Riassunto del libro
SALUTE RADIOSA CON IL DIGIUNO
di
Albert Mosséri
Associazione Igienista Italiana
CAPITOLO 1
IL DIGIUNO NELL'ANTICHITÀ
NELLA GRECIA ANTICA
CAPITOLO 2
IL DIGIUNO NEGLI ANIMALI
L'ESTIVAZIONE DEI COCCODRILLI
L'IBERNAZIONE DEL GHIRO E IL SUO UNICO MECCANISMO DI
SICUREZZA
UNA VITA PROLUNGATA
DOBBIAMO IMITARE GLI ANIMALI?
CAPITOLO 3
IL CONTADINO EGIZIANO E IL SUO ASINO
CAPITOLO 4
LE RISERVE DEL CORPO
LE RISERVE EQUILIBRATE
NEL NEONATO
L'APPARENZA INGANNEVOLE DEI GRASSI
CIÒ CHE DILAPIDA LE RISERVE O I LADRI DI VITAMINE
NESSUNA ELIMINAZIONE SENZA RISERVE SUFFICIENTI
CAPITOLO 5
LE TRE FASI DEL DIGIUNO
1) LA PRIMA FASE COSTRUTTIVA DELL'ELIMINAZIONE
2) LA SECONDA FASE DELL'ELIMINAZIONE RALLENTATA
3) LA TERZA FASE PERICOLOSA DELL'INANIZIONE
CAPITOLO 6
LA FAME TUTTI I GIORNI
SINTOMI DELLA FALSA FAME
SINTOMI DELLA VERA FAME
LA FAME E IL DIGIUNO
BISOGNA ATTENDERE LA FAME PER INTERROMPERE IL DIGIUNO?
CAPITOLO 7
LE CARENZE
LE CARENZE DURANTE IL DIGIUNO
LE CARENZE PRIMA DEL DIGIUNO
LE CARENZE DOPO UN LUNGO DIGIUNO
CAPITOLO 8
I MEDICINALI E IL DIGIUNO
LE COMPLICAZIONI POSSIBILI
I LASSATIVI PER ANNI
L'INSULINA
L'ASPIRINA
GLI ANTIBIOTICI
LE OPERAZIONI PRIMA DEL DIGIUNO
I MEDICINALI DURANTE IL DIGIUNO
GLI SCIOPERANTI DELLA FAME
SI POSSONO CESSARE BRUSCAMENTE I MEDICINALI PRIMA DEL
DIGIUNO?
MEDICINALI DA CESSARE PRIMA DEL DIGIUNO
SUBITO.................PROGRESSIVAMENTE
L'ADATTAMENTO AI VELENI
L'ALCOL
IL TABACCO E LE DROGHE
GLI ANTICOAGULANTI
I RICOSTITUENTI CARDIACI
I SONNIFERI
I TRANQUILLANTI
CAPITOLO 9
IL DIGIUNO NON È UN RIMEDIO
BISOGNA CERCARE UN RIMEDIO?
IL DIGIUNO NON È TERAPEUTICO
CAPITOLO 10
L'ENERGIA NERVOSA, L'ELIMINAZIONE E IL DIGIUNO
SI PUO' ELIMINARE ATTIVANDOSI?
IL TUBO DIGESTIVO DIVENTA UNA PATTUMIERA
L'ELIMINAZIONE DURANTE IL DIGIUNO
PER UNA GIOIA ESUBERANTE
CAPITOLO 11
QUANTO TEMPO DIGIUNARE, DOVE E QUANDO? QUANTO TEMPO
DIGIUNARE?
DOVE BISOGNA DIGIUNARE?
PER LE PERSONE SANE.
QUANDO DIGIUNARE?
CAPITOLO 12
L'INCREDIBILE DIGIUNO DI OSHAWA O COME NON DIGIUNARE
CAPITOLO 13
LA SORVEGLIANZA MEDICA
I MEDICI SONO SOPPRESSORI DI SINTOMI.
I TEST DURANTE IL DIGIUNO
BISOGNA SENTIRE IL PARERE DEL MEDICO CURANTE PRIMA DI
DIGIUNARE?
CAPITOLO 14
LE CURE DI FRUTTA, LE DIETE E GLI STADI
GLI ALIMENTI NON HANNO PROPRIETA' DI ELIMINAZIONE
LE CARENZE
SI PUO' DIGIUNARE PER STADI?
UN'ESPERIENZA COMPARATIVA CON LA FEBBRE: COL DIGIUNO E IL
SEMI-DIGIUNO.
UTILITA' DELLE DIETE E DEL SEMI-DIGIUNO
CAPITOLO 15
IL DIGIUNO MATTUTINO SECONDO IL DOTTOR DEWEY
PRESSO LE NAZIONI DELL'ANTICHITA'
L'ELIMINAZIONE AVVIENE SOPRATTUTTO LA NOTTE
COME IL DOTTOR DEWEY FECE QUESTA SCOPERTA
LA STORIA DEI TRE CONTADINI
LA LUCIDITA'
LA STORIA DEL PADRE RAMBO
BISOGNEREBBE SOPPRIMERE ANCHE LA CENA
CHI HA VERAMENTE FAME LA MATTINA PUÒ MANGIARE
CAPITOLO 16
LA CHIAREZZA MENTALE QUANDO SI SALTA UN PASTO
LA LUCIDITÀ DI MENTE
LO PSICHICO
CAPITOLO 17
IL DIGIUNO SETTIMANALE
IL DIGIUNO ANNUALE COSTITUISCE LE MIGLIORI VACANZE.
CAPITOLO 18
RINGIOVANIRE, DIMAGRIRE, INGRASSARE COL DIGIUNO
OBESITÀ
INGRASSARE
CAPITOLO 19
LA DIPENDENZA DAI TRANQUILLANTI, DAL CAFFÈ, DALL'ALCOL. DAL
TABACCO E DALLA DROGA
C'È DROGA E DROGA
COME ROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO?
LA CAUSA
LA STORIA DI DOMINIQUE
LO SVEZZAMENTO DAI DEPRESSIVI
LA STORIA DI JACQUELINE
CAPITOLO 20
LE AFFEZIONI ACUTE
COME CURARE LA FEBBRE
IL BAMBINO FEBBRICITANTE
LA PERDITA DI PESO NEL MALATO CHE MANGIA
BISOGNA NUTRIRE I FEBBRICITANTI?
GLI ANIMALI DIGIUNANO
COME INTERROMPERE IL DIGIUNO DOPO UNA FEBBRE?
OCCORRE UNA DIAGNOSI?
LA STORIA DI UN BAMBINO FEBBRICITANTE
COME DIGIUNARE?
LA FEBBRE FORTE
COME AIUTARE LA NATURA?
LE ECCEZIONI
CAPITOLO 21
LE MALATTIE CRONICHE
LA TOSSIEMIA
LE DUE TOSSIEMIE
L'ACIDITÀ
NESSUNA ANALISI ESISTE PER LA TOSSIEMIA
FIN DALLA NASCITA
I GUASTI IRREVERSIBILI
UN BASSO LIVELLO DI TOLLERANZA
I TESSUTI CICATRIZIALI E FIBROSI
IL DETERIORAMENTO DEGLI ORGANI
I SEGNI PREMONITORI
UN ESEMPIO: L'ARTERIOSCLEROSI
L'ENERVAZIONE
LA TOSSIEMIA
SPRIZZANTI DI GIOIA E DI SALUTE
LA STIMOLAZIONE
LA STORIA DI CIRILLO SULLA SUA MOTO
LA STANCHEZZA, È IL NOSTRO INDICATORE DI LIVELLO DELLA
BENZINA
L'ENERVAZIONE E LE SUE CAUSE
LA MODERAZIONE IN TUTTO?
GLI ECCESSI E IL SOVRAFFATICAMENTO
CAPITOLO 22
EVOLUZIONE DELLA MALATTIA
LE ABITUDINI ANTIFISIOLOGICHE
2 - L'ENERVAZIONE
3 - PERDITA DELLE SECREZIONI DIGESTIVE E RIPRODUTTIVE
4 - DIMINUZIONE DELL'ELIMINAZIONE CELLULARE
5 - LA TOSSIEMIA ENDOGENA ED ESOGENA
6 - CRISI DI ELIMINAZIONE, ACUTA O CRONICA
7 - DISTRUZIONE PROGRESSIVA DEGLI ORGANI E DEI TESSUTI
CAPITOLO 23
IL RITORNO ALLA SALUTE
3 - IL RISTABILIMENTO PROGRESSIVO
4 - GLI STADI IRREVERSIBILI
CAPITOLO 24
I RIMEDI NATURALI DURANTE IL DIGIUNO O COME AIUTARE LA
NATURA
I PRODOTTI NATURALI
L'ARGILLA E LE CURE TERMALI
CHE COSA CERCA LA MEDICINA
GUARIGIONE O RISTABILIMENTO?
AIUTARE LA NATURA
CAPITOLO 25
IL POTERE CURATIVO, LA NOZIONE DI RIMEDIO E IL DIGIUNO
C'ERANO UNA VOLTA CENTO RAFFREDDATI
I RIMEDI NON ESISTONO
IL SOLO POTERE CURATIVO CONOSCIUTO
L'ERRORE FATALE DELLA MEDICINA, CHIMICA O NATURALE
MA DOVE STA QUESTO POTERE CURATIVO?
IL DIGIUNO NON GUARISCE NIENTE
CAPITOLO 26
LE TISANE DURANTE IL DIGIUNO
LE MODALITÀ NATUROPATICHE
LE TISANE TRATTANO I SINTOMI?
ASTROLOGIA, ERBALISMO
L'USO SINTOMATICO
IL PLANTANO
IN CONCLUSIONE
CAPITOLO 27
RIASSORBIMENTO DEI TUMORI DURANTE IL DIGIUNO
IL METABOLISMO
L'AUTOLISI
CAPITOLO 28
BRANI SCELTI
LA PREPARAZIONE DEL DIGIUNO
LA PREPARAZIONE PER STADI
GLI EX-MALATI MENTALI O NERVOSI
LA PURGA
PROIBITO
LA PREPARAZIONE
CONDIMENTI:
COTTURA DELLE BANANE
LA MEZZA COTTURA
LEGUMI CORIACEI
ORTAGGI TENERI
CASSERUOLA
LA FAME
LE CRISI VIOLENTE DURANTE IL DIGIUNO
LA CONDOTTA DURANTE IL DIGIUNO
IL RILASSAMENTO NATURALE
LO SCALDINO METALLICO E LA COPERTA ELETTRICA
SI PUO' MORIRE SENZ'ACQUA
L'URINA DA BERE?
L'AUTOTRASFUSIONE
LO ZUCCHERO E IL MIELE
LE TISANE
L'ARGILLA E IL MAGNESIO
I MASSAGGI E GLI ALTRI TRATTAMENTI
I SINTOMI E LE CRISI DURANTE IL DIGIUNO
LE VERTIGINI
LA FEBBRE
I MAL DI TESTA
LE COLICHE
LA DEBOLEZZA
L'INSONNIA, LA SENSIBILITÀ AL RUMORE, IL NERVOSISMO
SANGUINAMENTI DELLE GENGIVE, SPUTI, ALITO CATTIVO
LE PALPITAZIONI, IL POLSO IRREGOLARE, LA BARRA SUL PETTO
I VOMITI DI BILE
IL DELIRIO, LE ALLUCINAZIONI, GLI ATTACCHI DI FOLLIA, GLI
SVENIMENTI E IL COMA
LE URINE CARICHE DI SABBIA, TINTE DI SANGUE E GLI ATTACCHI
DI CALCOLI
LA TETANIA, LE CONVULSIONI E GLI SPASMI
LA SENSIBILITÀ ALLA LUCE DEL GIORNO
LE MESTRUAZIONI
LA PARALISI DURANTE IL DIGIUNO
LA DIFFICOLTÀ DI RESPIRARE
GLI ACCIDENTI CARDIACI SCATENATI DI RIMBALZO DURANTE UNA
CRISI DI ELIMINAZIONE
I DOLORI AI RENI O AI POLMONI
LA FEBBRE ALTA E IRREGOLARE CON UN FORTE DOLORE AL VENTRE
IN QUALE MOMENTO SI PUÒ PASSARE ALLA SECONDA FASE DEL
DIGIUNO (IL SEMI-DIGIUNO)?
NON BISOGNA MAI INTERROMPERE DI NETTO IL DIGIUNO!
LA PROSTRAZIONE, LA BRUTTA CERA E LO STATO GENERALE
CASI GRAVI CHE RICHIEDONO DI PASSARE SUBITO
ALLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO (IL SEMI-DIGIUNO)
LE RISERVE SQUILIBRATE
NELLE PERSONE MALANDATE CHE FORMANO LA MAGGIORANZA AI NOSTRI
GIORNI, IL DIGIUNO PRODUCE I SINTOMI SEGUENTI:
LA STABILIZZAZIONE DEL PESO
SECONDA FASE
IL SEMI-DIGIUNO E LA LINGUA COLORATA
UNA PRODIGIOSA SCOPERTA
LA LINGUA È LO SPECCHIO DEGLI INTESTINI
DENOMINAZIONE
A PROPOSITO DI UNA PRODIGIOSA SCOPERTA
LE TRE FASI DEL DIGIUNO
DURATA DELLE RISERVE VITALI
DURATA DI IMMAGAZZINAGGIO
DELLE VITAMINE NEL CORPO UMANO
PROPORZIONI DEI COLORITI RISCONTRATI
NELLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO
CIO' CHE COMPORTA IL SEMI-DIGIUNO
IL SEMI-DIGIUNO
PER LE STATURE PICCOLE………………..PER LE STATURE GRANDI
IN CASO DI COMPLICAZIONI GRAVI
CAPITOLO 29
ERA UN CORRIDORE MARATONETA E CRUDIVORO
LA SUA FILOSOFIA
UN PASTO CONVENZIONALE
CAPITOLO 30
NOI ABBIAMO L'AIDS
o o o
CAPITOLO 1
IL DIGIUNO NELL'ANTICHITÀ
Numerose religioni utilizzano il digiuno come mezzo di
purificazione spirituale e di disciplina fisica. Invece per i Musulmani è
previsto anche come mezzo di guarigione.
Ad ogni modo, la credenza generale, nei Paesi civili, è che
il digiuno può, in pochi giorni, portare al deperimento fisico e mentale e poi
alla morte. Ecco perché nei casi in cui i malati non possono essere nutriti
normalmente, la medicina fa ricorso alle fleboclisi per nutrire il paziente, ma
il male che queste fleboclisi nocive fanno ai malati, è incalcolabile. Esse non
sono mai necessarie.
Nell'essere umano, il digiuno consiste nell'astenersi da
qualsiasi cibo, ma di bere acqua. Senza l'acqua si rischia di disidratarsi e di
morire in una - tre settimane.
In certi animali si è notato che essi non bevono nulla, ma
bisogna guardarsi dal fare altrettanto.
NELLA GRECIA ANTICA
Parallelamente e durante il medesimo periodo in cui era
emersa la medicina, nella Grecia antica verso l'anno 400 avanti Cristo,
esistevano dei templi in cui era praticato l'igienismo: digiuno, dieta,
esercizi, preghiera, riposo fisico e mentale.
Infatti, c'era una corrente d'opinione favorevole al
naturale, corrente che condannava i medicinali e che voleva lasciar fare alla
Natura, senza contrariarla con qualsivoglia cosa.
Per esempio, il filosofo Democrito riteneva lasciar seguire
alla Natura il suo corso.
Secondo Celso, la malattia era provocata dalla pletora, la
quale è generata da una digestione incompleta di alcuni alimenti. Egli
raccomandava il digiuno.
I pazienti che non ottenevano risultati coi metodi medici,
intraprendevano un soggiorno in uno di questi templi, chiamati santuari. Malati
molto gravi erano guariti: cecità, epilessia, cancro, ecc.
Poi, riconoscenti della guarigione ottenuta, offrivano delle
rappresentazioni in pietra o in marmo del male da cui erano stati sbarazzati,
dette ex-voto, ma sfortunatamente, con il tempo e con gli anni, questi templi
igienisti caddero nell'oblio e presero un aspetto da ospedali e i rimedi e le
piante medicinali furono introdotte a poco a poco, facendo dimenticare il
digiuno stesso.
Con l'aggravamento della salute pubblica, con l'aumento
delle sofferenze e dei dolori, con l'accrescimento del numero delle malattie,
l'igienismo non sarà dimenticato così facilmente, ma il pericolo risiede
nell'introduzione dei rimedi naturopatici, che non hanno niente d'igienista e
rischiano di diluire le basi dell'igienismo puro.
CAPITOLO 2
IL DIGIUNO NEGLI ANIMALI
In natura tutte le forme di vita sembrano fare ricorso al
digiuno.
Le relazioni dei ricercatori sugli animali affermano che
essi possiedono delle riserve che permettono loro di subire un digiuno per
lungo tempo, ma anche l'uomo ha delle riserve che gli consentono di digiunare a
lungo.
Gli animali digiunano spontaneamente quando sono malati o
feriti. Essi si ritirano in un angolo tranquillo, caldo, si riposano e
digiunano fino al ristabilimento.
L'uomo è l'unico animale che si forza a mangiare in caso di
malattia e ciò aggrava considerevolmente il suo male.
L'ESTIVAZIONE DEI COCCODRILLI
L'estivazione è il torpore di certi animali durante
l'estate, per proteggersi dal calore eccessivo dell'estate, e per economizzare
le energie, mentre i corsi d'acqua sono disseccati, e i pozzi inariditi, per
sopravvivere a queste condizioni climatiche difficili.
Le loro funzioni sono allora proseguite a un ritmo molto
lento: cuore, respirazione, ecc.
È così che i coccodrilli ibernano ed estivano, due volte nel
medesimo anno, l'inverno poi l'estate. Certi pesci di acqua dolci, quando i
corsi d'acqua sono disseccati, si interrano nel fango, poi si incastrano in un
bozzolo umido e si rinchiudono. Lo stesso fanno i pesci vivendo in tal modo con
le proprie riserve finché le piogge riempiono di nuovo i fiumi.
Il digiuno è, dunque, un mezzo naturale per preservarsi dai
rigori del clima qualunque sia il calore eccessivo dell'estate o il freddo
rigoroso dell'inverno. Durante questi periodi gli uccelli cessano di cantare e
le rane tacciono.
L'IBERNAZIONE DEL GHIRO E IL SUO UNICO MECCANISMO DI SICUREZZA
Il ghiro è sempre molto attivo durante l'estate, ma quando
si avvicina l'inverno, si ritira in un angolo nascosto e protetto dai rigori
dell'inverno. Esso non prende alcun alimento durante tutta la stagione fredda e
dimagrisce molto.
L'essere umano che digiuna non può nemmeno digiunare a lungo
quanto gli animali che ibernano, spesso tre mesi, e talvolta perfino sette
mesi, senz'acqua.
UNA VITA PROLUNGATA
Si è anche osservato che gli animali che ibernano vivono più
a lungo degli altri, della medesima altezza, ma che non ibernano.
Durante il digiuno, le ferite si cicatrizzano e nuove membra
possono anche formarsi. I polloni che danno origine a nuove piante si
sviluppano seguendo il medesimo principio. Infatti esse non ricevono alcun
nutrimento esterno, nelle fasi iniziali del processo di rigenerazione.
L'essere umano trae dunque beneficio dal seguire ogni anno
un digiuno di mantenimento di 7/10 giorni.
DOBBIAMO IMITARE GLI ANIMALI?
Non abbiamo bisogno di imitare gli animali, ma osservandoli,
possiamo trarre parecchie lezioni utili poiché essi sono più vicini alla natura
di quanto lo siamo noi, e i loro istinti sono meno pervertiti dei nostri.
CAPITOLO 3
IL CONTADINO EGIZIANO E IL SUO ASINO
Questa storia veridica era stata riferita dalla stampa
egiziana negli anni 50.
Un contadino soffriva di parecchie malattie. Trattato per
anni da tutti i medici della sua regione, peggiorava di giorno in giorno, fino
al momento in cui fu costretto ad abbandonare il suo lavoro.
Un giorno, seduto nel suo cortile, osservò il suo asino
mentre brucava l'erba.
Il mio unico asino, pensò, sta meglio di me. Io non ho la
forza di muovermi, soffro in tutte le membra, ma il mio asino gode di buona
salute. Ed egli non bruca che l'erba, mentre io mangio tre buoni pasti
abbondantissimi, che la mia donna fedele, nella cucina impiega parecchie ore a
preparare.
Voglio fare come lui, pensò.
E si mise a brucare l'erba, strappata nel suo cortile,
rifiutando qualsiasi altro cibo. La moglie ne fu desolata, si lamentò, pensò
che egli si sarebbe rovinato con le proprie mani. Ma essendo l'erba troppo dura
per i suoi denti, dovette sputarla. Ciò durò parecchi giorni. Bevve acqua
quando sentiva sete e si rimise alla natura per tutto il resto.
In capo a parecchi giorni, constatò con sua grande sorpresa,
che le sue malattie se ne andavano a una ad una. E che la sua salute si
ristabiliva malgrado tutto.
I suoi amici, parenti e vicini ne sparsero la voce in tutta
la regione.
I malati accorsero per vederlo e per i suoi consigli
illuminati. Tuttavia il corpo medico non intese da quest'orecchio. I farmacisti
nemmeno potevano accettare che un semplice contadino potesse far crollare il
loro volume di affari.
Facendo finta di preoccuparsi della salute pubblica,
fingendo di credere che i microbi potessero colpire la popolazione,
analizzarono l'erba che il contadino brucava, per ricercare, dicevano, il
segreto delle sue virtù miracolose. Tutto ciò che trovarono furono dei microbi
cattivi che rischiavano di contaminare tutta la popolazione, secondo le loro
parole.
È così che proibirono ai malati il consumo dell'erba,
ordinando loro implicitamente di ritornare dai medici e dai farmacisti, con
grande gioia di questi ultimi.
E ci mancò poco che non intentassero un processo contro
l'ingenuo contadino per esercizio illegale della professione medica!
CAPITOLO 4
LE RISERVE DEL CORPO
Se gli uomini e gli animali possono digiunare per giorni e
settimane, è perché essi hanno delle riserve nel corpo, riserve che permettono
loro di nutrirsi e di proseguire tutte le loro funzioni. Perfino le persone
magre possiedono delle riserve. Quanto alle persone obese e in carne, le loro
riserve sono visibili a occhio nudo, ma esse sono spesso squilibrate e
inefficaci.
L'opinione corrente vuole che se si smette di mangiare, la
nutrizione del corpo è sospesa. Niente di più falso. Infatti il corpo è sempre
nutrito, minuto per minuto, dall'interno, dal sangue. La nutrizione è la vita e
senza di essa nessuna vita è possibile.
Il nostro organismo possiede delle riserve considerevoli in
tutti i suoi tessuti, e finché tali riserve non sono esaurite, i tessuti dell'organismo
restano intatti. Ciò equivale a dire che il corpo trae anzitutto dalle sue
riserve, finché esse esistono, e non si rivolge verso i tessuti che se le
riserve sono esaurite. Le riserve del corpo sono costituite da:
1) il grasso.
2) Le ossa che sono i serbatoi dei sali minerali.
3) Lo zucchero nel fegato, nei muscoli, nelle ghiandole,
ecc.
4) Le vitamine nel sangue, ecc.
Nei cammelli, le gobbe sono delle riserve alimentari, con
cui essi si sostentano quando non trovano nulla da mangiare nel deserto arido.
La grandezza di questa gobba permette di valutare il tempo che il cammello può
restare senza mangiare. Alla fine del digiuno, nei cammelli la gobba si
accascia e pende come un sacco vuoto. Poi con la ripresa alimentare, questa
gobba si riempie di nuovo per formare nuove riserve.
Facciamo notare che per le persone obese, l'estensione della
loro obesità non permette sempre di valutare quanto tempo possono digiunare,
poiché esse sono squilibrate.
LE RISERVE EQUILIBRATE
Le riserve servono a nutrire l'organismo, a proseguire il
lavoro di anabolismo e catabolismo, giorno e notte. Occorre però che contengano
vitamine, sali minerali, oligoelementi naturali, enzimi, ecc.
L'eliminazione dei rifiuti può farsi solo se le suddette
contengono tutti gli elementi appena citati. Se un solo elemento viene a
mancare, l'eliminazione non può farsi, come pure le altre funzioni anaboliche.
Nelle persone obese, è soprattutto il grasso che predomina,
gli altri elementi sono molto rari. Appena gli elementi rari sono esauriti,
lasciano il grasso pressoché intatto. L'eliminazione cessa, il peso ristagna e
il digiunatore cessa di perdere peso. Una persona obesa può esaurire le sue
riserve buone e cadere nell'inanizione mortale, mentre pesa 60/70 chili.
NEL NEONATO
In generale il neonato viene al mondo con riserve ben
equilibrate che la natura previdente gli ha concesso. Queste riserve durano
parecchi anni, anche se il menù è carente.
Così, per esempio, il latte della madre che allatta il suo
bambino, non contiene ferro, ma il bambino viene al mondo con riserve di ferro
abbondanti nel suo fegato minuscolo, riserve che possono durare parecchi anni,
procurate semplicemente saccheggiando sua madre.
Si sa che il fegato di vitello contiene molto ferro, perciò
la medicina raccomanda agli anemici di mangiare fegato di vitello ma, secondo
Mosséri, i bambini sono incapaci di assimilare il ferro contenuto nel fegato di
vitello, non più di quanto siano capaci di assimilare il ferro che si inietta
loro, finché non si disintossicano. Allora il loro potere di assimilazione
migliorerà ed essi assimileranno benissimo il ferro contenuto negli alimenti
naturali.
L'APPARENZA INGANNEVOLE DEI GRASSI
I bambini possono digiunare più facilmente e più a lungo
degli adulti. I vecchi sono quelli che possono digiunare meno tempo, poiché, in
generale, non hanno delle riserve adeguate, nemmeno se il loro peso è buono.
CIÒ CHE DILAPIDA LE RISERVE O I LADRI DI VITAMINE
Dopo 60/70 anni di vita malsana, di alimentazione
artificiale, industrializzata, di abusi di tutte le specie: di caffè, di
tabacco, di vino, di cioccolato, di spezie, ecc. l'uomo dilapida il suo
capitale fisiologico e vede le sue riserve essenziali sprecarsi, per essere
rimpiazzate dal grasso, dalle tossine e dall'acqua per diluirle, perfino nei magri.
È l'apparenza ingannevole della pletora.
Ma ciò che esaurisce più in fretta le riserve sono i
medicinali di tutte le specie, presi regolarmente. Infatti, per eliminare
questi veleni, il corpo usa le proprie vitamine, i suoi sali minerali. La
paraffina è stata qualificata "ladra di vitamine".
Tra i digiunatori di Mosséri, coloro che hanno meno riserve
di vitamine erano gli adepti della macrobiotica.
Infatti, quelli che hanno seguito, per anni, quel regime,
cotto e stracotto, povero di vitamine, hanno molte difficoltà a digiunare a
lungo. Uno di loro in capo al quarto giorno, già agonizzava… e il digiuno
dovette essere interrotto, per essere seguito da un lungo periodo di
convalescenza.
Vi sono persone che assumono tisane lassative tutti i
giorni, cassia, altri dei sonniferi tutti i giorni, tranquillanti, ecc. Le loro
riserve sono deboli. Prima di considerare di digiunare, bisogna interrompere
questi veleni per un tempo sufficiente a colmare quelle carenze.
Chi ha preso il cortisone per anni, deve sapere che è un
ormone artificiale che finisce per atrofizzare l'ormone naturale dell'organismo
e portare a gravi carenze. Essi devono in via preliminare diminuire
progressivamente questo medicinale e non considerare di digiunare prima di
averlo interrotto completamente.
È lo stesso per tutti i medicinali.
NESSUNA ELIMINAZIONE SENZA RISERVE SUFFICIENTI
Mosséri aveva notato che chi fa un digiuno più lungo di 20
giorni, non elimina quasi niente dopo questo periodo. Il suo alito non è più
fetido, le sue urine sono chiare, il gusto della sua bocca è buono e il suo
peso praticamente non diminuisce più.
Poi dal momento che questo digiunatore interrompe il
digiuno, la diminuzione di peso riprende, le urine diventano molto scure e
fetide.
La rottura del digiuno si faceva con quantità minime di
succo e le energie non erano deviate dall'eliminazione verso la digestione,
appena significativa di questo succo.
Fu allora che Mosséri ebbe l'idea di dare ai digiunatori,
verso la fine della loro cura, cioè verso il ventesimo giorno, delle foglie di
lattuga nonché un dito di succo nell'acqua di bevanda, ma era decisamente
insufficiente per rilanciare l'eliminazione.
CAPITOLO 5
LE TRE FASI DEL DIGIUNO
Durante il digiuno è normale perdere peso, a partire dai
tessuti meno vitali, quali il grasso, i rifiuti, le tossine, ecc. Non si
perdono i nervi, né il cervello. Di fatto, i tessuti cattivi sono sacrificati
per nutrire i tessuti vitali e per permettere di proseguire tutte le funzioni dell'organismo.
Ma c'è sicuramente un limite: quando le riserve vitali del
corpo sono esaurite (vitamine, enzimi, sali minerali, ecc.), non resta più
niente al corpo che i tessuti vitali, gli organi che funzionano, il sangue.
È così che il digiuno deve essere diviso in tre fasi:
1) LA PRIMA FASE COSTRUTTIVA DELL'ELIMINAZIONE
Durante questa fase, le riserve sono abbondanti e permettono
all'essere umano in buona salute di digiunare per settimane e perfino per mesi.
I poco sani possiedono meno riserve dei sani, e non possono digiunare
altrettanto.
Questa fase costruttiva del digiuno dura finché le riserve
del corpo durano.
Le riserve devono essere divise in due tipi:
a) le riserve buone: zucchero, vitamine, sali minerali,
oligo-elementi, enzimi, ecc.
b) le riserve cattive: scarti, tossine, tumori, pus,
infezioni, e tutto ciò che il corpo deve eliminare.
Il corpo interrompe l'eliminazione per due ragioni:
- o le tossine sono interamente eliminate, ciò che è molto
raro. Infatti, la maggior parte delle persone è talmente intossicata che le
occorrono parecchie cure di digiuno per eliminare tutto. Tuttavia, quando si
segue una dieta sana, igienista, lo stock di tossine è talmente debole che esso
è eliminato in alcuni giorni, altrimenti in una settimana.
- o le riserve buone sono esaurite prima dell'eliminazione
totale degli scarti accumulati da tanti anni. È il caso più frequente.
Durante questa fase costruttiva il corpo elimina gli scarti
e le tossine. I tessuti cattivi sono smantellati e liquidati.
I sintomi principali durante questa fase sono:
- il cattivo gusto della bocca al risveglio,
- la perdita progressiva di peso,
- l'alito cattivo,
- l'urina carica e maleodorante,
- la mancanza d'appetito, talvolta la nausea,
- la lingua carica, la bocca secca, la sete, ecc.
2) LA SECONDA FASE DELL'ELIMINAZIONE RALLENTATA
Quando si prosegue il digiuno oltre la prima fase, le
carenze cominciano a manifestarsi, ciò che porta l'eliminazione a ristagnare,
al peso di restare stazionario e al rallentamento di tutte le funzioni.
Il corpo cerca, con parecchie trasmutazioni biologiche, di
riciclare gli elementi presenti per fabbricare elementi mancanti. Vi riesce
perfettamente all'inizio. Allora, l'eliminazione e il peso che avevano stagnato
per tre giorni, riprendono bellamente, ma al secondo o terzo ristagno del peso,
le trasmutazioni non riescono più ed è la terza fase che si instaura.
3) LA TERZA FASE PERICOLOSA DELL'INANIZIONE
Là il corpo manca di tutto: vitamine, sali minerali,
oligo-elementi, enzimi, ecc. Non può più assicurare le funzioni vitali
dell'organismo. Per sopravvivere comincia a trarre dai tessuti vitali, dagli
organi vitali, sicché sopraggiungono i cambiamenti patologici di degenerazione.
In breve, i cambiamenti tissulari che hanno luogo durante la
prima fase del digiuno sono perfettamente fisiologici e benefici, ma quelli che
avvengono dopo l'esaurimento delle riserve sono definitivamente patologici.
Tra i sintomi che indicano l'inizio dell'inanizione:
1) l'incapacità di camminare o perfino di tenersi in piedi,
però bisogna diffidare, poiché le persone che digiunano senza esserne convinte,
senza aver letto un libro sulla questione sono persuase di non poter resistere.
È un fatto puramente psicologico. Una donna fu meravigliata dopo due settimane
di digiuno di avere le forze per camminare e per leggere.
2) La sensibilità degli occhi alla luce, poi arriva
progressivamente la cecità. Anzitutto questi pazienti preferiscono portare
occhiali neri all'interno della casa e, in seguito, essi non possono più leggere
una lettera né leggere un libro.
3) La paura di digiunare può provocare uno sgomento mortale.
4) Dopo una stabilizzazione di peso assai prolungata.
5) I soggetti troppo emaciati possono raggiungere questa
fase in capo ad alcuni giorni, soprattutto se digiunano senza scaldino ai
piedi, ma queste persone scheletriche non dovrebbero mai digiunare, poiché ad
esse basta mangiare di meno del solito per accelerare la disintossicazione.
