnarle, bisogna che noi puliamo il corpo e lo sbarazziamo dei detriti che si sono accumulati attraverso una vita malsana.
Il digiuno è uno dei mezzi di purificazione organica per ristabilire il vigore e l’integrità spontanea (originale?).” – Shelton.
Per andare alle altre pagine servirsi dei link presenti qui sotto o sulla colonna di destra all’inizio di questa pagina
Avvertenza
Affinché la gente possa scoprire questo scomodo ma validissimo ed economico metodo di cura, ho trascritto in apposite pagine di questo blog la mia traduzione di quattro della ventina di libri scritti dell’eminente igienista francese Albert Mosséri, il quale non era solo un teorico, ma metteva in pratica nella sua casa di cura il risultato dei suoi studi restituendo la salute a migliaia di malati, magari considerati incurabili dalla fanfarona medicina ufficiale.
Avevo messo i link per saltare alle varie parti di ogni pagina e funzionavano, ma ben presto ho dovuto toglierli, probabilmente perché questo blog dà fastidio alla lobby medico - farmaceutica e qualche suo compare, deve aver fatto in modo che i link, oltre a non funzionare più, producessero anche l’errore 404, NOT FOUND, causando così l’uscita dal blog.
Pertanto, per andare alle varie voci occorrerà trascinare la barra di scorrimento o usare Pagina Giù magari dopo aver cliccato sul testo di questa pagina.
Per andare alle altre pagine servirsi dei link presenti in fondo a questa pagina web o sulla colonna di destra all’inizio di questa pagina
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Avevo messo i link per saltare alle varie parti di ogni pagina e funzionavano, ma ben presto ho dovuto toglierli, probabilmente perché questo blog dà fastidio alla lobby medico - farmaceutica e qualche suo compare, deve aver fatto in modo che i link, oltre a non funzionare più, producessero anche l’errore 404, NOT FOUND, causando così l’uscita dal blog.
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