Ecco dunque una tabella che indica grosso modo il peso
limite, ma che non può servire per fissare in anticipo la lunghezza di un
digiuno, né il peso limite vero in un caso particolare.
Altezza....Peso........Soggetto….......Limite
…………..normale...muscoloso...pericoloso
1,85 m....75 kg..........85 kg……........45 kg
1,80 m....70 kg..........80 kg................42 kg
1,75 m....65 kg..........75 kg................39 kg
1,70 m....60 kg..........70 kg…….........36 kg
1,65 m....55 kg..........65 kg….............33 kg
1,60 m....50 kg..........60 kg.................30 kg
1,55 m....45 kg..........55 kg….............27 kg
1,50 m....40 kg……...50 kg….....…...24 kg
Si vede in questa tabella che il peso normale corrisponde al
numero dei centimetri dell'altezza, quando la persona è muscolosa. Bisogna
tuttavia detrarre dieci chili per le persone non muscolose. Il limite pericoloso
è stato calcolato prendendo il 60% del peso normale in una persona non
muscolosa. Per una persona molto muscolosa bisogna conservare 10 chili in una
colonna che io non ho fatto.
Il peso normale è molto approssimativo, poiché bisogna tener
conto della grossezza delle ossa, della testa della gabbia toracica, ecc.
Ma si può anche avere un peso normale e non avere che
pochissime riserve vitali ed essenziali, se si prendono medicinali
regolarmente.
Ad ogni modo, se si interrompe il digiuno integrale alla fine
della prima fase costruttiva, senza entrare nella seconda e soprattutto nella
terza fase e se si sorvegliano i sintomi patologici detti sopra, - allora non
si rischia di arrivare all'inanizione pericolosa.
Per i soggetti affetti da difficoltà digestive, e che sono
magri, è prudente non spingere il digiuno troppo avanti, poiché riprendere peso
sarà molto lungo, occorreranno da sei a dodici mesi.
In generale le riserve si esauriscono prima della
disintossicazione totale e si avrà bisogno di parecchi digiuni ripetuti a tre o
sei mesi di intervallo.
Si può digiunare a qualsiasi età. Mosséri ha sorvegliato dei
bambini e perfino dei vecchi di 80 anni, durante il loro digiuno, piuttosto
corto. La prudenza è di regola. Al minimo allarme, è meglio passare al semi-digiuno.
I vecchi impiegano quattro volte più tempo a rimettersi rispetto ai giovani.
Si può certamente riprendere tutto il peso perduto in
pochissimo tempo, semplicemente rimpinzandosi, ma ciò non è mai bene poiché si
rischia di avere i piedi gonfi come quelli di un elefante e si rischia di
disfare tutti i benefici attesi. È difficile farlo a casa propria, poiché si è
facilmente presi dalla bulimia.
La ripresa in forza delle attività ritarda sicuramente il
recupero del peso e la riconquista della vitalità. Bisogna prevedere un periodo
di riposo a casa propria, un periodo di recupero e di pazienza.
CAPITOLO 6
LA FAME TUTTI I GIORNI
Qui si tratta della fame che si prova prima di mangiare è
uno dei segni di una buona salute, è il segno che il corpo è disposto ad
accettare il cibo e a digerirlo. Quando non si ha fame è indizio che non è
ancora venuto il momento di mangiare, o altrimenti che si è intossicati.
Ma c'è la vera fame e la falsa fame.
La falsa fame è un desiderio che non è autentico per il
cibo, con una lingua carica, un alito fetido, una febbricola, un mal di testa,
degli indolenzimenti e delle membra dolorose.
Se ci si sente male, deboli e questi sintomi scompaiono
mangiando, non è una vera fame, ma un'assuefazione, come quella del tabacco.
Questi segni sono la migliore prova che si ha bisogno di digiuno e di migliori
abitudini alimentari.
La vera fame non si accompagna mai a sintomi sgradevoli - né
dolori, né malesseri, né debolezza - veri o simulati, né crampi di stomaco. Non
si sente la vera fame nello stomaco e non si sente di averne uno. Essere
coscienti dei propri organi è un segno sicuro di malattia."
Ora la vera fame non è affatto una sensazione sgradevole al
limite della sofferenza. Questi sintomi rassomigliano in modo strano a quelli
provati da coloro che sono dediti all'uso della droga e a cui è negata. Sono i
sintomi della disintossicazione, piuttosto che quelli della vera fame. Più si è
intossicati, più questi sintomi sono marcati.
Il mezzo infallibile per distinguere la vera fame dalla
falsa fame è di aspettare un'ora. La vera fame diventa sempre più acuta, mentre
la falsa fame scompare a poco a poco.
SINTOMI DELLA FALSA FAME
I sintomi della falsa fame sono i seguenti, l'uno o l'altro
se non parecchi alla volta.
- mal di testa, rutti, malessere, bocca pastosa, amara o
secca, morsi di stomaco, spasmi di stomaco, gola contratta, mente confusa,
testa pesante, stanchezza, ecc.
SINTOMI DELLA VERA FAME
Bocca gradevole, pulita, gola distesa, mente lucida,
ottimista, euforica, benessere, acquolina in bocca, assenza di qualsiasi
sintomo sgradevole, una sensazione diffusa nella bocca, nella gola e nello
stomaco che si inarca come per aspirare.
È un peccato mangiare prima di avere veramente fame.
Lo stomaco si ritrova adesso contratto e non disteso dal
pasto precedente. Allora si può mangiare ciò si desidera mangiare, tra gli
alimenti naturali, per calmare la fame e non per riempirsi lo stomaco. Con
questa quantità frugale, si dovrebbe normalmente raggiungere la sazietà.
Al contrario, se si mangiasse senza fame, lo stomaco sarebbe
ancora disteso dal pasto precedente e si avrebbe tendenza a mangiare molto di
più. Inoltre gli alimenti non procurerebbero tutto il piacere che si attende e
allora si cercherà il piacere attraverso la bulimia!
È raccomandabile mangiare una sola specie di frutta. La
varietà porta alla ghiottoneria.
Il rispetto della fame è il fattore più importante nel campo
della salute, poiché esso regge perfettamente la nutrizione che è alla base di
tutta l'esistenza.
LA FAME E IL DIGIUNO
Si pensa correntemente che le persone che digiunano hanno
fame tutto il tempo.
Quelli che digiunano non hanno fame. Hanno perfino delle
nausee, la bocca cattiva, l'alito fetido, la lingua secca, una sete talvolta
intensa, … niente che somigli alla vera fame.
È vero che all'inizio di un digiuno si possono avere ancora
delle contrazioni ritmiche alle ore dei pasti, per abitudine, per un giorno o
due, raramente di più. Poi la fame scompare per lungo tempo. Allora il corpo si
rivolge verso le abbondanti riserve. È il caso di quelli che sono molto
intossicati e malandati.
La vera fame persisterebbe e si accentuerebbe se non la si
soddisfacesse, però qualora la si ignorasse qualche po', essa cesserebbe di
manifestarsi e il corpo si volgerebbe verso le sue riserve.
Secondo Mosséri, bisogna utilizzare la stabilizzazione del
peso come metodo oggettivo e concreto per decidere l'interruzione del digiuno.
BISOGNA ATTENDERE LA FAME PER INTERROMPERE IL DIGIUNO?
Secondo Mosséri, bisogna interrompere il digiuno quando si
manifestano segni di inanizione, anche se il peso non fosse sceso al limite
minimo.
Altre volte si manifestano dei vomiti tutti i giorni. Se
sopraggiungevano dopo il 20° giorno, Mosséri interrompeva il digiuno per non
avere complicazioni (confusione mentale). A volte il malato vomita qualsiasi
succo di frutto e di verdure. In questo caso Mosséri dava un brodo vegetale,
che veniva accettato bene.
Digiunare senza una sorveglianza qualificata è un'impresa
pericolosa e mortale in questo caso.
Non bisogna mai immaginarsi che un medico possa sorvegliare
un digiuno correttamente. Non ha esperienza in tale campo.
È preferibile interrompere il digiuno dal termine della
prima fase e passare al semi-digiuno che rilancia l'eliminazione stazionaria.
CAPITOLO 7
LE CARENZE
LE CARENZE DURANTE IL DIGIUNO
Si afferma che il digiuno può instaurare delle carenze
nell'organismo, allora certi clinici in Germania iniettano ai loro pazienti
vitamine artificiali oppure servono loro dei succhi di frutta o degli ortaggi
crudi per evitare queste carenze.
Ma non vale la pena di pensarci fin dall'inizio, quando il
corpo trabocca di riserve, poiché, in generale il corpo possiede delle riserve
di vitamine e di sali minerali che possono durare settimane.
Quando queste riserve cominciano a esaurirsi a poco a poco,
sarà indicato dal ristagno del peso, poiché il peso perduto è bruciato e serve
all'eliminazione degli scarti, con l'aiuto di vitamine e di altre riserve
essenziali.
Così, il peso comincia a stagnare per 3 o 4 giorni dopo 2/3
settimane di digiuno. poi il corpo si arrangia per fabbricare gli elementi
mancanti riciclando gli elementi presenti.
Allora, l'eliminazione riprende come pure la caduta del
peso. E dopo parecchi giorni, è una seconda stabilizzazione del peso che si
annuncia e allora si passa alla seconda fase del digiuno, quella delle carenze
e bisogna instaurare il semi-digiuno per permettere al corpo di proseguire
l'eliminazione.
LE CARENZE PRIMA DEL DIGIUNO
Il signor B. soffriva di un'anemia grave e cronica e i
medici - dopo avergli iniettato invano il ferro coi medicinali - lo avevano
dichiarato incurabile. Gli consigliarono di andare a vivere in campagna, in
mancanza di ciò i suoi giorni erano contati, ma ciò non migliorò la sua anemia.
Poi andò da un naturopata che gli prescrisse estratto di carciofo, ricco di
ferro, ugualmente senza risultato.
Infine andò da Mosséri per iniziare un digiuno sorvegliato
di 40 giorni. Per 40 giorni, non bevve che acqua pura. La sua anemia avrebbe
dovuto aggravarsi. Al contrario, dopo il digiuno l'analisi del sangue rivelò un
numero di globuli rossi del tutto normale!
Cinque anni sono passati da allora e ciascun anno egli
ricomincia le sue analisi del sangue per ritrovare un numero sempre normale di
globuli rossi. Non soltanto il digiuno di 40 giorni non ha aggravato la sua carenza
in ferro, ma essa si è trovata colmata.
Evidentemente, egli aveva ferro nelle sue riserve,
proveniente dagli alimenti che egli aveva digerito e assorbito, ma che non
aveva assimilato.
Non dimentichiamo che l'intossicazione del corpo impedisce
l'assimilazione degli elementi utili e necessari. Se il digiuno troppo lungo
produce delle carenze niente affatto provvisorie, la disintossicazione permette
in fin dei conti di colmarle.
Non occorre ricercare gli alimenti biologici più ricchi in
vitamine, in sali minerali, ecc.ma un potere digestivo e un potere di
assimilazione forti per ricavare beneficio dagli alimenti meno ricchi, a
condizione che essi siano crudi o quasi.
La moda attuale negli ambienti naturopatici, sono le carenze
di magnesio che si cerca di evitare o colmare, ma è esattamente lo stesso
problema delle carenze di ferro o di calcio.
LE CARENZE DOPO UN LUNGO DIGIUNO
Un digiuno lungo produce certamente delle carenze, ma esse
sono del tutto normali e provvisorie.
Se si vogliono fare delle analisi, ciò che Mosséri
sconsigliava sempre, bisogna attendere parecchi mesi dopo un digiuno.
CAPITOLO 8
I MEDICINALI E IL DIGIUNO
LE COMPLICAZIONI POSSIBILI
Chi inizia un digiuno subito dopo avere interrotto dei
medicinali deve attendersi delle complicazioni.
Mosséri ha avuto tanti fastidi di tutte le specie in certi
malati (depressione, crisi mentale acuta, pianti, urla, ecc.) che rifiutava chi
vuole interrompere i medicinali presso la casa di digiuno, per digiunare subito
dopo.
Alcuni digiunatori hanno sanguinato durante il digiuno:
avevano preso degli anticoagulanti, precedentemente.
Mosséri aveva avuto due emorragie fatali in soggetti
sofferenti di ulcera del duodeno.
Secondo lui, oggi si abusa di due cose molto nocive, per i
tessuti del canale alimentare. sono i raggi X e il radio, poi l'aspirina.
Infatti si usano sempre più i raggi X come mezzo di diagnosi, il che deteriora
i tessuti gastrici e intestinali che si disaggregano agevolmente e ciò
impedisce la cicatrizzazione.
È lo stesso per l'aspirina e tutti i medicinali a base di
salicilati, quali Alka Seltzer, Bufferin, Anacin, ecc. Un certo numero di
medici, tra quelli che hanno tendenze psicosomatiche, prescrivono tranquillanti
(il Librium, il Valium, il Mogadon, ecc.) in luogo dell'aspirina per gli
ulcerosi, ma si può essere certi che ciò porterà a danni nervosi e
all'intossicazione, come avviene per i drogati.
Shelton pensava che bisogna essere prudenti con gli
epilettici e tutti i nevrotici che hanno subito per mesi e anni gli elettrochoc
e che hanno preso medicinali calmanti (e coloro che hanno preso l'LSD), non
andando oltre i 15 giorni di digiuno poiché tali malati potrebbero sviluppare
crisi da poche ore a tre settimane. Mosséri esigeva da tutti quelli che
assumevano medicinali che li abbandonassero progressivamente a casa loro.
Raccontava nel suo libro due casi (qui non riportati) di
crisi violente, poi risolte positivamente nella sua casa di cura.
I LASSATIVI PER ANNI
Gli intestini che erano stati forzati a lavorare, senza
riposo, per tutti questi anni, cominciarono a riposarsi durante il digiuno.
Alla fine del digiuno e del semi-digiuno, si potrebbe avere
un certo ritardo ad evacuare. Ciò può durare fino a tre settimane. Non bisogna
inquietarsene né spaventarsi. Le razioni devono restare moderate e non bisogna
aumentarle finché le prime feci non sono uscite. Se si forza sul cibo, gli
intestini si ingombrano e provocano qualsiasi genere di malesseri addominali.
I costipati hanno una battaglia da vincere. È di lasciare,
dopo il digiuno, i loro intestini funzionare da soli, senza aiuto, senza
lassativi. I clisteri e le supposte di glicerina possono aiutare
psicologicamente, nient'altro. Con molta pazienza essi vinceranno questa
battaglia. Ma se tornano ai loro lassativi sono perduti!
I soggetti che hanno preso tutti i giorni per anni dei
medicinali per i loro intestini, (lassativi, chimici o sotto forma di tisane,
medicinali contro le amebe, ecc.) hanno spesso delle complicazioni molto
dolorose al momento di interrompere il digiuno.
La mucosa dei loro intestini, raschiata e privata per anni
di qualsiasi flora intestinale finisce per deteriorarsi e non più compiere le
sue funzioni di stoccaggio delle feci. Allora queste si incollano alle pareti
secche del colon e si forma un tappo secco molto duro difficile da sloggiare. I
premiti sono molto dolorosi e possono durare da giorni a settimane e perfino
per mesi se non si risolvono rapidamente. Essi si presentano ogni dieci minuti
e spossano completamente il soggetto. Bisogna staccare questi tappi incollati
con l'aiuto di un dito che indossa un guanto chirurgico.
Non è necessario andare tutti i giorni di corpo, quando ci
si nutre moderatamente. Il corpo può recuperare il ritardo.
I costipati hanno sempre ottenuto, sotto la sorveglianza di
Mosséri, dei risultati spettacolari col digiuno.
L'INSULINA
I diabetici che hanno preso, per lunghi anni, insulina o un
altro sostituto, non possono interromperli bruscamente, pur nutrendosi, poiché
il loro pancreas si è atrofizzato. Ma se essi li hanno presi solo per qualche
mese, fino a uno o due anni, allora possono interromperli modificando
simultaneamente la loro alimentazione.
Quanto ai diabetici che vogliono digiunare, possono
interrompere tali medicinali ma dovranno riprenderne (molto meno) quando
riprenderanno a mangiare. Devono essi stessi fare analisi tutti i giorni, per
assicurarsi di non superare la dose d'insulina.
Bisogna studiare questo argomento sul libro L'anti medicina
di Mosséri.
L'ASPIRINA
Bisogna assolutamente interrompere e subito, tutti i rimedi
contro il mal di testa, perfino se essi raddoppiano d'intensità e diventano
intollerabili. Essi non dureranno tuttavia troppo a lungo, può darsi alcuni
giorni tutt'al più. Bere molta acqua per rigettare nelle urine le tossine che
disturbano il sistema nervoso e che si trovano nel sangue.
L'aspirina è un veleno che produce le emorragie e le ulcere,
essa allevia i mal di testa, ma apparentemente, poiché restano soggiacenti.
Esistono molti altri sostituti dell'aspirina, che bisogna
pure interrompere.
GLI ANTIBIOTICI
Gli antibiotici sono medicinali che interrompono
l'eliminazione naturale dell'infezione. Allora questa resta nel corpo e finisce
col produrre un'intossicazione generale che il corpo cercherà di rigettare con
febbri, bronchiti, malattie della pelle, ecc. i mal di reni sono frequenti in
seguito.
A forza di aiutare il corpo contro l'infezione, le difese
naturali finiscono per crollare e portare all'AIDS.
Bisogna interrompere tutti gli antibiotici e cambiare dieta.
Dopo una preparazione più o meno lunga, si potrà considerare una cura di
digiuno.
Più antibiotici si sono presi, più la preparazione deve
essere lunga: da parecchie settimane a parecchi mesi.
Il digiuno elimina l'infezione e i virus scompaiono da soli.
I virus e i microbi non sono la causa dell'infezione, ma la
loro conseguenza.
In caso di ferita, bisogna assicurare il drenaggio
quotidiano della ferita. Iniziare il digiuno immediatamente, senza antibiotici.
Nessuna infezione si svilupperà, poiché essa sarà eliminata dalle urine scure,
dall'alito fetido, ecc.
In caso di febbre, e qualunque sia il suo innalzamento,
avviare subito il digiuno senza antibiotici, a letto, al caldo. Non lasciare il
letto. Una febbre elevata non è mai pericolosa (il corpo non si suicida), se si
rispettano le necessità fondamentali della vita, se si lascia che il corpo
agisca a modo suo, senza ostacolarlo con prodotti chimici o altri mezzi contro
natura.
La febbre è il mezzo che la natura istituisce per eliminare
gli scarti tossici. La natura conosce i suoi limiti e non li supererà mai.
La natura ha i suoi meccanismi che impediscono alla febbre
di passare i suoi limiti di sicurezza. Il pericolo sarebbe piuttosto
l'ingerenza esterna. Studiare questo argomento nel libro "Il gulag
dell'AIDS" di Mosséri.
LE OPERAZIONI PRIMA DEL DIGIUNO
Quelli che hanno subito un'operazione, secondo Shelton,
potrebbero avere degli inconvenienti. Mosséri permetteva loro di digiunare m
con molto prudenza e a patto che la loro salute non sia troppo rovinata. In
questo caso, Mosséri limitava molto l'alimentazione, ad esempio a solo due mele
il giorno e non ha mai avuto problemi.
Secondo Shelton, una signora che aveva subito un'operazione
con la quale i suoi seni erano stati riempiti con una sostanza plastica, per
renderli più belli avrebbe potuto avere una reazione di rigetto, ma poi la
donna rinunciò.
I polmoni e i reni sono degli organi di epurazione, sono
degli emuntori, che devono essere in buono stato affinché si possa
intraprendere un lungo digiuno.
Infine il digiuno affretta la cicatrizzazione delle ferite.
I MEDICINALI DURANTE IL DIGIUNO
Durante il digiuno, i medicinali hanno un effetto più
pronunciato che se si mangiasse.
Io ho avuto degli insonni che prendevano sonniferi, di nascosto,
durante il loro digiuno. La loro cura fu uno scacco totale, e non potettero
liberarsi della loro insonnia.
Per contro, quelli che non hanno mai imbrogliato, quelli che
hanno potuto sopportare parecchie notti d'insonnia durante la loro prima
settimana di digiuno, si sono visti ricompensare e hanno ritrovato poco a poco,
e perfino talvolta in un solo colpo, il sonno da lungo tempo atteso.
Bisogna sapere che i medicinali diminuiscono
considerevolmente il potere digestivo e non si può più digerire niente. Anche
il cioccolato, le noci diverse, ecc., diminuiscono il potere digestivo. Non si
può più digerire nulla i giorni seguenti, si dimagrisce, ci si indebolisce, si
ha sempre fame...
GLI SCIOPERANTI DELLA FAME
Si è sentita alla radio e si legge sui giornali la storia di
un certo Roland Agret che digiuna da 40 giorni, per chiedere la revisione del
suo processo.
Secondo i dettagli di questi bollettini di informazione,
egli non pesava più che 51 chili, beveva caffè, prendeva una pappa al
cioccolato, delle fleboclisi che non rifiutava sempre, non mangiava niente, ma
accettava i "medicinali necessari al mantenimento della sua
lucidità", secondo quello che si diceva… avrebbe così perso 33 chili in 40
giorni.
Non si possono perdere 33 chili in 40 giorni di digiuno,
tutt'al più 20 chili, ma se fosse vero si dovrebbe attribuirlo ai medicinali,
che il corpo si esaurisce ad eliminare, al consumo di caffè durante il digiuno
che intossica il corpo e che pure deve essere eliminato, a prezzo di
considerevoli perdite di energia, alla tensione mentale, al sovraffaticamento
nervoso, alla stanchezza e all'agitazione che sono la legge di uno scioperante
della fame, tutto il tempo attorniato da giornalisti, da parenti inquieti, da
poliziotti snervanti, da medici ignoranti e che non hanno alcuna esperienza in
materia, quali che siano i loro titoli, da giudici e avvocati spaventati.
SI POSSONO CESSARE BRUSCAMENTE I MEDICINALI PRIMA DEL
DIGIUNO?
Tutti i medicinali sono dei veleni che bisogna cessare prima
di iniziare a digiunare. Durante il digiuno il corpo è molto sensibile e i
medicinali gli sono più nocivi di quando si mangia.
I medicinali, il caffè, il tabacco, le purghe hanno un
effetto devastatore durante il digiuno, effetto più nocivo che se (NON?) si
digiunasse.
Le persone che prendono i medicinali tutti i giorni,
regolarmente da anni, devono ridurli progressivamente, fino a poterli
interrompere totalmente, prima di iniziare un digiuno. Se, invece, li
interrompono appena prima di iniziare un digiuno dovranno attendersi tutti i
tipi di noie.
MEDICINALI DA CESSARE PRIMA DEL DIGIUNO
SUBITO.................PROGRESSIVAMENTE
Lassativi................Tranquillanti
Anticoagulanti….....Ormoni (salvo la pillola)
Sonniferi Aspirine...Insulina
Antibiotici…...….....Cortisone
Rimedi:
-....del cuore
-....dei reni
-....contro la bronchite
-....contro l'anemia
-....contro il cancro
-....contro l'AIDS
-....per la pelle
-....per gli occhi
-....per l'udito
-....per il sangue
-....per i nervi, lo stomaco, gl'intestini
-....la respirazione
-....le vitamine artificiali
-....la pillola contraccettiva
Si vede dunque che si possono cessare bruscamente i
medicinali, con rare eccezioni. Non si guadagna nulla ad avvelenarsi, anche se
si riducono progressivamente le dosi.
Perché si teme tanto di cessare improvvisamente i
medicinali? Si temono semplicemente le reazioni violente dell'organismo, ma si
ignora che tali reazioni sono dei sintomi di eliminazione.
Per esempio, il fumatore che interrompe di fumare si sente
male, nervoso, irritabile, poiché l'eliminazione del tabacco produce tutti
questi sintomi. Deve bere molta acqua per attenuarli.
Chi smette di bere il caffè si sente abbattuto, stanco.
Sente un'emicrania sorda, una mente confusa, idee tetre, pessimiste,
depressione, ma non sono che sintomi di eliminazione. Si possono attenuare
bevendo molta acqua.
L'ADATTAMENTO AI VELENI
Vediamo un poco ciò che si produce quando si è preso per
anni un medicinale o una droga qualsiasi.
Consultiamo le leggi N.° 10/11 nel mio libro "Le leggi
della Natura Vivente":
LEGGE N.° 10 o LEGGE DELL'ADATTAMENTO MALBIONOMICO o TOLLERANZA
PATOLOGICA
ENUNCIATO: Il comportamento dell'organismo vivente verso gli
stimoli esterni è un comportamento istintivo, il cui motivo è l'istinto di
conservazione. Questo comportamento si adatta a tutte le influenze che non può
distruggere, controllare o evitare.
LEGGE N.° 11 o LEGGE SUI MEZZI DELL'ADATTAMENTO MALBIONOMICO
o TOLLERANZA PATOLOGICA
ENUNCIATO: L'adattamento a qualsiasi influenza nociva è un
adattamento malsano, che si compie sempre, nel corpo, con dei cambiamenti che
si allontanano dall'ideale e finiscono con la degenerazione.
Ad esempio chi beve abitualmente del tè, finisce con l'avere
una mucosa dello stomaco tannata come il cuoio. È il mezzo della natura per
proteggersi contro il tè e di impedire, finché è possibile, il suo assorbimento.
Si conosce l'esempio di chi si abitua all'arsenico, al
tabacco, alla droga, ecc. Questo adattamento si compie sempre con dei
cambiamenti tissulari che si allontanano dall'ideale, come il cancro dei
polmoni, l'ulcera dello stomaco, il crollo delle difese immunitarie, ecc.
Da quando si cessano i medicinali e le droghe, il corpo non
ha più bisogno dei mezzi di difesa che egli ha istituito per proteggersene e si
mette a dislocarli a poco a poco. D'altra parte questa eliminazione si produce
con delle reazioni spesso violente dell'organismo, - violente ma benefiche. La
violenza delle reazioni dipende dalla vitalità del soggetto. Più si ha vitalità
e più si reagisce fortemente.
L'ALCOL
Tutti sono d'accordo nel pensare che l'alcol può essere
interrotto immediatamente con profitto. Esistono anche dei centri di
disintossicazione in cui gli alcolisti sono diretti, spesso a forza, ad
interrompere l'alcol e a perderne l'abitudine. Quando un alcolista cessa di
bere, tutta la sua famiglia ne è sollevata. L'alcol, era la disgrazia, ma
nessuno di loro si è curato di andare da Mosséri.
IL TABACCO E LE DROGHE
Shelton faceva cessare immediatamente le droghe e il tabacco
per i suoi digiunatori con successo e senza problemi. Mosséri non ha mai avuto
drogati che desiderassero interrompere la droga digiunando. Viceversa ha avuto
dei fumatori che non ebbero alcuna difficoltà a smettere il tabacco
improvvisamente prima di digiunare. La voglia spariva dall'inizio. Io permetto
a quelli che hanno delle difficoltà all'inizio, di fumare raramente, fuori
dalla casa. Non insisteva, poiché essi lo comprendevano e in alcuni giorni essi
smettevano.
Un drogato che cessa di prendere la sua droga comincia a
sentire subito i sintomi sgradevoli dell'eliminazione. È in qualche modo una
depressione nervosa penosa, angoscia, paura, ansietà, lacrime, fegato attivo e
doloroso, lingua carica, cattiva, mal di testa, idee pessimiste, urina carica,
ecc.
Bisogna sostenere moralmente queste persone durante questi
periodi e farli pazientare. La crisi passa in alcune ore, un eccesso d'acqua
può attenuare molto le sofferenze trascinando i veleni, il tabacco le droghe,
nelle urine cariche.
Queste crisi sopraggiungono soprattutto dopo mezzanotte.
Esse si allentano nel pomeriggio.
GLI ANTICOAGULANTI
Dal momento in cui si comincia a fare la preparazione in
vista di un semi-digiuno bisogna cessare totalmente gli anticoagulanti.
D'altra parte, il corpo può sciogliere un coagulo meglio
degli anticoagulanti. Questi medicinali pericolosi non sono necessari, in alcun
caso. La loro interruzione deve coincidere con un cambiamento radicale di
dieta, se non un semi-digiuno.
È forse opportuno evitare un digiuno integrale, per non
sovraffaticare il cuore con un'eliminazione intensa. Un semi-digiuno sarà
sufficiente per cominciare. Mosséri ha avuto un uomo anziano che prendeva gli
anticoagulanti. Dal primo giorno e prima di cominciare a digiunare, cominciò a
sanguinare dal naso senza interruzione.
È sicuro che il digiuno disintossica il sangue e lo rende di
conseguenza meno vischioso e più leggero. Il rischio di fare un coagulo
pericoloso diminuisce considerevolmente durante e dopo un digiuno.
La preparazione che precede il digiuno, è la migliore
prevenzione. Possono curarsi da soli, a casa loro, assumendosene la
responsabilità.
I RICOSTITUENTI CARDIACI
Non si guadagna nulla prendendo, anche in dosi minuscole,
dei ricostituenti del cuore. Bisogna interromperli d'un colpo, e sopportare gli
inconvenienti che si possono provare: disturbi digestivi, vomiti, debolezza,
polso irregolare, ecc. Tutti questi disturbi sono provvisori e rappresentano
un'eliminazione. Le emozioni e le contrarietà sono da bandire.
La nonna di Mosséri aveva una debolezza cardiaca, le fu
prescritto un ricostituente cardiaco: coramina, digitalina, o un altro veleno
del genere, In capo a uno o due giorni, il cuore si esaurì ed ella morì.
Sarebbe stato piuttosto necessario economizzarle, riducendo il consumo di
energie in tutti i campi: digestivo (digiuno), muscolare (riposo a letto),
posizione orizzontale, sensoriale (calma, silenzio), emotivo (serenità),
termico (assicurare un calore normale e moderato), - sessuale (evitare i consumi
da questo lato).
La debolezza e la prostrazione incontrate quando si
sospendono bruscamente gli stimolanti sono dei segni di recupero e di
rilassamento, senza pericolo. Il danno sarebbe piuttosto nell'attività e la
forza apparente che esaurisce le ultime riserve, prima del crollo mortale.
Il cuore è un muscolo che lavora senza pausa. Col digiuno
esso rallenta un poco il suo ritmo per riposarsi. Però il digiuno fa sentire
deboli i malati di cuore, ed essi ne hanno paura, poiché non capiscono che
questa debolezza è provvisoria ed è la migliore garanzia contro il
sovraffaticamento e una nuova crisi.
I SONNIFERI
I sonniferi devono essere interrotti d'un solo colpo. Non
c'è alcun pericolo ad interromperli bruscamente. Più si ritarda questa
interruzione più si allontana il sonno normale, che ritorna in meno di 8 giorni
di digiuno.
Mosséri ha visto sempre guarire gli insonni col digiuno.
salvo quelli che imbrogliano e prendono i sonniferi.
Malgrado che non si dorma i primi giorni, ci si alza al
mattino riposati.
Il sonno che i sonniferi provocano è piuttosto uno stupore,
un torpore. I nervi sono storditi, come da un colpo di manganello.
I TRANQUILLANTI
Al contrario dei sonniferi, i tranquillanti vanno interrotti
progressivamente, tre mesi prima di iniziare a digiunare.
L'interruzione brusca può causare delle crisi violente che
richiedono la camicia di forza.
CAPITOLO 9
IL DIGIUNO NON È UN RIMEDIO
È un'igiene
Il digiuno non deve essere considerato come un rimedio, ma
come un riposo fisiologico.
L'unico rimedio degno di questo nome è la soppressione della
causa e non c'è posto per alcun altro rimedio.
I rimedi non esistono altrimenti si potrebbero sopprimere
gli effetti senza sopprimere la causa.
Il ristabilimento si ottiene dopo un periodo di recupero e
di eliminazione favoriti dal digiuno.
Le medesime cause hanno sempre i medesimi effetti, a parità
di altre cose. Finché la causa sussiste, l'effetto sussiste. Per sopprimere un
effetto (malattia) bisogna sopprimere le cause.
Non occorre cercare di curare la malattia, poiché è la
malattia che guarisce il malato! Sarà sufficiente pazientare, di sopprimere la
causa e la malattia terminerà. Il digiuno può aiutare, niente di più.
Da che cosa la malattia guarisce il malato? Lo guarisce
dalle sue cattive abitudini e dai suoi vizi. Se egli modifica le sue abitudini,
non avrà più bisogno di questa malattia ed essa se ne andrà come è venuta.
I sintomi della malattia, anche se prendono la forma di
crisi nervosa, di depressione, di febbre, sono sintomi di eliminazione. Più si
elimina e meglio è, a condizione di non riapprovvigionare il corpo di scarti,
col mantenimento di abitudini malsane, caffè, vino, formaggi fermentati,
tabacco, carne, pesce, ecc.
Il corpo compie meraviglie di ristabilimento, nelle
condizioni di astinenza, che non può compiere in condizioni di riempimento.
BISOGNA CERCARE UN RIMEDIO?
Bisogna allontanare dalla nostra mente l'idea che esista un
rimedio da qualche parte, e che ci sarà sufficiente cercarlo. Il ristabilimento
è un processo biologico, non è un'arte.
È un processo dell'organismo vivente come la respirazione,
la digestione, la circolazione sanguigna, l'escrezione, la proliferazione
cellulare o l'attività nervosa. È un processo incessante, altrettanto costante
quanto la rotazione della Terra intorno al suo asse. L'uomo non può copiarlo,
né imitarlo, né sostituire questo processo. Tutte le medicine, chimiche o
naturali, sono fraudolente.
IL DIGIUNO NON È TERAPEUTICO
Il digiuno non è una misura terapeutica.
Il digiuno è un periodo di riposo fisiologico, un periodo di
attività molto ridotta, durante il quale può fare ciò che non può fare in un
periodo di attività o di pienezza.
Bisogna guarire la malattia sopprimendone la causa, poi
digiunare per aiutare il corpo a ristabilirsi.
CAPITOLO 10
L'ENERGIA NERVOSA, L'ELIMINAZIONE E IL DIGIUNO
SI PUO' ELIMINARE ATTIVANDOSI?
L'organismo non può eliminare che con l'energia nervosa.
Ora, l'eliminazione degli scarti necessita, anch'essa, di energia nervosa. Come
nella vita corrente, questa energia è consumata in tutti i campi muscolare,
digestivo, nervoso, mentale, sessuale, ecc. la tossiemia si accumula per
mancanza di eliminazione adeguata.
Ecco perché bisogna ridurre il consumo di energia un poco
dappertutto affinché essa sia utilizzata di più nella via dell'eliminazione. Il
digiuno è un riposo fisiologico.
Di conseguenza, chi digiuna ma continua la sua occupazione
quotidiana, senza restare a letto fallisce il suo scopo ed elimina assai poco.
Bisogna restare a letto quasi tutto il tempo come all'ospedale.
Il riposo fisiologico comprende anche quello del sistema
digestivo, del cuore, della circolazione, del sistema nervoso e ghiandolare,
respiratorio, muscolare e delle attività mentali. Durante questo riposo, gli
organi del corpo possono riparare le loro strutture e riguadagnare la loro
forza muscolare.
Tutti gli organi si riposano durante il digiuno salvo quelli
dell'eliminazione che lavorano doppiamente. Si osserva, infatti, che l'alito
diventa fetido, il gusto della bocca cattivo, l'urina torbida. I reni rigettano
molte tossine, come i polmoni attraverso la respirazione.
IL TUBO DIGESTIVO DIVENTA UNA PATTUMIERA
Il canale digestivo è spesso requisito per svolgere dei
compiti di eliminazione supplementare. Infatti, si incontrano in parecchi
digiunatori sputi continui e abbondanti. Sono i tessuti della bocca che
scaricano delle secrezioni putride, a volte come una fontana. Anche i tessuti
del naso e della gola sono talvolta coinvolti in questo processo di
eliminazione, il quale dura parecchi giorni prima di cessare.
Una bocca fetida indica anche un tubo digestivo fetido. Ciò
è dovuto alle escrezioni che vi sono scaricate durante il digiuno.
Siccome anche la saliva è fetida durante la più grande parte
del digiuno, è probabile che anche le ghiandole salivari aiutino nel lavoro di
eliminazione.
Succede anche di vedere delle urine di colore marrone,
cariche di sabbia, di pus e di sangue, durante il digiuno e soprattutto durante
il semi-digiuno che lo segue.
L'ELIMINAZIONE DURANTE IL DIGIUNO
L'eliminazione durante il digiuno procede per tre canali
principali:
1) attraverso le urine,
2) attraverso i polmoni e la respirazione che brucia una
parte degli scarti,
3) attraverso il tubo digestivo su una decina di metri
circa, nel quale il corpo scarica i suoi scarti come in una pattumiera (alito
fetido).
Si sarebbe tentati, come fanno parecchi medici e naturopati,
di procedere allo svuotamento regolare di tutto il tubo digestivo con delle
purghe, ma esse raschiano le mucose sensibili degli intestini e ledono i loro
delicati tessuti per la vita. I pazienti che le hanno subite ne restano affetti
per sempre. D'altra parte, le purghe non fanno che evacuare delle materie già
eliminate dalle cellule. Infatti, l'eliminazione avviene a livello delle
cellule che rigettano i loro scarti nel sangue o negli intestini.
PER UNA GIOIA ESUBERANTE
Il digiuno è una grande preparazione per una vita rinnovata,
più abbondante, più significativa e più sensata. È il primo passo necessario
per coloro che vogliono riprovare la gioia esuberante nella vita, che i nostri
primi antenati avevano conosciuto anticamente.
Per riguadagnare tale condizione, bisogna che noi puliamo il
corpo e lo sbarazziamo dei detriti che si sono accumulati attraverso una vita
malsana.
Il digiuno è uno dei mezzi di purificazione organica per
ristabilire il vigore e l'integrità spontanea originale.
CAPITOLO 11
QUANTO TEMPO DIGIUNARE, DOVE E QUANDO? QUANTO TEMPO
DIGIUNARE?
Dopo aver consultato tutti gli specialisti, dopo aver
seguito tutti i trattamenti medici e naturopatici, dopo aver perso anni ed anni
nel voler provare tutto, i malati vanno, in ultima risorsa, a vedere un
igienista e gli fissano un ultimatum di guarirli in 15 giorni di digiuno,
quando hanno impiegato 15 anni di vita malsana per sviluppare le loro malattie.
Oppure domandano quanto tempo occorrerà per guarire: ciò
dipenderà dalla tossiemia, dallo stato di salute o di malattia talmente
variabile da una persona all'altra, dalle loro reazioni spesso opposte.
La lunghezza della cura dipende invariabilmente
dall'eliminazione, cioè dal gusto della bocca, dell'alito, del colore delle
urine, quello della lingua soprattutto. Finché la rimane colorata, finché il
sapore della bocca rimane infetto al risveglio, la cura deve essere proseguita,
a condizione di disporre del tempo necessario.
Non si può eliminare in due settimane una tossiemia che ha
impiegato 20 anni ad accumularsi.
Se se ne ha tutto il tempo, sarebbe stupido accorciare la
cura prima della disintossicazione totale del organismo, la quale si manifesta
con una lingua divenuta rosa, un sapore gradevole al risveglio, ecc.
I naturopati senza esperienza raccomandano un digiuno corto
e si oppongono ad una cura lunga, ma così alcune persone non raggiungeranno mai
una buona salute, né la guarigione dai loro mali, neanche con una serie di
digiuni corti.
Un giovanotto di 25 anni soffriva di artrosi cervicale
tenace, con dei dolori permanenti alla nuca e altrove nel corpo. Fece parecchi
digiuni corti durante un anno, totalizzando 56 giorni, ma senza risultato.
Invece, con un digiuno di 30 giorni di digiuno all'acqua seguito da 30 giorni
di semi-digiuno la sua artrosi fu totalmente eliminata, come pure tutti i
dolori.
Tuttavia l'igienista dirà solo raramente a un digiunatore
che egli ha bisogno di un digiuno lungo, ma piuttosto che sarà guidato dagli
sviluppi giorno per giorno.
Non sempre si può fissare il giorno in cui si può rompere il
digiuno poiché quel giorno potrebbe il corpo fare una forte crisi, e allora non
bisognerebbe interrompere il digiuno.
DOVE BISOGNA DIGIUNARE?
L'animale che digiuna si ritira in un angolo tranquillo,
lontano da qualsiasi agitazione. I ritiri religiosi servono spesso uno scopo
identico, ma su un altro piano.
Per l'essere umano il luogo migliore è una stanza
tranquilla, tra altri digiunatori, lontano dalle tentazioni e sotto una
sorveglianza qualificata, in compagnia di altri digiunatori.
A casa propria vi sono le tentazioni, l'ostilità dell'ambiente,
il rischio di finire all'ospedale, proprio il luogo che si vuole evitare, o
anche più in alto! L'esperienza del digiuno non viene dalla lettura di un
libro, soprattutto quando si è malandati. Essa è acquisita dal professionista
in parecchi anni, quando sorveglia centinaia di digiunatori, di qualsiasi età e
di salute differente. Il digiuno non è un self-service. Per condurre bene una
cura di digiuno, occorre l'assistenza di uno specialista, poiché perfino uno
specialista può ingannarsi, a maggior ragione un profano che in materia ha solo
delle conoscenze libresche
PER LE PERSONE SANE.
Le persone in buona salute possono digiunare da sole, a casa
propria, senza sorveglianza particolare.
Per sapere se si è in buona salute, si digiunerà alcuni
giorni:
1) se non si sente niente di particolare, niente nausee,
niente palpitazioni, niente lingua carica, niente cattivo gusto al risveglio,
niente vertigini, niente sete intensa, niente nervosismo, niente mal di testa,
niente rutti, ecc. è perché si è sani, L'atleta in perfetta salute può
digiunare 25 giorni come se saltasse un solo pasto, senza essere minimamente
indisposto.
2) ma se si prova l'uno o l'altro di tali sintomi è perché
si è intossicati e malandati.
Ecco lo specchio della vera salute. Il digiuno svela il vero
stato della salute. È un test più valido degli esami di laboratorio, delle
analisi.
QUANDO DIGIUNARE?
Non c'è stagione speciale per digiunare. Col tempo la
tossiemia si accumula ed è preferibile digiunare non appena è possibile, senza
attendere che serve solo a intossicarsi di più a meno di seguire una dieta
stretta di legumi (?)e ortaggi senza nient'altro in aggiunta.
CAPITOLO 12
L'INCREDIBILE DIGIUNO DI OSHAWA O COME NON DIGIUNARE
Quelli che digiunano senza una sorveglianza qualificata, -
salvo quelli che sono in buona salute - possono commettere un numero di errori
incredibili, che possono portare al fallimento.
Per un malandato, ancora più per un malato grave, digiunare
senza una sorveglianza qualificata rivela dell'incoscienza e del dilettantismo.
Ce se ne rende conto subito quando l'esperienza fallisce, come avviene il più
spesso.
Infine bisogna essere un superuomo per non cedere alle
tentazioni dopo il digiuno. In quel momento non si riflette che con lo stomaco!
Si tratta di un "digiuno" di 60 giorni, intrapreso
dal celebre G. Oshawa, iniziatore della macrobiotica.
Nel corso di questo lungo viaggio, mancò poco che morisse
due volte, in occasione del suo soggiorno in Africa: la prima a causa di una
malattia misteriosa, durante la traversata dell'Africa centrale, la seconda
volta a causa delle ulcere.
Un'ulcera non si produce dall'oggi al domani. È piuttosto il
risultato di un cattivo regime, seguito a lungo, e che finisce per ledere la
mucosa stomacale, cioè i condimenti come il pepe, la mostarda, il sale in
eccesso, gli alimenti azotati acidificanti (carne, pesce, uova, noci).
C'era anche questa malattia qualificata
"misteriosa".
Ebbe una forte febbre, ma andò soffrendo terribilmente
mentre attraversava 2.500 km nella giungla in vettura, istruiva molti malati e
dava conferenze."
Il dottor Shanna, in India, ebbe una forte febbre, ma
continuò a viaggiare, a dare conferenze…finché ne morì. Non soltanto il riposo
è fondamentale durante la febbre ma anche durante il digiuno. Ecco dunque un
errore che tanti digiunatori commettono.
In breve, ecco, ancora degli estratti presi dal giornale di
sua moglie.
Oshawa ebbe una forte febbre e non potette mangiare nulla,
cambiò casa, accettò un invito a 50 km. Ritornò in serata mortalmente stanco.
L'indomani rese visita a un francese nella jungla, ma soffrendo al punto di
svenire o quasi. La moglie gli fece inghiottire una cucchiaiata di gomasio, una
di loto, a forza."
Che follia dare qualcosa a forza a un febbricitante, invece
di tenerlo a letto! Inoltre il gomasio è salatissimo perché un malato possa
sopportarlo. Ritornarono a Dar es Salam, a dispetto della sofferenza di Oshawa
con una marcia forzata di 120 miglia. Poi resero visita a M.X. Di nuovo
invitati da M.X., sulla strada dovettero tornare indietro poiché il dolore e il
tremore non cessavano… alle 14 si manifestò una crisi violenta. Oshawa bevve un
bicchiere di whisky e allora apparve un dolore al cuore. Tutta la notte furono
delle convulsioni. Poi Oshawa prese una tazza di kouzou e la sua bocca fu
spaventosamente disseccata.
Bisogna essere veramente incoscienti o ignoranti per
mantenere una tale attività durante una febbre, per bere inoltre del whisky e
infine per mangiare una tazza molto salata, che dissecca la sua bocca.
In città prese una tazza di caffè e una torta… la sera egli
soffrì enormemente e il suo polso salì a 125."
Una torta dopo un digiuno di 54 giorni!!
Notare che ogni volta che egli fa una stupidaggine, i
sintomi si aggravano: il cuore, il polso, la febbre, i dolori, ecc.
Non si rendono conto che un digiunatore deve rompere il
digiuno con degli alimenti più sani? più naturali?
Il dolore al cuore ritornò nella notte, come i tremori, i
piedi si gonfiarono, il suo stato si aggravava…ma egli continuava le sue
attività. Comparirono delle nausee, vomitava spesso.
Si vede che questo "digiuno" di 54 giorni non fu
veramente un digiuno, poiché egli prendeva una tazza di questo, una tazza di
quello, whisky, caffè, ecc. e poi il cinema! Improvvisamente, cominciò ad avere
di nuovo l'appetito. Mangiò un buon piattino di pesce che egli consumava
spesso. Era il 54° giorno, ricominciò a soffrire un poco…"
Certo che deve soffrire di nuovo. Non è col pesce che si
interrompe un digiuno! Egli morì dopo questo "digiuno",
evidentemente.
CAPITOLO 13
LA SORVEGLIANZA MEDICA
Quando un digiunatore reclama una sorveglianza medica
classica, fa mostra di un'ingenuità senza limiti.
Infatti, il digiuno non è insegnato in facoltà di medicina.
Durante i primi 3 anni si insegnano le scienze di base, molto valide: biologia,
anatomia, fisiologia. In seguito si insegna la terapeutica, cioè come
sopprimere i sintomi. Così i medici diventano soppressori dei sintomi. Un
medico che non ha mai appreso che cos'è un digiuno non può sorvegliare un
paziente che digiuna, neanche se si qualifica naturopata. Non ha alcuna
esperienza in questa materia.
Salvo eccezioni, i medici che studiano il digiuno, sono
sempre tentati di mescolare medicina chimica e medicina naturale. Il dottor
Bartholet dava ai suoi pazienti una violenta purga ogni 3 giorni. Il dottor S.
faceva bere la loro urina! E il dottor X somministra loro delle
auto-trasfusioni di sangue!
Inoltre è del tutto normale che la pressione arteriosa si
abbassi considerevolmente durante un digiuno lungo. Ora se un medico classico
prende questa pressione in un digiunatore al 25° giorno di digiuno, se ne
inquieterà e trasmetterà la sua inquietudine al paziente.
I MEDICI SONO SOPPRESSORI DI SINTOMI.
Un medico vorrà sopprimere tutti i sintomi che
sopraggiungono durante un digiuno. Ma questi sintomi non sono che dei sintomi
d'eliminazione! Ad esempio, il digiunatore ha un violento mal di testa a causa
delle tossine che ha nel sangue e che i reni in seguito espelleranno.
Il medico sarà tentato di combattere questi mal di testa con
dei rimedi chimici, altrimenti naturali. L'igienista dirà al digiunatore, va
bene, bevete un poco più di acqua per attenuare queste emicranie.
Il digiunatore che urina sangue elimina, attraverso i reni,
delle tossine molto acidificanti, che irritano la vescica. È un'eliminazione
che il medico avrà tendenza a combattere con dei rimedi chimici, altrimenti
naturali. Viceversa l'igienista dirà al digiunatore di bere molta acqua per
lavare i reni.
Il digiunatore che ha una cistite e che sente dei bruciori
urinando, produce un'urina molto acidificante e bruciante. È un'eccellente
eliminazione ma il medico avrà tendenza a combatterla con l'aiuto di
medicinali, o di rimedi naturali se è un naturopata. Viceversa, l'igienista gli
dirà di bere molta acqua.
Il digiunatore prova una grande debolezza durante il digiuno
perché sta ritirando tutta la sua energia per destinarla all'eliminazione. Il
medico sarà tentato di stimolare il soggetto con dei rimedi chimici o altri o
delle autotrasfusioni di sangue ma ciò stimola tutte le funzioni sono
stimolate, il che ritarda l'eliminazione. Questo metodo è utilizzato per
drogare gli atleti di alte competizioni.
I digiunatori che hanno una febbre eliminano scarti che il
corpo brucia ad alta temperatura. il medico sarà tentato di combattere la
febbre con rimedi chimici o naturali antibiotici, ecc. il che arresterà
l'eliminazione.
Lo stesso vale quando il digiunatore che prova nervosismo o
insonnia, vomita o ha delle vertigini, palpitazioni, il respiro difficile, una
violenta crisi di calcoli, o una violenta crisi mentale di follia, o una
paralisi provvisoria, o una confusione mentale provvisoria, o qualsiasi altra
crisi preoccupante, tale digiunatore fa un'eliminazione. Le tossine disturbano
il suo sistema nervoso per un certo tempo. Il medico sarà allora tentato di
arrestare queste crisi con medicinali potenti, se non di inviare il digiunatore
all'ospedale, con tutti i rischi che ciò comporta.
Sono troppo numerosi - per elencarli tutti - i casi in cui
la presenza di un medico in una casa di digiuno è pericolosa
In Germania parecchi medici omeopatici dirigono delle case
di digiuno. Utilizzano il digiuno come mezzo per combattere i sintomi di
eliminazione. Essi non lasciano che i processi naturali seguano il loro corso.
Utilizzano di volta in volta i massaggi, l'omeopatia, l'argilla, l'idroterapia,
l'ozono, gli oligo-elementi, le tisane, le punture e i cachet.
Tutti questi mezzi innaturali esauriscono l'energia del
digiunatore e ritardano l'eliminazione (poiché l'eliminazione necessita di
energia).
Un organismo in buona salute non ha bisogno di massaggi, né
di tisane, né di pillole omeopatiche. I fattori che non sono necessari alla
salute e alla vita, non sono utili né per le persone sane né per i malati.
I TEST DURANTE IL DIGIUNO
Durante il digiuno, questi medici riformisti ricorrono ad un
gran numero di test di laboratorio: sangue, urina, ecc. Ciò impressiona i pazienti.
Tutti questi test non sono necessari.
Tutte queste analisi e la paura dello squilibrio minerale
sono realmente stupide.
BISOGNA SENTIRE IL PARERE DEL MEDICO CURANTE PRIMA DI
DIGIUNARE?
Ella non aveva 30 anni e soffriva di numerosi noduli.
Diagnosi medica: cancro della linfa.
Per un certo tempo, ella seguì un trattamento medico,
malgrado che non le si desse alcuna speranza.
Poi decise di interrompere per provare il digiuno, ma prima
di venire a digiunare sotto la mia sorveglianza, ella stimò corretto di
avvisare il suo medico della sua decisione.
Il medico si oppose e le consigliò di non digiunare, sotto
pena di gravi rischi, affermandole che il suo stato non permetteva una tale
privazione. Insomma il digiuno non può essere sopportato che dalle persone
sane!
CAPITOLO 14
LE CURE DI FRUTTA, LE DIETE E GLI STADI
Le cure di frutti e le diete sono molto utili per le persone
che mangiano come tutti. Ciò allevia il loro stomaco, permette di eliminare un
poco della loro tossiemia e fa loro molto bene.
L'utilità di queste cure risiede nella diminuzione della
quantità di cibo assorbito durante la giornata. Non è l'alimento particolare
che è benefico ma la riduzione alimentare effettuata per mezzo di questa
scappatoia. Questa riduzione riposa tutti gli organi, e più la cura è severa,
più è utile.
Chi fa la cura uvale durante la stagione dell'uva, consuma 1
o 2 chili il giorno e nient'altro.
Altri preferiscono la cura di ciliegie o di arance.
Sono raccomandate anche le cure di banane per dimagrire, ma
le feci diventano voluminose, poiché le banane, fossero anche molto mature,
sono indigeste. Ecco perché si dimagrisce. Mosséri non raccomandava mai questa
cura, poiché un alimento che non è digerito finisce con l'ingombrare il corpo e
stancarlo.
Infine per chi segue un regime igienista queste diete e
queste cure non sono necessarie. In caso di bisogno niente vale quanto il
digiuno. fosse pure il salto di un solo pasto.
GLI ALIMENTI NON HANNO PROPRIETA' DI ELIMINAZIONE
Nessun alimento ha, in sé, proprietà di eliminazione. Gli
alimenti non aiutano ad eliminare, non più del succo o dell'acqua.
Sono stati fatti numerosi tentativi per trovare dei
sostituti soddisfacenti al digiuno ma nessuno ha dato risultati altrettanto
efficaci come il digiuno, neanche se non sono che dei succhi di frutta o di
ortaggi.
È piuttosto ritardare il lavoro che il corpo compie in
maniera così efficace, quando non è appesantito dalle sostanze nutritive.
È sicurissimo che è importante sapere quali sono i migliori
alimenti, come combinarli, prepararli, ma non è meno importante sapere in quale
momento non occorre mangiare!
Le uve non hanno virtù in sé stesse. Esse riposano
semplicemente la digestione, poiché richiedono meno sforzi digestivi dei pasti
correnti.
Qualsiasi frutto od ortaggio, consumato in piccole quantità,
riposa la digestione e permette all'eliminazione di accentuarsi. E se non si
mangia affatto, è ancora meglio, poiché è il riposo totale di tutta la
digestione.
LE CARENZE
Non avendo studiato la questione delle carenze a fondo, i
naturopati temono che il digiuno le accentui. È così che essi sono arrivati a
raccomandare il digiuno, ma prendendo dei succhi, delle vitamine e degli
oligoelementi.
Ora, il digiuno non provoca le carenze durante la prima fase
del digiuno. Questa fase può durare in generale 3 settimane. Poi, la
stagnazione del peso indica l'inizio delle carenze. È in questo momento che
bisogna dare al paziente frutta e crudità, progressivamente. Allora, si può
vedere in alcuni giorni la lingua colorarsi di nero, marrone, mostarda, giallo,
o verde, ecc. Ciò prova bene che l'eliminazione è stata rilanciata, mentre si
era quasi totalmente fermata.
Una cura di digiuno, giudiziosamente controllata, rimedia
all'anemia. Il numero dei globuli rossi ridiventa normale, mentre nessun
medicinale o alimento ricco in ferro, nessun estratto di piante naturali
avevano potuto guarirla. Che è successo?
Il potere di assimilazione si è talmente migliorato, che il
malato riesce a trarre beneficio dalle riserve di ferro che egli possiede in
stock, come da quelle che trova in ciò che mangia. È una questione di
assimilazione. La tossiemia impedisce una buona assimilazione, come
l'avvelenamento impedisce la digestione. Il digiuno elimina la tossiemia. Un
organismo purificato assimila bene. Un organismo incrostato, intossicato e
avvelenato, non assimila niente. L'anemia non proviene da una carenza in ferro
del regime, ma da un cattivo potere di assimilazione.
Studi e numerose esperienze mediche hanno mostrato senza
ombra di dubbio l'esistenza di malattie causate dalle carenze, carenze
alimentari, carenze di vitamine, di minerali, di aminoacidi, ecc. Questi studi
hanno mostrato che esistono due cause fondamentali nell'evoluzione delle
malattie da carenza:
1) un regime carente di certi elementi essenziali della
nutrizione,
2) lo scacco dell'organismo che non arriva ad assimilare gli
elementi nutritivi presenti nel regime consumato.
Il primo caso è una carenza primaria. Il secondo una carenza
secondaria.
Ora, sono soprattutto le carenze secondarie che si
incontrano nei nostri paesi. Ma si è perso di vista tutto ciò e si cerca
vanamente di rimediare a questo stato rimpinzando i malati di vitamine, di sali
minerali e di proteine.
È così che si prescrive l'olio di fegato di merluzzo,
lievito alimentare, pillole di vitamine, di concentrati di minerali e di
alimenti proteici concentrati e un mucchio di altre sostanze a uomini e donne
che soffrono non di un regime carente ma di un'assimilazione difettosa che non permette
loro di trarre beneficio dagli elementi presenti nella loro alimentazione.
Ma se essi non arrivano ad assimilare gli alimenti
consumati, come li aiuterà a farlo la superalimentazione?
A loro non occorre più cibo, ma un più grande potere di
assimilazione. La sovralimentazione non procura un miglior potere di
assimilazione. Il riposo dell'apparato digerente, quello di tutto il meccanismo
della nutrizione, permetteranno al corpo di utilizzare gli alimenti ingeriti.
Ma se a causa di un imbottigliamento nutritivo o di
un'assimilazione paralizzata, il corpo non può appropriarsi degli alimenti
portatori di vitamine, il digiuno gli permetterà di trarne profitto pienamente.
Procurate al corpo, col riposo, la forza di lavorare e il lavoro sarà fatto
agevolmente.
SI PUO' DIGIUNARE PER STADI?
Le cure di frutta e le diete hanno un grande svantaggio sul
digiuno. è che essi mantengono la fame, mentre col digiuno la fame scompare fin
dall'inizio. Ecco la mia risposta a quelli che hanno immaginato degli
"stadi alimentari" che precedono il digiuno. questi stadi mantengono
la fame, il che rende molto difficile seguirli, mentre col digiuno la fame
scompare e facilita la cura.
Sicurissimo che bisogna, prima di digiunare, un periodo in
cui si smettono i veleni, gli alimenti malsani, ma nessun bisogno di seguire
una dieta troppo severa.
A tutti quelli che utilizzano i succhi di frutta al posto
del digiuno, il dottor Tilden consigliava, dal 1927, di abbandonare questa
pratica, poiché qualsiasi cibo solido o liquido ostacola l'eliminazione e il
funzionamento efficace degli organi di escrezione."
Infatti, l'escrezione aumenta quando l'alimentazione è
ridotta, ma essa aumenta al massimo quando non si prende alcun alimento.
I frutti sono alimenti molto nutritivi. Un "digiuno fruttariano"
non può essere chiamato "digiuno".
UN'ESPERIENZA COMPARATIVA CON LA FEBBRE: COL DIGIUNO E IL
SEMI-DIGIUNO.
Dall'inizio dell'esperienza americana nel campo del digiuno,
si è scoperto che i pasti minuscoli, secondo l'espressione del dottor Page, non
procurano i medesimi risultati del digiuno totale.
In un articolo pubblicato nel 1850, il dottor Kittredge di
Boston, U.S.A., riferiva le sue esperienze col digiuno: a due riprese quando
era malato un giorno consumava una leggera pappa passata e il giorno successivo
digiunava. Invariabilmente si sentiva meglio quando digiunava.
È evidente che con una febbre anche leggera la minima
particella di cibo o di liquido diverso dall'acqua, aggrava lo stato del
malato. Solo il digiuno totale può far cadere rapidamente la febbre.
Secondo Shelton, dal momento in cui essa cade non bisogna
soprattutto interrompere il digiuno subito, ma attendere ancora due giorni,
altrimenti la febbre ritorna. Tuttavia Mosséri aveva scoperto che consumando,
invece della frutta, un brodo caldo di verdure, la febbre non torna neanche se
lo si prende subito appena la febbre scende a 36,5°.
Il consumo di una qualsiasi cosa è nocivo anche nei casi di
infiammazione.
È evidente che nei casi di malattie acute, febbri,
infiammazioni, dolori violenti, ecc. il digiuno totale è il solo rimedio degno
di questo nome.
Macfadden raccomandava il digiuno nei casi acuti e il
semi-digiuno nei casi cronici.
È molto imprudente, secondo Densmore dare ai febbricitanti
dei succhi di frutta. Infatti, essi contengono zuccheri e acidi che
aggraveranno il loro stato.
UTILITA' DELLE DIETE E DEL SEMI-DIGIUNO
Ecco tutti i casi in cui le diete e il semi-digiuno sono
utili:
1) tutti i principianti che mangiano come tutti possono fare
una cura di frutti, una dieta o un semi-digiuno con profitto,
2) quando si è terminata la prima fase del digiuno e
l'eliminazione e il peso ristagnano per 3 - 4 giorni, a due o tre riprese,
allora il semi-digiuno rilancia l'eliminazione e previene le carenze. La lingua
si colore di nero, di giallo, di marrone, o verde, ecc.
3) i digiunatori che hanno difficoltà a bere l'acqua, mentre
durante le crisi devono bere molto, sotto pena di aggravamento, questi
digiunatori possono prendere acqua tinta con un poco di succo.
4) il semi-digiuno è indicato ai cardiaci, ai tubercolotici,
ecc.
5) ai vecchi
6) quelli che temono di digiunare possono cominciare col
semi-digiuno, aspettando che l'esempio degli altri li induca al digiuno
completo.
Il semi-digiuno consiste nel consumare ogni giorno 500 gr.
di frutta e 500 grammi di crudità, scaglionate, pelate, a partire dal
mezzogiorno. Le quantità, più o meno, secondo l'altezza.
CAPITOLO 15
IL DIGIUNO MATTUTINO SECONDO IL DOTTOR DEWEY
Si tratta di non mangiare nulla la mattina, al risveglio.
Infatti non si ha fame al risveglio, salvo può darsi dopo un poco.
Al risveglio nella maggioranza, la bocca è secca, talvolta
cattiva, pastosa. Bisogna attendere che la bocca ridiventi dolce e piena di
saliva da sé stessa.
Una cattiva abitudine alzandosi consiste nell'assumere un
liquido caldo, il cui obiettivo evidente è di lavarsi la bocca e di dilatare la
gola. Ora la gola contratta al risveglio significa "stop" a tutto.
L'abitudine di mangiare tre volte il giorno è moderna,
quantunque non sia osservata da tutti. I bambini lasciati al loro istinto non
mangerebbero nulla la mattina.
Numerose persone non mangiano nulla la mattina e stanno
meglio.
PRESSO LE NAZIONI DELL'ANTICHITA'
Le nazioni dell'antichità non mangiavano il mattino. Per
esempio, i Greci, i Persiani e i Romani mangiavano una volta il giorno, la
sera. Ora, essi avevano dei corpi da atleti e una salute robusta. Le loro
armate erano le più forti. Essi potevano marciare per settimane, portando dei
fardelli molto pesanti e rompendo il digiuno con uno o due fichi.
La loro decadenza fu in buona parte causata dalle loro orge
alimentari, alle quali si erano dati dopo aver soggiogato altri popoli.
Le Sacre Scritture Ebraiche mettevano in guardia le nazioni
che mangiavano il mattino.
L'ELIMINAZIONE AVVIENE SOPRATTUTTO LA NOTTE
L'eliminazione avviene soprattutto la notte. Al risveglio,
essa non è ancora terminata. La mente è confusa, torbida in alcune persone.
Se si mangia alzandosi un buon pasto, questo accaparra tanta
energia per la sua digestione, che non si sarà in forma per il lavoro della
giornata, sia esso fisico o mentale.
COME IL DOTTOR DEWEY FECE QUESTA SCOPERTA
La del dottor Dewey, era così alterata che un crollo
sembrava imminente. Un giorno, per fortuna, incontrò un vecchio amico, che si
mise a parlare colazioni estremamente leggere che erano in uso in tutti i
grandi centri europei che aveva visitato.
Poi un mattino, provava una spossatezza generale, risultato
del consumo di forze causata da una quantità di cibo consumato il giorno prima,
nel pasto serale, senza un reale bisogno.
Si astenne dal mangiare quel mattino, e questo gli procurò,
per quella mattinata, un tale benessere corporale, un buon umore e un'energia
mentale e fisica, che non aveva avuto più dal tempo felice della sua
giovinezza. Da allora rinunciò immediatamente a qualsiasi pasto il mattino. Gli
effetti furono così benefici su tutte le sue facoltà che i suoi amici non
tardarono ad accorgersene.
Allora si mise a consigliare la medesima cosa alle altre
persone del suo ambiente e anch'essi ne ottennero vistosi benefici, come il
miglioramento delle malattie croniche o locali, quali i catarri bronchiali o
nasali, malattie cutanee, emorroidi o altre affezioni ribelli.
LA STORIA DEI TRE CONTADINI
Questo sistema dei due pasti è valido anche per i lavoratori
manuali, che dispongono così di una più grande forza nella mattinata, e di un
aumento della loro capacità di lavoro.
Molto recentemente, in una calda mattinata, tre contadini se
ne andarono ai campi, per vagliare l'avena, che è uno dei più faticosi lavori
agricoli. Due di loro avevano lo stomaco ben ripieno di alimenti nutrienti.
Per lunghe ore, essi lavorarono penosamente, traspiravano a
profusione e bevendo acqua a litri, a causa del riscaldamento risultante dalla
digestione e dalla decomposizione dei loro alimenti.
Ma il terzo, che aveva lo stomaco vuoto, disponeva di tutte
le sue forze per maneggiare il crivello e non dovette bere neanche un solo
bicchiere d'acqua. Fu con la più grande facilità che egli tenne testa ai suoi
due compagni di lavoro, e quando venne mezzogiorno, egli era lontano
dall'essere altrettanto stanco come loro.
Un altro contadino aveva sofferto molto di dispepsia. Dopo
la soppressione del pasto del mattino, constatò un grande miglioramento della
sua salute e delle sue forze che in seguito non fece più che un pasto al
giorno, da cui trasse un benessere, ma anche un aumento di peso!
LA LUCIDITA'
Parecchi anni fa, prosegue il dottor Dewey, un contadino che
non era specialmente malato, aveva preso l'abitudine di mangiare tre volte il
giorno, ad una tavola ben guarnita con in più, una piccola colazione nel mezzo
della giornata. Soppresse la prima colazione e la colazione. Ne fu largamente
ricompensato e dichiarò di essere sfuggito a dei grossi raffreddori e a dei
disordini minori, affermando che la sua mattinata è la migliore parte della sua
giornata, tanto per il duro lavoro che per la lucidità mentale. Inoltre,
guadagnò dieci chili.
Ciò giova a uomini e di donne, gli uni di costituzione
delicata, gli altri di struttura solida e di temperamento bilioso, operai,
mercanti, dottori, predicatori. Individui che erano stati malati per parecchi
anni e il cui organismo sembrava rovinato, e altri che non erano mai stati
malati veramente, tutti attestavano che la loro salute era migliorata del cento
per cento dopo la soppressione della colazione.
Per ciò che concerne i risultati che questo regime apporta
in generale, ecco quelli che Dewey aveva notato nella sua esperienza personale:
1) non sentiva più la più piccola emicrania dopo la
soppressione della prima colazione, mentre in precedenza ne aveva sofferto
quasi tutti i giorni.
2) aveva perso una parte della sua obesità e continuava a
dimagrire ancora.
3) la struttura della sua pelle era migliorata, il suo
colorito e i suoi occhi erano più chiari. Il gonfiore facciale e le tendenze
apoplettiche erano scomparse.
4) non aveva più provato flatulenza e gonfiori dopo i pasti.
5) aveva il passo più leggero e le braccia più elastiche.
Una passeggiata a passo svelto gli era diventata un piacere che lui ricercava.
6) si metteva a studiare o teneva un sermone a stomaco
vuoto. Si sentiva meglio sotto tutti gli aspetti.
LA STORIA DEL PADRE RAMBO
Il reverendo Padre Rambo, missionario nelle Indie, non era
più che l'ombra di quello che era stato, in seguito a ulcerazioni intestinali,
dopo una tifoide mal curata. Da sette mesi aveva delle feci sanguinolente tutti
i giorni, un appetito vorace e consumava pasti abbondanti senza che lo stomaco
si rivoltasse.
Sette medici, di cui parecchi molto titolati, lo curarono in
successione. Il primo che egli consultò negli Stati Uniti ridusse i sette pasti
a sei solamente. Tutti e sette tentarono di guarire le sue ulcere coi
medicinali.
Durante la prima settimana, egli perse 5 chili, con quel
regime dei 6 pasti. Ma dopo aver letto il libro del dottor Dewey, si sottopose
alle sue cure. In meno di due settimane quest'uomo, che moriva di inanizione
con i suoi sei pasti al giorno, e che non aveva più che la pelle sulle ossa, fu
sbarazzato di tutti i sintomi di malattia e provò un desiderio moderato di
alimenti nutritivi.
Gli furono sufficienti meno di due settimane perché tutte le
parti ulcerate si ricoprissero di una nuova membrana.
Tuttavia per tre settimane intere Dewey gli diede solo
alimenti liquidi che non contenevano scarti che potessero irritare la nuova
tunica delicata che tappezzava l'intestino. Per qualche tempo ancora, dopo la
terza settimana, non prese che un solo pasto leggero il giorno. Un secondo
pasto gli fu permesso quando parve che potesse prenderlo senza rischi.
In poco più di tre mesi riguadagnò 21 chili di carne sana,
ferma, vigorosa. Un anno e mezzo dopo il suo ritorno in India scrisse al
dottore che lui, sua moglie e i suoi quattro figli seguivano tutti il regime
dei due pasti il giorno, come d'altronde una classe di 160 giovani indigeni
senza mai ammalarsi.
Ovviamente il digiuno mattutino non è l'unica misura
d'igiene alimentare. È solo un fattore tra tanti altri.
Inoltre, bisogna riposarsi un poco prima del pasto, per
prendere un poco di forza e digerire meglio il pasto.
Più si è deboli e sofferenti, più ci si dovrebbe riposare e
cessare qualsiasi lavoro dal momento in cui la stanchezza si fa sentire in modo
marcato prima di mangiare.
La fame del mattino non è niente che una malattia che cova e
sono quelli che la risentono di più che avrebbero più ragioni per digiunare per
migliorare la loro salute.
Quelli che dicono che la prima colazione è il miglior pasto
e che asseriscono di essere incapaci di fare la minima cosa prima di aver
mangiato, sono assolutamente simili a quelli che hanno bisogno dello stimolante
alcolico prima di poter lavorare.
Alcuni malati che hanno adottato il sistema dei due pasti
non hanno ottenuto i risultati scontati. Il loro stato era troppo cronico,
perché i risultati fossero così rapidi. È sbagliato pensare che la debolezza
richieda più cibo. In verità questa debolezza è lo specchio dell'incapacità di
digerire. I malati cronici il cui corpo, la mente, come pure lo stomaco, sono
sovraffaticati, faranno progressi molto lenti, scoraggianti, sulla via della
salute e pertanto bisogna perseverare per ottenere questo risultato.
Anche i bambini, durante la loro crescita rapida, possono
fare a meno di mangiare il mattino, senza il minimo inconveniente e se ne
trovano meglio sotto tutti gli aspetti.
BISOGNEREBBE SOPPRIMERE ANCHE LA CENA
La soppressione della prima colazione deve essere preceduta
da quella della cena il giorno prima, affinché la mente sia lucida l'indomani.
Mosséri ha sentito parlare di questo metodo per la prima
volta da un adepto belga, Maurtot, che esso aveva alleggerito dalle crisi
d'asma. Ma Robert Maurtot sopprimeva chiaramente il pasto prima di dormire e la
cena. Mangiava solo la mattina e a mezzogiorno.
Mosséri precisava che il pasto del mattino è chiamato in
Francia la prima colazione mentre in Belgio è la colazione, Poi il pasto di
mezzogiorno è chiamato in Francia colazione, mentre in Belgio è chiamato
pranzo. Infine il pasto della sera è chiamato pranzo in Francia e cena in
Belgio. Dunque per riassumere:
--------------------In Francia:.... ....In
Belgio e in Svizzera
Mattina.........Prima colazione…..........Colazione
Mezzogiorno…...Colazione...................Pranzo
Sera…………......…..Pranzo......................Cena
Notte………….……....Cena
Mosséri trovava che è più facile saltare gli spuntini della
notte prima di dormire se ci si astiene dall'entrare in cucina per rigovernare,
riporre o lavare i piatti. Queste corvée saranno rimesse all'indomani.
Se si mangia prima di dormire, tardi la notte, il corpo è
rilassato e le digestioni saranno troppo lente. Al risveglio, esse non saranno
finite e si sentiranno dei rotti, la mente confusa e mancanza di brio.
CHI HA VERAMENTE FAME LA MATTINA PUÒ MANGIARE
Parecchie persone possono avere veramente fame la mattino
dal momento del risveglio, o poco dopo. Esse devono mangiare se sentono la fame
con la bocca dolce, non cattiva, né amara, né secca.
Per sapere se è una vera fame, bisogna attendere una
mezz'ora. Se la fame scompare allora non è una vera fame. Ma se aumenta allora
è una vera fame e bisogna mangiare.
Queste persone soffrono di denutrizione. Quando esse avranno
soppresso le cause della loro denutrizione - caffè, tabacco, vino, spezie,
alimenti artificiali, ecc. - allora la loro digestione migliorerà e la loro
fame del mattino scomparirà.
Invece, dopo un digiuno, si ha fame il mattino. Allora
bisogna mangiare fino alla scomparsa di questa fame.
CAPITOLO 16
LA CHIAREZZA MENTALE QUANDO SI SALTA UN PASTO
Un giorno si deve subire un esame, un altro si deve
sostenere un colloquio col proprio padrone, un altro c'è la visita del
controllore fiscale o l'incontro di un avversario, o una sventura che ci cade
sulla testa. La tensione nervosa è allora considerevole. In queste circostanze,
nessuna digestione è possibile ed è meglio saltare il pasto.
Infatti, se si mangia in tali momenti di tensione, il pasto
sarà mal digerito e gli alimenti fermenteranno. Nessuna lucidità, nessuna
chiarezza di mente è possibile con la nausea. La concentrazione diventa
impossibile e le idee confuse. Sarà meglio seguire l'istinto, quello di saltare
il pasto - poiché la fame scompare in quel momento - piuttosto che ricorrere al
caffè o alle sigarette - affinché le energie mentali si concentrino totalmente
e trovare le soluzioni ai problemi che si pongono.
LA LUCIDITÀ DI MENTE
Se avete del dispiacere, dei grattacapi, delle
preoccupazioni, emozioni forti, odio, gelosia, rancore, o anche un grande
amore, la fame scompare e voi avrete vantaggio a rispettare questo istinto per
saltare il pasto. Nelle circostanze suddette, i succhi digestivi sono inibiti,
la bocca diventa secca, la digestione è impossibile. La minima particella di
cibo o di bevanda avvelenano il corpo, soprattutto il caffè, l'alcol, il
tabacco.
Se siete in conflitto per prendere una decisione importante,
tra diverse situazioni che vi mettono a terra, la fame scompare. Saltate il
pasto e la vostra mente sarà più chiara, più serena, più lucida.
Se avete una competizione o un grande sforzo fisico da
fornire o se dovete prendere la vostra automobile per un lungo percorso,
saltate il pasto e sarete in miglior forma per compierlo. Non fate come quei
corridori ciclisti o quei nuotatori che si vede bere del latte o altre bevande,
durante la loro corsa, sulla loro bicicletta, o nell'acqua della piscina.
Perché una bevanda o un pasto possa fornire delle forze, occorrono ore prima
che essi siano assorbiti e assimilati, salvo lo zucchero che entra rapidamente
nel sangue.
Per mangiare con profitto bisogna avere fame, essere sereni,
calmi, felici, distesi, tranquilli.
Che si guadagna a far passare gli alimenti attraverso il
tubo digestivo, se poi non li si assimila?
Questo errore è commesso dalle scuole naturopatiche che
insistono troppo sulla qualità degli alimenti biologici e non abbastanza sulle
condizioni di una buona digestione. Non basta mangiare alimenti biologici,
bisogna assicurarsi della loro digestione.
Tanti fattori possono favorire o ostacolare la nostra
digestione. Per esempio, il caffè, il cioccolato, le spezie, l'abuso di
sostanze azotate, gli alimenti incompatibili, avvelenano abbastanza il corpo,
da diminuire il suo potere digestivo per qualche tempo.
Altre sostanze da evitare sono i fattori di sapidità, gli
esaltatori del gusto, il glutammato di sodio, così chiamato, che si mette nei
pop-corn, nei biscotti-aperitivi, nelle minestre in polvere. Mosséri saltava
invano i pasti: il suo potere digestivo non si ristabilì che quando soppresse
queste sostanze, mentre prima dava la colpa agli alimenti.
Nei negozi di diete si vendono delle polveri per fare una
minestra, senza prodotti chimici, come pure dei pop-corn o dei
biscotti-aperitivi senza glutammato.
In breve, saltare un pasto non può aiutare che se non ci si
avvelena in altri modi.
LO PSICHICO
Infatti, inibendo le funzioni della vita - le secrezioni ed
escrezioni - i complessi psichici cronici costruiscono la malattia cronica.
Allora, o noi ci sbarazziamo delle nostre malattie
immaginarie o cessiamo di impietosirci su noi stessi e smettiamo i nostri
gemiti interiori, o impariamo a controllare la nostra alimentazione.
Ora, la chiarezza di mente in una tale situazione non può
essere garantita che se il sangue non è tutto concentrato nello stomaco.
Infatti, quando lo stomaco è pieno di alimenti pesanti, il sangue vi si
concentra per la digestione e nessuna attività mentale seria è possibile.
Se dovete guidare la vostra automobile per una lunga
distanza, i vostri riflessi saranno più sicuri se saltate il pasto. Con lo
stomaco, c'è un rischio d'incidente, poiché i centri nervosi non sono irrigati
convenientemente, poiché il sangue è attratto verso lo stomaco.
Qualora si avesse una vera fame una o due mele possono
calmarla, in attesa di poter mangiare di più con calma, senza precipitazione.
CAPITOLO 17
IL DIGIUNO SETTIMANALE
Il digiuno può essere qualificato veramente un processo
fisiologico, o biologico, col quale gli organismi viventi fanno fronte ai casi
urgenti della vita, per aiutarli a risolverli felicemente.
Questi casi urgenti sono costituiti anzitutto dalle
malattie, ma v'è tutta una gamma di situazioni intermedie, né salute né
veramente malattia, che richiedono una soluzione. Ed è qui che il digiuno può
essere molto prezioso come misura d'urgenza, come mezzo di azione immediata.
Un'eccellente abitudine, rapidamente adottata senza
difficoltà, è di digiunare un giorno fisso per settimana. Non si mangia niente
durante la giornata, poi la sera si interrompe con dei frutti.
Alcuni preferiscono cominciare a mezzogiorno questo digiuno,
per interromperlo l'indomani a mezzogiorno, cioè a cavallo di due giorni.
Si può bere acqua o niente affatto. È preferibile scegliere
il giorno in cui si è molto occupati, per non pensare al cibo. Una volta
passata l'ora del pasto non ci si pensa più.
Tutto è nella testa, bisogna controllare le proprie idee.
Questa routine è molto facile da adottare, poiché l'uomo è una creatura di
regole e di abitudini fisse.
Tuttavia il programma di rimpinzarsi oggi, per digiunare
l'indomani è un cattivo programma. Se volete vivere in questo modo disordinato,
avrete bisogno di digiunare spesso.
La vita non dovrebbe essere una serie interminabile di pasti
composti di alimenti artificiali, conditi, speziati, seguiti da digiuni. Coloro
che mangiano alimenti naturali, senza condimenti, e che attendono la fame per
mangiare, non avranno bisogno di digiunare spesso per purificarsi.
IL DIGIUNO ANNUALE COSTITUISCE LE MIGLIORI VACANZE.
Le migliori vacanze non sono quelle che si passano al mare,
in montagna o in viaggio organizzato all'estero, da cui si ritorna più stanchi
di prima.
Le migliori vacanze sono quelle che si passano a digiunare,
a letto, per recuperare le energie perdute, in un anno di lavoro e fatica. Col
digiuno il recupero di energie è totale, sotto certe condizioni, certamente.
Inoltre il digiuno è superiore al semplice riposo fisico, poiché non c'è che il
digiuno che obblighi a restare a letto per riposarsi.
A prima vista, il digiuno come mezzo di recupero, sembra
un'idea insensata, ma l'esperienza rivela che è molto utile in questo campo.
Ciò lo rende, sotto certe condizioni, utile come parte di un programma di
preparazione in vista di un'attività nuova.
Perché attendere di ammalarsi per prevenire il male?
CAPITOLO 18
RINGIOVANIRE, DIMAGRIRE, INGRASSARE COL DIGIUNO
Le persone che si sono sottoposte a qualche settimana di
digiuno sono poi apparse ringiovanite di 10 anni o più, e le carni che
pendevano, al ventre o sotto le braccia erano state riassorbite o erano
scomparse.
La lingua pulita, gli occhi brillanti, la pelle chiara e la
sparizione delle rughe intorno agli occhi, tutti questi cambiamenti non sono
superficiali, ma proprio lo specchio di cambiamenti profondi effettuati
nell'intero organismo. Infatti, le conseguenze del digiuno non sono
superficiali ma toccano il più profondo dell'essere.
Tuttavia, il ringiovanimento dell'organismo è possibile se
non si è troppo vecchi, né troppo magri. Gli uomini che hanno perso la loro
virilità la ritrovano dopo un digiuno.
OBESITÀ
Un metodo americano per dimagrire consiste nel cucire la
bocca, giusto abbastanza, per non far passare che una cannuccia, allo scopo di
succhiare i liquidi soltanto.
Un altro metodo consiste nell'operare per tagliare il grasso
del ventre. Ma troppe persone muoiono poco dopo.
Spesso si prescrivono medicinali per tagliare la fame, ma
questi veleni finiscono col ledere la salute e demolire tutti gli organi ad uno
ad uno.
La dieta medica per dimagrire è una dieta ad alto tenore
proteico. Gli alimenti azotati (carne, pesce, formaggi, leguminose, noci varie,
uova) fanno dimagrire poiché avvelenano l'organismo. Dopo alcuni anni di una
tale dieta, sono i reni e il fegato che sono malati.
L'obesità è sempre causata da un eccesso di cibo, ma con una
predisposizione particolare. È vero che alcuni magri mangiano più di alcuni
obesi, ma i primi non digeriscono niente, mentre gli altri accumulano il grasso
e le tossine che trattengono l'acqua.
Per dimagrire bisogna eliminare le tossine e i medicinali
che trattengono l'acqua. Bisogna anche digerire il grasso accumulato. Ora è
attraverso il digiuno che questi processi sono particolarmente impegnati.
Tuttavia non bisogna immaginare che si può dimagrire di 30
chili digiunando 60 giorni d'un solo colpo. Il corpo non ha in riserva
abbastanza vitamine, sali minerali, enzimi per digerire il grasso accumulato.
Bisogna procedere per tappe successive: una cura di digiuno ogni tre mesi, per
esempio. Con una dieta igienista tra i periodi di digiuno.
In generale i grossi vogliono dimagrire, ma senza privarsi
di niente. Ecco perché non arrivano a dimagrire.
L'esperienza del dottor Shelton per portare i grossi a
dimagrire è stata uno scacco quasi totale. Mosséri, cionondimeno, crede di aver
trovato la chiave del problema. Se desiderano unicamente dimagrire senza
interessarsi alla e alla dieta, non riusciranno nella loro impresa. Bisogna
assolutamente che si interessino alla dietetica e alla salute generale, per
appassionarsi ad una dieta sana, igienista, e per non accumulare più grassi e tossine.
La condizione essenziale consiste dunque a interessarsi per
mezzo della lettura a tutto ciò che tocca la salute naturale.
Alcune persone obese gli chiedono una dieta alimentare,
dicendo che la seguiranno alla lettera, senza dover studiare tutta la dietetica.
Ma ciò non è possibile, poiché le tentazioni sono così forti che non ci si può
attenere ad un regime speciale se non si sono studiate tutte le ragioni
scientifiche che vi si ricollegano.
Non è opportuno che l'obeso si pesi tutti i giorni: ciò alimenterebbe
l'impazienza.
Tuttavia l'esperto ha bisogno di sapere il peso quotidiano
dei suoi pazienti, per notare i periodi di stabilizzazione, a 200 grammi circa
il giorno. Poiché è dopo la seconda stabilizzazione (tre giorni ciascuna,
quindi quattro pesate consecutive), che bisogna passare alla seconda fase,
quella del semi-digiuno. È inutile spingere il semi-digiuno al di là di questa
seconda stabilizzazione (a meno che un paziente non abbia digiunato che 12/14
giorni, ciò che è insufficiente), poiché le riserve sono in via di esaurimento
e il dimagrimento diventa insignificante.
INGRASSARE
Il digiuno è un mezzo efficace per dimagrire, ma per
ingrassare è proprio la stessa strada che bisogna seguire.
Infatti, le cause della magrezza sono numerose
1) cattive digestioni
2) eccesso di alimenti azotati (carne, pesce, noci varie,
uova, leguminose). Questi alimenti fanno dimagrire perché avvelenano
l'organismo e diminuiscono il suo potere digestivo.
3) I medicinali intossicano il corpo e diminuiscono il suo
potere digestivo. Il signor A. aveva 36 anni, altezza 1,70 m, peso 50 chili. Il
suo peso normale doveva essere 60 chili cioè dieci chili in meno del suo numero
di centimetri. Digiunò 30 giorni e il suo peso crollò a 36 chili. Poteva appena
camminare nella sua camera.
Riprese progressivamente l'alimentazione e in capo ad alcuni
mesi il suo peso salì a 60 chili, poi a 70 chili! Era un po' troppo.
In generale i magri mangiano decisamente troppo, ma
digeriscono male. Ciò che essi mangiano non procura loro beneficio poiché essi
sono intossicati. Ora, giustamente il digiuno li disintossica e permette al
loro organismo di digerire meglio, di assorbire meglio e di assimilare meglio
il cibo.
In seguito esercizi coi pesi e i bilancieri aiuteranno a
mantenere il peso guadagnato e a stabilizzare gli aumenti. Ma bisogna evitare
le veglie, il sovraffaticamento, il caffè e gli alimenti malsani.
Per le persone scheletriche il digiuno è da sconsigliare.
Una dieta igienista sarà sufficiente per ora. Bisognerà anche conservare il riso
bianco tutti i giorni. Le crudità saranno prese in succo. Bisognerà pazientare
a lungo, anche parecchi mesi per intravvedere un miglioramento.
CAPITOLO 19
LA DIPENDENZA DAI TRANQUILLANTI, DAL CAFFÈ, DALL'ALCOL. DAL
TABACCO E DALLA DROGA
La depressione nervosa è un sintomo di intossicazione.
Quando il corpo elimina nel sangue le sue tossine, quando le cellule riversano
nella corrente sanguigna i loro rifiuti e attendendo che i reni possano
espellerli nelle urine, queste tossine irritano i centri nervosi e provocano
una depressione nervosa. Allora l'assunzione di una nuova dose di tranquillante
interrompe l'eliminazione e ci si sente meglio.
Quando un uomo smette di fumare, il suo corpo comincia ad
eliminare la nicotina dal sangue. E nell'attesa che i reni possano espellere
questa nicotina nelle urine, i centri nervosi sono perturbati e si sente una
depressione, un mal di testa, un disordine nervoso, sgradevole, un tremore. È
una crisi di eliminazione che bisogna sopportare pazientemente e che sparirà se
si sa aspettare, invece di interrompere questa crisi salutare con una nuova
sigaretta. Se si beve molta acqua, ciò aiuta ad eliminare nell'urina le
tossine.
C'È DROGA E DROGA
Il tabacco è una droga, come il caffè è una droga.
I tranquillanti, l'alcol, il caffè, il tabacco sono droghe
che il corpo cerca di eliminare quando non se ne prende. Ma se se ne riprende,
l'eliminazione si interrompe. Il sollievo provvisorio che essi procurano deriva
dall'interruzione dell'eliminazione.
La sensibilità somatica si smussa, altrettanto bene della
sensibilità psichica attraverso l'assunzione dei sedativi e dei tranquillanti.
Allora la pulizia urgentemente reclamata non è intrapresa. Con ciascuna
ripetizione della dose si costruisce l'abitudine e l'assuefazione.
Viceversa l'eliminazione della droga, procura la rinascita
della sensibilità. È allora che si diviene coscienti del proprio stato. Il
medico li qualifica "sintomi di ritiro", ma si tratta piuttosto di
sintomi di eliminazione.
L'assuefazione alle droghe proviene dalla ricerca di un
sollievo quando ci si sente male, deboli, disturbati e sofferenti, giusto a
causa di quelle medesime droghe. Queste noie non significano un bisogno reale,
esse non sono una richiesta autentica per drogarsi di nuovo. Non esiste un
bisogno di droga, ma si prova una richiesta subcosciente per un sollievo.
COME ROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO?
Pochissimi drogati riescono a smettere le droghe, tollerando
le crisi di astinenza Altri vi riescono con la sostituzione di una droga con
un'altra oppure riducendo progressivamente le dosi.
Negli altri casi i drogati hanno bisogno di essere aiutati e
sostenuti nei loro sforzi da un esperto di loro fiducia e che abbia influenza e
personalità.
Essi hanno bisogno anche di un ambiente particolare, come
quello che si trova in tutte le case igieniste. Per di più il digiuno è il
mezzo più efficace per abbandonare per sempre queste cattive abitudini.
Infatti, in capo ad alcuni giorni di digiuno, la voglia per questi veleni
scompare. Col digiuno, non si apprezza più il tabacco, né il caffè, poiché essi
hanno tendenza a causare la nausea.
Disgraziatamente non è così facile staccarsi dai
tranquillanti. Mosséri ha conosciuto persone che erano riuscite a sopprimerli.
Ma molti altri ne hanno passato di tutti i colori.
Attualmente io chiedo a quelli che vogliono venire a
digiunare sotto la mia sorveglianza, di interrompere i tranquillanti e i
sonniferi prima della cura. Ha avuto troppe noie con le crisi nervose, i
pianti, le grida, il panico, per sopportare tanti disturbi. La sua casa non era
una prigione per drogati.
LA CAUSA
"La sola causa, se non la principale, dell'assuefazione
alle droghe è la cattiva educazione. È anche possibile, e questo è sicuramente
vero, che i soggetti più atti a soccombere a queste droghe sono i nervosi, ma è
un fatto che all'inizio l'uso delle droghe proviene da una cattiva educazione.
Infatti se tutta la popolazione non fosse stata male educata
fin dall'infanzia, essa non si sarebbe rivolta alle droghe, come
sostegno"" quando circostanze inusuali prostrano il sistema
nervoso."
Il dolore, l'insonnia, le emozioni profonde e durevoli, ecc.
portano quelli il cui sistema nervoso è instabile a rivolgersi verso il genere
di palliativi suscettibili di procurare loro il sollievo desiderato.
Ora di tutta questa cattiva e falsa educazione e di tutti i
mali che inevitabilmente ne derivano, noi siamo debitori al corpo medico e a
nessun altro.
Se è vero che il pubblico reclama sempre un sollievo
istantaneo, i medici dovrebbero essere le guide, i saggi, e non dare alle
persone ciò che esse reclamano e che farà loro del male in seguito.
I fabbricanti di droghe sono talmente avidi di benefici, da
essere pronti a distruggere i cervelli di tutti i giovani per accrescere i loro
dividendi.
Per lottare contro le droghe, per combattere contro i
tranquillanti, il caffè, l'alcol, il tabacco, bisogna utilizzare uno dei metodi
seguenti:
- il digiuno.
- la riduzione
progressiva delle dosi.
- La soppressione brutale degli eccitanti, dei narcotici,
del caffè, del tè, dell'alcol.
- Un'alimentazione sana e igienista.
- la cultura fisica
con pesi E bilancieri in palestra O a casa propria.
- Alcuni sono stati aiutati adottando una filosofia orientale
come lo yoga, la macrobiotica, aderendo ad una setta vegetariana (Krishma, gli
Avventisti), da cui bisogna sfrondare le concezioni anti igieniche e
antifisiologiche. La ricerca dell'evasione è
Il digiuno è molto efficace per spezzare l'assuefazione molto
rapidamente, ma le crisi di eliminazione che l'organismo genera sono
insopportabili. Inoltre, le case igieniste non sono attrezzate per ricevere
tali pazienti poiché non hanno camicie di forza, infermieri specializzati e
muscolosi che si diano il cambio in tre squadre, giorno e notte. E non hanno
delle stanze con imbottiture in cui si possano lasciare i pazienti a dibattersi
soli per qualche tempo. (Viene spontaneo domandarsi se quelle crisi non
potrebbero essere rese più tollerabili ricorrendo a un semi-digiuno, piuttosto
che al digiuno oppure facendo una lunga preparazione con la dieta igienista).
LA STORIA DI DOMINIQUE
Una giovane belga di nome Dominique soffriva di depressione
nervosa con angosce; e assumeva sonniferi e tranquillanti. Le era stato consigliato
di consultare uno psicanalista. Mosséri le disse che non le sarebbe giovato e
che sarebbe potuta guarire con l'igienismo, poiché le sue crisi derivavano da
uno stato di intossicazione e le raccomandò di smettere subito il ricorso ai
medicinali.
Le spiegò che la maggior parte delle persone si alzano la
mattina con la mente confusa e la testa pesante. Ciò proviene dall'eliminazione
(catabolismo) notturna che non è ancora terminata. Il sangue è impuro, l'urina
è carica.
Ora è sufficiente attendere un'ora o due perché questa
eliminazione termini e le idee ritornino chiare. Ma nel suo caso c'era troppo
arretrato e l'eliminazione non terminava. ma continuava tutta la giornata
giorno dopo giorno.
Per interrompere questa eliminazione notturna le persone il
mattino prendevano il caffè. Lei prendeva i tranquillanti.
Ma le tossine nel sangue restavano sempre lì. Esse non
venivano eliminate. Il corpo avrebbe provato di nuovo ad eliminarle quando ne
avesse avuto la forza, la notte soprattutto quando le batterie erano
ricaricate. E durante questa eliminazione lei aveva angosce e depressioni.
Quando non si ha niente da eliminare o non si elimina (con
l'aiuto del caffè, dei tranquillanti, ecc.) ci si sente bene. Ciò:
1) è bene quando il corpo è pulito e non ha granché da
eliminare.
2) È male quando il corpo ha uno stock di tossine e gli si
impedisce di eliminare, deviando le sue energie verso altri compiti.
Quando si eliminano molte tossine, ci si sente a disagio.
Infatti, quando il sangue è carico di un'abbondanza di tossine, queste
disturbano il sistema nervoso.
In breve la cura di digiuno consiste nell'eliminare le
tossine accumulate e nel purificare il sangue per normalizzare la situazione
psicologica.
In seguito bisognerà evitare tutto ciò che sporca il sangue e
gli umori, tutto ciò che imbratta l'ambiente interno, cioè i medicinali, i
vaccini, il caffè, l'alcol, il tabacco, il cioccolato, gli alimenti che non
sono specifici alla nostra specie, le fritture, i formaggi fermentati o
stagionati, il lardo, le spezie, gli aromatici.
Le depressioni nervose e tutti i loro sintomi rappresentano
un'eliminazione, solamente, quest'eliminazione non termina mai poiché la si
arresta coi medicinali che deviano le energie verso altri compiti. Si mantiene
questa eliminazione mantenendo le sue cause già citate (tabacco, caffè,
alimenti nocivi, ecc.).
Domenica andò la settimana successiva per eseguire una cura
di digiuno. Fin dai primi giorni ella fu presa da nausee e da vomiti che
durarono due o tre giorni e che furono attenuati con succo di limone in un
litro d'acqua ciascun giorno.
Dal momento in cui i vomiti si attenuarono, il succo di
limone fu soppresso e ella bevve solo acqua pura.
Al 18° giorno, il dolore si attenuò ma un grosso gonfiore
apparve tra l'orecchio e il collo. Erano gli orecchioni che ritornavano ed ella
li aveva avuti verso l'età di tre anni.
Il dolore che ella aveva provato sotto l'orecchio
rappresentava una chiamata di sangue, che le ghiandole in questo luogo
richiedono. Una volta che il sangue era venuto in massa, il dolore si smorzava
e un enorme gonfiore si era formato. La funzione di questa ghiandola gonfia era
di purificare il sangue. In capo a quattro giorni la purificazione era
terminata e il gonfiore scomparve completamente.
Tuttavia i vomiti continuarono, giorno e notte, ogni ora.
Era una prova molto penosa, visto che ella non poteva dormire la notte.
A questo punto occorreva interrompere i vomiti, per non
provocare una confusione mentale, dovuta alla concentrazione del sangue
nell'addome e al suo ritiro dal cervello.
I vomiti scomparvero a poco a poco, in capo ad alcuni giorni
e si continuò con un semi-digiuno, che comprendeva il succo di frutto di 200
grammi in un litro d'acqua. Inoltre le dava qualche foglia di lattuga, la sera.
In seguito fu aumentata considerevolmente la quantità di frutta e di crudità
durante il semi-digiuno (un chilo in tutto, metà e metà).
Ecco i sintomi che ella manifestava in quel momento.
-
nervosismo………………………urine rare e maleodoranti
- gusto
cattivo…………………...sensazione di tensione
- lingua
carica…………………….gola chiusa
- sensibilità alla
luce………….sete e secchezza della bocca
- tensione
continua……………assenza dI fame
- sputi
continui……………………congestione della testa
- bruciori dI stomaco
Tutti questi sintomi scomparvero ad uno ad uno. Il corpo fu
completamente purificato e lo stesso la mente. Il ristabilimento fu completo.
LO SVEZZAMENTO DAI DEPRESSIVI
Coloro che assumono regolarmente calmanti, tranquillanti e
sonniferi finiscono col guastare la loro salute. Il loro sistema nervoso
diventa dipendente da quelle droghe al medesimo titolo dei drogati. Non possono
più farne a meno, senza cadere in una depressione che li rende insopportabili
per il loro ambiente.
Disgraziatamente, i tranquillanti sono molto pratici poiché
essi interrompono la depressione e l'ambiente ha pace. Ma non per molto tempo.
Infatti, col tempo il drogato diventa sempre più insensibile
e reclama dosi più forti e più varie. E la sua salute lo fa soffrire di più
fino al giorno in cui non ne può più.
Evidentemente ciò aggiusta l'ambiente a somministrare i
calmanti, ma alla lunga questi malati finiscono col morire per una malattia
cardiaca, per una paralisi o un'altra malattia grave.
Al contrario, con un modo di vivere sano, questi drogati non
avranno più bisogno di cercare questi rimedi nocivi, poiché essi non avranno
più depressione.
Ma lo svezzamento da questi veleni presenta dei problemi:
quelli dello svezzamento. Come svezzare i malati dai loro veleni? L'ideale è di
interrompere brutalmente le droghe e di soffrire. Le crisi provate sono crisi
di eliminazione. Quando esse terminano è finita ma pochissimi hanno il coraggio
di seguire questa via. Le case di digiuno non hanno camere imbottite, non
possono ricorrere alle camicie di forza e non dispongono di parecchie squadre
di infermieri specializzati e muscolosi e lavorare su quattro squadre che si
diano il cambio giorno e notte.
I neurologi talvolta consigliano, a fior di labbra, a quelli
che vogliono essere svezzati di usare dosi minime quando il soggetto sta bene.
Ma pochissimi arrivano a spezzare questa assuefazione, poiché essi non cercano
di disfarsi di questi prodotti chimici dannosi e finiscono col prenderne
l'abitudine. Essi optano per la facilità e l'ambiente per la tranquillità.
Abitualmente, l'eliminazione si produce la notte quando il
corpo è a riposo e dispone di tutte le sue energie. È così che le depressioni
si manifestano la notte. Notare che in quel momento l'urina è torbida, l'alito
fetido, l'appetito assente, talvolta c'è nausea. Il medicinale devia le energie
da questo lavoro di eliminazione e l'arresta in tal modo. Non è un beneficio, è
il contrario.
D'altra parte quando l'eliminazione è forte, le cellule
riversano nel sangue le tossine. Il sangue diventa talmente acido che i nervi
reagiscono di soprassalto.
Quando i depressi digiunano interrompendo tutte le droghe,
una crisi violenta è scatenata in poco tempo. Si è allora tentati di calmarli
con la loro droga abituale. Bisogna ritardare il più possibile quest'assunzione
di medicina, finché la crisi è sopportabile, poi somministrare un quarto della
dose abituale. Per alcuni è possibile sopportare la crisi e ciò è molto meglio.
In seguito si attenderà la prossima crisi. Mai dare il calmante regolarmente.
Quando il peso del malato si stabilizza per tre giorni
consecutivi (ciò corrisponde a quattro pesate, per 200 grammi ciascuna) bisogna
passare alla dieta di eliminazione, suddivisa su tutto il pomeriggio.
Cominciare con i frutti, 500 grammi in tutto e la sera 500 grammi di crudità in
tutto, scaglionati, ogni ora.
LA STORIA DI JACQUELINE
Giacomina ha preso i sonniferi e i tranquillanti per venti
anni. La sua salute ne è stata rovinata sotto tutti gli aspetti. I medicinali
non le facevano più alcun effetto. Ne prendeva varie specie per volta, caffè,
vitamina C in quantità, ecc.
Il terzo giorno di digiuno, ella bussò alla porta di Mosséri
in piena notte reclamando un calmante. Lui le diede allora quattro pillole,
invece delle nove che prendeva ogni giorno. Il suo sonno fu pesante per dodici
ore: la dose era dunque troppo forte.
Il digiuno proseguì e alla crisi seguente, due giorni dopo,
lui le diedi soltanto due pillole. In seguito una pillola sola.
Durante una di queste crisi, siccome io attendevo il più
possibile affinché essa diventasse forte e insopportabile prima di darle il suo
calmante, ella si gettò sul telefono per chiamare suo marito, volendo rientrare
e ricoverarsi all'ospedale. Io glielo impedii e le diedi rapidamente una
pillola del suo tranquillante abituale. Ella si calmò nel giro di un'ora e
dormì.
Il suo peso restava stabile, quando ella prendeva delle
pillole. Ma quando poteva sopportare le crisi, il suo peso cadeva.
Le crisi di depressione sono crisi di eliminazione. Tutti i
sintomi lo attestano: dolori al fegato, bocca cattiva, urine scure, sete
intensa, ecc.
Ella lo risvegliava la notte per parlare con me a voce alta,
senza interruzione, gemeva, voleva che si ascoltassero i suoi brontolii, i suoi
pianti. Era l'inferno per lui, perciò le
Una volta aveva tentato di suicidarsi, dopo due soggiorni in
un ospedale psichiatrico, per attirare l'attenzione del marito e richiamarlo
all'ordine.
Durante queste crisi ella si commiserava e si lamentava
tutto il tempo.
In capo a venticinque giorni, ella tornò a casa senza aver
interrotto completamente le sue pillole, di cui non prendeva che una il giorno.
Dopo sei mesi, le interruppe completamente, a casa sua.
Ma ciò non era la cosa più dura da fare. Restava la seconda
parte del programma, cioè la dieta igienista. Ella non la seguì un solo giorno.
Suo marito non la incoraggiava e ricadde nel ciclo infernale. Se avesse seguito
la dieta igienista non avrebbe più avuto la depressione. Quando il modo di vita
è sano non si ha depressione.
CAPITOLO 20
LE AFFEZIONI ACUTE
Febbre, dolori, ecc.
COME CURARE LA FEBBRE
Quando si ha la febbre, bisogna astenersi dal mangiare. Bere
molta acqua.
La malattia acuta è un'eliminazione forzata dell'organismo,
un'azione rimediante. Il corpo brucia i suoi scarti e perciò scatena una serie
di processi naturali, comprendenti una certa temperatura, come in un forno.
Si verificano delle esagerazioni delle funzioni regolari
della vita come la tosse, lo sternuto, il dolore, l'infiammazione, la diarrea e
la diuresi, come anche il vomito, sono evidentemente degli sforzi di
resistenza, di espulsione e di riparazione.
La prostrazione dei muscoli, delle facoltà mentali e del
sistema digestivo è una delle principali caratteristiche della malattia acuta e
probabilmente serve a lasciare più energie all'azione rimediante del corpo.
L'avversione verso gli alimenti è caratteristica, di modo
che se nonostante ciò si mangiasse, si rischierebbe di vomitare subito. E se
non si vomita, gli alimenti non sono digeriti e restano nel tubo digerente
provocando l'irritazione e dei malesseri, fino alla loro espulsione sotto forma
di diarrea.
Queste affermazioni sono confermate dai fatti e dagli
esperimenti.
Le prime osservazioni dirette mai fatte sulla digestione
umana furono quelle del Dr. William Beaumont tra il 1825 e il 1833, anno in cui
egli pubblicò il suo famoso libro Esperimenti e osservazioni sul Succo Gastrico
e la fisiologia della Digestione.
Egli constatò che quando il suo soggetto di esperimenti
aveva la febbre, il succo gastrico non era secreto o quasi, di modo che gli
alimenti non servivano che a irritare lo stomaco e, di conseguenza, tutto
l'organismo. Beaumont notò che gli alimenti restavano nello stomaco, in caso di
malattia, da 6 a 40 ore, senza cambiamenti, salvo la fermentazione e la
putrefazione. Queste conclusioni di Beaumont sono state verificate
ripetutamente dai fisiologi.
A sua volta il professor Anton Carlson, dell'Università di
Chicago, confermò le conclusioni secondo le quali le secrezioni gastriche sono
assenti in caso di febbre, di infiammazione, di dolori, di dolori intensi e di
disordini intestinali. Altrettanto, anche le contrazioni ritmiche dello
stomaco, che si chiamavano a torto "le contrazioni della fame" sono
assenti nelle medesime circostanze. L'assenza di secrezioni e quella delle
contrazioni stomacali nel raffreddore, nella gastrite, la febbre, la
tonsillite, ecc. coincide con la mancanza d'appetito e l'assenza di gusto se si
mangia.
Sarebbe folle insistere a nutrirsi quando gli alimenti non
possono essere digeriti. Se gli alimenti non sono espulsi dai vomiti o dalla
diarrea, essi resteranno nel tubo digerente e provocheranno abbondanza
d'irritazione e malesseri.
Non si trae alcun piacere né beneficio da un'alimentazione
forzata, - niente che dolore e degradazione supplementare dei processi
nutritivi. L'astinenza alimentare, ecco ciò che il corpo reclama, anche se
un'alimentazione forzata sembra necessaria.
IL BAMBINO FEBBRICITANTE
Si osserverà una differenza enorme tra il bambino che è
spinto a mangiare con tutti i mezzi e quello che è lasciato digiunare.
Quest'ultimo sta meglio dell'altro e dorme la maggior parte del tempo. Quello
che mangia geme tutto il tempo, piange, talvolta grida a causa dei suoi
malesseri e della sua agonia. La perdita della voglia di mangiare è uno dei
primi sintomi della malattia acuta, febbre tifoide, vaiolo, febbre scarlattina,
difterite, ecc.
LA PERDITA DI PESO NEL MALATO CHE MANGIA
D'altronde quando si nutre un malato, egli perde altrettanto
peso che se non mangiasse.
Questa è una prova determinante che l'alimento consumato non
è assimilato.
Nella malattia acuta, non si ha fame, la lingua è molto
carica, l'alito cattivo, il gusto della bocca sgradevole, con l'assenza di
secrezioni digestive stomacali, la bocca secca, spesso l'infiammazione della
bocca con molto muco che vi si riversa, l'assenza di fame. Molto spesso quando
si mangia in queste condizioni, gli alimenti sono vomitati immediatamente. In
tutti i casi, l'invalido si sente peggio e la sua malattia è prolungata.
D'altro lato, l'alimentazione potrebbe nel caso di malattia
inibire questo lavoro necessario, è certo che aumenta i malesseri del malato,
aggrava i suoi sintomi e spesso esaurisce le sue forze al punto di causare la
morte per alcuni casi, che l'astinenza avrebbe salvato.
BISOGNA NUTRIRE I FEBBRICITANTI?
L'idea corrente è che bisogna nutrirsi per fortificarsi,
soprattutto se si è malati o febbricitanti.
Se un uomo è malato, tutto gli sembrerà amaro al gusto, il
minimo rumore lo stranirà come un'agonia e la sua mente sarà confusa. La sua
lingua sarà forse coperta di una pellicola gialla o marrone, il suo addome
sensibile, un poco di febbre, talvolta vomiti di bile o di muco.
Secondo la teoria corrente, quest'uomo deve essere
alimentato al fine di fortificarlo. In realtà, l'alimentazione aumenterà i
malesseri, la febbre e il gonfiore, ma egli deve essere nutrito!
In assenza di qualsiasi fame normale e di qualsiasi potere digestivo,
gli alimenti ingeriti si putrefanno e avvelenano l'individuo, fino ad
ucciderlo.
Parlando uno della difterite, un altro dell'influenza, un
altro ancora della scarlattina, vari igienisti affermano che la guarigione
avviene in quasi tutti i casi se essi non sono impediti da alimenti e
medicinali.
GLI ANIMALI DIGIUNANO
Gli animali digiunano quando sono gravemente feriti o hanno
malattie acute. La testimonianza di tutti coloro che hanno digiunato in seguito
ad una frattura conferma l'assenza di dolore e il benessere fin dall'inizio,
mentre la cicatrizzazione si persegue più velocemente che se si mangiasse.
In tutti i casi di malessere, l'alimentazione aumenta tali
malesseri, mentre il digiuno li diminuisce. Ora, il benessere e l'assenza di
dolore che derivano dal digiuno possono essere classificati come i suoi
principali risultati.
Un'alimentazione continua quando non si sta bene, nella
febbre o nel dolore, costruisce la malattia cronica.
L'idea di alcuni anni fa, secondo la quale i malati
dovrebbero avere una dieta ricca di calorie e concentrata in proteine è errata.
Né le calorie, né le proteine saranno digerite e assimilate. Il digiuno è la
sola procedura logica."
COME INTERROMPERE IL DIGIUNO DOPO UNA FEBBRE?
Shelton raccomandava di proseguire il digiuno due o tre
giorni dopo che la febbre era cessata e poi di interrompere con un succo di
frutta. Se si interrompe prima la febbre ritorna.
In realtà i malati non hanno la pazienza di proseguire
ancora il digiuno per alcuni giorni e ridiventano febbricitanti!
Ecco perché Mosséri raccomanda ai febbricitanti di non
tagliare il digiuno con dei frutti o i loro succhi, a causa dello zucchero e
degli acidi, che fanno ritornare la febbre ma di prendere un brodo caldo di
ortaggi, tre o quattro volte il giorno, quando la temperatura scende a 36-36,5
C per uno o due giorni. Il terzo giorno si può consumare una minestra di
ortaggi, al posto del brodo. Il quarto giorno, si possono reintrodurre i
frutti.
OCCORRE UNA DIAGNOSI?
È un errore frequente di chiamare il medico per avere una
diagnosi medica, anche se non si conta di seguire le prescrizioni e le ricette.
Affibbiare un nome alla malattia, non può servire che a
sbigottire e a spaventare. Le analisi e i test non sono di alcuna utilità e
fanno più male che bene. Essi costituiscono un mezzo di pressione, cosiddetta
scientifica, per portare i malati a seguire il trattamento medico.
L'importante è di cercare le cause e non di dare un nome a
un gruppo di sintomi. Ora, la diagnosi non ha per scopo di cercare la causa. Neanche
le analisi possono indicare la causa. Tutte le diagnosi, tutte le analisi e
tutti i test non conducono che a un solo obiettivo: palliare i sintomi. Il loro
solo scopo è il trattamento sintomatico.
Infine, se si ha bisogno di un certificato medico per
giustificare un'interruzione del lavoro, allora si chiamerà di preferenza un
medico omeopatico, ma precisandogli che siete contrari agli antibiotici.
LA STORIA DI UN BAMBINO FEBBRICITANTE
Un professore francese scrisse a Mosséri dalla Tunisia
affermando che suo figlio aveva una febbre da tempo e i medici non erano
riusciti a fare una diagnosi e che lui aveva preso appuntamento con due
professori. Mosséri gli consigliò di annullare l'appuntamento con loro e di
mettere a digiuno il figlio o altrimenti di dargli solo brodi caldi di ortaggi.
Due settimane dopo il bambino era guarito, ma il padre era curioso di sapere
che cosa aveva avuto il figlio. Mosséri gli rispose che la diagnosi serve solo a
spaventare la gente e a indurla a un trattamento medico sintomatico, non a
trovare la causa della malattia.
COME DIGIUNARE?
Il digiuno deve essere fatto riposando a letto, bevendo solo
acqua, con una orsa calda ai piedi.
Se non si riposa o si bevono dei succhi di frutta la febbre
non passa poiché essi contengono molti zuccheri acidi.
LA FEBBRE FORTE
Alcuni sono spaventati quando la febbre supera i 40°C. Essi
temono che una febbre forte sia un pericolo per la vita. In realtà, più la
febbre è elevata, più la vitalità è grande.
Il vero pericolo consiste nel contrariare la febbre, nel
combatterla, nel volerla abbassare a qualsiasi prezzo, nell'uscire per
lavorare, nel freddo, nello stancarsi.
Occorre solo badare ai bisogni elementari del malato:
calore, acqua da bere a volontà, tranquillità. Gli incidenti sono sempre
provocati dai medicinali e dall'alimentazione. (N.d.T.: credo che occorra,
però, assicurarsi che il malato possa smaltire il calore, cioè che vi sia
all'occorrenza ventilazione se la temperatura dell'aria è molto alta).
COME AIUTARE LA NATURA?
Tutti i trattamenti e tutti i rimedi sono inutili e nocivi.
La natura ha bisogno solo di aiuto passivo: riposo, calma, acqua, restare a
letto. Tutto il resto ostacolerà la sua azione salutare.
LE ECCEZIONI
Mosséri ha avuto due o tre casi particolari in cui la febbre
era presente. Col digiuno era diminuita, senza sparire totalmente. Il soggetto
si sentiva bene e guarì con un brodo caldo di verdura.
Una giovane donna di 37 anni soffriva di una febbre irregolare
accompagnata da un dolore alla milza e da un gonfiore di quest'organo,
accompagnati da una prostrazione totale. In capo a 7 giorni di digiuno ella
morì. Malgrado due anni di regime vegetariano rigoroso il cancro della milza
non poté essere eliminato. La febbre irregolare è un sintomo nefasto, come il
dolore e il gonfiore nell'addome. Lo scoppio di un ascesso mortale comanda
un'operazione urgente. Il digiuno e l'operazione non salveranno che alcuni
casi, non tutti.
CAPITOLO 21
LE MALATTIE CRONICHE
LA TOSSIEMIA
Nelle malattie croniche, il digiuno favorisce l'eliminazione
delle tossine che sono state accumulate per anni. Non è il digiuno che elimina
o che guarisce. Il digiuno permette al corpo di eliminare e di ristabilirsi da
sé.
Si diventa malati coi propri errori, con le proprie follie e
abitudini antigieniche che snervano l'organismo e non gli dànno il tempo di
ricaricarsi.
Allora, la tossiemia e la malattia diventano inevitabili.
La tossiemia è uno stato anormale del sangue e dei tessuti,
proveniente da una vita malsana che produce l'enervazione. Gli igienisti del
passato consideravano la tossiemia come un accumulo eccessivo di scarti
metabolici proveniente dall'enervazione, ma gli igienisti contemporanei
sostengono l'idea che esistono due forme di inquinamento organico interno.
LE DUE TOSSIEMIE
1) l'inquinamento organico endogeno,
2) l'inquinamento organico esogeno.
L'inquinamento organico endogeno rappresenta gli scarti
normali del metabolismo, cioè i sottoprodotti cellulari chimici, provenienti
dalle attività quotidiane delle cellule, che devono essere eliminati,
altrimenti danneggiano i tessuti.
L'inquinamento organico esogeno proviene dalle sostanze
tossiche che sono assunte dall'esterno, consapevolmente o inconsapevolmente.
Esempi: l'aria che si respira, l'acqua che si beve, gli alimenti che si
mangiano possono contenere dei veleni. L'indigestione, la sovralimentazione, le
cattive mescolanze, l'alcol, il cioccolato, il caffè, il tabacco, ecc.
rappresentano anch'essi degli esempi. Si comprendono facilmente i veleni
esogeni, ma quelli endogeni non sono riconosciuti dalla medicina, poiché sono
prodotti correnti del metabolismo e perché - così avviene nel caso del biossido
di carbonio - l'organismo ha il mezzo di camuffarlo combinandolo con altri
minerali, fino al momento in cui avrà la possibilità di eliminarlo.
L'ACIDITÀ
Quando il corpo contiene più sali minerali acidi che sali
minerali basici, i tessuti sono derubati delle loro riserve basiche per
neutralizzare l'acidità. Ne deriva una funzione alterata e la malattia.
L'equilibrio tra gli acidi e le basi nel sangue e nei
tessuti è sempre molto delicato e il corpo per mantenerlo si vede tutto il
tempo obbligato, per così dire, a derubare Paolo per pagare Pietro. Gli eccessi
e le carenze sono così mascherate, di modo che la tossiemia non è più percepita
a dispetto di tutte le analisi di laboratorio.
NESSUNA ANALISI ESISTE PER LA TOSSIEMIA
Un'altra ragione per la quale la tossiemia non è percepita
dai fisiologi, è che tutte le cosiddette norme chimiche e funzionali del corpo
sono state stabilite su organismi in cattiva salute. I test dovrebbero essere
praticati solamente su dei soggetti sani, di soggetti superiori in tutto, per
determinare il potenziale di salute più elevato.
Comunque, la tossiemia si può riconoscere attraverso la
stanchezza, il languore, la malinconia, la mancanza di vigore. Queste sintomi
indicano anzitutto l'enervazione, in seguito, quando sono più avanzati, la
tossiemia.
I test di laboratorio e le diagnosi non possono misurare
queste sensazioni soggettive. Ecco perché la medicina nega la loro esistenza.
Quando vi lamentate da un medico di una mancanza di tono o di altri sintomi,
costui fa un esame, poi ordina delle analisi complete di laboratorio e dei
raggi X. Ma come d'abitudine queste analisi e questi esami non svelano niente
di grave, egli vi dirà:
Non avete niente. Le vostre malattie sono immaginarie.
Dimenticatele. Uscite e divertitevi.
Ecco il consiglio dato a dei soggetti molto tossiemici. Che
si sentivano male, che non avevano neanche la forza di divertirsi.
Finché si ha molta energia nervosa, e finché il sistema
circolatorio e gli organi d'eliminazione sono in buono stato di funzionamento,
tutti i veleni endogeni ed esogeni sono eliminati tutti i giorni attraverso i
polmoni, i reni, il colon e il fegato. I tessuti sono così preservati dalle
tossine. Questo stato di salute si accompagna a un benessere e a una sensazione
di felicità.
FIN DALLA NASCITA
I bimbi nascono con un debolissimo grado di tolleranza verso
i veleni. Quantunque la madre fumi, prenda del tè, del caffè, dell'alcol,
cioccolato e altri veleni, e benché la placenta non formi che una barriera
leggera e i veleni affliggano il feto, il nuovo organismo arriva a liberarsi
dalle tossine, poiché i suoi tessuti giovani possiedono una vitalità rinnovata.
Disgraziatamente, i bimbi nascono in un mondo antibiologico
che li assoggetta ad un ambiente malsano e che li inizia a tutte le altre
abitudini devitalizzanti. Il modo di vita corrente produce presto in essi uno
stato di tossiemia e il bambino si ammala del suo primo raffreddore o di
qualsiasi altra crisi di eliminazione.
Dopo l'assalto continuo dei veleni esogeni ed endogeni, il
bambino impara a tollerare sempre più le materie tossiche. Sviluppa meno
raffreddori e influenze.
Allora, quando queste materie tossiche si accumulano oltre
la tolleranza, si scatena una crisi di eliminazione sotto una forma o sotto
un'altra.
I GUASTI IRREVERSIBILI
Ciò non vuol dire che nessun male accompagni questo fardello
di materie tossiche nel corpo. Vivere tutto il tempo in uno stato tossico, è
essere avvelenati cronicamente. I tessuti dovunque nel corpo sono danneggiati,
e talvolta in maniera irreversibile.
UN BASSO LIVELLO DI TOLLERANZA
Il solo mezzo di ristabilire un livello basso di tolleranza
verso le tossine, è di modificare lo stile di vita e di assicurarsi abbastanza
riposo e sonno per recuperare l'energia nervosa, di modo che gli organi possano
funzionare di nuovo al livello fisiologico più alto.
Ecco perché quelli che vivono molto igienicamente reagiscono
molto rapidamente quando fanno la minima deviazione. Essi hanno conservato il
loro livello di tolleranza molto basso e il loro corpo elimina energicamente
tutti i veleni prima che essi danneggino i tessuti.
L'igienista non può cavarsela come i suoi compagni che
vivono come tutti. Quando si comporta in maniera antibiologica, il suo corpo
glielo ricorda subito. È un corpo sano che suona prontamente l'allarme.
Viceversa, quando i sensi sono smussati dall'enervazione e
dalla tossiemia, essi non reagiscono prontamente e lasciano pensare che sono in
migliore salute e che se la cavino meglio di un igienista, il quale a sua volta
non comprende e si domanda perché egli si sente così male mentre fa tanti
sforzi sulla buona strada.
I TESSUTI CICATRIZIALI E FIBROSI
Quando la tossiemia cronica irrita costantemente i tessuti,
si instaura uno stato di infiammazione cronica.
Vi è sicuramente successo talvolta di tagliarvi un dito e di
vedere come l'infiammazione ha contribuito alla cicatrizzazione. La ferita si
ricopre di un nuovo tipo di tessuto chiamato tessuto cicatriziale. Dopo la
cicatrizzazione, questo tessuto è bianco, sprovvisto di vasi, di peli e di
ghiandole sebacee. È un tessuto non funzionale che serve soltanto a riunire la
pelle funzionale, come un punto di cucitura a zigzag o un'imbastitura che tiene
un vestito strappato. Questa imbastitura va bene? Va bene, ma non così bene
come il materiale originale - non ha la stessa qualità. Il tessuto cicatriziale
è sempre di qualità inferiore a quella del tessuto funzionale.
L'infiammazione cronica è causata dalla tossiemia cronica e
provoca la distruzione delle cellule funzionali normali di un organo, per
sostituirle con tessuti fibrosi. Disgraziatamente, nessun dolore accompagna
l'infiammazione cronica, poiché la maggior parte degli organi interni sono
sprovvisti di nervi sensitivi.
Ne segue che l'infiammazione cronica, a differenza
dell'infiammazione acuta, può esistere senza che se ne sia coscienti. È una
grande sciagura poiché una distruzione patologica considerevole può realizzarsi
mentre voi pensate di essere in buona salute!
IL DETERIORAMENTO DEGLI ORGANI
L'infiammazione degli organi può esistere in parecchie parti
del corpo, allo stesso tempo. La sua sede non è scoperta che quando un certo
numero di cellule di un organo sono distrutte provocando l'alterazione
funzionale, accompagnata da segni obiettivi di malattia.
A tale stadio, un deterioramento patologico considerevole
degli organi e dei tessuti si è impercettibilmente prodotto. Allora i
cambiamenti strutturali che si allontanano dalla normalità sopraggiungono in
tutte le parti del corpo.
I SEGNI PREMONITORI
Come sapere dove si è? La natura ci avverte con numerosi
segni di allarme.
-....la stanchezza,
-....l'irritazione,
-....e tante altre piccole miserie che noi soffochiamo col
caffè, il tè, le pillole e gli stimolanti.
È così che il male continua in modo quasi insospettato.
Abitualmente, le cellule del corpo si usurano e muoiono
molto lentamente e sono rimpiazzate da strutture cellulari normali.
Ma quando l'infiammazione cronica, che proviene dalla
tossiemia cronica, non è curata, le cellule si usurano più velocemente e
l'infiammazione cronica provoca un processo conosciuto sotto il nome di
fibrosi. È un tessuto simile al tessuto cicatriziale. I tessuti fibrosi si
moltiplicano così al posto dei tessuti normali funzionali.
Quando un irritante di debole intensità, secondo il
fisiologo Boyd, agisce sui tessuti, ne risulta un'infiammazione cronica,
contrariamente al processo rapido e acuto che caratterizza l'infiammazione
acuta.
La reazione dei tessuti è del tutto differente da quella
dell'infiammazione acuta. La si qualifica spesso prolifera. Le sole cellule che
proliferano sono i fibroblasti…
In un organo come il fegato o i reni, un irritante violento
produrrà un'infiammazione acuta che distruggerà le cellule parenchimatose
altamente specializzate, come i tessuti connettivi più modesti, al contrario un
irritante debole ucciderà le cellule speciali e non farà che stimolare i
tessuti fibrosi per proliferare (fibrosi).
UN ESEMPIO: L'ARTERIOSCLEROSI
Le tossine che circolano nel sangue sono irritanti di debole
intensità che stimolano la fibrosi. È così che si sviluppa l'arteriosclerosi,
che colpisce a poco a poco tutte le arterie del corpo, senza che l'individuo se
ne renda conto. Le cellule normali delle pareti arteriose sono rimpiazzate con
un tessuto duro e fibroso. Altri tessuti sono distrutti nel corpo alla medesima
maniera. Infatti, questi tessuti fibrosi possono svilupparsi nel cuore, nel
fegato, nei reni, nella milza e in qualsiasi altro posto nel corpo in cui la
tossiemia causa un'infiammazione cronica. Si perdono così delle cellule
funzionali normali, che sono sostituite da tessuti cicatriziali. Questo
sviluppo di tessuti cicatriziali si svolge perché si è lasciato correre per
anni e anni uno stato di tossiemia cronica.
Esiste uno stile di vita per prevenire lo sviluppo della
tossiemia. E quelli che lo sanno attraverso la lettura dei libri igienisti non
hanno scuse nel permettere la distruzione disastrosa dei loro tessuti. vita,
l'organismo ne soffre e le cellule sono danneggiate.
Si possono citare esempi diversi dall'arteriosclerosi, come
la cirrosi, la tubercolosi, i tumori, il cancro, i polipi, ecc.
L'ENERVAZIONE
L'enervazione precede sempre la tossiemia. Non si può avere
tossiemia finché i nostri organi funzionano normalmente. Ma quando si comincia
a vivere in modo tale, che si perde più energia nervosa di quanta se ne
recuperi durante i periodi di riposo e di sonno, si produce uno stato di
enervazione.
La natura si restaura unicamente col riposo e col sonno. La
vita moderna è così trascinante, vi sono così tante cose da vedere e da fare
che si dimentica di riposarsi e di dormire abbastanza, privando così il corpo
dei processi restauratori della natura.
E si commette un errore ancora più grave quando si ha
qualche cosa da fare e si ricorre ad uno stimolante per reggere alla
stanchezza. Quando sono impiegati gli stimolanti al posto del riposo, il
recupero dell'energia nervosa non potrà rimediare al consumo. Il recupero di
questo esaurimento temporaneo o parziale richiederà uno o due giorni di riposo
supplementare e di sonno ma se si continua lo spreco dell'energia, potrà
occorrere più di un anno più di un anno per ricaricarsene.
Per mantenere una buona salute, il corpo reclama la luce
naturale, l'aria, il calore, l'esercizio, il riposo e il sonno, l'equilibrio
emotivo e la dieta appropriata. Ma questi fattori devono essere provvisti tanto
in qualità che in quantità appropriate, cioè in combinazioni e in proporzioni
convenienti, le une in rapporto alle altre.
Mentre il medico dosa i veleni secondo ciascuna malattia,
l'igienista dosa l'alimentazione secondo i bisogni, dosa il riposo, dosa
l'esercizio secondo la forza, dosa il sonno secondo lo stato, dosa i bagni di
sole secondo la capacità che l'organismo ha di trarne beneficio.
Non si può ricaricare attivamente l'energia nervosa perduta.
Il solo mezzo per cavarsela dagli abissi dell'enervazione, è la passività.
Talvolta occorre più di un anno di riposo e di sonno
supplementari, prima che un invalido possa ricaricare le sue energie nervose.
LA TOSSIEMIA
Come l'alcol, che è un sottoprodotto dell'attività
batterica, diventa sufficientemente concentrato, uccide i batteri che l'hanno
prodotto.
Anche le cellule muoiono quando i loro rifiuti diventano troppo
concentrati. Ciò fa parte del processo di invecchiamento.
Gli igienisti possono prolungare la loro vita vivendo
secondo le leggi biologiche. Così evitano pure di avere dei corpi deboli,
paralizzati e miserabili e di non provare più piacere nella vita
SPRIZZANTI DI GIOIA E DI SALUTE
È un piacere immenso osservare gli individui dopo il loro
digiuno, quando sono liberati dal loro fardello tossico e sono felici nel loro
intimo. Sprizzano di gioia senza interruzione.
La loro depressione scompare per fare posto alla felicità e
al benessere.
LA STIMOLAZIONE
Ciò che distingue l'igienismo dalle altre scuole
naturopatiche o mediche, è soprattutto la nozione centrale dell'energia nervosa
alla base di tutti i ragionamenti che toccano la salute.
La medicina utilizza gli stimolanti e i ricostituenti
chimici, mentre i naturopati ricorrono agli stimolanti e ai tonici cosiddetti
naturali. Essi ignorano che la stimolazione è, in verità, una perdita
d'energia.
LA STORIA DI CIRILLO SULLA SUA MOTO
C'era una volta una bella moto, nera e brillante che si
soprannominava Giaguaro, poiché essa scattava come un giaguaro. Apparteneva a
Cirillo, che l'aveva acquistata per sbalordire i suoi giovani amici ed amiche.
Tutti i sabati e domeniche, egli partiva per fare un giro, raggiante di
felicità sulla sua moto.
Un giorno lavò il suo Giaguaro e se ne andò, pieno
d'orgoglio, sulla sua moto che ronzava e il cui motore potente scoppiettava con
furore. Egli correva di qua e di là, saltava le dune e i monticelli, faceva
salti e soprassalti.
Poi improvvisamente il Giaguaro cominciò a tossire, cessò di
ruggire e infine si fermò. La benzina mancava e il superbo Giaguaro dava
l'impressione di un povero gatto, anziché di una tigre potente.
Cionondimeno, l'ago della riserva aveva avvertito il giovane
prodigo, che il livello si abbassava, man mano che proseguiva la sua gita. Ma
egli era talmente inebriato dalla velocità, inebriato dal piacere, che non
prestò attenzione a quell'ago della riserva di benzina.
Gli organismi somigliano un poco a quella moto, nel senso
che hanno bisogno di energia per correre, lavorare, agitarsi, digerire,
camminare, leggere, esercitarsi, ecc. Ma le riserve possono anche esaurirsi.
Ora, esattamente come la benzina, quest'energia nervosa è
limitata.
Fortunatamente, noi abbiamo un segnale che ci può avvisare
che questa energia è bassa. Esattamente come noi dobbiamo apprendere la
gestione di una moto o di un'automobile, dobbiamo apprendere il funzionamento
del nostro corpo.
LA STANCHEZZA, È IL NOSTRO INDICATORE DI LIVELLO DELLA
BENZINA
È una sventura che si rompa il termometro, o si guasti
l'indicatore di livello dell'energia vitale con gli stimolanti.
Infatti, il caffè, il tè, il vino, anche in piccola
quantità, le bevande di cola e gli altri eccitanti moderni ci impediscono di
conoscere il livello della dispersione di energia. e.
Se noi evitiamo tutti questi stimolanti, la natura ci
avviserà quando essa è stanca. La stanchezza è il nostro indicatore di livello
della benzina.
Il sintomo della stanchezza rappresenta la maniera con cui
il corpo ci avverte che ha bisogno di riposo, per ricaricare l'energia nervosa.
Questa è la forza che sostiene tutte le sue azioni.
La stanchezza non è un segnale che bisogna prendere un'altra
tazza di caffè, che bisogna mangiare di più o prendere del miele, cose
zuccherate o qualsiasi stimolante favorito. La stanchezza ci comanda il riposo.
è il riposo che ricarica le batterie e ci permette di riprendere le nostre
attività nella vita. tutto ciò ormai vale anche per i giovani.
Per avere molta energia, tutti, giovani e vecchi, devono
scoprire come conservarla e come prevenire l'enervazione, apprendendo quali ne
sono le cause.
L'ENERVAZIONE E LE SUE CAUSE
In generale, l'enervazione significa esaurimento
dell'energia nervosa. Essa è causata da parecchi fattori:
-....le sostanze malsane
-....gli eccessi
-....le carenze
-....gli stati emotivi e le abitudini emotive
-....i veleni abituali.
LA MODERAZIONE IN TUTTO?
Molti affermano che essi bevono vino senza abuso, caffè
senza eccesso, mettono poco sale e pepe sugli alimenti, mangiano poca carne,
pochi salumi, non abusano di camembert. Queste parole che sembrano imbevute di
saggezza racchiudono nondimeno un inganno e una menzogna. Si inganna sé stessi
o si ingannano gli altri.
Infatti l'abuso e la moderazione concernono le sostanze sane
della vita, non quelle nocive come l'oppio, il tabacco, il caffè, il vino, gli
alimenti malsani, i medicinali. Che non sono necessarie, ma una fonte di
pericolo. La minima quantità di queste sostanze tossiche è un abuso.
La moderazione concerne le cose sane, morali e positive
della vita, come non si può essere moderati nella menzogna, nel furto,
nell'odio, nella gelosia.
GLI ECCESSI E IL SOVRAFFATICAMENTO
Una vita intensa non è compatibile con una vita lunga.
Ciò significa che non si può sprecare la propria energia
quando si è giovani, senza ritrovarsi un giorno totalmente spossati.
Infatti, l'energia nervosa non è inesauribile. Quando non se
ne ha più, la macchina del nostro corpo si ferma, gli organi rallentano il loro
lavoro e funzionano a un regime fisiologico più basso, secondo le forze
disponibili.
Se nella vostra giovinezza sprecate la vostra energia con
un'attività costante, con le ore piccole, con le sostanze malsane, sarete
talmente intossicati, che non vi basteranno pochi giorni di riposo per
ristabilirvi. Occorreranno spesso mesi per recuperare e disintossicarsi.
Si può spendere troppa energia nervosa consumando sostanze
malsane, ma anche abusando di cose sane.
Si può abusare agevolmente del cibo, del lavoro, del sole,
delle sensazioni, ecc. Si abusa spesso dei bagni di mare come dei bagni nella
vasca o nella doccia. Si subiscono a volte degli stati emotivi negativi molto
enervanti che sviluppano la tossiemia.
Bisogna imparare a fornire al nostro corpo le quantità
giuste e senza eccessi di cui ha bisogno normalmente, secondo le capacità
individuali di ciascuno. Per alcuni è difficile moderarsi e allora occorre
ricorrere a un professionista per smascherare le abitudini cattive.
Infine l'abuso degli alimenti concentrati è uno dei peggiori
possibili. Esso spreca un'energia enorme per alimenti che non sono, in
generale, specifici all'essere umano.
Lo stomaco, il pancreas, gli intestini e il fegato devono
accrescere il loro lavoro per secernere abbastanza enzimi digestivi. Tutto il
sistema digerente, più gli organi associati, sono tassati dalla
sovralimentazione.
Come conseguenza di questa sovralimentazione, il sistema è
imbottigliato con le troppe materie prime alimentari. Mangiare un pasto giusto
dopo l'altro, con degli spuntini frequenti tra i pasti, impedisce una buona
digestione. Gli alimenti fermentano e si putrefanno nel canale alimentare e
avvelenano il corpo. Tutto il corpo deve lavorare giorno e notte per tentare di
assimilare gli alimenti consumati, e si finisce per spossarsi.
Una cura di digiuno sorvegliata permette il ristabilimento
della maggior parte delle malattie croniche, altrimenti due cure ad alcuni mesi
d'intervallo. Una dieta igienista rigorosa deve essere seguita tra le due cure.
CAPITOLO 22
EVOLUZIONE DELLA MALATTIA
LE ABITUDINI ANTIFISIOLOGICHE
(in ordine d'importanza)
a)....non rispetto del primato della fame acuta, ciò che
comporta la bulimia, visto che lo stomaco è ancora disteso e per compensazione
si è portati ad abbandonarsi alla sazietà patologica.
b)....Gli alimenti non specifici alla razza umana (carni,
pesci, pane, cereali, latticini, zucchero raffinato, pimento, ecc.). Gli
alimenti specifici alla razza umana sono i frutti, gli ortaggi e le radici.
c)....I vari veleni: caffè, vino, cioccolato, medicine,
prodotti chimici di qualsiasi specie, conservanti, fattori di sapidità detti
esaltatori del gusto (glutammato di sodio), coloranti, tè, alcol, tisane, pepe,
condimenti, spezie, aromi, condimenti forti, sale, ecc.
d)....Il sovraffaticamento fisico o mentale.
e)....Le tensioni nervose provocate dalle emozioni negative
o l'eccesso di emozioni positive.
Esempi: la paura, l'ansietà, il rancore, il segreto, l'odio,
la collera, la gelosia, la sovreccitazione mentale per gioia eccessiva,
l'ipnosi collettiva davanti ad un predicatore dominatore, un oratore politico
potente e dotato di un potere ipnotico sicuro, ecc.
f)....La fretta e la precipitazione
g)....Le carenze affettive e la solitudine
h)....La cottura all'olio o al burro e le fritture provocano
l'aumento allarmante dei globuli bianchi nel sangue durante la digestione
(leucocitosi), il che non si produce con gli alimenti crudi. La cottura a bassa
temperatura, senza grassi è accettabile.
i)....Le cattive mescolanze. Esempio: farinacei/acido.
j)....La ricerca di un equilibrio emotivo illusorio in uno
stato di calore permanente, in cui le attività sessuali sono deviate dal loro
scopo costituzionale che è la propagazione della specie, e che deriva
direttamente dal consumo degli alimenti azotati, troppo concentrati in
proteine.
k)....L'eccesso di sole, di vento, di bagni, di freddo, di
calore, di sensazioni, le veglie. Bisogna rispettare il ritmo della natura: la
notte è fatta per dormire, il giorno per essere attivi.
l)....La pigrizia, la noia, la mancanza di sole, d'aria
pura, ecc.
2 - L'ENERVAZIONE
Le abitudini anti fisiologiche appena elencate esauriscono
l'energia nervosa dell'organismo con dei consumi straordinari. Ora, questa
energia nervosa è necessaria per il funzionamento di tutti gli organi, dei
sensi, delle cellule, dei muscoli, e per la fabbricazione dei succhi preziosi
della digestione, per la funzione sessuale, e infine per l'eliminazione al
livello cellulare dei rifiuti metabolici, poi la loro espulsione attraverso gli
emuntori (fegato, reni, polmoni, intestini).
3 - PERDITA DELLE SECREZIONI DIGESTIVE E RIPRODUTTIVE
Il bolo alimentare non digerito, totalmente o in parte,
passa l'indomani nelle feci, che diventano abbondanti, maleodoranti e poco
formate, invece di essere inodori, poco abbondanti e ben formate. Il bolo
alimentare che passa nelle feci trascina con sé i succhi digestivi che non si
presume debbano essere perduti ma riassorbiti. Questa perdita secca obbliga
l'organismo al raddoppio di sforzi per compensarla e finisce per esaurirlo.
4 - DIMINUZIONE DELL'ELIMINAZIONE CELLULARE
L'eliminazione necessita dell'energia nervosa. Ma quando
l'energia nervosa è esaurita dai consumi eccessivi, l'eliminazione si allenta,
i rifiuti si accumulano nel sangue e nei tessuti: è la tossiemia.
5 - LA TOSSIEMIA ENDOGENA ED ESOGENA
Si tratta della ritenzione delle tossine cellulari
normalmente prodotte dal metabolismo, aggiunte alle tossine di origine esterna,
come i prodotti chimici, i medicinali, il caffè, i veleni, i prodotti della
fermentazione e della putrefazione degli alimenti non digeriti.
6 - CRISI DI ELIMINAZIONE, ACUTA O CRONICA
Quando il corpo è troppo incrostato dalla tossiemia, ha una
crisi di eliminazione acuta o cronica (febbre, raffreddore, asma, artrosi,
malattie della pelle, ecc.)
7 - DISTRUZIONE PROGRESSIVA DEGLI ORGANI E DEI TESSUTI
È stato visto precedentemente che i tessuti del corpo
diventano di genere fibroso quando la tossiemia lo invade. Col tempo, se non si
agisce per invertire questo stato morboso, si entra nello stadio irreversibile
o incurabile.
CAPITOLO 23
IL RITORNO ALLA SALUTE
L'evoluzione della malattia che si è studiata nel capitolo
precedente non è a senso unico, irreversibile e fatale, come insegna la
medicina. Si può arrestare questa evoluzione patologica, e perfino farle
tornare indietro completamente.
Tuttavia, il ritorno progressivo alla salute non è possibile
che per i casi che non hanno raggiunto l'ultimo stadio della distruzione
tissulare.
Sarà sufficiente procedere all'inversione progressiva
dell'evoluzione patologica attraverso le tappe seguenti:
1 - SOPPRESSONE DI TUTTE LE ABITUDINI ANTIFISIOLOGICHE E
MALSANE, menzionate già e per ordine d'importanza
2 - RECUPERO DELL'ENERGIA COL RIPOSO FISIOLOGICO TOTALE
(Digiuno, riposo a letto)
Bisogna lasciare al corpo il tempo di recuperare le sue
energie perdute, ricaricare le sue batterie, eliminare il suo fardello di
tossine accumulate, e questo può durare giorni, mesi o anni, per i casi più
gravi.
3 - IL RISTABILIMENTO PROGRESSIVO
Durante questo periodo bisogna fornire all'organismo tutti i
fattori d'igiene necessari alla vita e allontanare tutti quelli che non le sono
necessari. Dosare secondo le capacità d'utilizzazione diminuite del soggetto e
secondo il suo potere di utilizzazione, giorno per giorno. Pertanto, diminuire
il cibo e l'esercizio e aumentare il riposo.
4 - GLI STADI IRREVERSIBILI
La maggioranza di questi casi irreversibili (vero cancro,
vera tubercolosi, diabete insulinodipendente, ecc.) possono, nella migliore
delle ipotesi, essere stabilizzati, seguendo il medesimo processo, sotto la
sorveglianza stretta di un igienista esperto. Essi possono aspirare a condurre
una vita attiva e vivere abbastanza a lungo, se arrivano a correggere il loro
stile di vita e la loro alimentazione.
CAPITOLO 24
I RIMEDI NATURALI DURANTE IL DIGIUNO O COME AIUTARE LA
NATURA
I PRODOTTI NATURALI
Il grande pubblico è portato verso ciò che è naturale,
poiché è consapevole che con la civiltà si è allontanato dalla natura e che ciò
si produce a suo danno. Allora si appassiona a tutti i prodotti che essa ci dà,
senza alcuna discriminazione.
Bisogna, però, fare distinzione tra i prodotti della natura,
poiché non sono tutti destinati all'uomo.
È così che certi vermi si nutrono e si sviluppano mangiando
delle foglie di tè, mentre l'uomo non potrebbe consumarne senza che esse lo
avvelenino. Il tè e il tabacco sono veleni per l'uomo come la belladonna e
l'hashish.
Ora, tutte queste sostanze sono naturali, ma non possono
essere metabolizzate ed è per questo che sono qualificate veleni, per
definizione.
Affinché una sostanza sia conveniente per l'uomo non basta
che sia naturale, quantunque sia una condizione preliminare. Bisogna in più che
essa sia normale alla specie, cioè specifica, quindi che gli convenga per la
sua costituzione.
L'ARGILLA E LE CURE TERMALI
Non è sorprendente che l'artritismo, il reumatismo e la
nevralgia siano tra le malattie alleviate dai bagni di argilla. Infatti, il
calore dell'argilla, come quello delle sorgenti termali calde, procura un
sollievo temporaneo dei dolori. Ma questo genere di cure deve essere ripetuto a
intervalli regolari.
È necessario ricordare che una compressa di argilla o una
cura termale o un cataplasma di fango, non sopprimono la causa.
Un tale sistema di cura è qualificato "naturale",
ma non resta meno vero che queste "guarigioni naturali" non sono
permanenti, poiché i medesimi pazienti frequentano queste stazioni termali ogni
anno.
Quando una persona deve trattarsi mentre vive in maniera
malsana e astenendosi dagli affari del mondo, ella non può sentire che la sua
salute è ristabilita.
CHE COSA CERCA LA MEDICINA
La medicina cerca, non di guarire i malati, - essa se ne è
doluta da molto tempo, - ma di dar loro sollievo, affinché essi possano
continuare a vivere come prima, cioè in modo malsano. Ed è proprio questo che
il popolo vuole.
Due questioni devono essere poste quando si è in presenza di
una cosiddetta soluzione per le sofferenze dei malati.
1) - Essa rimedia realmente allo stato che sta dietro i
sintomi allarmanti?
2) - Il lavoro rimediante è temporaneo o permanente?
La risposta corretta a queste due domande determinerà ciò
che è reale da ciò che è illusorio in qualsiasi misura dichiarata rimediante.
Se il beneficio apparente non è che superficiale e
temporaneo, la misura non procurerà alcun vantaggio autentico. Considerando la
lunga esperienza dell'umanità con quelle misure e i loro effetti
invariabilmente nocivi noi possiamo considerarle come cattive.
È propriamente là che esistono le differenze tra la medicina
ufficiale e la medicina naturale da una parte e le misure igieniste dall'altra
parte. Prima di considerare il carattere permanente o no che deriva dai
risultati di queste misure diverse, è essenziale trarre una linea tra i mezzi
naturali per curare il corpo e quelli che sono alla moda per curare la malattia.
Viviamo in un secolo in cui è abituale qualificare naturali
tutti i metodi e tutti i sistemi di trattamento che non usano i medicinali. I
bagni di sabbia, un cataplasma d'argilla, una bevanda di acqua minerale, una
compressa di ghiaccio, la chiropratica, i massaggi, l'elettricità e perfino le
piante velenose, sono chiamate "cure naturali".
Certamente l'argilla è naturale, le acque minerali sono
naturali, le piante velenose sono naturali - ma non è vero che tali cose siano
dei rimedi. E non è nemmeno vero che tali cose abbiano un rapporto naturale o
normale col corpo.
L'idea corrente è che la malattia consista in certi
malesseri e sintomi sgradevoli - dolori, debolezza, ecc. Di conseguenza quasi
tutte le misure impiegate per guarire il malato, lo sono in vista del sollievo
dei sintomi. - Shelton.
La medicina è in certo modo una demagogia. Il dolore è
partito, dunque si è guariti. Ci si sente più forti e stimolati, dunque tutto
va bene! Non ci si preoccupa di sapere il risultato finale e le conseguenze future
sulla salute.
Infatti, palliare un dolore non significa guarire qualcosa.
Impedire al corpo di produrre il dolore rendendo insensibili i nervi con un
tocco di agopuntura, con delle sedute di chiropratica o dei medicinali
analgesici non guarisce nulla. Il dolore ha quasi sempre uno scopo utile di
eliminazione. È un richiamo di sangue per purificare il corpo e per
rigenerarlo.
Se si può procurare sollievo al malato, anche
temporaneamente, il trattamento è considerato valido.
Prendiamo come esempio una preparazione vegetale popolare:
il caffè. Si può utilizzarlo per alleviare il mal di testa, ma è ben noto che
questo sollievo è fittizio e momentaneo. Ora il caffè è naturale, ma non è un
rimedio valido per i mal di testa.
Possiamo prendere anche un'altra pianta popolare: il
tabacco. È correntemente usato come sedativo e come tranquillante. Quando il
fumatore si sente a disagio, nervoso, emotivo e teso, prende una sigaretta che
gli procura una narcosi che la nicotina genera. È un sollievo narcotico, dunque
illusorio e di breve durata. Certo che egli può prendere sempre un'altra
sigaretta e così di seguito.
È altrettanto facile assuefarsi agli aggiustamenti della
chiropratica come diventare un assuefatto del caffè o del tabacco.
Infatti, la stimolazione (irritazione) occasionata da una
spinta della chiropratica su un punto particolare della spina dorsale, il
leggero trauma causato dalla forte pressione, non causano un benessere
permanente più di una semplice tazza di caffè.
La nostra posizione di fronte a queste misure, anche se esse
sembrano "naturali" è la seguente: ciascuna malattia ha una causa.
Togliete questa causa e la malattia cesserà. Se la soppressione della causa è
permanente, il ristabilimento è permanente. Ne segue che se i sintomi ritornano,
è che la causa non è stata eliminata. Il trattamento non ha fatto altro che
sopprimere temporaneamente i sintomi.
Noi vogliamo dire per ristabilimento autentico, la
cessazione dei sintomi e la pulizia dello stato patologico sottostante che
deriva dall'eliminazione della causa. Una tale cessazione dei sintomi durerà
altrettanto a lungo finché le cause non saranno reintrodotte.
GUARIGIONE O RISTABILIMENTO?
L'eliminazione della causa non ristabilirà il malato. Essa
interromperà solo la produzione degli effetti. Essa permetterà al corpo di
ristabilire l'integrità delle strutture e l'efficacia delle funzioni con le sue
proprie forze e processi intrinseci. È questo il ristabilimento, ma non è una
guarigione! È un ristabilimento naturale.
Il ristabilimento è un processo biologico che non si compie
con l'aiuto dei rimedi, ma coi processi della vita.
Se un paziente che fuma un pacchetto di sigarette il giorno,
smette di fumare, ciò cessa solamente la produzione della bronchite, ma solo
col passare del tempo il malato si ristabilirà con i processi della vita che
puliranno i postumi passati del tabacco.
Ne segue veramente che il ristabilimento è un processo
biologico, fisiologico, che non si compie con l'aiuto dei rimedi, ma attraverso
i processi della vita.
L'idea è che il ristabilimento è un processo che si fa
lentamente, come la cicatrizzazione di una ferita.
AIUTARE LA NATURA
Il digiuno è utilizzato dalla maggior parte dei naturopati,
ma essi gli aggiungono un gran numero di misure che si ritiene aiutino la
natura: tisane, argilla, abluzioni, idroterapia, chiropratica, agopuntura,
massaggi, ozono, autotrasfusione, urina da bere, ecc.
Essi affermano che queste misure aiutano l'eliminazione,
accorciano il periodo del digiuno e affrettano la guarigione, ma secondo gli
igienisti ciò falso, anzi ritarda la guarigione poiché spreca le energie
dell'organismo
Eliminare non vuol dire andare al bagno. L'eliminazione
avviene soprattutto al livello di ogni cellula. Infatti, essa quando trova una
particella alimentare, la ingloba, la digerisce, l'assorbe e l'assimila. Dopo
questa elaborazione, rigetta gli scarti nel sangue. Ecco l'eliminazione.
In seguito, quando il sangue si carica di questi rifiuti, i
reni li filtrano per rigettarli nella vescica, come urina. Un'altra parte di
questi rifiuti trova la sua strada verso i polmoni che li ossidano attraverso
la respirazione. Infine, un'ultima parte è riversata negli intestini, in attesa
di essere evacuata con le feci.
L'eliminazione a livello delle cellule si fa con l'aiuto
dell'energia nervosa.
Noi possiamo aiutare questa eliminazione assicurando
un'abbondante produzione di energia nervosa. Ora l'energia nervosa noi non
possiamo fornirla o procurarla o acquistarla in una fiala. Tutto ciò che
possiamo fare per ricaricare le nostre batterie è economizzare il suo consumo
attraverso il riposo e il sonno, quindi restando a letto, come all'ospedale.
CAPITOLO 25
IL POTERE CURATIVO, LA NOZIONE DI RIMEDIO E IL DIGIUNO
C'ERANO UNA VOLTA CENTO RAFFREDDATI
C'erano una volta cento individui raffreddati.
Il primo decise di prendere un'aspirina, poiché credeva
ancora nella medicina, il secondo, non amando d'istinto i medicinali, ingurgitò
del tè addizionato al cognac, secondo una vecchia ricetta di sua nonna; il
terzo che non credeva che nelle piante, rosmarino, borragine, bardana prese una
tisana e ne respirò i vapori profumati, fino a soffocarsene, il quarto,
culturista fanatico e inveterato, si mise sotto una doccia fredda, il mattino
di buon'ora, il quinto, per spirito di contraddizione, altrimenti come gli si
raccomandava, fece un bagno caldo, addizionato di piante aromatiche, il sesto
adepto di Rika Zaraï, marinò il suo posteriore nell'acqua fredda di un bidet, e
mentre gonfiava la guancia, lo chiamò "abluzione" o idroterapia, il
settimo che non giurava che per le guarigioni spirituali, andò per guarire, a
ricevere il fluido magnetico di un guaritore, lui stesso raffreddato, l'ottavo
che credeva nelle dosi infinitesimali, lasciò cadere, nella sua bocca aperta
delle minuscole pillole omeopatiche, il nono che aveva letto sui giornali la
scoperta di un vaccino miracoloso, ma sicuramente fraudolento, come sempre, per
guarire dal suo raffreddore, si affrettò ad andare dal suo medico, prima che le
scorte si esaurissero, il decimo, che aveva tendenze esotiche, andò a farsi
solleticare il fondo del naso con gli aghi di un agopuntore cinese,
l'undicesimo aveva le tasche piene di tubetti e di unguenti, con i quali
spalmava ogni tanto il suo naso ostruito, il dodicesimo preferì farsi
palpeggiare la trentatreesima vertebra, pur sapendo che non ve ne sono che
trentadue, da un chiropratico diplomato.
Quanto al centesimo, egli non fece nulla per guarire il suo
raffreddore. Lasciò fare la natura, ma intelligentemente, non adoperò alcun
rimedio e riposò il suo corpo e il suo stomaco, saltando qualche pasto.
Risultato sorprendente e incredibile al primo colpo tutte le
persone raffreddate, senza eccezione, si erano rimesse, in capo a qualche
tempo! Tutte si erano sbarazzate del loro raffreddore, tutte si ristabilirono
perfettamente.
Perfino l'ultima persona che non aveva fatto ricorso ad
alcun rimedio - e che logicamente non avrebbe dovuto guarire - era guarita
anche lei.
È l'aspirina che mi ha guarita, dichiarò la prima persona.
È il tè, corretto al cognac che mi ha guarita, disse la
seconda. È la tisana che mi ha ristabilita, disse la terza.
È la doccia fredda che mi ha guarita, disse la quarta, fate
come me.
È il bagno caldo che mi ha guarita, disse la quinta, - fate
come me, ecc…
Tutti i raffreddati erano guariti con metodi differenti,
talvolta perfino contrari, ma ciascuno pensava che era stato il SUO metodo che
l'aveva guarito. E tutti potevano provarlo, anche quello che non aveva usato
alcun rimedio.
La medicina stessa ha stabilito delle statistiche per
provare che tale o tale medicinale era efficace
Ecco come si può provare che tutti i rimedi, fossero essi
contraddittori, fossero pure opposti, fossero chimici o naturali, guariscono il
raffreddore: l'aspirina, l'acqua fredda, l'acqua calda, le tisane, il cognac,
il tè, ecc. E si possono anche stabilire delle statistiche che provano
l'efficacia di tale o tal'altro rimedio. Statistiche che non hanno valore, si è
ben visto. Ecco come si ingannano gli studenti alla facoltà di medicina.
Il colmo di tutto, il bouquet per così dire, è che la
persona raffreddata che non aveva usato alcun rimedio, era guarita anche lei!
Ecco perché non bisogna accettare le prove, né le testimonianze, né le
statistiche, poiché esse non provano nulla.
Tutto ciò che provano, è che la natura continua
imperturbabilmente il suo lavoro, per eliminare il raffreddore, come tutte le
altre tossine delle malattie, finché il soggetto è guarito, a dispetto degli
ostacoli con cui la si prostra, per così dire aiutarla,
In conclusione tutti i rimedi, che essi siano naturali o
chimici, non servono a niente, salvo a ostacolare la Natura nel fare il suo
lavoro di eliminazione. I malati che guariscono, lo fanno a dispetto di questi
cosiddetti rimedi, mentre guariscono molto più in fretta quando non impiegano
alcun rimedio, ma obbediscono alla Natura.
Il raffreddore, come tutte le malattie più gravi, è un
sintomo di eliminazione. Ora l'eliminazione si esegue tramite l'energia
nervosa. Tutti i rimedi sprecano questa energia nervosa, e ritardano di
conseguenza l'eliminazione. Bisogna piuttosto incoraggiarla col riposo e il
digiuno.
I RIMEDI NON ESISTONO
La storia dei cento raffreddati che si è appena letta e
gustata, io lo spero bene, mostra che i rimedi non esistono. Questa storia immaginata
di sana pianta, ha impressionato molti lettori e fatto riflettere molti altri.
1) L'esistenza di qualsiasi rimedio annullerebbe la legge di
causa - effetto. Ora, questa legge non può essere annullata a piacimento degli
uomini. Non si può sopprimere un effetto che sopprimendo la sua causa. Niente
può rendere sobrio l'ubriaco, finché continua a bere alcol.
Non si possono sospendere le leggi della natura, la cosa non
è concepibile. Nessun rimedio può sfidare le leggi invincibili della natura.
La natura non ha previsto che si possano violare le sue
leggi, pur sfuggendo alle sue conseguenze, per mezzo di un artificio, di un
trucco, che sia un veleno chimico, un medicinale o una tisana naturale.
La natura, scrisse un antico igienista, non ha creato rimedi
ma punizioni. (Dr. Trall)
Non c'è che la soppressione della causa che possa abolire
l'effetto. Nessun rimedio può farlo. Nessuna pianta può abolire la causa.
Nessun trattamento. È d'altronde assurdo voler combattere un sintomo.
2) La sola causa che gli igienisti possono accettare è un
modo di vita malsano. Invece, la medicina dice che bisogna combattere la causa
della malattia ma pensa che i microbi e i virus sono questa causa.
Quando un chiropratico dice che le lussazioni vertebrali
causano i dolori, ignora le vere cause.
Quando parlano di carenze, di pigrizia delle ghiandole o di
terreno, ignorano le vere cause.
3) La malattia è un'azione salutare di disintossicazione.
Perfino le depressioni nervose, le crisi mentali, la febbre, la tosse, ecc. lo
sono. Non è ragionevole voler guarire questa disintossicazione con un rimedio.
4) Non dicano che vogliono aiutare la disintossicazione. I
processi vitali del nostro organismo sono e resteranno un mistero insondabile.
Sono sicuri che aiutando la natura, non la ostacolano? No, noi non possiamo
aiutare i processi di cui non comprendiamo il funzionamento.
Tutti i metodi che si reputano aiutare il lavoro della
natura snervano l'organismo al punto di sopprimere l'eliminazione. Questa
soppressione dell'eliminazione si traduce in una sensazione di benessere e con
la scomparsa dei malesseri provocati dalla disintossicazione. Ecco perché si
prende questa soppressione per una guarigione, mentre l'organismo attende di
riprendere le sue forze sprecate per ricominciare la disintossicazione.
IL SOLO POTERE CURATIVO CONOSCIUTO
Le forze e i processi curativi della vita si compiono in una
maniera perfettamente ordinata, e in conformità totale con le leggi della
natura. Sono:
1 - I processi di riproduzione.
2 - Il lavoro di crescita e sviluppo.
3 - La riparazione e il riapprovvigionamento delle parti
usurate o strappate.
4 - Il recupero dell'energia di un corpo spossato.
5 - L'escrezione degli scarti.
6 - La riparazione dei danni subiti dall'organismo e che
risultano da un incidente o da una violenza qualsiasi.
7 - Il ristabilimento e la restaurazione di un corpo malato.
Tutto ciò si aggiunge al fatto che il ristabilimento si
effettua attraverso l'applicazione ordinata e conforme alle leggi delle
medesime forze e dei medesimi processi che diedero nascita all'organismo, che
lo condussero a crescere e a svilupparsi, a espellere i rifiuti nocivi, a
cicatrizzare le sue ferite e a risaldare le ossa spezzate.
L'ERRORE FATALE DELLA MEDICINA, CHIMICA O NATURALE
L'errore fatale di tutte le scuole mediche, chimiche o
naturali, consiste nel voler sostituire i loro violenti metodi al potere
curativo che risiede nell'organismo vivente. Esse hanno tentato di usurpare le
prerogative di autoguarigione dell'organismo. I loro metodi e i loro sistemi
furono innumerevoli, ma la loro scomparsa progressiva testimonia del loro
scacco.
Non c'è logica uguale a quella dei fatti, per dimostrare la
follia consistente nel voler creare delle contro-maniere (bagno di sabbia o di
argilla, corrente elettrica, massaggio, operazione qualsiasi) che si ritiene
supplire alla maniera propria d'agire della natura. Tuttavia, quelle possiedono
il vantaggio negativo di essere meno nocive dei medicinali, ed è tutto ciò che
si può dire a loro favore.
MA DOVE STA QUESTO POTERE CURATIVO?
I mezzi e i processi con i quali i malati si ristabiliscono,
quando si ristabiliscono veramente, e qualunque sia il nome dato alla loro
malattia o al trattamento impiegato, sono dei processi strettamente biologici.
Essi non sono suscettibili di essere iniziati o aiutati dai praticanti della
medicina chimica o naturale.
In breve il potere di guarigione non si trova in una fiala
di medicinale, né in una tisana. Esso è innato ai corpi viventi. Esso è
personale e non può essere trasmesso da una persona (guaritore, ecc.) a
un'altra.
IL DIGIUNO NON GUARISCE NIENTE
Attenzione: il digiuno non guarisce niente, né alcuno. Se lo
si utilizza per guarire si commette un errore, poiché si possono allora fare
molti errori nel metodo seguito.
Infatti, il digiuno è senza effetto nei casi seguenti:
1) quando le riserve sono esaurite
2) quando la vitalità è troppo bassa
3) quando si è superata la soglia irreversibile
4) quando le condizioni materiali e psicologiche sono
ostili.
Il digiuno economizza le energie vitali, permette al potere
guaritore del corpo di dispiegarsi al massimo del suo potenziale!
CAPITOLO 26
LE TISANE DURANTE IL DIGIUNO
Un costume abbastanza diffuso vuole che i digiunatori
prendano delle tisane durante il digiuno, (tisane a volte zuccherate, talvolta
col miele), per dormire meglio, per eliminare meglio, per estinguere la sete,
per combattere i mal di testa, le vertigini, il gusto cattivo della bocca,
quindi per combattere i sintomi. Ma i sintomi sono i processi della natura per
eliminare. Non bisogna combatterli, a pena di frenare quest'eliminazione.
D'altra parte, chi prende tisane allo scopo di fornire al
corpo vitamine e sali minerali, fornisce al tempo stesso dei veleni, poiché
tutte le tisane utilizzate ne contengono. E poi se si vuole nutrire il corpo
durante il digiuno, non è più un digiuno!
Alcuni, poi, temono carenze durante il digiuno, ma le
riserve dell'organismo sono abbastanza vaste perché una carenza non si instauri
prima di alquanto tempo. Perfino le carenze apparenti saranno colmate in
seguito poiché il digiuno migliora il potere di assimilazione.
LE MODALITÀ NATUROPATICHE
In un articolo pubblicato sul numero 6 del volume 28 della
sua rivista Hygienic Review, il dottor Shelton discute a proposito dei diversi
metodi naturopatici, quali l'omeopatia, l'osteopatia, la chiropratica, le tisane,
l'agopuntura, la radioestesia, la macrobiotica, ecc.
Chi ha adottato l'una o l'altra di queste modalità sembra
accordare un'importanza alle cause, ma è falso: ci viene suggerito di fare
esperimenti, senza preoccuparsi delle cause. Il criterio al quale siamo
invitati è quello del risultato ottenuto. Ma su quale criterio occorre basarsi
per stimare o scoprire ciò che ha veramente contribuito al risultato?
Dimenticano totalmente il potere autocurativo dell'organismo
vivente, per portare a credito delle misure impiegate, neutre o nocive, i
risultati ottenuti.
I rimedi naturali sono consigliati al posto dei medicinali,
ma essi arrestano l'eliminazione, come i medicinali. Il male commesso è lo
stesso, dal momento che la tisana produce il suo effetto. I prodotti naturali
talvolta contengono veleni peggiori dei prodotti chimici.
LE TISANE TRATTANO I SINTOMI?
Ora pare evidente che l'uso delle tisane si pratica spesso
per sopprimere i sintomi. Esempio: le tisane lassative, le tisane sonnifere,
ecc. Del resto, non si è mai presa una tisana di senna per colmare una carenza,
ma unicamente per purgare gli intestini, e la tisana di camomilla unicamente
per intontire i nervi.
D'altra parte, supponendo che un individuo abbia una carenza
di ferro, non servirebbe a niente dargli una tisana ricca di ferro, se
l'assimilazione è povera. Ma se il potere di assimilazione è forte, si può
trarre il ferro non dalle tisane, ma dagli alimenti ordinari che ne contengono
sufficientemente Un digiuno corto, beninteso. Non è lo stesso quando il digiuno
è prolungato, ciò si comprende.
In un articolo pubblicato recentemente in una rivista
naturopatica, si raccomanda l'impiego della papaya in applicazione locale nei
casi di ulcera dello stomaco, dell'utero, ecc. Ora, per quanto si possa spingere
lontano l'immaginazione, non si può considerare questo uso della papaya per
applicazione esterna come ciò che è un uso nutritivo.
Nella medesima rivista, si parla della Lobelia inflata
(tabacco indiano) per una grande varietà di stati sintomatici. Un tale uso
delle tisane non può essere considerato come ciò che colma le carenze. Ne
abbiamo dato qui sopra due esempi con la senna e la camomilla. -Shelton.
Per quanto riguarda l'efedrina, riscontrata nella pelle del
rospo, di cui parla Miss Schumann, è una sostanza molto tossica utilizzata in
medicina in una grande varietà di trattamenti sintomatici. E dal momento che
ella ne parla, ciò vuol dire che ella accetta il metodo medico di trattare i
sintomi sopprimendoli con l'aiuto di sostanze tossiche. Infine questo modo di
trattare i sintomi non ha niente di accettabile e d'altronde non ha alcun
rapporto con le carenze.
La pratica delle tisane medicinali non è una pratica
nutritiva, ma una pratica medicamentosa che usa solo sostanze tossiche.
Notiamo i tre argomenti di base contro le infusioni:
a)....Non si impiegano che le piante tossiche come piante
medicinali. Non si fa una tisana con la lattuga o il finocchio, ma una tisana
di camomilla o di menta.
b)....Si impiegano le tisane e le infusioni per combattere i
sintomi, esattamente come si impiegano i medicinali in medicina.
c)....Le tisane medicinali non sono correntemente impiegate
per colmare le carenze, che non possono essere colmate in questa curiosa
maniera.
ASTROLOGIA, ERBALISMO
Nel numero di novembre-dicembre 1971 dell'American
Naturopath, l'articolo di fondo tratta dell'uso medicinale del plantano,
definito come appartenente all'ordine naturale delle plantaginacee. Ci dicono
che le sue radici, le sue foglie e i suoi fiori sono usate a scopo medicinale.
Vi si dice che il plantano è comandato da Venere e guarisce
la testa, per antipatia verso Marte, poiché la malattia non è marziale ma esso
la guarisce. Il succo è utilizzato per le croste, la zona, l'impetigine, ecc.
Siamo così introdotti in una curiosa collezione di
astrologia, di erbalismo e di mitologia.
D'altronde, è certo che Culpepper e i suoi contemporanei,
quelli che l'hanno preceduto o seguito, non avevano idea che l'erboristeria
fosse della dietetica. Infatti, essi non prescrivevano le loro piante
medicinali, le loro polveri, le loro tisane e le loro infusioni per colmare
delle carenze. Si può affermare altrettanto bene che i naturopati contemporanei
non impiegano il plantano come materiale nutritivo. L'articolo che noi
discutiamo si dilunga sull'azione terapeutica di questa droga.
Culpepper afferma che il plantano è un rinfrescante, un
diuretico, un disostruente, un diffusivo, uno stimolante, un alterante, e in
qualche modo un astringente, è impiegato per l'infiammazione cutanea, le ulcere
maligne, le febbri intermittenti, ecc. poi come vulnerario, e infine per via
esterna come stimolante delle ferite. per i sanguinamenti polmonari e
stomacali, per la tubercolosi e la dissenteria. Le foglie fresche sono
applicate intere o tritate, sotto forma di cataplasma.
L'USO SINTOMATICO
I termini rinfrescante, diuretico, disostruente, diffusivo,
stimolante, rilassante, alterante e astringente, si riferiscono alle pretese
proprietà medicinali del medicamento e non hanno alcun rapporto con le qualità
nutritive della pianta. Queste proprietà medicinali, in verità, non si
riferiscono a una qualità qualsiasi della pianta, ma all'azione del corpo
quando entra in contatto con alcuni suoi tessuti.
Per esempio, un diuretico non è una sostanza che agisce sui
reni, ma una sostanza che è espulsa dai reni. Si è presa l'azione dei reni per
quella del medicinale.
IL PLANTANO
L'articolo afferma che gli europei che vivono in provincia,
lo chiamano "pianta della guarigione", poiché essi credono fermamente
nelle sue virtù curative e che guarirà la rabbia dei cani.
Negli Stati Uniti, questa pianta è chiamata "erba del
serpente", poiché si crede nella sua efficacia per i morsi velenosi.
Checché ne sia, mangiare del plantano come antidoto contro il veleno del ragno
non rappresenta un uso nutritivo di questa pianta.
Si menziona una pomata fatta da una vecchia donna in
Inghilterra (Exeter) e che era molto richiesta fino alla sua morte. Essa era
fatta di sambuco, di angelica e di prezzemolo, tagliati e spezzettati, poi
inzuppati nel burro chiarificato e che si considerava molto utile nelle
bruciature e nelle irritazioni."
Ma le pomate si applicano per via esterna, e nessuno le
considera degli alimenti.
Un decotto è l'acqua nella quale una droga vegetale è stata
bollita e che contiene dunque i costituenti o i principi solubili nell'acqua
bollente. Per preparare un decotto, il fine è di estrarre "il principio
attivo" della pianta. Non lo si fa per procurare nutrimento al ricevitore,
ma per la convenienza a drogarlo.
L'articolo in questione prosegue con questa frase che
suggerisce il carattere tossico del plantano: le foglie secche e in polvere
prese in bevanda distruggono i vermi. Ora per distruggere i vermi un vermifugo
deve essere avvelenante.
IN CONCLUSIONE
Tutte le piante medicinali che servono a fare delle
infusioni e delle tisane sono utilizzate per combattere i sintomi:
costipazione, insonnia, nervosismo, tosse, indigestione, dolore, irritazione
della pelle, ecc.
Però, bisogna sistemare le cause per avere un effetto
durevole. La soppressione dei sintomi non può che aggravare il malato. Egli
diventerà più stitico, più nervoso, più insonne, ecc.
Tutte le piante medicinali sono dei medicinali di cui
bisogna diffidare al grado più elevato. Tutte contengono delle sostanze
tossiche.
Coloro che digiunano non dovrebbero bere che acqua pura.
Lo zucchero e il miele sono molto nutrienti e se se ne
prende non si deve dire che si digiuna.
CAPITOLO 27
RIASSORBIMENTO DEI TUMORI DURANTE IL DIGIUNO
IL METABOLISMO
Durante il digiuno, tutte le attività vitali - metabolismo,
respirazione, polso, circolazione - sono, in generale, rallentate come avviene
nell'ibernazione.
Dopo il digiuno, il metabolismo diviene più attivo di prima.
Infatti, si è osservato a più riprese che l'individuo guadagna peso dopo il
digiuno, con una quantità di cibo minore che prima di digiunare.
Anche la crescita è favorita dal digiuno e compensa di molto
il rallentamento osservato durante il digiuno.
Spesso i magri che digiunano prendono molto peso nel
prosieguo, più di quanto ne abbiano perso, poiché si prende peso secondo come
si assimila e non secondo come si mangia.
L'AUTOLISI
L'autolisi è l'autodigestione delle cellule e dei tessuti
con l'aiuto di enzimi intracellulari. Questo fenomeno è conosciuto dai
fisiologi da molto tempo, ma è stato il dottor Shelton ad aver per primo e lui
solo sottolineato la sua importanza nei processi costruttivi degli organismi
viventi.
È attraverso questo processo che il corpo riassorbe i
bottoni, i foruncoli, i gonfiori, ecc. Quando il pus non è espulso all'esterno,
il corpo lo riassorbe dall'interno.
Il processo dell'autolisi è utilizzato dalla natura per
digerire la coda della rana nella sua metamorfosi. Infatti, la coda sparisce a
poco a poco. I fisiologi lo sanno, ma la medicina non si è mai degnata di
trarre profitto da queste conoscenze, poiché essa si interessa solo di ciò che
può procurare profitti alle industrie farmaceutiche e alla classe medica.
Si sono scoperte delle piccole tasche all'interno della
cellula che contengono piccole gocce di un succo digestivo potente, capace di
digerire, non solamente i materiali alimentari che giungono alla cellula, ma
anche la maggior parte degli stessi costituenti della cellula stessa. Si è dato
a questo corpuscolo il nome di lisosoma. Esso funziona come sistema digestivo
della cellula.
Durante il digiuno il fenomeno dell'autolisi entra in azione
e digerisce per primi i materiali inutili: il grasso, le escrescenze morbose,
poi gli altri tessuti nel prosieguo. È così che i tumori sono riassorbiti
mentre il sistema nervoso non è toccato.
CAPITOLO 28
BRANI SCELTI
LA PREPARAZIONE DEL DIGIUNO
Una certa preparazione è indispensabile prima di imbarcarsi
in una cura di digiuno all'evidente scopo di evitare le crisi. Infatti, durante
il digiuno si possono avere delle crisi molto penose, che vanno dai mal di
testa, alle vertigini anche stando coricati, ai vomiti ripetuti e incessanti
giorno e notte, fino al delirio, alla confusione mentale in cui non ci si
ricorda più di nulla, né del giorno, né del nome dei figli, ecc.
Questa preparazione avrà due parti.
1) interrompere i medicinali, bruscamente o progressivamente.
Coloro che non interrompono i medicinali qualche tempo prima del digiuno
rischiano di avere le crisi più violente.
2) per una o parecchie settimane prima seguire una dieta di
preparazione, molto prossima alla dieta igienista normale, a casa propria con
cura. Qualsiasi negligenza avrà come conseguenza delle sofferenze inutili
durante il digiuno, e anche alla ripresa dell'alimentazione. Infatti si rischia
di avere un tappo incollato all'ano, giusto al momento di riprendere la
nutrizione. I problemi posti da questo tappo possono essere drammatici
(rileggere il paragrafo I lassativi per anni del capitolo 8).
LA PREPARAZIONE PER STADI
In cosa dovrebbe consistere una buona preparazione? Alcuni
fanno fare ai loro pazienti una preparazione per stadi successivi, eseguiti
nella casa di cura. Questi stadi comportano una settimana o più con una dieta
di crudità, poi quando il peso si stabilizza, si passa al secondo stadio.
Il secondo stadio non comporta nient'altro che dei succhi di
frutta ed ortaggi crudi. Quando il peso si stabilizza ancora una volta, si
comincia il digiuno.
La stabilizzazione del peso significa che il corpo si è
adattato al cibo. È un adattamento nutritivo.
Questa preparazione per stadi ha parecchi difetti:
- conserva la fame mentre il digiuno la interrompe
rapidamente in 24 ore o in alcuni giorni,
- fa perdere tempo al paziente che potrebbe farla a casa,
- è troppo severa e
si avvicina troppo al digiuno totale.
Così quando un paziente non dispone che di quattro
settimane, non avrà abbastanza tempo per digiunare, poiché bisogna infine
prevedere parecchi giorni di alimentazione normale per riprendere abbastanza
forze e poter partire.
GLI EX-MALATI MENTALI O NERVOSI
Si tratta di ex-malati che hanno smesso di prendere medicine
da molto tempo, ma che ne avevano prese in passato.
Questa categoria di malati rischia di avere delle crisi
violente di disintossicazione dai primi giorni di digiuno. È dunque necessaria
una lunga preparazione: da 1 a 2 mesi.
LA PURGA
È preferibile eseguire una preparazione prima di digiunare
che prendere una purga, foss'anche vegetale. In capo ad una settimana di questa
preparazione, gli intestini non contengono più che i resti di alimenti sani, i
quali possono essere stoccati per parecchie settimane di digiuno.
PROIBITO
Pepe, aceto, spezie, aromatici, frittura, senape, caffè, tè,
cioccolata, vino, birra, spinaci, ostriche, noci diverse, funghi, lievito,
formaggi fermentati o anche cotti, medicinali, analisi, test, raggi, pane,
cereali, bianco d'uovo, sale, carne, pesce, bevande.
LA PREPARAZIONE
IL GIORNO: Attendere la fame acuta, poi mangiare parecchi
frutti a più riprese.
Facoltativo: dessert, avocado, yogurt, noce di cocco.
ALLE 6/7 del pomeriggio:
Ortaggi
Crudità varie
Condimenti: vedere sotto
LA SERA: Consumare uno dei 2 pasti seguenti.
1) Patate o castagne (500 gr/un chilo)
Groviera grattugiata per i principianti
Insalata verde naturale come contorno
2) Ortaggi vari cotti (600/1500 gr.), un rosso d'uovo crudo
o sodo
DESSERT: 30/60 minuti dopo il pasto serale.
Datteri, fichi, uva secca, albicocche secche, prugne secche,
banane cotte o secche, panna sterilizzata o fresca facoltativa (un cucchiaio da
minestra), yogurt senza zucchero o latte cagliato. Mettere in ammollo i frutti
secchi 12 ore per facilitarne la digestione.
CONDIMENTI:
Olio vergine, burro a freddo, maionese (senza senape né
aceto), limone, pomodoro, prezzemolo, 4/5 olive nere, cipolle sminuzzate e
lasciate all'aria 24 ore, altrimenti tritate e aggiunte in seguito alla
maionese, yogurt senza zucchero, latte cagliato.
COTTURA DELLE BANANE
Sbucciare e immergere in pochissima acqua bollente 10 banane
arcimature la cui buccia cominci ad annerire e il cui interno prenda il colore
del miele. Abbassare il fuoco al minimo e non coprire. Smuovere e cuocere
ancora 10 minuti. Lasciar raffreddare ancora 4 ore e mettere nel frigo.
Si possono anche seccare le banane dopo averle sbucciate e
poste su un piatto vicino ad una fonte di calore su un radiatore o meglio
ancora al sole per 2 giorni, altrimenti in un forno per 15/30 minuti per 6/15
banane. Sono anche vendute secche nei negozi.
LA MEZZA COTTURA
Mettere nella pentola anzitutto gli ortaggi più coriacei.
Versare 2/3 bicchieri d'acqua fredda, coprire appena, mettere a pieno fuoco,
10/15 minuti.
Si può bere l'acqua di cottura, se ne resta, prima di
mangiare.
LEGUMI CORIACEI
Porro, sedano a coste, carciofi, foglie esterne del cavolo,
del cavolfiore, barbabietole, castagne.
ORTAGGI TENERI
Zucchine, fave verdi con i loro baccelli, cavoli,
cavolfiori. torsoli di cavolfiori sbucciati, cipolle, aglio, bietole, peperone,
carote, sedano rapa, patate, topinambur tagliati a fette, rutabaga, piccola
zucca arancione dal sapore di castagna, zucca al muscadet, zucca comune.
CASSERUOLA
In ghisa nera, non smaltata. Non sbucciare gli ortaggi
biologici, ma sbucciare gli altri. Non tagliare in pezzettini ma in due o tre
fette fini soltanto. Non riscaldare gli alimenti.
LA FAME
Dai primi segni della fame aspettare una mezz'ora per
confermarla, altrimenti saltare il pasto della sera.
LE CRISI VIOLENTE DURANTE IL DIGIUNO
La preparazione farà evitare le crisi, talvolta molto
violente, al digiunatore.
Se eseguita scrupolosamente farà perdere circa tre chili la
prima settimana.
Tale preparazione rappresenta, né più né meno, la dieta
igienista ideale normale, che si potrà seguire tutta la vita. Era la dieta
dell'uomo primitivo che non aveva orologio, né cucina, né cuoca, né sala da
pranzo, né libro di ricette. Egli coglieva il frutto e lo mangiava sotto
l'albero.
LA CONDOTTA DURANTE IL DIGIUNO
IL RILASSAMENTO NATURALE
Qualcuno che ha fatto un digiuno continuando a svolgere le
sue attività quotidiane. Quando si digiuna così per 15 giorni è come se si
digiunasse a mala pena per 5. In effetti i risultati che si ottengono, quando
si digiuna lavorando, sono poco soddisfacenti. L'eliminazione si svolge
lentamente, perché il corpo può utilizzare allo scopo solo una parte
dell'energia disponibile, visto che la restante parte è impiegata nelle
attività quotidiane. D'altronde molti pensano, a torto, che bisogna mantenersi
in attività altrimenti ci si indebolisce. Possiamo mantenere il ritmo di
pressoché tutte le attività quotidiane, in particolare gli obesi possono farlo,
ma in questo caso il digiuno diviene poco produttivo, perché il corpo dispone
soltanto dell'energia che risparmia durante l'impegno digestivo. Se, al
contrario, queste persone stessero a riposo, il loro organismo disporrebbe di
un'energia doppia: quella impiegata nel digerire e quella impiegata nelle
attività. In questo modo l'eliminazione e la rigenerazione cellulare si
svolgerebbero a ritmo accelerato e con i migliori risultati.
In medicina dicono che, se stai a letto, svilupperai una
flebite. È un colossale errore. Mosséri ha sorvegliato nella sua casa di cura,
per ben 40 anni, 4.000 digiunatori e nessuno di essi ha mai sviluppato una
flebite. A dire il vero questa malattia è determinata dalle trasfusioni e dalle
flebo che praticano ai malati negli ospedali.
Riposare durante il digiuno non indebolisce affatto. Il
corpo dirige semplicemente le energie verso l'eliminazione e la riparazione. Le
energie rimangono nascoste ed intatte, convogliate verso altri canali. Queste
energie vengono provvisoriamente sottratte agli organi della digestione, agli
organi della riproduzione, ai muscoli in forma semplicemente temporanea. Non si
diviene affatto invalidi.
Infatti, un meccanico d'auto digiunò da Mosséri per 33giorni
e avendo letto Shelton, che raccomandava il riposo totale a letto, non lo
abbandonò nemmeno un giorno. Quando abbandonò il digiuno, camminò lentamente,
ma senza alcuna difficoltà! Non ebbe neppure un accenno di flebite.
C'è tuttavia un'eccezione: quella degli obesi che godono di
buona salute o quasi. Essi possono camminare un po'.
La maggior parte dei digiunatori ha bisogno di dormire solo
poche ore dopo la mezzanotte, ma poi dormono durante il giorno. Al contrario
quelli che hanno a lungo sofferto d'insonnia dormono di più durante il digiuno.
Dai primi giorni di digiuno, si sente una certa stanchezza,
ma si tratta piuttosto di rilassamento, che fa seguito alla soppressione degli
stimolanti (caffè, vino, tabacco, carne, formaggio, ecc.).
Questo è il vero rilassamento naturale che si distingue dal
falso rilassamento artificiale insegnato dallo yoga e da altre discipline. Con
questi metodi si combatte il sintomo senza sopprimerne la causa (gli stimolanti
citati) e non si ottiene alcun risultato durevole.
LO SCALDINO METALLICO E LA COPERTA ELETTRICA
Durante il digiuno bisogna mantenere i piedi caldi, anche se
la testa resta fredda. È inutile mantenere la finestra spalancata tutta la
notte. Una piccola fessura sarà sufficiente per aerare la camera. Secondo
Mosséri il calore è più importante dell'aria.
Si può utilizzare una coperta riscaldante, utile soprattutto
per riscaldare il letto quando ci si alza un poco la sera magari accendendola
allora. Si metterà questa coperta sopra il materasso con sopra una coperta
normale poi il lenzuolo.
Esistono degli scaldini di ferro che possono essere riempiti
di acqua, poi messi direttamente sul fuoco dopo aver tolto loro il tappo. Non
appena l'acqua bolle si rimette il tappo, si avvolge lo scaldino in un tessuto
e lo si posiziona ai piedi. Esso resterà molto caldo per 24 ore. Non mettere
mai lo scaldino caldo su un organo qualsiasi del corpo, altrimenti l'afflusso
di sangue può provocare un ascesso pericoloso.
Quando il digiunatore è obbligato a lottare contro il freddo
o il caldo, perde molta energia, non può dormire o rilassarsi. Per i malati
gravi, molto emaciati il freddo sarebbe mortale.
SI PUO' MORIRE SENZ'ACQUA
Alcuni autori naturopatici raccomandano, per alcuni giorni
"il digiuno secco", come si direbbe "il whisky secco".
Allora i lettori zelanti, lo proseguono di più di alcuni giorni e rischiano la
loro vita.
Mosséri aveva sorvegliato 4.000 digiunatori per 40 anni ed
aveva notato che la maggior parte beveva troppo poco alla fine di un digiuno
lungo (più di 20 giorni) e raccomandava di bere almeno 2-3 bicchieri il giorno,
soprattutto il mattino presto, quando l'eliminazione è più forte, acqua fredda
o calda, come si preferisce.
Verso la fine del digiuno, il paziente trova che l'acqua ha
sapore cattivo e chiede di cambiarlo. Ma è il sapore cattivo della sua bocca
che egli sente, non quello dell'acqua.
Coloro che trascurano di bere, soffrono talvolta di sintomi
di avvelenamento (mal di testa, mal di reni, depressione nervosa, insonnia,
urine troppo cariche, cistite, ecc.). Così, quando un digiunatore si lamentava
di questi sintomi, gli chiedeva di bere parecchi bicchieri d'acqua di seguito e
i dolori se ne andavano rapidamente.
L'acqua non è un alimento, è semplicemente un veicolo che il
corpo utilizza per trasportare gli scarti eliminati dalle cellule verso gli
emuntori che sono i reni, i polmoni, gli intestini.
Infine alcuni digiunatori non arrivavano nemmeno a bere un
bicchiere d'acqua il giorno. In quel momento bisognava aggiungere succo di
limone nell'acqua per costringerli a bere almeno un litro d'acqua il giorno, a
piccoli sorsi.
L'URINA DA BERE?
Un medico svizzero raccomandava ai digiunatori di bere la
loro stessa urina. Sicuramente l'urina contiene ancora alcune sostanze
nutritive, ma non è una ragione sufficiente per raccomandarla ai digiunatori,
poiché essa è uno scarto del metabolismo.
L'AUTOTRASFUSIONE
Un altro medico svizzero dava ai suoi digiunatori
autotrasfusioni di sangue.
È un metodo di doping usato dagli atleti. Questa
stimolazione affatica tutti gli organi, mentre il digiunatore ha bisogno di
riposo.
LO ZUCCHERO E IL MIELE
Alcuni medici in Germania e in Svizzera ai loro digiunatori
danno miele e zucchero per combattere l'acetone. Ma l'acetone è un'eliminazione
che non bisogna combattere.
LE TISANE
Gli igienisti respingono tutte le tisane sia durante il
digiuno che in seguito. Sono impiegate come medicine. Gli igienisti si
oppongono a qualsiasi idea di rimedio.
Si usano le tisane di tiglio e di camomilla per dormire,
ossia si lotta contro i sintomi, esattamente come con i medicinali chimici,
invece di lottare contro le cause.
Gli stessi mal di testa non devono essere combattuti, poiché
sono sintomi di eliminazione utili e bisogna accoglierli con gioia!
Le tisane non aiutano il corpo ad eliminare. Al contrario
esse ostacolano l'eliminazione, poiché il corpo deve espellere tutte queste
tisane e usa a questo scopo la sua energia nervosa. Ora, l'escrezione che
avviene a livello delle cellule ha bisogno di energia abbondante che le
scarseggia quando è deviata verso l'eliminazione delle tisane.
Stesso discorso per le tisane sono espettoranti.
Le tisane sono in verità dei medicinali.
L'ARGILLA E IL MAGNESIO
Il calcare dell'acqua da bere è inerte e non ha azione
chimica. È espulso negli intestini e poi nelle feci, senza entrare nel sangue.
Al contrario l'aspirina o qualsiasi altro medicinale entrano nel sangue e fanno
delle devastazioni con le loro reazioni chimiche.
Lo stesso è per l'argilla e il magnesio che sono inerti e
non hanno alcuna azione chimica. Nessuno ha fatto critiche contro queste due
sostanze come sono state fatte contro il calcare dell'acqua.
Quanto al magnesio, è un prodotto chimico, un medicinale.
Non è una sostanza biologica. Il nostro corpo ha bisogno di magnesio ma in
forma biologica, vegetale e non minerale. Esiste in natura un ciclo: il
vegetale si nutre del minerale e l'uomo si nutre del vegetale. Il magnesio in
forma di polvere è una sciocchezza, un ritorno ai medicinali e alla farmacia
classica, fosse pure anodina.
I MASSAGGI E GLI ALTRI TRATTAMENTI
I non-igienisti che impiegano il digiuno, ricorrono
frequentemente a diversi trattamenti durante la cura, nonché a delle misure di
forcing, massaggi, manipolazioni, aggiustamenti vertebrali, elettricità, bagni
caldi e freddi, idroterapia, clisteri, applicazioni per stimolare il fegato, i
reni, ecc. tutto ciò rappresenta tanto delle scimmiotterie che è meglio
evitare.
Infatti, gli stimolanti spossano l'organismo. Tutte queste
misure snervano l'organismo e ritardano il ristabilimento, proporzionalmente al
loro impiego. È l'antitesi del riposo e del rilassamento.
I SINTOMI E LE CRISI DURANTE IL DIGIUNO
LE VERTIGINI
I sintomi più frequenti in un digiunatore sono le vertigini
che egli prova quando si alza bruscamente dal letto. Il sangue è concentrato
nell'addome e il corpo non ha il tempo di inviarne nel cervello, allora si
rischia di svenire alcuni secondi. Ciò non è grave, ma si rischia di cadere su
un oggetto tagliente e di ferirsi.
Per evitarlo, sedere un poco sul bordo del letto prima di
alzarsi dolcemente. Evitare anche lo stare in piedi a lungo. Fare la toilette
il pomeriggio, poiché in quel momento si è meno stanchi.
Il caso di vertigini più grave che ha avuto Mosséri è quello
di una ragazza di 20 anni. Le vertigini in lei durarono cinque giorni, pur
stando coricata, tutta la mattinata.
LA FEBBRE
Di quando in quando un digiunatore mi dice che si sente
febbricitante, senza prendersi la temperatura. Ma ciò non dura che qualche ora,
al massimo una giornata. È un'eliminazione dinamica. Non bisogna fare nulla per
combattere la febbre, se non bere dell'acqua in più.
Un digiunatore si era astenuto dal bere tutta una notte,
mentre aveva molta sete. La sua temperatura salì a 39°C ed egli ebbe inoltre la
ritenzione d'urina. Essendo andato all'ospedale per farsi sondare la vescica,
fu costretto a subire i trattamenti medici e morì in capo a sette giorni.
I MAL DI TESTA
I mal di testa durante il digiuno possono durare da alcune
ore a parecchi giorni. Non cercate di alleviarli, poiché sono sintomi di
eliminazione preziosa. Si può tutt'al più bere molta acqua per lavare il sangue
e procurare sollievo ai reni.
Una signora aveva sofferto tutta la vita di mal di testa
tenaci e digiunò sotto la sorveglianza di un medico naturopatico per 20 giorni
che le somministrava delle pillole, purghe, ecc. contro il mal di testa. Il
risultato della cura fu nullo.
Un anno dopo digiunò per 20 giorni sotto la sorveglianza di
Mosséri, sopportando i mal di testa, senza purghe né pillole, limitandosi a
bere più acqua, e guarì.
LE COLICHE
Le coliche sono dolori nel ventre, dovute in generale a dei
gas provenienti dagli scarti in fermentazione negli intestini. È sufficiente
dormire sul ventre o di fare massaggi dolci al ventre, se non un clistere. Si
possono prevenire facendo la preparazione al digiuno.
I dolori di queste coliche sono a volte molto vivi. Alcuni
massaggi nel punto in questione bastano talvolta a spostare la tasca di gas e
le coliche cessano. Altrimenti bisogna che il digiunatore vada al bagno per
sollecitare un'evacuazione, attendendo pazientemente.
Le coliche durante il digiuno derivano dai gas non possono
mai essere degli attacchi di appendicite.
LA DEBOLEZZA
La debolezza è del tutto normale durante il digiuno. Il
paziente che digiuna può, tuttavia, muoversi nella casa, andare al bagno. Ma se
non ha la forza di camminare, allora si tratta di prostrazione e il digiuno
deve essere interrotto subito.
L'INSONNIA, LA SENSIBILITÀ AL RUMORE, IL NERVOSISMO
La maggior parte dei digiunatori dorme poco la notte. Le
loro notti sono molto lunghe e non passano, ma poi recuperano un poco dormendo
durante la mattinata. I giovani e gli insonni dormono bene.
La causa di questa insonnia forse è una carenza di vitamine
del gruppo B. Quando si passa a semi-digiuno, il sonno ritorna a poco a poco.
SANGUINAMENTI DELLE GENGIVE, SPUTI, ALITO CATTIVO
L'alito cattivo è il segno di un'eliminazione benefica. Talvolta
il gusto della bocca è pastoso, talvolta amaro, a volte la bocca è secca,
Alcuni sputano tutta la giornata. È un'eliminazione attraverso le ghiandole
salivari. In alcuni avviene sanguinamento delle gengive.
LE PALPITAZIONI, IL POLSO IRREGOLARE, LA BARRA SUL PETTO
Molti digiunatori sentono delle palpitazioni a momenti, il
cuore batte più forte del solito. Bisogna restare a letto. Che il cuore batta
forte o piano non ha importanza, dal momento che è regolare. Può così salire a
120 battiti al minuto, o a 45 soltanto. Ma un polso irregolare è un segno
cattivo che ordina il passaggio al semi-digiuno.
Anche la barra sul petto è un segno di malessere nei
cardiaci che comanda il passaggio al semi-digiuno.
I VOMITI DI BILE
Questo genere di vomiti si verifica quando il fegato è
stanco, sovraffaticato. cioè in parecchie persone che si reputano sane.
Se questi vomiti sopraggiungono nelle prime due settimane di
digiuno, bisogna lasciarli correre e sopportare. È senza dubbio
un'eliminazione, se non un eccesso di bile che il fegato non riesce a frenare.
Ma se i vomiti si producono dopo il 15° giorno, bisogna
passare al semi-digiuno senza aspettare, altrimenti si rischia di produrre la
confusione mentale nel digiunatore.
Se si fa la preparazione prima del digiuno, si attenuano o
si evitano questi vomiti.
IL DELIRIO, LE ALLUCINAZIONI, GLI ATTACCHI DI FOLLIA, GLI
SVENIMENTI E IL COMA
I pazienti che hanno abusato di tranquillanti, di tabacco,
di sedativi e di sonniferi, per lunghissimi anni, possono avere durante il
digiuno degli attacchi di delirio e di allucinazioni. Essi non riconoscono più
nessuno e non sanno quello che dicono.
Una lunga preparazione, ivi compresa la soppressione
progressiva di tutti i veleni enumerati, potrà attenuare o evitare tutti questi
attacchi sgradevoli.
In caso di svenimento, bisogna lasciare il soggetto steso
per terra con le membra ben allungate. In capo ad alcuni minuti egli si
risveglierà senza perfino sospettare di nulla. Non bisogna rialzare subito il
paziente e nemmeno sollevargli la testa.
La posizione orizzontale stanca l'organismo meno della
posizione verticale. Quando la natura requisisce le sue energie per un lavoro
di eliminazione urgente, essa mette il soggetto per terra (svenimento) per
economizzare le forze.
In questo momento bisogna forzare l'ingestione di acqua per
attenuare gli attacchi. Se al malato ripugna di bere, aggiungere nell'acqua
succo di limone o d'arancia.
Gli attacchi più forti si presentano in coloro che non fanno
alcuna preparazione per parecchi prima di digiunare. I malati in crisi possono
gettarsi dalla finestra, tagliarsi le vene o urlare molto fortemente per ore e
ore e allarmare i vicini che rischiano di chiamare l'ambulanza o la polizia.
LE URINE CARICHE DI SABBIA, TINTE DI SANGUE E GLI ATTACCHI
DI CALCOLI
Può capitare che dopo due o tre settimane di digiuno le
urine siano cariche di sabbia, di melma e tinte di sangue. Quando la
vescichetta è piena di piccoli calcoli o di un solo grosso calcolo, essi
finiscono per disintegrarsi per effetto del digiuno e sono evacuati dalle urine
(calcoli renali) o dagli intestini (calcoli epatici).
LA TETANIA, LE CONVULSIONI E GLI SPASMI
Coloro che sono soggetti agli attacchi di tetania, di
convulsioni e di spasmi, sono suscettibili di averne durante il digiuno.
Passare al semi-digiuno.
LA SENSIBILITÀ ALLA LUCE DEL GIORNO
Gli occhi sono gli organi più delicati del corpo e qualsiasi
sintomo che li tocca durante il digiuno deve essere preso in conto.
Se la luce del giorno abbaglia il digiunatore nella sua
stanza, al punto che egli preferisce portare gli occhiali da sole all'interno
della casa, è un segno di carenza che ordina di passare al semi-digiuno. Ai
digiunatori di Mosséri è successo generalmente in capo a 50 giorni di digiuno.
LE MESTRUAZIONI
Una donna in perfetta salute non ha regole, come le femmine
selvatiche nella natura.
Ma siccome la maggioranza delle femmine non è in buona
salute, esse devono eliminare tutti i mesi, con l'aiuto delle mestruazioni.
Quando si intraprende una cura di digiuno, le regole si
presentano 15 giorni prima, poiché il corpo ha più energie per eliminare.
LA PARALISI DURANTE IL DIGIUNO
Più di centomila digiunatori sono stati sorvegliati dagli
igienisti professionisti dall'inizio del ventesimo secolo. Mosséri affermava
che nessun caso di paralisi sopraggiunta durante il digiuno era stato mai
riferito, ma lui ne aveva avuto due, uno dopo l'altro. Due casi unici senza
dubbio nella storia del digiuno. Essi si erano prodotti in due uomini
abbastanza anziani dal quinto giorno di digiuno. La paralisi non era durata che
cinque ore. Era un'emiplegia. Il digiuno fu interrotto nel primo caso con un
brodo caldo di ortaggi, ma proseguito per il secondo senza inconvenienti. Nel
primo caso, la lingua fu toccata, viso scarlatto, occhi fuori dall'orbita,
polso impazzito. La crisi era violenta.
Il digiunatore non poteva più alzarsi e camminare. L'anno
seguente cominciò un secondo digiuno e sviluppò un attacco simile, meno grave.
Occorreva una lunga preparazione per evitare un tale attacco tragico.
Questi attacchi di paralisi sono lo specchio fedele dello
stato di salute lamentevole del soggetto e lasciano predire l'avvenire, se
queste persone non aderiscono strettamente alla dieta igienista e non evitano
le preoccupazioni, i dispiaceri, gli inquinamenti, i veleni medici.
LA DIFFICOLTÀ DI RESPIRARE
Se il digiunatore è o era un asmatico, egli avrà sicuramente
degli attacchi d'asma durante il digiuno. La preparazione attenuerà questi
attacchi. Un paziente soffrì di questi attacchi per una settimana. Interruppe i
medicinali ma conservò le inalazioni durante le crisi. Alla fine degli attacchi
e durante il resto della cura cessò le inalazioni. La sua asma scomparve
totalmente.
Gli attacchi d'asma durante il digiuno sono molto penosi,
poiché l'aria manca. Vanno sopportati alla meno peggio, ma se la difficoltà a
respirare è accompagnata da polso irregolare, ansante, da una prostrazione, è
un segno premonitore della morte.
La difficoltà di respirare provocata dalla ritenzione
d'urina, invece, non è pericolosa.
GLI ACCIDENTI CARDIACI SCATENATI DI RIMBALZO DURANTE UNA
CRISI DI ELIMINAZIONE
Quando si sorvegliano delle persone anziane che digiunano,
si incontrano talvolta delle debolezze fisiche latenti che possono minacciare
la vita del paziente.
Dai primi segni di tale debolezza bisogna passare al
semi-digiuno.
L'esperienza di Mosséri con i vecchi non era molto estesa a
causa dei rischi inerenti, tuttavia aveva fatto digiunare persone di
ottant'anni per 7 giorni di digiuno integrale o per 20 giorni di semi-digiuno
con buoni risultati. Con digiuni lunghi, invece, occorrono mesi per recuperare
le forze.
I DOLORI AI RENI O AI POLMONI
Essendo i polmoni e i reni degli emuntori, una forte
eliminazione può prostrarli se non sono abbastanza forti, col risultato di
causare un'infiammazione o una congestione sanguigna locali in questi due
organi vitali. L'urina può caricarsi di sangue. In questo momento bisogna
forzare l'ingestione di acqua: almeno due litri di acqua. Se necessario
aggiungere succo di limone o di arancia nei due litri.
Se i dolori intensi continuano in capo a qualche giorno,
allora bisogna passare al semi-digiuno, pur continuando a bere molto.
LA FEBBRE ALTA E IRREGOLARE CON UN FORTE DOLORE AL VENTRE
Una febbre alta e irregolare durante il digiuno, o
indipendentemente dal digiuno, accompagnata da un dolore sordo al ventre, nel
dorso, con gonfiore, indica lo scoppio di un ascesso interno mortale. La febbre
sale e scende senza ragione apparente.
Bisogna operare sui due piedi, per salvare almeno alcuni
casi.
IN QUALE MOMENTO SI PUÒ PASSARE ALLA SECONDA FASE DEL
DIGIUNO (IL SEMI-DIGIUNO)?
NON BISOGNA MAI INTERROMPERE DI NETTO IL DIGIUNO!
A chi domandava quando bisogna interrompere il digiuno,
Mosséri rispondeva categoricamente che non bisogna mai interrompere il digiuno
- altrimenti sarebbe un errore che porta alla bulimia, ai piedi d'elefante e ad
altri inconvenienti - ma passare alla fase seguente che è il semi-digiuno.
LA PROSTRAZIONE, LA BRUTTA CERA E LO STATO GENERALE
Bisogna passare al semi-digiuno quando il digiunatore non ha
più la forza di andare da solo al bagno, di alzarsi e di camminare nella sua
camera, la cera cadaverica, gli occhi troppo infossati, lo sguardo stravolto.
CASI GRAVI CHE RICHIEDONO DI PASSARE SUBITO
ALLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO (IL SEMI-DIGIUNO)
....il polso irregolare
....la barra sul petto
....la sensibilità alla luce
....i vomiti dopo 15 giorni di digiuno
....il timore di incidenti cardiaci di rimbalzo
LE RISERVE SQUILIBRATE
Gli individui hanno riserve che si possono classificare in
tre grandi categorie:
1) le riserve ordinarie: zucchero, glicogeno, grassi,
proteine.
2) le riserve essenziali straordinarie: vitamine, enzimi,
oligoelementi, sali minerali.
3) le tossine, i veleni e i vari scarti.
Solo gli individui in perfetta salute hanno più riserve
essenziali che tossine. In loro, dopo un digiuno, i sintomi seguenti si
manifestano simultaneamente: lingua pulita e rosa, fame, gusto gradevole della
bocca al risveglio, urine chiare.
NELLE PERSONE MALANDATE CHE FORMANO LA MAGGIORANZA AI NOSTRI
GIORNI, IL DIGIUNO PRODUCE I SINTOMI SEGUENTI:
- lingua carica,
- gusto della bocca sgradevole al risveglio,
- urine cariche, al risveglio,
- assenza di fame reale,
- la stabilizzazione del peso (perdita di peso rallentata).
LA STABILIZZAZIONE DEL PESO
Secondo Mosséri, quando ci si pesa tutti i giorni durante il
digiuno, succederà verso il 10° giorno che la perdita del peso si rallenti (a
200 grammi il giorno) o si stabilizzi per 3 giorni consecutivi.
In seguito la perdita riprende di nuovo, per arrivare a un
secondo stadio di rallentamento verso il 20° giorno del digiuno.
Questi stadi di rallentamento della perdita di peso si
spiegano con l'esaurimento delle riserve essenziali. Per una o due volte
l'organismo riesce a trasformare gli elementi chimici esistenti in quelli
mancanti, trasformando ad esempio il potassio in calcio. Poi bisogna passare al
secondo stadio, quello del semi-digiuno.
SECONDA FASE
IL SEMI-DIGIUNO E LA LINGUA COLORATA
UNA PRODIGIOSA SCOPERTA
Nel 1986, Mosséri fece una scoperta prodigiosa nel campo del
digiuno che lo costrinse a rivedere il metodo sheltoniano.
Col semi-digiuno il 90% dei pazienti sviluppa una lingua
colorata e il 10% restante la sviluppa in occasione di una seconda cura.
Allora bisogna proseguire questo semi-digiuno finché la
lingua era colorata.
(Bisogna guardare la lingua alla luce del sole e senza aver
prima mangiato nulla).
I pazienti sono pesati una volta alla settimana e la perdita
di peso varia tra una libra e un chilo la settimana, mentre col metodo di
Shelton si prosegue il digiuno con la sola acqua, l'eliminazione è
ridottissima, si perde tempo inutilmente e si corrono rischi.
Una lingua nera denota che l'eliminazione si produce dal
fondo delle cellule per espellere medicinali presi 10 anni, 20 anni prima.
Quando si vede la lingua diventare nera, o marrone o gialla,
si fanno tacere i detrattori.
LA LEGGE N.8 bis
È così che Mosséri aveva formulato la legge n.8 bis
sull'INSUFFICIENZA DELLE RISERVE PER UN'ELIMINAZIONE CELLULARE PROFONDA DURANTE
IL DIGIUNO.
LA LINGUA È LO SPECCHIO DEGLI INTESTINI
Il colore della lingua, il suo aspetto, il suo gusto, sono
lo specchio degli intestini su tutta la loro lunghezza, cioè 10 metri circa.
DENOMINAZIONE
Tale semi-digiuno è in realtà una dieta di eliminazione,
poiché si mangia un chilo il giorno, metà frutta e metà crudità, ma Mosséri
decise di chiamarla semi-digiuno, per evitare che il paziente credesse di poter
mangiare di tutto e in qualsiasi quantità.
A PROPOSITO DI UNA PRODIGIOSA SCOPERTA
Quando si interrompe l'alimentazione, l'eliminazione
comincia a manifestarsi con una lingua carica di muco bianco, alito fetido,
cattivo gusto in bocca, perdita di peso, e altri sintomi, secondo gli
individui:
-....il peso si stabilizza durante uno stadio che dura circa
tre giorni, mentre all'inizio si perdeva da 500 grammi a un chilo il giorno. La
perdita di peso significa una forte eliminazione di tossine e di acqua di
ritenzione, la quale è urinata. Quando l'eliminazione si indebolisce, si urina
poco. Questa stabilizzazione del peso è il sintomo principale che ordina il
passaggio al semi-digiuno.
-....la sete scompare e si ha difficoltà a bere l'acqua.
Poiché altrimenti, l'eliminazione delle tossine avrebbe provocato un bisogno di
bere per diluire ed espellere i veleni attraverso l'urina.
-....la lingua si carica sempre meno e il gusto della bocca
diventa meno cattivo.
-....anche altri sintomi, secondo ciascun individuo, possono
rivelare un rallentamento dell'eliminazione.
È dunque nel momento in cui si osservano tutti questi
sintomi di rallentamento che bisogna rilanciare l'eliminazione, fornendo al
corpo le vitamine e i sali minerali sotto forma di alimenti naturali crudi,
cioè:
- 500 grammi di frutti crudi, distribuiti su tutto il
pomeriggio;
- 500 grammi di crudità e insalate verdi, la sera,
altrimenti la digestione richiederebbe troppe energie e ne avrebbe di meno
l'eliminazione.
Il paziente deve bere molta acqua tra mezzanotte e
mezzogiorno, poiché è allora che l'eliminazione è molto forte. Se non riesce a
bere almeno un litro d'acqua il giorno deve profumare l'acqua con succo di
limone.
Mosséri preferiva dare delle mele che agiscono come una
scopa degli intestini.
Dal momento in cui si passa al semi-digiuno, bisogna
sorvegliare la lingua tutte le mattine prima di mangiare qualsiasi cosa, e
soprattutto non pulirla. Essa può colorarsi di un solo colore nel giro di
parecchie ore o di giorni. Nero, senape, verde, marrone o giallo.
Si proseguirà così il semi-digiuno fino alla pulizia totale
della lingua, diventata rosa, e fino alla scomparsa di tutti i sintomi di
eliminazione (sete, cattivo gusto della bocca al risveglio, alito cattivo,
sputi, ecc.), sia che la fame ritorni o no.
Col digiuno all'acqua, l'eliminazione resta superficiale e
serve a spazzare il terreno. Ma se si fa seguire questo digiuno integrale da un
semi-digiuno, la si rilancia. E se si comincia con un semi-digiuno, gli scarti
e la tossiemia impediscono un'eliminazione in profondità. Succede lo stesso se
non si resta a letto.
J. C. Thomson aveva ragione ad opporsi ai digiuni lunghi,
poiché il corpo non ha più la forza di manifestare sintomi, né di eliminare, da
cui una guarigione apparente. Tuttavia, egli non aveva pensato che si poteva
rilanciare l'eliminazione dopo un digiuno corto o medio e ottenere una lingua
colorata.
LE TRE FASI DEL DIGIUNO:
Il digiuno può essere diviso in tre fasi
1) la fase dell'eliminazione superficiale in cui la lingua è
bianca, ma che porta a buoni risultati per la salute generale e alla guarigione
delle malattie acute e funzionali;
2) la fase della sopravvivenza in cui cominciano le carenze,
il peso si stabilizza, la lingua si pulisce e l'eliminazione va in affanno.
È una perdita di tempo continuare su questa strada, è
preferibile evitare di entrare in questa fase e rimpiazzarla con la fase del
semi-digiuno che colma le carenze, permette al peso di continuare a ridursi,
alla lingua di colorarsi e all'eliminazione di essere rilanciata in forze.
Se si prosegue questo semi-digiuno fino alla pulizia totale
della lingua, allora si arriva a dei risultati ancora migliori per la salute
generale e alla guarigione dei disturbi e delle malattie croniche, vecchie,
impossibili da guarire diversamente (eczema, asma, bronchite cronica, zona,
affezioni degli occhi, epatite, ecc.).
3) Se si prosegue il digiuno all'acqua durante tutta la fase
precedente della sopravvivenza, allora si finisce con l'entrare nella fase
dell'inanizione e della morte. I sintomi sono quelli della sensibilità alla
luce, la prostrazione, la magrezza scheletrica, l'impossibilità di reggersi in
piedi, ecc. Il corpo manca di tutto e saccheggia gli organi nobili del corpo.
(occhi, nervi, udito) per sopravvivere. Se la lingua si colora di nero, anche
gli intestini sono neri. E per pulirli occorre un alimento cellulosico come le
mele, durante il semi-digiuno.
Il profano che digiuna non può interpretare i sintomi.
perciò deve essere sorvegliato da un igienista competente, non da un medico,
fosse pure un simpatizzante del digiuno, il quale non ha esperienza in questo
campo.
DURATA DELLE RISERVE VITALI
Uno può pesare 90 chili di lardo e di tossine alla fine di
un lungo digiuno e morire d'inanizione. Non bisogna lasciarsi ingannare dal
peso.
D'altra parte, le riserve immagazzinate nel corpo non
possono durare che un tempo determinato, non per sempre.
Secondo i biologi, il corpo immagazzina le vitamine, se ne
ha troppe, per un periodo determinato ma variabile secondo le vitamine.
La seguente piccola tabella mostra il periodo di
immagazzinaggio delle vitamine. Esistono sicuramente altri periodi di
immagazzinaggio concernenti gli enzimi, gli oligo-elementi e i sali minerali.
DURATA DI IMMAGAZZINAGGIO
DELLE VITAMINE NEL CORPO UMANO
Vitamina B12 da
3 a 5 anni
Vitamina A
da 1 a 2 anni
Vitamina B9 detta acido folico parecchi mesi
Vitamina C, B2 e B6
parecchie settimane
Vitamina B1
alcuni giorni
Ciò detto, il corpo che manca di vitamina B1 per esempio,
può fare delle trasmutazioni biologiche nella flora intestinale, per fabbricare
questa vitamina a partire da altri elementi presenti. È ciò che permette ai
digiunatori di astenersi dal mangiare per due o tre settimane senza problemi.
Ma queste trasmutazioni hanno i loro limiti.
Ne deriva che un digiuno di 40 giorni produrrà certamente
delle carenze. Ora, siccome l'eliminazione reclama una certa quantità di
vitamine, il corpo conserva quelle che gli restano per il funzionamento degli
organi, cioè per sopravvivere. L'eliminazione si rallenta totalmente.
Notare che lo stock delle vitamine immagazzinate non è lo
stesso in tutti gli individui, per questo bisogna sorvegliare i sintomi di
eliminazione (stagnazione del peso, ecc.) prima di passare al semi-digiuno.
Inoltre, la vitamina C, che può essere stoccata per
parecchie settimane, non ha lo stesso valore di una vitamina fresca. Così si
perde tempo digiunando più di 20-25 giorni.
PROPORZIONI DEI COLORITI RISCONTRATI
NELLA SECONDA FASE DEL DIGIUNO
Nero……………..5% - denota l'assunzione di tranquillanti,
anestetici e calmanti.
Senape….…..… 50% denota l'abuso di proteine.
Giallo…….…….. 5% denota l'abuso di grassi (burro, olio,
avocados).
Verde chiaro...1% - denota l'abuso di zucchero industriale.
Marrone……....30% denota il consumo di caffè.
Bianco………….. 10% - denota una difficoltà ad eliminare.
Quanto al colore, talvolta si tratta di una o due barre
sulla lingua, talvolta di una semplice macchia sul fondo.
CIO' CHE COMPORTA IL SEMI-DIGIUNO
Il semi-digiuno comporta da un chilo a un chilo e mezzo di
cibo al giorno, così ripartito:
- 400/800 grammi di mele (rosicchiare una mezza mela o una
mela l'ora ogni ora a partire da mezzogiorno. Le persone la cui altezza arriva
fino a 1,70 ne prenderanno 400 grammi. Quelle che superano 1,70 ne prenderanno
800 grammi. A rigore qualsiasi frutto
- 500 grammi di crudità la sera a partire dal 3° giorno,
presi in due volte, (pomodoro, cetriolo, carota, peperone rosso, sedano coste,
lattuga, finocchio). Bere un litro d'acqua o più tra mezzanotte e mezzogiorno.
In caso di difficoltà a bere, aggiungere
IL SEMI-DIGIUNO
PER LE STATURE PICCOLE………………..PER LE STATURE GRANDI
Mezzogiorno……..mezza mela………………..una mela
Ore 13……………....mezza mela………………..una mela
Ore 14………………..mezza mela………………..una mela
Ore 15………………..mezza mela………………..una mela
Ore 16………………..mezza mela………………..una mela
Ore 17………………..mezza mela………………..una mela
Ore 18………………..mezza mela………………..una mela
Ore 19………………..mezza mela………………..una mela
Ore 20……………….200 gr. di crudità………..300 gr. di crudità
Ore 21……………….200 gr. di crudità…………300 gr. di crudità
IN CASO DI COMPLICAZIONI GRAVI
In caso di complicazioni gravi come il singhiozzo
persistente, i vomiti, l'impossibilità di inghiottire qualsiasi cosa, né solida
né liquida ecc. bisogna dare del brodo caldo di ortaggi per uno o due giorni.
Bisogna rifiutare di dare del brodo al paziente che non ha sintomi inquietanti.
Non dare questo brodo più di due giorni poiché la mancanza
di vitamine in questo cibo cotto può produrre delle carenze. Proseguito durante
una settimana, il brodo può provocare delle noie molto gravi, poiché il corpo
ha esaurito col digiuno le sue riserve essenziali, e il brodo ne estrae ancora
di più dal corpo.
A volte occorre accontentare il digiunatore. Così a Mosséri
toccò di dover dare del pane e del formaggio, 2/3 fette il giorno o il sale su
tutti gli alimenti.
CAPITOLO 29
ERA UN CORRIDORE MARATONETA E CRUDIVORO
Avventure fantastiche vissute alla ricerca di una salute
naturale
Un uomo, spinto a correre da quando era ragazzo, racconta la
sua storia.
Sua madre era una naturista, ma lui le disse che preferiva
vivere qualche anno di meno, ma mangiare come gli altri.
In seguito, però, decise di cambiare la sua alimentazione,
scegliendo di mangiare frutti, crudità e noci varie.
1) In tal modo era diventato più cosciente del funzionamento
autocurativo del suo corpo.
2) Poteva correre più facilmente senza i problemi digestivi
passati.
3) Si sentiva più in armonia coi bisogni del suo corpo.
Notava che il corpo si cicatrizzava più rapidamente. Per esempio, le
distorsioni delle caviglie guariranno in alcuni giorni mentre mettevano una
settimana per rimettersi quando mangiava come tutti carne, pollame, latticini,
cereali, alimenti fabbricati, un poco di frutti e delle crudità.
Infine beveva molto meno durante le corse, poiché ricavava
l'acqua di cui aveva bisogno dai frutti e dalle crudità e traspirava assai
poco.
LA SUA FILOSOFIA
La sua filosofia al riguardo della digestione era che è
meglio correre agevolmente che avere dei problemi digestivi.
Prima, aveva molti gas e crampi di stomaco. Mangiando tutto
crudo e in buone combinazioni i suoi gas erano scomparsi come pure i crampi di
stomaco. Trovava importante rispettare le combinazioni alimentari., ma anche di
mangiare quantità moderate.
UN PASTO CONVENZIONALE
Quattro anni dopo, provò a mangiare un pasto come tutti,
composto di pane integrale, minestra di pisellini spezzati, con un'insalata
natura, a mezzogiorno e sera.
L'indomani si sentiva debole e malato. Allora decise di
farla finita con tali alimenti e correva con gioia e soddisfazione. Lavorava in
banca ma nel tempo libero amava correre.
Aveva già partecipato a 15 maratone e faceva parte del gruppo igienista RSNH.
CAPITOLO 30
NOI ABBIAMO L'AIDS
Una donna di Haiti raccontava di essere sieropositiva, come
il suo compagno Réjean, che inoltre aveva perso 7 chili dopo una diarrea
persistente. In precedenza, lui aveva sofferto molto di ulcere, di scabbia, di
eczema o di psoriasi al viso, di bronchite, di tosse. L'influenza che egli ha
avuto recentemente fu curata con gli antibiotici per un mese intero. Il suo
compagno era come tutti. Mangiava carne 4 volte il giorno, sotto una forma o
sotto un'altra. Beveva alcol e fumava. Per un anno, non aveva dormito che tre
ore o quattro ore per notte. Due anni prima, era legato ad una prostituta
haitiana,
Lei, aveva scoperto per fortuna il libro IL GULAG DELL'AIDS
di Mosséri e avevano deciso di affidarsi all'igienismo per guarire.
Intanto, il suo compagno era in uno stato di profonda
depressione, non dormiva più, non si interessava a niente, se non è ai segni di
malattia che il suo corpo gli trasmetteva. Soffriva di pruriti, di pizzicori,
di eruzioni che somigliavano a punture di zanzare e che apparivano e
scomparivano su diversi punti del suo corpo. Aveva una piccola diarrea dal mese
di novembre e le sue feci spesso erano inconsistenti. Non aveva febbre, aveva
smesso di fumare e di bere alcol. Aveva dei gangli gonfi all'inguine e al
collo. Il centro della sua lingua era molto rosso. Ciò denotava l'ulcera e i
bruciori di stomaco di cui soffriva di quando in quando.
La donna aveva sofferto in passato di sinusite, di cistite,
di poliuria, di depressione nervosa, stanchezza, esaurimento. Non aveva la
gioia di vivere. Prendeva tranquillanti e altri medicinali per trattare tutte
queste malattie. Aveva pruriti, punti dolorosi tra le scapole, la gola
contratta e il respiro corto. Le tonsille furono tolte durante la giovinezza.
Aveva anche delle cisti sul collo dell'utero che furono bruciate. Le sue regole
erano distanziate da due a tre mesi, abbondanti e dolorose con dei grumi di
sangue. Provava dolore alla schiena dietro la testa, come una sorta di
nevralgia o un'irritazione al palato da parecchi anni. Soffriva da molto tempo
di un'afta intorno alle labbra che mi bruciavano.
Temevano il digiuno, ma rifiutarono i frutti preferendo
cominciare subito il digiuno.
Nella prima settimana, Réjean sentiva la gola gonfia e
irritata. Il suo viso era coperto di psoriasi rossa che egli aveva l'abitudine
di sopprimere precedentemente con una lozione al cortisone, in 24 ore.
Quanto a lei, aveva dei bottoni su tutto il corpo e si
grattava spesso. Aveva anche le afte intorno alla bocca, che le bruciavano.
Primo risultato del digiuno: al 12° giorno del digiuno le
punture di vespa sono scomparse. Infatti Réjean all'arrivo aveva parecchi
bottoni del genere punture di vespa, su tutto il suo corpo.
A lei gli ematomi che aveva da vent'anni sulle mie gambe
sono scomparsi. Lo stesso per l'irritazione alla gola che aveva da un mese.
Al 14° giorno noi siamo passati al semi-digiuno. Al 20°
giorno della cura, la psoriasi che devastava il volto di Réjean era scomparsa
all'80% e il suo mal di gola al 50%. La pelle del suo viso si era schiarita.
Réjean sentiva una forte fame, e Mosséri gli aumentò i
frutti a 700 grammi e le patate a un chilo il giorno. Interruppe il
semi-digiuno e gli servì il menù normale.
Réjean sentiva ancora un punto doloroso alla schiena. Era
un'infiammazione acuta proveniente dalla bronchite cronica, diventata acuta,
che poi sarebbe sparita in una o due settimane. La sua causa era il tabacco.
Del medesimo autore:
IL DIGIUNO
MIGLIOR RIMEDIO DELLA NATURA
SOMMARIO:
CAPITOLO 1 - LA PREPARAZIONE DEL DIGIUNO: LA PREPARAZIONE
PER STADI - IL RILASSAMENTO - PER QUELLI CHE TEMONO IL DIGIUNO - IL POLIZIOTTO
POLTRONE E SCIATTO - I VECCHI MALATI MENTALI O NERVOSI - LA PREPARAZIONE - LA
PURGA.
CAPITOLO 2 - LA CONDOTTA DURANTE IL DIGIUNO LO SCALDINO E LA
COPERTA ELETTRICA - L'ATTIVITÀ FISICA - SENZ'ACQUA SI PUÒ MORIRE - IL BAGNO DI
SOLE SENZA ABBRONZATURA - LE DOCCE, LE ABLUZIONI INTIME, I BAGNI DI VAPORE - I
BAGNI DI ALGHE MARINE - BERE L'URINA? - L'AUTOTRASFUSIONE - LO ZUCCHERO E IL
MIELE - LE TISANE - L'ARGILLA E IL MAGNESIO - I MASSAGGI E GLI ALTRI
TRATTAMENTI.
CAPITOLO 3 - LA STIMOLAZIONE E L'ELIMINAZIONE: METODI DI
STIMOLAZIONE - DANNI DELLA STIMOLAZIONE - COME FAR FALLIRE L'ELIMINAZIONE
CAPITOLO 4 - LE PURGHE E I CLISTERI DURANTE IL DIGIUNO
CAPITOLO 5 - I SINTOMI E LE CRISI DURANTE IL DIGIUNO: LE
VERTIGINI - LA FEBBRE - I MAL DI TESTA - LE COLICHE - LA DEBOLEZZA - L'INSONNIA
- LA SENSIBILITÀ AL RUMORE - IL NERVOSISMO - SANGUINAMENTI DELLE GENGIVE -
SPUTI - ALITO CATTIVO - PALPITAZIONI - IL POLSO IRREGOLARE - LA BARRA SUL PETTO
- I VOMITI DI BILE - IL DELIRIO - LE ALLUCINAZIONI - LO SVENIMENTO - IL COMA -
LE CRISI DI FOLLIA - LE URINE CARICHE DI SABBIA, TINTE DI SANGUE E LE CRISI DI
CALCOLI - LA TETANIA - LE CONVULSIONI - GLI SPASMI - LA SENSIBILITÀ ALLA LUCE DEL
GIORNO - LE MESTRAUZIONI - LA PARALISI DURANTE IL DIGIUNO - LA DIFFICOLTÀ DI
RESPIRARE - GLI INCIDENTI CARDIACI SCATENATI PER RIMBALZO DURANTE LE CRISI DI
ELIMINAZIONE - I DOLORI A I RENI O AI POLMONI - LA FEBBRE ALTA E IRREGOLARE CON
UN FORTE DOLORE AL VENTRE
CAPITOLO 6 - LA PESATA QUOTIDIANA
CAPITOLO 7 - IN QUALE MOMENTO SI PUÒ PASSARE ALLA SECONDA
FASE DEL DIGIUNO? NON SI DEVE MAI INTERROMPERE UN DIGIUNO! - LA VERA FAME - LA
PROSTRAZIONE -LA BRUTTA CERA E LO STATO GENERALE - IL POLSO IRREGOLARE - LA
BARRA SUL PETTO, LA SENSIBILITÀ ALLA LUCE, I VOMITI DOPO 15 GIORNI, LA TETANIA,
LA PAURA DI INCIDENTI CARDIACI DA RIMBALZO - LE RISERVE SQUILIBRATE - LA
STABILIZZAZIONE DEL PESO.
CAPITOLO 8 - SECONDA FASE: IL SEMI DIGIUNO E LA LINGUA
COLORATA
UNA SCOPERTA PRODIGIOSA - LA LEGGE N.° 8 BIS - UN ESPERIMENTO
COL TARASSACO - LA LINGUA È LO SPECCHIO DEGLI INTESTINI - LE TRE FASI DEL
DIGIUNO - DURATA DELLE RISERVE VITALI - COME HO DETERTMINATO LA RAZIONE DEL
SEMI-DIGIUNO - LA CONFERMA DEL PH - PROPORZIONI DEI COLORI INCONTRATI - COSA
COMPORTA IL SEMI-DIGIUNO - IN CASO DI COMPLICAZIONI GRAVI.
CAPITOLO 9 - LA PRIMA EVACUAZIONE DOPO IL DIGIUNO: COME
SAPERE SE IL TAPPO È INCOLLATO (PREMITI) O NON INCOLLATO - IL GUANTO IN CAUCCIÙ
CAPITOLO 10 - IL MENÙ DOPO LA CURA: SI PUÒ FARE BALDORIA
DOPO IL DIGIUNO? - GLI ALIMENTI RICCHI E CONCENTRATI, IL LIEVITO - LE PROTEINE
DOPO IL DIGIUNO - LA VERA FAME E LA FALSA FAME - IL SISTEMA DEWEY DEI DUE PASTI
- IL SISTEMA CORNARO - IL SISTEMA THOMSON - QUALE MENÙ DOPO LA CURA - I MINI
PASTI - LE TENTAZIONI - UN ATLETA - QUALI ALIMENTI MANGIARE DOPO IL DIGIUNO? -
I PIEDI DI ELEFANTE - LE ANALISI - QUANDO UNA SECONDA CURA? LA SEMI COTTURA -
IL MENÙ DOPO LA CURA - UNA STORIA TRISTE
CAPITOLO 11 - COMPORTAMENTO DOPO IL DIGIUNO: BISOGNA
CAMBIARE LO STILE DI VITA - V'È UNA DIFFERENZA ENORME - COS'È LA GUARIGIONE - I
SEDATIVI - BISOGNA RICERCARE IL SOLLIEVO? - IL POTERE DI RIGENERAZIONE - IL
DIGIUNO NON È CHE LA METÀ DEL CAMMINO - IL DIGIUNO NON È IL SOLO MEZZO -
L'EREDITÀ - LE MALATTIE INCURABILI - IL TEMPO GUARISCE TUTTO? - LA PAZIENZA - I
SOSTITUTI - SI POSSONO EVITARE TUTTI GLI ERRORI?
CAPITOLO 12 - CHI NON DEVE DIGIUNARE: GLI SCHELETRICI - I
MALATI CARDIACI - LE DONNE INCINTE
CAPITOLO 13 - I CASI DELL'ULTIMA ORA:
LE COMPLICAZIONI MORTALI - I MORTI NEGLI OSPEDALI - MORTO
PER STUPIDITÀ
CAPITOLO 14 - L'IGIENISMO: UN SISTEMA RIVOLUZIONARIO - LA
PEGGIORE DELLE SUPERSTIZIONI: L'IDEA DI RIMEDIO - LE INDUSTRIE COLPEVOLI.
Appendice: ALLA RICERCA DELLA SALUTE NATURALE
AVVENTURE FANTASTICHE VISSUTE
CAPITOLO 15 - HO MESSO 3 ANNI PER RITROVARE: IL PESO, IL
COLORITO E LA VITALITÀ
CAPITOLO 151 - NON HO PIÙ PAURA DEL CANCRO: LA COLITE - I
MIEI RENI GUARITI
CAPITOLO 16 - LA ZONA E LA PERIARTRITE
CAPITOLO 17 - LA MIA FEBBRE E LA MIA FARINGITE
CAPITOLO 18 - LA MIA SCLEROSI A PLACCHE: VISIONE DOPPIA - I
MAL DI TESTA - ESAMI INUTILI
CAPITOLO 19 - HO GUARITO IL MIO GLAUCOMA IN 3 GIORNI!
CAPITOLO 20 - NESSUN BISOGNO DI ESTROGENI: AVEVO
UN'INFEZIONE UTERINA - I CONTRACCETTIVI - COME RICONOSCERE UN COAGULO
CAPITOLO 21 - IL MIO TUMORE AL GANGLIO DEL COLLO
CAPITOLO 22 - IL MIO BAMBINO AVEVA LA FEBBRE: L'ERRORE DI
CHIEDERE UNA DIAGNOSI - C'È PERICOLO A LASCIAR SALIRE LA FEBBRE? -
L'INTELLIGENZA SOMATICA
CAPITOLO 23 - AVEVO UNA DEPRESSIONE TERRIBILE E DIECI ALTRE
MALATTIE (REUMATISMO, SCIATICA, ARTRITISMO, OBESITÀ, RITENZIONE D'ACQUA,
FIBROMA, RENI E VESCICA MALATI, TIROIDE, CUORE, ULCERA, ALLERGIE, INFLUENZE,
ECC.) - SANGUE NELLE URINE E TIROIDE AFFETTA.
CONTROCOPERTINA:
L'autore studia in questo libro originale e rivoluzionario
la questione del digiuno.
Noi vediamo spesso cani e gatti malati digiunare in un
angolo tranquillo. Perché ubbidiscono a questo istinto curioso?
Quanto tempo si può sussistere digiunando? Quanti giorni si
può digiunare senza rischi per la salute?
Praticato dai primi uomini, dall'inizio dell'umanità, il
digiuno fu in seguito utilizzato dai Greci nei loro templi sacri, per guarire
le malattie incurabili.
È vero che il digiuno può guarire malati colpiti da
affezioni gravi? Come è possibile?
Perché il Corano, libro sacro dei mussulmani, ordina ai
fedeli: "Digiunate e guarirete"?
Questo libro vi aprirà orizzonti nuovi ai quali non avreste
mai pensato.
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